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Il testo dell’articolo su I Vespri


Il settimanale I Vespri ha riservato, nelle ultime settimane, grande attenzione alle iniziative del Forum e agli sviluppi della vicenda sulle Terme di Acireale. Non si registrano, tuttavia, significativi elementi di novità. Dall’8 settembre, quando il Forum indirizzò la lettera-appello “Terme di Acireale-Ora o mai più” al Presidente Raffaele Lombardo e all’Assessore Gaetano Armao, non c’è stata alcuna risposta ufficiale da parte né delle istituzioni regionali né di quelle locali. Al primo incontro operativo del Forum, si è solo preso atto di alcune criticità gestionali delle Terme correttamente evidenziate dal liquidatore Margherita Ferro, in attesa di conoscere, quanto prima, e si spera pubblicamente, lo stato dell’arte della liquidazione in atto, con riferimento soprattutto ai tempi di conclusione del procedimento. Sebbene rappresentativo di numerose associazioni, il Forum non ha ricevuto l’attenzione che meriterebbe dalle istituzioni regionali; non è chiaro se, per reazione alla lettera o per un l’esistenza di un pregresso orientamento, ma si è appreso semplicemente a mezzo stampa che il Governo intenderebbe affidare a Sviluppo Italia Sicilia il delicato ruolo di advisor nel processo di privatizzazione delle Terme di Acireale. Non essendoci alcuna motivazione che dia conto della rinuncia al percorso precedentemente intrapreso, il cambio di rotta suscita non poche perplessità. Il piano di riordino delle società partecipate, predisposto dall’Assessore Armao a fine settembre, evidenzia che “viene mantenuta la Società Sviluppo Italia Sicilia SpA per consentire il trasferimento alla Regione di risorse nazionali da investire nella creazione e nello sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali”. Inoltre il piano rileva che “al fine di meglio integrare e coordinare le mission aziendali, realizzando sinergie ed economie di scala, la Regione potrà procedere ad attrarre nell’alveo della nuova società Irfis FinSicilia SpA interamente pubblica, quale società controllata, mantenendone comunque l’autonomia organizzativa ed operativa”. Prospettandosi in altri termini una riorganizzazione delle attività di natura finanziaria attraverso l’aggregazione di Sviluppo Italia Sicilia, dell’ex Irfis e del fondo Cape Regione Siciliana SGR, si vuole attribuire una marcata caratterizzazione finanziaria alla nuova realtà operativa che sta per nascere. Non ci sono, pertanto, puntuali informazioni che evidenzino, nel delicato processo di privatizzazione, competenze di Sviluppo Italia Sicilia più specifiche di quelle che possederebbe un advisor esterno, selezionato con modalità competitiva, come del resto competitiva è l’intera procedura di affidamento della gestione ai privati che avverrà mediante gara ad evidenza pubblica. Non essendoci un crono-programma delle attività, né essendo chiare le modalità tecniche attraverso su cui si svolgerà la privatizzazione, è intellettualmente onesto, per quanto un po’ scomodo, manifestare in questo momento forti perplessità su come l’intero procedimento viene gestito, poiché manca una chiara visione strategica di ciò che la Regione intende fare delle Terme di Acireale e, per estensione, di quelle di Sciacca. E’ preoccupante pure il comportamento attendista delle istituzioni locali, dato che il Consiglio Comunale aveva impegnato fin dal febbraio scorso l’amministrazione comunale a chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico permanente alla Regione Siciliana per monitorare più da vicino la liquidazione e la privatizzazione; ma a tale richiesta, fatta pervenire tardivamente dal Sindaco di Acireale all’Assessore Armao lo scorso luglio, non ha fatto seguito alcuna iniziativa o presa di posizione in grado di contraltare il silenzio del Dipartimento Bilancio e Tesoro. Si dice che il Sindaco di Acireale prudentemente non voglia causare inutili conflitti istituzionali fra il Comune e la Regione. Tuttavia, tale prudenza appare eccessiva e non giustificata, dato che gli esiti della vicenda delle Terme seguita a Palermo interessano comunque il modello di futuro sviluppo economico di Acireale che rimane, pur sempre, una città a vocazione turistica.

 

 

 

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