E’ scaduto infruttuosamente il termine ultimo per la presentazione dello studio da parte dell’advisor Sviluppo Italia Sicilia. Alla Regione c’è aria di smobilitazione. A Sciacca il neo sindaco Di Paola è molto attivo nella difesa delle sue prerogative istituzionali. Atteggiamento dormiente ad Acireale di tutti i politici locali
Terme di Acireale e di Sciacca, il solito pasticcio. E’ scaduto il termine del 9 luglio per la presentazione dello studio di Sviluppo Italia Sicilia preliminare al bando di privatizzazione. Non se ne sa nulla, se la scadenza sia stata prorogata, rispettata o se si trattava solo di una indicazione generica. Sta di fatto che le due comunità locali, di Acireale e Sciacca, non sono state ascoltate nella fase propositiva. Anche delle liquidazioni – delle aziende autonome e delle società di gestione – non si hanno più notizie, tenuto conto che è scaduto infruttuosamente il termine ultimo, il 30 giugno, per l’approvazione dei bilanci di fine anno. A questo punto, il comportamento della Regione, politico e amministrativo, è sicuramente imprudente e non tiene conto nemmeno delle indicazioni contenute nel recente decreto sullo “spending review” che, oltre al contenimento della spesa, suggerisce agli Enti pubblici l’obbligo di accelerare il rastrellamento delle risorse finanziarie derivanti dai processi di privatizzazione già avviati. C’è il fondato timore che alla Regione non abbiano più le idee chiare su come gestire l’intera faccenda e il clima da smobilitazione generale, segnato dalle imminenti dimissioni di Raffaele Lombardo, non aiuta certamente a fare chiarezza.
Il resto dell’articolo nel n.28 del settimanale I Vespri, da oggi in edicola.