
Una nota del co-coordinatore del Forum dott. Mario Scandura
In occasione del convegno organizzato dal Lions Club e dal CRA di Acireale per individuare le strategie per il futuro del limone ho incontrato l’avvocato Saro Leonardi, dopo aver scambiato alcune brevi considerazioni sulla situazione politica, economica e sociale di Acireale di ieri e di oggi, l’avvocato Leonardi mi ha donato, con affettuosa dedica, un piccolo libro titolato “Ricordi” che ha recentemente pubblicato non destinato alla vendita. Nel libro vengono esposti i fatti, come li ricorda l’autore, che riguardano la storia di tanti anni di Sua attività pubblica, in qualità di Sindaco per circa nove anni e di Presidente dell’Azienda Termale di Acireale per circa dieci anni.
Ho letto subito l’interessante introduzione autobiografica e sono passato immediatamente alla lettura dell’ultimo capitolo “ il rilancio delle terme”.
L’avvocato Leonardi tratta l’argomento raccontando la sua esperienza diretta, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Termale di Acireale nei dieci anni dall’ottobre del 1983 al marzo 1993.
Mi sembra opportuno riportare qui di seguito alcuni brani di questi ricordi che consentono di aver una miglior informazione sull’evoluzione delle Terme in un periodo di intensa attività, nella consapevolezza che la conoscenza del passato aiuta a costruire il futuro.
L’avvocato Leonardi scrive: “nell’ottobre 1983 venivo nominato dalla Regione Siciliana Presidente del Consiglio di amministrazione delle Terme Regionali di Acireale ….. Al momento della nostra nomina le Terme funzionavano solo nei vecchi locali dello stabilimento Santa Venera, con grave difficoltà nell’espletamento delle cure e funzioni in quanto i locali di Santa Venera erano molto stretti, vecchi e malandati. Esisteva già però il nuovo stabilimento, che era stato realizzato a Santa Caterina, ma lo stesso non era funzionante. Mi piace ricordare in proposito che le nuove Terme di Santa Caterina insieme alla grande piscina e ai locali attigui allo stabilimento Santa Venera dove erano allocati gli uffici, erano stati realizzati durante la gestione precedente dall’avv. Francesco Grasso Leanza, che diede un impulso notevole allo sviluppo delle Terme, del quale va dato atto. Ritenemmo che una delle cose prioritarie fosse quella di mettere in funzione Santa Caterina ….. Ritenni, pertanto, avvalermi dell’ausilio di una persona esperta di termalismo e la scelta cadde sull’ingegnere Enrico Chiostri, che avevo precedentemente conosciuto partecipando ad un congresso termalistico. L’ingegnere Chiostri aveva prestato la sua consulenza presso le più importanti terme italiane ed era conosciutissimo ed apprezzato anche all’estero sia perché era consulente di molti stabilimenti termali in Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Russia, e in tutto il mondo, sia perché presidente della SITH ( Società Italiana di Termalismo).
L’ingegnere Chiostri, prese visione dello stabilimento di Santa Caterina e delle sue problematiche, accettò l’incarico e nel giro di circa sei mesi di attività, collaborato dai nostri tecnici, fu messa in funzione Santa Caterina con conseguente aumento di cure e prestazioni, tanto che gli incassi annuali dell’attività termale lievitarono in breve tempo (1983/1990) da circa settecentocinquanta milioni annui a circa cinque miliardi, con soddisfazione dei medici e dei clienti per l’efficacia delle cure specialmente quelle con acque termali.
Ciò in quanto le acque termali salsobromoiodiche delle Terme di Acireale sono, assieme a quelle di Tabiano, le migliori in assoluto esistenti in Italia: questo giudizio non è il mio ma quello dell’ingegnere Chiostri che conosce molto bene tutta la realtà termale italiana.
Ciò ottenuto, lavorando in perfetta armonia con il consiglio di amministrazione ed il personale tutto dell’azienda si pose “ al tempo” il problema di andare avanti con lo sviluppo e di ammodernare le prestazioni così come richiesto dal mercato, dai clienti e dagli enti mutualistici, diversificando ed introducendo trattamenti eudermici diretti anche alla clientela più giovane e promuovendo la talassoterapia, sulla scia di quanto stavano facendo molte strutture italiane ed estere.
Su questa linea venne predisposto un piano che a breve termine prevedeva la realizzazione di una struttura per le prestazioni eudermiche e di bellezza (polifunzionale), di un impianto di sollevamento di acque marine da riversare nella esistente piscina termale per la talassoterapia e di un nuovo albergo per intercettare le numerose richieste di cure provenienti soprattutto dal servizio sanitario nazionale attraverso gli enti mutualistici che trovavano difficoltà nel sistemare i loro assistiti presso gli alberghi esistenti di Acireale soprattutto per il budget limitato di cui disponevano tali enti. Il detto piano fu completamente realizzato.
Il piano globale prevedeva anche, nel medio termine, la realizzazione della cosiddetta “ Nuova città delle Terme”, progetto molto ambizioso, fortemente voluto al tempo dall’on. Rino Nicolosi, allora Presidente della regione Sicilia, che avrebbe dotato Acireale di un complesso termale tra i migliori in Europa.
La progettazione venne affidata agli ingegneri Paolo Pennisi e Aldo Scaccianoce, coadiuvati per la parte termalistica dall’ingegnere Enrico Chiostri. Tale progettazione venne finanziata direttamente dalla Regione.
Come è noto il programma a breve è stato realizzato, con la creazione dell’albergo “Palace Terme” e del polivalente mentre quello a medio termine è rimasto solo in fase di progetto sia perché l’on. Nicolosi, nelle more, dismise la carica di presidente, sia perché la Regione abbandonò il progetto di ulteriore sviluppo delle Terme, tanto che attualmente esse si trovano come è noto in stato di assoluto abbandono. ”