L’articolo sul n.25 del 5 luglio 2014 del settimanale I Vespri
Archivi del mese: giugno 2014
Terme di Stabia: messo a punto un piano di concordato coi creditori
dal sito di Federterme
Il consiglio comunale di Castellammare di Stabia ha approvato a maggioranza una proposta di concordato da sottoporre ai creditori di Terme di Stabia.
L’assise cittadina si era aperta con la ricostruzione fatta dal sindaco Nicola Cuomo relativamente ai modi ed ai tempi con cui si è giunti alla fase di non ritorno per le Terme di Stabia. Quindi,il primo cittadino stabiese ha esposto la soluzione che l’amministrazione comunale ha elaborato per evitarne il fallimento: una procedura concordataria che garantisce un minino del 46% di recupero dei fondi da parte dei creditori principali, ossia i dipendenti.
Si procederebbe quindi all’affidamento temporaneo ad un privato delle strutture relative sia alle Nuove che alle Antiche Terme, nelle more dello svolgimento del bando di privatizzazione dell’azienda. Soluzione che, sempre secondo il sindaco stabiese, permetterebbe ai dipendenti di recuperare una percentuale più alta dei crediti vantanti rispetto ad un eventuale fallimento. In quest’ultimo caso il recupero, secondo Cuomo, sarebbe del 35% garantito dai 1,4 milioni di euro che le Terme vantano dall’ASL.
Passato al voto del consiglio, ora il piano concordatario dovrà essere omologato dal tribunale: un passaggio tutt’altro che scontato.
Cento anni di Terme a Rivanazzano
dal sito di Federterme
“La storia delle Terme di Rivanazzano nasce dalla verifica degli effetti terapeutici delle acque termali scoperte dal medico Ernesto Brugnatelli; da lì parte – ricorda Giorgio Matto, Amministratore delle terme – la vocazione termale della città di Rivanazzano, che solo nel 2009 è diventata Rivanazzano Terme, grazie ad un referendum tra i residenti.
L’edificio che il 21 giugno ospiterà la celebrazione del centenario fu realizzato grazie all’iniziativa e all’impegno di 135 rivazzanesi.
Attualmente le terme sono gestite dalla famiglia Matto, impegnata con competenza e immutata passione con la terza generazione.
Dal 2012, all’interno del parco delle terme, sono disponibili nuovi spazi e strutture per servizi di benessere termale e per ricettività residenziale, che affiancano le terapie tradizionali e forniscono risposte appropriate ad una nuova domanda di cure, benessere e soggiorno. Le Terme di Rivanazzano rappresentano un esempio concreto di iniziativa imprenditoriale privata e di collaborazione integrata e virtuosa con la comunità e le risorse attrattive del territorio”
Per l’occasione, Costanzo Jannotti Pecci ha affermato che “la celebrazione del Centenario delle Terme di Rivanazzano con un ciclo di eventi diversi mette in evidenza l’impegno delle imprese termali a coniugare fedeltà alla reputazione conquistata presso i pazienti ed i clienti e capacità di rispondere prontamente e in maniera appropriata ai cambiamenti registrati sul lato della domanda sul territorio: Che dire? Cento di questi giorni!”
Il Programma prevede che la mattina del 21 giugno, dalle 9 alle 14, i visitatori potranno far timbrare con annullo filatelico speciale cartoline o altra corrispondenza.
Nei giorni 21 e 22 giugno i frequentatori delle terme potranno usufruire dei servizi della Spa (piscina, sauna, bagno turco) con uno sconto del 50%.
Chiunque abbia fotografie, cartoline o oggetti delle Terme del passato è invitato a portarli alle terme e questi ricordi saranno esposti in una vera e propria Mostra sui primi 100 anni che sarà allestita e aperta al pubblico, in occasione della Settimana della Fotografia.

At Rivanazzano Terme (Italy)
100 years of thermal baths
Toscana: tutti i colori dell’Arcobaleno d’Estate si vivono alle Terme
dal sito di Federterme
Avete impegni per il fine settimana del 20, 21 e 22 giugno prossimi?
In Toscana tutto è pronto per celebrare la seconda edizione di Arcobaleno d’Estate, evento organizzato dalla Regione Toscana, con il supporto di Toscana Promozione e di Fondazione Sistema Toscana, per accogliere insieme l’arrivo dell’estate con tre giorni di festa dedicati al territorio toscano e alle sue eccellenze, ma che sarà anche e soprattutto una straordinaria opportunità per tutti coloro che si vorranno recare in un centro termale in questo fine settimana.
I centri termali in Toscana sono più di 20 e, anche grazie al coupon dedicato all’evento che sarà pubblicato sul quotidiano La Nazione il 19, 20, 21 e 22 giugno prossimi e che dà diritto – fino al 31 luglio – ad uno sconto del 20% gli amanti delle Terme potranno infatti scoprire – o riscoprire – le cure termali o lasciarsi coccolare dai trattamenti di benessere termale.
Volete provare un trattamento termale?
O gustarvi un ottimo aperispa, con bagno sotto le stelle o un brindisi arcobaleno tutto Terme e Vini e un buffet di prodotti tipici toscani o magari un soggiorno nel week end del fine settimana targato Arcobaleno d’estate, nel cartellone degli eventi e delle proposte che si celebreranno all’interno dei centri termali aderenti all’iniziativa (concerti, degustazioni, party in piscina termale e tanto altro) c’è proprio di tutto, per cui… buon week end Arcobaleno alle Terme.
Sciacca sbiadita e cadente
SCIACCA: UNA CITTA’ SGARRUPATA, SBIADITA E CADENTE

Ci mancava solo che il giornalista Aldo Cazzullo si facesse un viaggio in Sicilia per ricordarci, a livello nazionale, sul Corriere della Sera (sette del 13 giugno 2014) che tra Ribera e Sciacca il “traffico procede a senso alternato, con code di chilometri, perché da due anni manca il guard-rail di un cavalcavia e nessuno provvede a metterlo”. Si chiama Aldo Cazzullo e lo scrive sul settimanale Sette, ma potrebbe essere un turista qualsiasi che vuol recarsi a Sciacca, la situazione non cambia. Però, sapesse il buon Cazzullo quanti servizi giornalistici abbiamo fatto sull’argomento, così tanti da annoiare persino i telespettatori, solo che, chi gestisce il potere amministrativo, chi avrebbe il compito di farsi valere e chiedere immediati interventi per avere un minimo di viabilità riesce a fare ben poco. Però, se lo diciamo noi giornalisti locali, allora diventa un “attacco personale” a quel sindaco o quell’assessore, se lo scrive Aldo Cazzullo sul Corriere della sera nessuno parla.
Ma, sicuramente stressato dai sette minuti di sosta al semaforo del ponte Carabollace, Aldo Cazzullo, che evidentemente ha fatto una sosta nella nostra ridente cittadina a vocazione turistica senza passare da Piazza Scandaliato dove c’è la scritta “puoi solo amarla”, scrive anche delle Terme di Sciacca definendole, “un potenziale gioiello malinconicamente chiuse” e Non finisce qui, perché nel suo editoriale sul corriere della sera, da la botta finale alle velleità turistiche saccensi e scrive che “Vista dal porto, la città pare la Corricella di procida, un angolo stupendo, ma sgarrupata, sbiadita, cadente”. E poi fa una considerazione amara: “la Sicilia ha gli stessi chilometri di costa delle Baleari, e ha undici volte i meno i turisti delle baleari”.
Insomma, peggio di così non poteva fare. In trenta righe di articolo, Cazzullo ha evidenziato la difficoltà di collegamenti con tempi biblici per cambiare un guard rail, le strutture turistiche come le terme chiuse, e un panorama, visto dal basso che è definito sbiadito e carente.
Che dire, sembra che Aldo Cazzullo che sicuramente non ha visto lo slogan “puoi solo amarla” non l’abbia amata per niente.
I Cinque Stelle: le Terme di Acireale società a responsabilità inesistente
dalla pagina del Movimento Cinque Stelle di Acireale
Terme di Acireale SpA o società a responsabilità inesistente?
Immaginiamo molte volte purtroppo, e questo stato di cose non ha fatto altro che alimentare la frustrazione e la disaffezione verso la Politica che di certo non ha brillato, usando un eufemismo.
Ma sappiamo che quasi sempre la responsabilità di come viene gestito il patrimonio pubblico è dei partiti che cooptano propri “amici”, “uomini” e “trombati” al vertice di consigli di amministrazione di società, sì diritto privato, ma spesso a totale partecipazione pubblica, come nel caso delle Terme di Acireale S.p.A. con socio unico in liquidazione.
Bene, la Società delle Terme, che è interamente nelle mani della Regione Sicilia (Socio Unico) come ahinoi ben sappiamo versa in uno stato disastroso sia dal punto di vista dei conti (quasi 8 € di debito e rischi di pignoramento di beni immobili) che dal punto di vista dei manufatti e immobili che le appartengono, alcuni dei quali stanno letteralmente cadendo a pezzi.
A questo punto sorge spontanea una domanda: “di chi è la colpa dello stato in cui versano le Terme?”.
La risposta è semplice direte voi: “degli amministratori nominati alla gestione della Società, è ovvio!”.
In effetti quest’ipotesi non sarebbe campata in aria ed è per questo che il Socio Unico della società, la Regione Sicilia, ha chiesto nel 2011, ai liquidatori della società, facendo valere i suoi diritti di Socio, di verificare se ci fossero davvero queste responsabilità. Richiesta che è stata accolta incaricando così un professionista terzo a svolgere gli studi del caso sulla questione, il quale ha prodotto e consegnato, nel luglio 2012, un parere legale sulle eventuali responsabilità degli amministratori delle Terme in carica dal 2006 al 2009.
Cosa ne è venuto fuori? Secondo il parere legale risulta che sussistano validi elementi per promuovere l’azione di responsabilità ai sensi dell’articolo 2393 del codice civile, nei confronti sia di coloro i quali hanno amministrato la società dal 2006 al 2009 che nei confronti di coloro i quali, nello stesso periodo, dovevano controllarne l’operato.
C’è un problema però. L’articolo 2393 del codice civile prevede che l’azione di responsabilità possa essere esercitataentro i cinque anni successivi alla cessazione dalla carica di amministratore.
Siamo nel 2014, i fatti risalgono al 2009, il tempo stringe e bisogna far presto.
Perché dal luglio del 2012, data in cui è stato depositato il parere legale che ipotizza la mala gestio non è stato fatto niente?
Questa e altre domande sono state rivolte direttamente al Socio delle Terme, la Regione Sicilia, dal Gruppo Parlamentare del M5S, prima firmataria Angela Foti, sotto forma di interrogazione parlamentare che vi riportiamo integralmente.
Mettiamoci comodi e aspettiamo le risposte.
Lo scempio delle Terme Selinuntine
Il post di denuncia sulla pagina Facebook del Forum Terme di Sciacca, Quo Vadis?
Lo scempio e l’abbandono delle Antiche Terme Selinuntine (Sciacca), un potenziale straordinario che, altrove, verrebbe sfruttato come merita e darebbe lavoro a decine di persone
Silvio Cavallaro, nuovo presidente del Lions Club di Acireale: “Mancanza di progettualità nell’affrontare la materia Terme”
Ieri sera, in un noto albergo cittadino, si è svolta al Lions Club di Acireale la tradizionale cerimonia del passaggio della campana fra il presidente uscente dott. Pietro Currò e il nuovo presidente per l’anno sociale 2014-2015 dott. Silvio Cavallaro.
Riportiamo dal suo discorso di insediamento un brano dell’intervento in cui ribadisce la strategicità della questione Terme di Acireale
<<Un comitato che intendo riconfermare è quello denominato “Per l’economia di Acireale: idee per lo sviluppo” curato dagli instancabili Saro Faraci e Mario Scandura i quali non risparmiano energie nel proporre soluzioni concrete relative ad attività e ad opere pubbliche di primario interesse per la città. Una di queste, forse la più importante per un rilancio economico di Acireale, è quella relativa alle Terme, troppo poco e male attenzionata dalla classe politica locale e regionale, con un rimpallo di responsabilità che denota quanto la materia sia stata affrontata, a livello politico, da mancanza progettuale, incompetenza manageriale ed alta visione clientelaristica dell’”affaire”>>
Nella foto: da sx, la cerimoniera del Lions Club di Acireale dott.ssa Cettina Laudani, il past governatore del Distretto Lions Sicilia 108 YB avv.Silvio Cavallaro, il nuovo presidente del Lions Club Acireale dott. Silvio Cavallaro, il presidente uscente dott. Pietro Currò, l’immediato past governatore del Distretto Lions Sicilia 108 YB dott. Antonio Pogliese
Perchè ritarda il processo di privatizzazione delle Terme?
dal sito del Corriere di Sciacca
TERME DI SCIACCA: LILLO FIRETTO INTERROGA IL GOVERNO REGIONALE PER MEGLIO DEFINIRE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE |
19/06/2014 14.18 Come intende il Governo Regionale affrontare la questione del termalismo a Sciacca tenuto conto che rappresenta da sempre un’inestimabile risorsa naturale ed economica per tutto il comprensorio? E’ questo l’interrogativo che il Presidente del Gruppo Parlamentare Udc all’Ars, Lillo Firetto ha posto al Presidente della Regione in un’Interrogazione in cui pone in evidenza come la società, in grave crisi e posta in liquidazione, rischi, secondo una relazione del Liquidatore, lo stato di insolvenza con conseguente dismissione del patrimonio immobiliare per il pagamento dei debiti. Nell’Interrogazione Lillo Firetto chiede al Governo che siano adottate tutte le necessarie iniziative, nell’ambito delle proprie competenze, volte ad individuare le cause dei ritardi nel processo di privatizzazione avviato infruttuosamente ormai da tempo a salvaguardia del patrimonio e dei posti di lavoro. |
Interrogazione di Lillo Firetto alla Regione sulla privatizzazione delle Terme di Sciacca
dalla pagina FB del Forum “Terme di Sciacca, Quo Vadis?”
TERME DI SCIACCA: LILLO FIRETTO INTERROGA IL GOVERNO REGIONALE PER MEGLIO DEFINIRE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE
PALERMO, 19 giugno 2014 – Come intende il Governo Regionale affrontare la questione del termalismo a Sciacca tenuto conto che rappresenta da sempre un’inestimabile risorsa naturale ed economica per tutto il comprensorio? E’ questo l’interrogativo che il Presidente del Gruppo Parlamentare Udc all’Ars, Lillo Firetto ha posto al Presidente della Regione in un’Interrogazione in cui pone in evidenza come la società, in grave crisi e posta in liquidazione, rischi, secondo una relazione del Liquidatore, lo stato di insolvenza con conseguente dismissione del patrimonio immobiliare per il pagamento dei debiti. Nell’Interrogazione Lillo Firetto chiede al Governo che siano adottate tutte le necessarie iniziative, nell’ambito delle proprie competenze, volte ad individuare le cause dei ritardi nel processo di privatizzazione avviato infruttuosamente ormai da tempo a salvaguardia del patrimonio e dei posti di lavoro.
Il Corriere di Sciacca: Crocetta pensa a vendere le Terme di Acireale e Sciacca
dal sito del Corriere di Sciacca
SCIACCA – EDITORIALE ADESSO CROCETTA PENSA A VENDERE LE TERME DI SCIACCA E DI ACIREALE Nel piano del Presidente della Regione ci sarebbe la vendita delle realtà termali, e di tante altre società partecipate inclusa l’Ast. Svanirebbe il bando per l’affidamento della gestione |
15/06/2014 09.42 EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE Il Presidente della Regione gha un piano: sbarazzarsi delle società partecipate, con “tempi più lunghi rispetto alla manovra finanziaria”. In testa alla vendita delle società partecipate (la Sicilia è la prima regione d’Italia per numero di partecipate e di dipendenti che in esse prestano servizio) c’è l’Ast,ma anche le terme di Sciacca e di Acireale. Nel piano di Crocetta c’è pure la vendita delle quote che la Regione ha in Italkali e Unicredit. Se questo è il piano di Crocetta, e la gravissima situazione finanziaria della Regione non lascia alternative, dunque quel “famoso” bando per offrire ai privati la gestione in affitto delle strutture termali svanisce. In verità, questa è una storia tipiocamente siciliana. Tutto ha di siciliano, come la voglia di non fare. Non fare le privatizzazioni. La legge regionale è stata approvata nel 1999, quando alla presidenza della Regione c’era il “rosso” Angelo Capodicasa. Poi gli anni passano portando appresso tutto ciò che sappiamo. Tutte le novità si sono arenate nel nulla. La costituzione delle societàper azioni al posto delle Aziende autonome delle Terme si è rivelata un disastro. Le terme di Sciacca e di Acireale hanno continuato a scivolare nel degrado e a mangiare soldi alla Regione e quindi ai siciliani. Venne a Sciacca l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, grande fruitore di parcelle ricchissime da parfte del Comune di Sciacca. Venne a promettere, a illustare il bando. Poi, come un fiume, sotto i ponti le parole sono scivolate terminando la corsa nel mare delle promesse svanite. Venne a Sciacca il 4 giugno del 2011. Ci cece capire che tutto era pronto e che le terme sarebbero state affidate a buone mani. Nulla accadde. Venne a Sciacca il 21 maggio del 2012. Disse e promise. Ma più che assessore, sembrò un marinaio con le sue tradizionali promesse. Non è colpa di Armao, ma certamente di una Regione, di una classe politica inadeguata a tenere le redini di una Regione che piange decennni di non politica. Adesso la Regione è sull’orlo di una crisi senza precedenti. Crocetta emula Renzi e vuole manager licenziabili, ma anche mobilità per i dipendenti regionali. Ma ha anche la necessità di disincagliare la nave Sicilia dalle secche di una crisi finanziaria di imponenti proporzioni. Le Terme continuano ad agonizzare. L’urlo di Carlo Turriciano, commissario liquidatore, non nasconde certamente la verità: “o la Regione assume delle scelte subito, o da gennaio, signori, si chiude”. |
Società regionali in liquidazione, una voragine da 7 milioni
dal sito del Giornale di Sicilia (4 giugno 2014)
Società in liquidazione, voragine da 7 milioni

di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Quando la liquidazione della Siace iniziò, Rino Nicolosi si era appena insediato a Palazzo d’Orleans per il suo primo mandato da presidente della Regione. Era il 1985 e nessuno poteva immaginare che la chiusura della Società per l’industria agricola cartaria editoriale sarebbe andata avanti fino al 2014 senza arrivare al traguardo: oggi costa ancora 8 mila euro all’anno destinati al commissario liquidatore, Gaetano Chiaro. La Siace è una delle 13 partecipate, di cui la Regione detiene tutte o la maggioranza delle quote, che pur essendo in liquidazione continuano a rappresentare rubinetti sempre aperti da cui sfugge un fiume di denaro pubblico. Secondo una recente indagine della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, fra costi del personale, consulenze e organi societari la Regione spende ancora almeno 7,3 milioni all’anno per strutture che dovrebbero essere già chiuse. Il tutto senza considerare le perdite nei bilanci. Crocetta nei giorni scorsi ha rispedito al mittente il bilancio del Ciem, la società per l’internazionalizzazione delle imprese, che doveva essere chiusa da tre anni e che – rileva Palazzo d’Orleans – continua a pagare 194 mila euro all’anno per un direttore, Nino Giuffrè, e altri 10 mila per il commissario liquidatore, senza considerare gli 890 mila euro per una ventina di dipendenti. Crocetta ha chiesto al Ciem azioni correttive e ha annunciato l’intenzione di affidare al dirigente regionale Sergio Gelardi la guida di un pool per accelerare le liquidazioni.
Le società da chiudere sono almeno 13 su 34. Sono in liquidazione almeno dal 2009 Biosphera, Ciem, InfoRac, Multiservizi, Siace, Sicilia e Innovazione, Terme di Sciacca e Acireale, Mediterranea, Quarit, Cinesicilia e Lavoro Sicilia. Solo la Hydro ha raggiunto il traguardo della chiusura mentre per Sicilia e Servizi la procedura sarà interrotta perché la Regione ha deciso di tenerla in vita affidandola ad Antonio Ingroia (compenso da 50 mila euro) e Dario Colombo (223 mila euro).
Per la Corte dei Conti «le società in liquidazione hanno una incidenza del 45% sul totale delle perdite della Regione nel settore delle partecipate». E soprattutto «le lungaggini nelle gestioni liquidatorie hanno pesanti ricadute finanziarie». Sempre secondo i magistrati contabili «mediamente ciascuna delle società in liquidazione è costata 500 mila euro nell’ultimo quadriennio solo in termini di stipendi agli organi sociali».
Più precisamente, per il personale sono stati spesi almeno 997 mila euro all’anno dal 2012 a oggi. Per le consulenze sono andati in fumo un milione e 137 mila euro nel 2012 (ultimo dato disponibile) e per gli organi societari, sempre nel 2012, sono stati spesi 5 milioni e 176 mila euro. I magistrati segnalano che la situazione è sostanzialmente invariata. E inoltre la stessa Regione ha appena pubblicato il costo dei soli commissari liquidatori nel 2014: verranno spesi 248 mila euro. E se si considera anche il costo dei commissari in due società, Stretto di Messina e Cape, di cui la Regione non ha la maggioranza, la spesa cresce di altri 250 mila euro.
La Corte dei Conti ha lanciato un allarme parlando di «perversa logica di salvataggio a tutti i costi» e avvertendo che alcune operazioni tendenti a finanziare società in liquidazione risultano «in contrasto con i più elementari principi di razionalità economica, che vietano ricapitalizzazioni e accollo dei debiti oltre il limite della responsabilità patrimoniale del socio». In sintesi, se le liquidazioni andassero avanti e continuassero a pesare sulle casse pubbliche si potrebbe aprire un procedimento per danno erariale.
Per tutti questi motivi Crocetta ha deciso di togliere alla Ragioneria generale dell’assessorato all’Economia la gestione delle liquidazioni, creando un ufficio speciale alle sue dipendenze. Che però non ha ancora iniziato a lavorare.
Di più. La Finanziaria di gennaio ha previsto che solo 11 delle 34 partecipate resteranno in vita: Ast, Sas, Sicilia e Servizi, Riscossione spa, Irfis, Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico, Seus e Spi. Tutte le altre andranno assorbite o liquidate (in aggiunta a quelle già in fase di chiusura) secondo un piano che ancora non è stato definito. E allo stesso modo è scaduto il termine di tre mesi entro cui le società che resteranno in vita dovevano realizzare un piano dei servizi e del personale da cui si doveva ricavare il reale fabbisogno e gli eventuali esuberi. Passaggio fondamentale per rispondere a una delle questioni sollevate dalla Corte dei Conti: «Dal piano di riordino può derivare un transito generalizzato e pressoché automatico del personale dalle società dismesse alle nuove compagini. Il tutto senza verificare la compatibilità di queste assunzioni con l’assetto organizzativo e finanziario delle società».
Italia Moderata: E’ colpa di Regione e Amministrazione il declino delle Terme di Sciacca
dal sito di Teleradio Sciacca
ITALIA MODERATA CONTRO TUTTI:” REGIONE E AMMINISTRAZIONE RESPONSABILI DEL DECLINO DELLE TERME”

Negligenza e disattenzione sulle Terme di Sciacca che rischiano una paralisi o addirittura chiusura. E’ vergognoso notare da parte della Regione siciliana, un disinteresse totale sul patrimonio più importante della città che rischia un declassamento con lavoratori e dipendenti abbandonati al proprio destino. E’ quanto si legge in una lettera inviata al presidente della Regione Rosario Crocetta a firma di Carlo Baldassano, esponente provinciale di Italia Moderata.
La politica – si legge – invece di polemizzare senza risultati concreti, cerchi di attuare un’ adeguata programmazione turistica per risollevare Sciacca ed il suo patrimonio rilanciando l’economia turistica del futuro terzo polo. Baldassano attacca anche l’amministrazione comunale sul futuro turistico della città. Manca – aggiunge – una forte collegialità tra la giunta ed il governo regionale, il tempo è scaduto, bisogna attivarsi immediatamente con senso di responsabilità cambiando l’assetto culturale della nostra Sciacca.
Se la Regione Siciliana – conclude Baldassano – è senza fondi, apra subito il bando ai privati consentendo di accellerare l’iter, la proposta dell’imprenditore Mangia di gestire la struttura termale, è degna di considerazione, in quanto il partner turistico è affermato in Sicilia ed in Italia per gli investimenti conclusi.
Crocetta: via gli sprechi dalle partecipate
Costi per la stragrande maggioranza dovuti proprio al personale. Che fare di questi dipendenti? Il governo sembra voglia riproporre nella prossima Finanziaria alcune norme cassate pochi mesi fa dal Commissario dello Stato. L’obiettivo è quello di ridurre, fare “sgonfiare – spiega il governatore – il numero di questi dipendenti”. E qualche idea, tra l’altro, è in perfetta sintonia con quanto suggerito recentemente dal responsabile Welfare del governo Renzi, cioè Davide Faraone. Che ha, di fatto, sostenuto che sia giunta l’ora, in Sicilia, di dire addio “all’assistenzialismo e agli stipendifici”.
Così, governo regionale e governo nazionale potrebbero lavorare insieme per risolvere il problema dei lavoratori delle società e in generale del precariato siciliano. “Basta – dice infatti Crocetta – con le liquidazioni infinite, con le società che continuano a garantire ai direttori generali stipendi allucinanti. Le chiuderemo tutte. E per questo abbiamo creato l’Ufficio unico per le liquidazioni”. Uno strumento, a dire il vero, previsto già da una delibera di giunta del novembre del 2012. Due settimane dopo l’insediamento del governatore, quando Crocetta aveva delineato una serie di interventi per la riduzione della spesa. Meglio tardi che mai, insomma.
Ma l’altro strumento-chiave sarà quello dell’albo unico dei lavoratori delle Partecipate. “I dipendenti delle società che verranno liquidate – spiega Crocetta – confluiranno in questo bacino. A quel punto, verificheremo – agigunge – l’eventuale fabbisogno delle società che rimangono in piedi. E in quel caso i lavoratori verranno assorbiti. Chi rimarrà in esubero? A quel punto ci dovrà dare una mano il governo nazionale. In pochi mesi contiamo di far sgonfiare di molto il fenomeno”. Anche perché l’esecutivo starebbe pensando a “meccanismi di prepensionamento – prosegue Crocetta – che accompagneranno i dipendenti fuori dal mondo del lavoro”. E qualcuno, però, dovrà essere accompagnato, quantomeno, fuori dal settore pubblico. E anche in questo caso, il governo ha deciso di riproporre alcune norme inizialmente previste nella Finanziaria impugnata dal commissario. “Abbiamo inserito – dice il presidente – nuovamente la norma che prevede incentivi per tutti quei privati che, in caso di appalti e forniture pubbliche, facciano ricorso almeno per una quota del 20% di lavoratori del bacino unico. Con assunzioni a tempo indeterminato. Pensiamo a incentivi triennali per tutti quegli imprenditori che utilizzeranno i lavoratori in esubero dalle Partecipate”.
Insomma, il problema dei problemi, cioè quello del personale, potrebbe essere risolto – nelle intenzioni del governo – attraverso questi strumenti. Ma il sistema, spiega Crocetta, sarebbe virtuoso anche per altri motivi: “La chiusura delle società – spiega – comporterà il risparmio di affitti, di costi di gestione, di maxi stipendi e anche di questi liquidatori che, quando si siedono, non se ne vogliono più andare”.
E ovviamente, ecco la lotta agli sprechi. Ai costi. “Saranno azzerati – ha annunciato Crocetta – gli aumenti percepiti da tutto il personale, illegittimamente decisi in contrasto con la normativa, per effetto della cosiddetta progressione verticale, cioè avanzamenti di livelli retributivi che non potevano assolutamente essere concessi poiché equiparati a nuove assunzioni dalle leggi vigenti. È una vicenda aberrante quella delle partecipate, dove diversi amministratori – continua Crocetta – più che pensare al bene pubblico, hanno continuato a perpetrare una finanza allegra, incurante degli interessi pubblici e delle effettive finanze della Regione. Le progressioni verticali realizzate sono un numero veramente spaventoso, ed entro una settimana la Regione – conclude il presidente – sarà in condizione di pubblicare il dossier elaborato dal gruppo ispettivo interno che verrà inoltrato anche alla Procura della Corte dei Conti”. Un dossier di cento pagine, ha annunciato il governatore. Cento pagine per raccontare lo scandalo dei carrozzoni mangiasoldi.
Incontro tra l’on.Foti e l’assessore Agnello per decidere sulle Terme
articolo tratto da Tweetpress
INCONTRO TRA ANGELA FOTI (M5S) E ROBERTO AGNELLO (ASS. AL BILANCIO) PER DECIDERE SULLE TERME DI ACIREALE
di Barbara Distefano
Ieri mattina la deputata Ars del M5S Angela Foti ha incontrato l’assessore regionale all’economia Roberto Agnello per chiedere la revoca della liquidazione e inserire la S.p.A. Terme di Acireale fra le partecipate strategiche. Il M5S ha presentato alla Regione un progetto per includere il termalismo nella programmazione strategica regionale, in modo da consentire l’accesso ai fondi strutturali europei. «Il processo di privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca, avviato 12 anni fa – si legge nel testo del progetto -, ha avuto un esito fallimentare. Nello stesso tempo, le aziende termali private siciliane non riescono a esprimere le loro potenzialità. Ciò a causa dell’assenza di politiche per la valorizzazione del termalismo siciliano».
«La privatizzazione non c’è mai stata, – commenta l’attuale commissario Luigi Bosco – la società è a totale partecipazione della Regione. Quello che stiamo tentando è la via di una gestione privata di un bene che rimane pubblico. La segreteria tecnica del presidente della Regione ha sotto mano un bando, in verità già esistente. L’ho portato io stesso alla presidenza della Regione. Il problema è di stabilire se questo bando conviene pubblicarlo subito o immediatamente dopo il passaggio in bonis. Per me è indifferente».
7.3 milioni di euro tra costi di gestione degli organi, consulenze e stipendi del personale è, secondo una recente indagine della Corte dei Conti, il prezzo che la Regione Sicilia paga ogni anno per mantenere in vita le società partecipate in attesa di chiusura. «Il problema di mettere le società in un unico bacino gestito da privati non è facile. Pensare con troppa fretta a questo argomento non va bene», ha dichiarato Rosario Crocetta durante la conferenza stampa del 7 giugno. Ma la fretta, nel caso delle terme di Acireale, risale al 2010, anno in cui la S.p.A. con socio unico che le gestisce venne messa in liquidazione. «Potevano essere vendute lo scorso anno, ma le condizioni non erano buone. Andavano svendute», ha proseguito il presidente, citando l’attuale gestione commissariale come esempio virtuoso e volano di ottimismo.
In effetti la situazione non era esattamente gloriosa a marzo 2013, cioè al momento dell’insediamento di Luigi Bosco come nuovo liquidatore. «L’ingegnere Bosco è riuscito a creare una situazione migliore» – commenta Angela Foti, deputata Ars del M5S – «Ma parlare di rilancio o di attività in positivo sarebbe eccessivo e strumentale, perché di fatto tutti i lavoratori delle terme (fanghini, addetti alle insufflazioni, eccetera), sono stati mandati a fare altre cose, in altri assessorati. Durante il mandato di Margherita Ferro, infatti, le terme erano state chiuse. C’è tra l’altro un’indagine della guardia di finanza, relativa al fatto che, pur essendo una partecipata in liquidazione, si sono fatte parecchie consulenze. Parecchie. Nel triennio 2009-2011 si è arrivati a un buco di 7.6 milioni di euro. Per Bosco si è posto il problema di riparare ai danni della chiusura, di ripulire tutti gli impianti, che erano rimasti spenti per più di un anno, e far ripartire una struttura ferma».
La Ferroassicura a tweetpress.it di non aver fatto altro, a suo tempo, che obbedire alle indicazioni dell’Ars: «le terme furono chiuse per essere messe in sicurezza. Nel 2010 la società era stata messa in liquidazione e, secondo il titolo V del quinto libro del codice civile, in regime di liquidazione la società non può fare azioni di rilancio, ma solo occuparsi di tutelare l’esistente». E aggiunge che durante il suo mandato «non si è creato alcun buco».
Dal canto suo, Luigi Bosco, attuale Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Catania, ammette la difficoltà del panorama deficitario all’inizio del mandato della Ferro, e afferma di aver egli stesso fatto il possibile davanti a una situazione di bilancio in grave perdita: «continuare a lasciare chiuse le terme avrebbe mandato tutto in rovina, ma si resta pur sempre in regime liquidatorio. Stiamo cercando di ridurre il passivo. Non ho i dati a portata di mano, ma se venisse dato in gestione l’hotel Excelsior sfioreremmo il pareggio. È in corso una trattativa con l’Unicredit ed è stato presentato un piano industriale».
Dalla sezione “Amministrazione trasparente” dedicata a Terme di Acireale S.p.A. società in liquidazione sul sito della Regione (aggiornata al 28/03/2014) risulta che il bilancio 2012 è «in fase di approvazione, ma altre testate pubblicano anche i dati 2013. Bosco assicura, comunque, che nel 2012 le perdite si sono ridotte.
In merito all’interrogazione parlamentare presentata dal M5S per chiedere un’’azione di responsabilità nei confronti di sindaci e amministratori in carica presso la Terme di Acireale S.p.A. negli anni compresi dal 2006 al 2009, Bosco dichiara di aver passato le carte al suo legale e di voler mantenere un atteggiamento di prudenza: «non desidero che quella che di fatto sarebbe un’azione di tutela nei miei confronti diventi un capo d’accusa per gli altri».
Sta di fatto che la quantità di cure che le terme di Acireale possono erogare in questo momento, secondo quanto riferito dalla Foti, è minima: «20 cabine con un solo operatore. Le prenotazioni oggi arrivano a novembre. La situazione è drammatica. Le terme non riescono a fare accoglienza. Ad essere aperti sono solo gli impianti di Santa Caterina, l’hotel Excelsior e il centro polifunzionale sono pignorati. Nel 2011 il gestore dell’ex pastificio Leonardi non pagava l’affitto, e la Regione lo ha chiuso, piuttosto che trovare un nuovo gestore».
Foto tratta da: Terme di Acireale
Linea dura di Crocetta contro le partecipate regionali
dal sito del Giornale di Sicilia
Controlli su aziende partecipate e assunzioni. Crocetta: «Sarà usata linea dura»
PALERMO. Dal lavoro della commissione ispettiva nominata dal presidente Crocetta sulle partecipate, che sarà completo entro la settimana prossima, emergono dati che il governatore definisce «insopportabili».
«Diverse aziende partecipate anche in liquidazione, in violazione alla norma – dice Crocetta – che prevede dal 2009 il divieto di assunzione di personale, avrebbero invece assunto personale a vario titolo contravvenendo alla legge, senza alcuna giustificata necessità. Si tratterebbe di un numero di assunzioni di circa 50 unità. Le stesse società non avrebbero ottemperato all’obbligo di equiparazione degli stipendi, ai corrispondenti trattamenti economici dei dipendenti della Regione, causando uno spreco notevole di risorse. Il presidente ha intenzione, dopo aver acquisito il rapporto, di contestare il danno subito dalla Regione a chi ne sia eventualmente responsabile, ma vuole avviare immediatamente alcune misure per interrompere fin da subito la mancata applicazione delle leggi. In particolare le misure immediatamente richieste agli amministratori delle società, pena loro decadenza, saranno di procedere entro 15 giorni dal ricevimento di una lettera che partirà oggi: all’immediata applicazione del contratto dei regionali in ogni partecipata; all’attuazione dei provvedimenti previsti dalla legge per i dipendenti illegittimamente assunti».
«Le partecipate – afferma Crocetta – non possono essere più il regno dell’arbitrio e degli sprechi, vanno chiuse immediatamente le società in liquidazione creando un elenco del personale disponibile a transitare, sulla base delle disponibilità, presso le partecipate strategiche. Già con la finanziaria scorsa sono stati previsti una serie di provvedimenti, tra cui l’ufficio di liquidazione unico, è stato stabilito un tetto massimo di retribuzione, che eliminerà gli scandalosi stipendi di alcuni direttori generali. Occorre dare immediatamente il segno di provvedimenti rigorosi – conclude il presidente – che non possono essere più rinviati».
Le Terme di Sciacca a rischio chiusura, la Regione non ha fondi
Le Terme a rischio chiusura, la Regione non ha fondi
Tutto ciò nonostante dal 2009 ad oggi i costi di gestione sono stati notevolmente ridotti e nonostante la riduzione, molto sostanziale, dei debiti verso i fornitori.
Nel corso dell’incontro si è potuto constatare che la parte più consistente dei costi come: le retribuzioni dei dipendenti a tempo indeterminato, l’imposta Comunale IMU e i costi di manutenzione del patrimonio immobiliare sempre più necessari ecc… , sarebbero comunque dovuti, anche qualora si dovesse assumere la scellerata decisione di chiudere per mancanza di finanziamenti.
Per questo motivo, le organizzazioni sindacali presenti – F.I.L.C.A.M.S., C.I.S.A.L., COBAS e la Camera del Lavoro CGIL di Sciacca – , hanno già trasmesso una richiesta di incontro urgente alla commissione bilancio dell’Assemblea Regionale alla presenza degli assessori all’Economia e al Turismo per sapere, almeno, se la Regione intende far proseguire le attività dell’azienda fino a soluzione del fatidico affido ai privati.
“Ciascuno, nel caso di chiusura dell’Azienza Terme, dovrà assumersi le responsabilità politiche, sociali ed economiche che esse determinerebbero” ha dichiarato il segretario CGIL Franco Zammuto.
Se non ci sarà un finanziamento regionale, le Terme di Sciacca potrebbero chiudere
“LE TERME DI SCIACCA SONO A RISCHIO CHIUSURA?”

A seguito della richiesta di incontro dei lavoratori con il liquidatore delle Terme, Carlo Turriciano, per fare il punto sulla situazione economico-finanziaria e le prospettive future dell’Azienda, il Commissario ha presentato un quadro drammatico per il prosieguo delle attività a partire dal prossimo primo gennaio se il Governo Regionale non dovesse prevedere un finanziamento nel bilancio che andrà in discussione in questi giorni all’ARS. Tutto ciò nonostante dal 2009 ad oggi i costi di gestione sono stati notevolmente ridotti e nonostante la riduzione, molto sostanziale, dei debiti ai fornitori.
E’ molto delicata la situazione economica delle Terme di Sciacca e la riprova è data dalla nota della Camera del Lavoro di Sciacca.
Nel corso dell’incontro si è potuto constatare che la parte più consistente dei costi (retribuzioni dei dipendenti a tempo indeterminato, l’imposta Comunale IMU e i costi di manutenzione del patrimonio immobiliare sempre più necessari), sarebbero comunque dovuti anche qualora si dovesse assumere la scellerata decisione di chiudere per mancanza di finanziamenti.
Le sigle sidnacali hanno già trasmesso una richiesta di incontro urgente alla commissione bilancio dell’Assemblea Regionale alla presenza degli assessori all’Economia e al Turismo per sapere se la Regione intende far proseguire le attività dell’azienda fino a soluzione del fatidico affido ai privati. Nel caso di chiusura dell’Azienza Terme – conclude il segretario cittadino Franco Zammuto – qualcuno dovrà assumersi le responsabilità politiche, sociali ed economiche che esse determinerebbero.
A rischio chiusura le Terme di Sciacca. Stessa sorte per Acireale?
dal sito del Corriere di Sciacca
SCIACCA – CRONACA LE TERME A RISCHIO CHIUSURA Sindacati chiedono incontro con governo regionale e commissione bilancio Ars |
12/06/2014 11.02 Il Commissario delle Terme di Sciacca, Carlo Turriciano, ha presentato nel corso di un incontro con il segretario della Camera del lavoro, Franco Zammuto, un quadro drammatico per il prosieguo delle attività a partire dall’1 gennaio 2015 se il Governo Regionale non dovesse prevedere un finanziamento nel bilancio che andrà in discussione in questi giorni all’Ars. Tutto ciò nonostante dal 2009 ad oggi i costi di gestione sono stati notevolmente ridotti e nono stante la riduzione, molto sostanziale, dei debiti ai fornitori. Nel corso dell’incontro si è potuto constatare che la parte più consistente dei costi (retribuzioni dei dipendenti a tempo indeterminato, l’imposta Comunale IMU e i costi di manutenzione del patrimonio immobiliare sempre più necessari), sarebbero comunque dovuti anche qualora si dovesse assumere la decisione di chiudere per mancanza di finanziamenti. Le organizzazioni sindacali presenti (F.I.L.C.A.M.S., C.I.S.A.L., COBAS e questa C.d.L.) hanno trasmesso una richiesta di incontro urgente alla commissione bilancio dell’Assemblea Regionale alla presenza degli assessori all’Economia e al Turismo per sapere se la Regione intende far proseguire le attività dell’azienda fino a soluzione del fatidico affido ai privati. “Ovvio – afferma Franco Zammuto – che ciascuno, nel caso di chiusura dell’Azienza Terme, dovrà assumersi le responsabilità politiche, sociali ed economiche che esse determinerebbero”. |
Crocetta attacca le partecipate per le assunzioni illegittime. Anche le Terme in liquidazione?
Dal lavoro della commissione ispettiva nominata dal presidente Rosario Crocetta sulle partecipate, che sara’ completo entro la settimana prossima, emergono dati che il Governatore della Sicilia definisce “insopportabili”. “Diverse aziende partecipate anche in liquidazione, in violazione alla norma che prevede dal 2009 il divieto di assunzione di personale – spiega Crocetta -, avrebbero invece assunto personale a vario titolo contravvenendo alla legge, senza alcuna giustificata necessita’. Si tratterebbe di un numero di assunzioni di circa 50 unita’. Le stesse societa’ non avrebbero ottemperato all’obbligo di equiparazione degli stipendi, ai corrispondenti trattamenti economici dei dipendenti della Regione, causando uno spreco notevole di risorse”.
Il presidente ha intenzione, dopo avere acquisito il rapporto, di contestare il danno subito dalla Regione a chi ne sia eventualmente responsabile, ma vuole avviare immediatamente alcune misure per interrompere fin da subito la mancata applicazione delle leggi. In particolare le misure immediatamente richieste agli amministratori delle societa’, pena loro decadenza, saranno di procedere entro 15 giorni dal ricevimento di una lettera che partira’ oggi: all’immediata applicazione del contratto dei regionali in ogni partecipata; all’attuazione dei provvedimenti previsti dalla legge per i dipendenti illegittimamente assunti.
“Le partecipate ha affermato Crocetta – non possono essere piu’ il regno dell’arbitrio e degli sprechi, vanno chiuse immediatamente le societa’ in liquidazione creando un elenco del personale disponibile a transitare, sulla base delle disponibilita’, presso le partecipate strategiche. Gia’ con la finanziaria scorsa sono stati previsti una serie di provvedimenti, tra cui l’ufficio di liquidazione unico, e’ stato stabilito un tetto massimo di retribuzione, che eliminera’ gli scandalosi stipendi di alcuni direttori generali. Occorre dare immediatamente il segno di provvedimenti rigorosi – conclude il presidente – che non possono essere piu’ rinviati”.
Appello al neo Sindaco. E’ dalle Terme che simbolicamente dovrà partire il rilancio dell’economia di Acireale.
dal sito Catania Live Sicilia
“Ecco le priorità per rilanciare Acireale”
di Saro Faraci. La tabella di marcia consigliata dall’economista al nuovo sindaco di Acireale.
Ben poca cosa è l’andamento delle Terme rispetto al quadro generale dell’economia cittadina.Nell’ultimo anno (in base ai dati del sistema camerale), il saldo nati-mortalità tra le imprese iscritte e quelle cessate è stato negativo: 126 le prime, 298 le seconde. Le attività imprenditoriali “in crisi dichiarata” sono state 357 (tra procedure concorsuali e imprese in scioglimento e liquidazione), dunque pari al 9,08% del totale delle imprese attive, una percentuale più alta della media nazionale (7,61%) e di quella regionale (8,78%). E se volessimo usare qualche tecnicismo in più, potremmo dire che la fragilità delle quasi 4.000 imprese che insistono sul territorio di Acireale è riscontrabile pure da un basso <<indice di indipendenza finanziaria>> (negli ultimi due anni mai superiore al 16%, ancora una volta lontano dalle medie nazionale 31,70 e regionale 27,10): leggendo alla riversa questo indice, ciò significa che le attività imprenditoriali dell’acese sono mediamente indebitate per l’84% della loro già precaria struttura finanziaria!
In questo contesto, il nuovo Sindaco potrà fare molto, seppur non direttamente. Allo spirito imprenditoriale della sua gente non potrà di certo sostituirsi; non potrà manovrare direttamente alcune leve di politica economica che solo in ambito nazionale e regionale vanno attivate. Ma non c’è dubbio, che – una volta messe a punto condizioni di maggiore vivibilità del territorio, qualità della vita urbana e pieno funzionamento della macchina amministrativa comunale – il Sindaco potrà scendere in campo, provando a ricreare tutte le condizioni che rendono possibile il “fare impresa ad Acireale”.
I settori sui quali puntare solo quelli più maturi su cui si regge l’economia cittadina:commercio (31,15% del totale delle imprese), agricoltura (13,18%), edilizia (12,28%), attività manifatturiere (6,62%) e turismo-ristorazione (5,92%). Settori popolati da piccole e piccole imprese (ben 2.087 addirittura con un solo addetto, 1.010 con un numero di occupati compreso tra 2 e 5), delle quali oltre cinquecento (costituite fra il 1960 e il 1990) alle prese subito o fra pochi anni con il problema del ricambio generazionale di padre in figli. Ed è proprio sui figli che bisogna puntare, per evitare che ad Acireale si perda per sempre la voglia di fare impresa. Dal rilancio dei centri commerciali naturali alla predisposizione di un piano per la manutenzione e il colore degli edifici del centro storico a favore dell’edilizia; dalla promozione di forme consortili e di contratti di rete per un marchio di area in agricoltura alle attività di impulso all’imprenditoria giovanile nei servizi turistici e di ristorazione; il Sindaco di Acireale, insieme agli organismi rappresentativi di categoria, dovrà farsi paladino di una nuova strategia di marketing territoriale che Acireale non ha mai avuto. Vicende come quella della Perla Jonica, di cui oggi si apprende l’aggiudicazione allo sceicco di Dubai, dimostrano che il territorio di Acireale è ancora attrattivo, ma il governo pubblico del territorio è debole, se la città e i suoi rappresentanti istituzionali, senza un chiaro disegno di sviluppo economico, non sono mai stati in grado di valutare il reale impatto di nuovi investimenti per l’indotto, l’occupazione e il sistema delle imprese locali.
Dovrà impegnarsi il nuovo Sindaco per facilitare condizioni di rilancio delle imprese esistenti, di attrazione di nuovi investimenti dall’esterno e di creazione di nuove imprese. Su quest’ultimo versante, data la rilevante disoccupazione giovanile, il Sindaco non può indugiare sulla creazione di uno sportello giovani e possibilmente di una struttura di incubazione per idee, progetti ed iniziative di impresa anche nei settori tecnologici e a più rapido sviluppo. Per il resto, occorre procedere con una visione di lungo periodo capace di coniugarsi con piani “particolareggiati” (di sei mesi o un anno al massimo) per intervenire sui singoli settori portanti dell’economia cittadina. Palermo, Roma e Bruxelles dovranno rappresentare una “seconda casa” per il sindaco di Acireale che, oltre ogni divisione, dovrà saper recuperare le migliori energie e risorse intellettuali della città, anche cooptando gli acesi che vivono ormai fuori dal territorio da anni. Occorre un ufficio programmazione snello e agile, capace di intercettare tutte le risorse comunitarie e nazionali, e di elaborare prontamente progetti innovativi, attrattivi e capaci di fare networking con gli altri attori del territorio.
Insomma, non mancano le sfide per il nuovo Sindaco che dovrà amministrare la città dei cento campanili per i prossimi cinque anni. E amministrare non sarà sicuramente né un gioco per ragazzi né un trastullo per gli adulti.
La Perla Jonica di Acireale aggiudicata allo Sceicco
dal sito di Catania Live Sicilia
La sentenza è stata depositata da pochi minuti.
CATANIA – Le sceicco Hamed Bin Ahmed Al Hamed, l’uomo dello Sheraton Jumeira Beach di Dubai, si è aggiudicato difinitivamente la Perla Jonica al prezzo di 28 milioni di euro.
La Corte d’Appello di Catania presieduta da Domenica Motta ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva convertito, in fallimento, la procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo Costanzo, facendo decadere gli amministratori e annullando, di fatto, la vendita aggiudicata alla Item Srl, società ponte tra Catania e l’Arabia amministrata da Salvatore La Mantia, già vice presidente della piccola industria di Catania.
Adesso gli atti compiuti dagli amministratori giudiziari Seby Leonardi e Diego Montanari, difesi dal noto amministrativista Roberto Ilardo, sono validi, e la vendita è stata effettuata -contrariamente a quanto sostenuto dal Tribunale in primo grado- nel pieno rispetto delle leggi.
Secco il commento di Armando Finocchiaro, legale dei Costanzo: “Siamo molto perplessi -spiega a LivesiciliaCatania- sul piano giuridico, ma non sappiamo se faremo ricorso in Cassazione”.
Soddisfatto l’avvocato Ilardo, che assiste gli amministratori giudiziari: “La decisione conferma la legittimità dell’operato dei commissari, che hanno sempre agito rispettando la massima trasparenza. Avrebbero anche potuto fare trattative private, ma hanno sempre voluto la pubblica evidenza”.
Referendum per Sciacca Terme?
dal sito del Corriere di Sciacca
SCIACCA – POLITICA “SCIACCA TERME”, AMBROGIO: APPROFITTIAMO DELL’OCCASIONE DEI LIBERI CONSORZI PER INSERIRE IL REFERENDUM |
05/06/2014 10.39 “Visto che la popolazione sarà chiamata alle urne per esprimersi in merito alla volontà di creare i liberi consorzi comunali, ritengo che l’occasione è propizia per inserire nella medesima data, il referendum per il cambiamento del nome della città”. Ancora una sollecitazione di Giuseppe Ambrogio per aggiungere “Terme” al nome della Città. “Credo- continua Ambrogio- non si dovrebbe più attendere o rimandare tale variazione la cui valenza ho più volte sottolineato”.
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A Sciacca il giardino delle Terme diventa parcheggio per camper
dal sito del Corriere di Sciacca
SCIACCA – CRONACA GIARDINO TERME DIVENTA PARCHEGGIO PER CAMPER Lo spazio verde (la cui fruizione è ancora pubblica) off limits per bimbi e biciclette |
02/06/2014 08.11Che la città di Sciacca abbia assoluto bisogno di aree parcheggio è un fatto storico, così come è un dato certo il fatto che non riusciamo a valorizzare pienamente le nostre risorse in ambito turistico. Un esempio è il turismo camperistico, in continua crescita un pò ovunque. Mentre in altre realtà siciliane si sono organizzati da anni e ci sono precisi punti di riferimento per le organizzazioni camperistiche che organizzano ogni anno decine di raduni, a Sciacca non si riesce ad offrire servizi adeguati (i camperisti non vogliono solo il parcheggio, ma anche i servizi). Buona la notizia che l’amministrazione comunale ha finalmente avviato un percorso per la creazione di un’area di sosta per camperisti in zona Sovareto, ma resta la difficoltà al momento di ospitare questi importanti flussi turistici. Eppure Sciacca è meta privilegiata per le sue bellezze naturali. Ma i camperisti si adeguano: la foto che pubblichiamo, tratta da Facebook, mostra decine e decine di camper parcheggiati nel viale del parco delle Terme. In questi giorni, quindi, niente passeggiate nel giardino delle Terme, che è off limit per bimbi e biciclette. La spiegazione non può che essere una: il commissario straordinario delle Terme, Carlo Turriciano, ha autortizzato la sosta dietro compenso. Vista la situazione delle casse termali, Turriciano ha fatto bene, a meno che questa presenza non sia abusiva. Ma la città è stata privata di uno spazio verde, che al momento per fortuna resta pubblico. La cosa ci ha incuriosito e per questo abbiamo deciso di trattare l’argomento, che sta a metà tra la carenza di parcheggi e la prova di come ci siano tante risorse che il territorio non riesce a gestire con strategie organizzative.
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Terme di Acireale, i tre anni del Forum. Assistiamo a una lentissima agonia
Terme di Acireale, i tre anni del Forum.«Assistiamo a una lentissima agonia»
La Regione ha stabilito quattro anni fa la liquidazione della società di gestione delle strutture termali acesi e l’affidamento ai privati. Ma da allora, complice un groviglio burocratico e gli ingenti debiti, nulla è stato fatto. «Senza che nessuno ci metta una lira, sta andando in decadenza», lamenta Rosario Faraci, docente di Economia dell’Ateneo di Catania e coordinatore tecnico dell’osservatorio
Compie oggi tre anni il Forum permanente sulle terme di Acireale. Un organo nato all’interno delLions club acese che nel tempo ha realizzato un’approfondita ricerca sull’argomento. «Ci siamo chiesti perché non facciamo un forum e non ci apriamo ad altre realtà?», racconta Rosario Faraci, coordinatore tecnico e docente del dipartimento di Economia dell’Università di Catania. «Dopo il primo anno è caduto l’interesse cittadino a fare gioco di squadra – prosegue Faraci – Rimangono il Forum e il Comitato civico», ente definito «un po’ di parte, promosso dal Pd». Il Partito democratico sostiene un ruolo esclusivamente pubblico delle strutture termali, «mentre noi diciamo che c’è una legge che prevede di liquidare e privatizzare».
La norma alla quale Rosario Faraci fa riferimento è stata approvata ormai quattro anni fa, nel maggio 2010. «Prevede la liquidazione della società di gestione Terme di Acireale spa e l’affidamento ai privati». Ma, specifica, «è una privatizzazione nella gestione, non nella proprietà». Un percorso simile a quello intrapreso a Sciacca, in provincia di Agrigento. La cittadina «è un po’ più avanti», ha già stilato un bando di affidamento, «ma per due volte è andato deserto, non ci sono state manifestazioni d’interesse dai privati». Secondo l’economista questo è dovuto a unamancanza di sollecitazione di interesse da parte degli enti pubblici, male comune in tutto il Paese. «Chi vuole specularci aspetta che il prezzo si abbassi» e nel frattempo non si attraggono potenziali investitori con intenzioni migliori.
«Ad Acireale al bando non ci si è nemmeno arrivati, perché la situazione è molto complicata sul versante della liquidazione – lamenta il coordinatore del Forum – La società di gestione ha accumulato perdite per circa otto milioni di euro e ha molti contenzioni. Uno grosso è con la Unicredit, proprietaria dell’Excelsior palace», albergo situato vicino le strutture termali. Chiuso nel 2011 perché i gestori erano morosi, da quel momento non è stato più riaperto. «La proprietà dell’immobile è della Regione, ma ci sono mutui mai onorati». Una questione finora non sollevata dall’istituto bancario, «si sta solo posponendo il problema. Ma prima o poi si presenterà», spiega con semplicità Faraci. Il resto del sito «è pubblico, parte di esso è demanio, quindi ci sono dei vincoli – continua l’economista – Ma, senza che nessuno ci metta una lira, sta andando in decadenza». A mancare, soprattutto, è la manutenzione delle condotte. «La società di gestione, pubblica dal 2006, è in perdita. Il socio che dovrebbe ripianare le perdite, cioè la Regione, soldi non ne mette». Il risultato? Ogni anno aumentano i passivi che «man mano corrodono il patrimonio».Dal 2006 questo si è ridotto di oltre undici milioni di euro.
L’intera questione ricade su palazzo d’Orleans che «senza indugi né confusioni, deve agire». Ma anche chiarire quali sono i paletti che intende fissare con i potenziali acquirenti. «Abbiamo chiesto se sul bando la comunità di Acireale può dire qualcosa o lo subisce – specifica Faraci – Questo processo chi lo governa? Il piano industriale che presenterà l’ipotetico investitore, potrà essere valutato dalla comunità? Oppure è un pezzo di città slegato e non controllato nemmeno dall’amministrazione comunale?». Un ruolo importante spetta proprio al primo cittadino acese. Il Forum finora ha criticato più volte l’attendismo dell’uscente Nino Garozzo. L’iter si sta dimostrando lentissimo perché «sta seguendo i tempi delle carte e passano mesi e mesi». E intanto cosa accade? «Il liquidatore attuale, Luigi Bosco (assessore alle Infrastrutture del Comune di Catania, ndr), si limita a gestire l’ordinaria amministrazione». Poche le misure che può prendere. «Ha le mani legate: non può investire, perché non ci sono soldi. Non può assumere né prendere gli stagionali. Ha riattivato qualche area, ma incassando meno di centomila euro». E il coordinatore sbotta: «È una lentissima agonia».
Fino a pochi anni fa «l’impatto sull’economia acese era buono: gli alberghi funzionavano e un po’ di indotto c’era. Una decina di anni fa, quando seguivo una tesi di laurea, fatturavano un milione e mezzo di euro». Ma anche allora i conti erano in rosso. «In regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale, con i budget sanitari, spendevano cinque milioni». La situazione attuale, però, è paradossale. Per liquidare la società di gestione, bisognerebbe ripianare il debito. E invece «non viene sciolta né finanziata. Rimane in un limbo». Il coordinatore prosegue: «Qualche volta ci chiedono: “Il Forum è pro pubblico o pro privato?”. Non siamo né l’uno né l’altro, diciamo di uscire da questo limbo che non dà soldi, danneggia il sito, non fornisce prestazioni, non fa indotto alberghiero». Quello che serve, conclude il docente è «un’azione decisa di lobby. Piuttosto che sentire voci sullo sceicco che vorrebbe prendere le terme», afferma riferendosi alle voci di stampa secondo le quali l’emiro di Abu Dhabi vorrebbe rilevare la struttura assieme all’albergo Perla Jonica. Eppure, pur con i suoi conti in banca da capogiro, «anche lui dovrebbe partecipare a un bando». Che Rosario Crocetta, però, ancora non autorizza.
Il Forum compie tre anni. Ditemi se questa è ossessione o se si chiama Amore.
Oggi 1 giugno il Forum compie tre anni di attività. Pubblichiamo una nota di uno dei due coordinatori, il prof. Rosario Faraci.
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Con una riunione operativa nello studio del commercialista dott. Mario Scandura, tre anni fa davamo vita al Forum permanente sulle Terme di Acireale, un’iniziativa del Lions Club di Acireale “aperta alla città”. Confortato dagli ottimi risultati di un convegno pubblico organizzato il 9 aprile del 2011 nella sala conferenze del Credito Siciliano, al quale avevamo invitato relatori ed ospiti di riguardo, l’allora presidente del Lions il dott. Salvatore Leonardi sostenne fin dall’inizio l’idea, maturata all’interno del comitato “…per l’economia di Acireale”, di coinvolgere l’intera città in un dibattito pubblico sulle imminenti scelte del governo regionale in materia di liquidazione e di privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca. In effetti, inizialmente la risposta della città c’è stata e con grande entusiasmo. Sono “piovute” diverse adesioni al Forum, compresa quella del comitato civico Terme di Acireale che, prima di noi, alla fine del 2010 aveva avviato un dibattito, più politico che tecnico, sul rilancio delle Terme cittadine. A fine settembre del 2011, organizzammo un’assemblea cittadina che si tenne, ironia della sorte, in quell’Excelsior Palace che di lì a poco, per questioni meramente burocratiche, sarebbe stato chiuso definitivamente privando la città di Acireale di un’altra fetta importante di posti letti alberghieri, dopo la debacle della Perla Jonica. Per usare un’espressione in gergo calcistico, in tre anni – durante i quali si sono succeduti altrettanti presidenti Lions, Citty Grasso Maugeri, Rosario Musmeci e l’attuale presidente Pietro Currò – non abbiamo mollato di un solo centimetro il nostro pressing sulle Terme di Acireale, provando a dialogare con tutti.
Lo abbiamo fatto con la Regione Siciliana, in particolare con l’Assessorato all’Economia, provando ad interloquire a Palermo con l’allora dirigente dott.ssa Maria Filippa Palagonia, che aveva la responsabilità dell’ufficio incaricato di monitorare le liquidazioni delle società partecipate dalla Regione Siciliana (una di queste è le Terme di Acireale SpA). Lo abbiamo fatto con la Provincia Regionale di Catania, fino a quando questo ente intermedio è rimasto in vita, trovando la disponibilità di qualche consigliere che ha provato a far inserire le Terme nella programmazione urbanistica provinciale. Lo abbiamo fatto con Costanzo Jannotti Pecci e con i vertici di Federterme, andando fino a Roma, forti dell’appoggio dell’allora vice presidente l’arch. Stefania Capaldo, ospite del nostro convegno di Acireale del 9 aprile 2011. Abbiamo discusso con politici, tecnici, esperti; abbiamo partecipato ad alcuni momenti di confronto pubblico, animati nel nostro territorio dal citato comitato civico e dalla grande passione sul tema trasmessa da Salvatore La Rosa, portavoce di quel comitato. Abbiamo parlato con i liquidatori delle Terme di Acireale SpA, con la prof.ssa Margherita Ferro (designata dal governo Lombardo alla guida delle Terme, insieme al commercialista palermitano Michele Battaglia) e con con l’ing. Luigi Bosco (attuale liquidatore, designato dal governo Crocetta). Abbiamo parlato con la deputazione nazionale al Parlamento e quella regionale all’ARS, trovando in qualche amico, prima ancora che rappresentante istituzionale, un supporto anche operativo alla nostra battaglia. Soprattutto, abbiamo provato a coinvolgere la Città di Acireale, ovvero l’amministrazione comunale e il consiglio comunale, nel tentativo di contagiare loro il nostro impegno civico e fornire elementi di riflessione, informazioni tecniche e spunti utili per confrontarsi “alla pari” con il governo regionale. Tra i diversi interlocutori comunali, quello a noi più vicino è stato l’avvocato Pietro Filetti, scomparso prematuramente qualche anno fa, che per primo ed unico ha intuito che il valore della battaglia del Lions era innanzitutto civico e di passione, non una “campagna” spendibile in chissà quali contesti. Non vorremmo dimenticare proprio nessuno!
Nel corso dei tre anni, un prezioso ed insostituibile ruolo di informazione è stato svolto dalla stampa. Senza il contributo di giornali e testate locali e regionali, anche radiotelevisive, la battaglia civica del Lions non avrebbe avuto quella visibilità che ancora oggi è confermata dall’elevato e costante numero di accessi alla pagina Facebook e al sito Internet nonchè dalla continua richiesta di informazioni da parte di giornalisti e collaboratori delle testate per sapere “che novità ci sono” sulle Terme di Acireale. Nel frattempo, il sito lo abbiamo continuamente arricchito e aggiornato con ulteriori pagine, post, articoli e ritagli di stampa, links ad altri siti e centinaia di documenti che fanno oggi di http://www.termediacireale.it un vero e proprio portale d’informazione sulle Terme cittadine, sul termalismo regionale e quello nazionale. Siamo lieti di continuare a svolgere questo servizio informativo e di documentazione, di cui ha ampiamente beneficiato pure Sviluppo Italia Sicilia quando, su incarico del governo Lombardo, qualche anno fa lavorò alla redazione dello studio preliminare alla stesura del bando di privatizzazione. Informare correttamente aiuta i cittadini a farsi un’idea più chiara sull’andamento di un fenomeno, sullo stato dell’arte di una vicenda, sul dibattito (e le relative posizioni di pensiero) che si anima riguardo al futuro di un patrimonio importante qual è quello delle Terme di Acireale. In questa attività di informazione, forse siamo stati più costanti dell’altra attività svolta, quella di sensibilizzazione verso le istituzioni, che ovviamente risente degli alti e bassi della politica nazionale, regionale e locale.
Dopo tre anni dall’avvio di quel dibattito, non ci sono ancora novità sul fronte delle Terme, per rispondere subito alla domanda che spesso ci pongono giornalisti e collaboratori di testate. Abbiamo sempre detto che bisogna evitare di fare confusione fra il sito e la società di gestione anche se entrambi riportano la denominazione Terme di Acireale. Il sito è ancora lì, è pubblico, e se non si interviene, anche sulla società di gestione, rischia di depauperarsi. La società di gestione, gemmata dalla vecchia azienda autonoma, è ammalata e posta in liquidazione già da alcuni anni. Non tocca a noi dirlo, ma ovviamente il quadro complessivo è macchiato da mille incertezze. Non bastano le poche azioni intraprese dal liquidatore per salvare le Terme di Acireale, semmai sono indispensabili per non determinarne la chiusura definitiva. Non è sufficiente che il sindaco della città in cui le Terme hanno sede prenda carta e penna e, di tanto in tanto, si informi a Palermo sullo stato dell’arte. Non servono polemiche, spesso inutili e fuorvianti, su responsabilità remote, pregresse, recenti ed attuali sulla fragilità finanziaria, al limite del fallimento, della società Terme di Acireale SpA. Occorre una mobilitazione di massa, una presa di coscienza collettiva che le Terme sono un patrimonio della città, per quanto di proprietà della Regione. Pertanto la Città, prima ancora che un gruppetto di dirigenti e funzionari regionali (in continua rotazione), ha la responsabilità delle decisioni che maturano in altri contesti.
Quando mi chiedono se quella per le Terme è una mia ossessione, vorrei rispondere che è Amore. E quando c’è Amore, nulla succede per caso. Ho beneficiato delle cure termali di Acireale per ben due volte in vita mia, le specialistiche del reparto inalazioni e insufflazioni e quelle del reparto di fisioterapia. Ho trovato il servizio ottimo. Il Presidente della Commissione esaminatrice ai miei esami di maturità, un noto italianista dell’Università di Palermo, era solito venire ad Acireale per beneficiare delle cure termali che gli facevano tanto bene. Ho partecipato, come tanta altra gente cresciuta e vissuta ad Acireale, a manifestazioni culturali (tra cui le Settimane Culturali organizzate dallo scrittore Mario Grasso), artistiche e musicali tenutesi ora nel Parco ora nel Salone delle Conferenze delle Terme di Santa Venera. Il Parco delle Terme di Santa Venera ha ospitato diverse iniziative promosse dal Lions, non solo di Acireale. Da giovane pubblicista, ho preso nota e ho riportato sulle colonne dei periodici locali il grande entusiasmo, i sogni e i progetti, che accompagnarono l’apertura “in pompa magna” del nuovo stabilimento termale di Santa Caterina alla fine degli anni ottanta, quando il presidente della Regione era l’acese Rino Nicolosi. In quegli anni, molti miei amici furono” cooptati” dall’attore-regista Nanni Moretti nelle riprese del film “Palombella Rossa“, quasi per intero girato all’interno della Piscina delle Terme S.Venera. E via via negli anni, fino al momento in cui Giuseppe Ferlito, allora laureando della facoltà di Economia, oggi neo consigliere del civico consesso acese, mi propose una tesi sulle Terme di Acireale, redatta con grande zelo, premiata dal Lions con l’Augusto Ajon, dalla quale è stato ricavato un caso di studio pubblicato successivamente su una collettanea nazionale della Franco Angeli e presentato all’Accademia degli Zelanti in città. All’Excelsior Palace, prima ancora che iniziasse il momento più buio della vita delle Terme, sono stato relatore di un convegno sul termalismo lavico. Con il dott. Mario Scandura, prima di assicurare una sua autonomia al tema del termalismo con la nascita del Forum, abbiamo prestato attenzione e dato risalto alle Terme all’interno delle iniziative promosse dal comitato Lions “…per l’economia di Acireale”. Ditemi se questa è ossessione o se si chiama Amore.
Il 29 settembre del 2011 il Forum organizzò la prima conferenza operativa sulle Terme di Acireale