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Archivi del mese: febbraio 2016

Una parola buona per salvare le Terme!


E’ la settimana decisiva che accompagnerà le Terme di Acireale alla Conferenza di servizi indetta dal Presidente della Regione Rosario Crocetta. E’ la settimana in cui la Città di Acireale è chiamata a far fronte comune, per dimostrare che alle Terme ci tiene. A quel tavolo siederanno sicuramente il Sindaco della Città e il Liquidatore delle Terme, ma tutta la Città può fare la propria parte. Non è più tempo di retorica fine a se stessa, di parole dette a vuoto, di risentimenti, di caccia alle responsabilità e alle colpe che si perdono nella notte dei tempi. E’ tempo di spendere una parola buona per salvare le Terme, al di là di tatticismi parlamentari, ragioni di convenienza elettorale e schieramenti partitici. Dopo l’on. Angela Foti, che si è spesa attivamente in commissione e in aula per aggiungere un importante tassello alla soluzione del problema delle Terme di Acireale (e con esse di Sciacca), è tempo che si facciano avanti i deputati nazionali e regionali che insistono sul territorio di Acireale per collegio elettorale o per residenza e provenienza. Da loro non ci aspettiamo più discorsi che tendano a colpevolizzare o dividere nè disimpegni tattici per convenienza, ma ci serve una loro parola buona perchè questa arrivi direttamente al tavolo tecnico e dia più forza e credibilità all’azione di chi si impegnerà per salvare le Terme di Acireale. A Palermo devono capire che tutta Acireale tiene alle Terme. In fondo, la classe politica è pure espressione della società civile e quest’ultima non può essere rappresentata unicamente dalla generosa azione del Forum permanente che, da sola e senza un ampio supporto cittadino, rimarrebbe soltanto una voce di dolore nel deserto.

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Terme di Acireale, non è il momento di starsene alla larga!


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A Dio piacendo, venerdì prossimo, il 4 marzo, si terrà la Conferenza dei servizi indetta dal Presidente della Regione on. Rosario Crocetta per discutere sul futuro delle Terme di Acireale. L’ha promesso l’altro giorno il Presidente, non appena è stato approvato l’art. 53 della legge di stabilità regionale che, su emendamento dell’on.Foti votato pure dall’on.Vinciullo in Commissione Bilancio, ha esteso ai liquidatori delle Terme di Sciacca SpA e Terme di Acireale SpA il potere di redigere il bando di privatizzazione. Si tratta di un tavolo tecnico dove converranno tutti i principali attori della vicenda: il Socio unico Regione Siciliana, il liquidatore, i principali creditori istituzionali. Un tavolo del genere avrebbe dovuto tenersi molto tempo fa, prima che si arrivasse all’ultima spiaggia. Meglio tardi che mai, però! Abbiamo più volte sottolineato, e lo ribadiamo ancora una volta in questo momento, che è necessario che la Città di Acireale faccia fronte comune e si presenti con le idee chiare al tavolo tecnico regionale. La questione NON è di esclusiva pertinenza della Regione Siciliana. E’ vero che la società Terme di Acireale SpA è una partecipata regionale, le cui azioni sono possedute dall’Assessorato al Bilancio; è vero che il patrimonio delle Terme, sia quello indisponibile che quello disponibile, è di proprietà della Regione; è vero che alla Regione, attraverso l’Assessorato al Bilancio, sono demandati alcuni importanti poteri: di nomina e di revoca dei liquidatori; di approvazione o bocciatura del bilancio d’esercizio; di monitoraggio e di controllo sull’attività dei liquidatori; è vero che alla Regione spettano mille altre prerogative in materia di concessioni minerarie, usufrutti, autorizzazioni e convenzioni sanitarie, etc. Ma è pur vero che le Terme non sono estranee ad Acireale, insistono sul loro territorio, fanno parte della storia di questa Città, costituiscono una risorsa che, se opportunamente integrata con le altre presenti, può far da volano per lo sviluppo economico, turistico e culturale di Acireale. Non è il momento di starsene alla larga. Lo diciamo alla società civile innanzitutto che sembra vivere solo di rimpianti, incapace di rimboccarsi le maniche, di tirare fuori nuove idee, pronta sempre a criticare, rimbrottare, accusare, cercare colpe e responsabilità che si perdono nella notte dei tempi; la società civile acese sembra aver tirato i remi in barca, mentre la barca sta affondando. Lo diciamo alla società politica, a tutti i livelli, dal Sindaco all’amministrazione, dai consiglieri comunali a chi fa politica per professione, ai parlamentari nazionali e regionali, a coloro i quali hanno titolo per intervenire. Lo diciamo pure a quella parte della societas professionale, imprenditoriale ed economica che sta guardando tutta la vicenda dall’esterno, o per completo disinteresse o per chissà quale aspettativa di piccolo orticello. Le Terme non sono unicamente una faccenda che vedranno nuovamente contrapposti venerdì 4 marzo a Palermo la inflessibile Dirigente dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni, la dottoressa Grazia Terranova, e il tenacissimo liquidatore delle Terme di Acireale SpA, l’avvocato Gianfranco Todaro. Entrambi sono validi professionisti, l’una Delegante, l’altro Delegato, ma non sono acesi. Noi torniamo a rivolgerci agli Acesi. Non è possibile starsene alla larga, giocare sui tatticismi, sulle convenienze politiche, guardare più alle prossime tornate elettorali che al futuro della Città. Dunque, manca poco meno di una settimana. A ciascuno il suo compito. E’ il momento decisivo per tirare fuori gli attributi e mettere il Sindaco Roberto Barbagallo nelle condizioni di arrivare a Palermo con una “tonnellata di documenti” che testimoniano ai tecnici e ai dirigenti di Palermo tutto l’Amore di Acireale per le sue Terme. Non solo documenti amministrativi (come il piano di rientro dai debiti delle Terme di Acireale verso il Comune di Acireale che spetterà al Sindaco produrre), ma anche documenti politici (mancano ancora quelli del Consiglio Comunale) nonché documenti propositivi e di impegno della società civile. Ancora una volta, come ha fatto fino adesso e negli ultimi cinque anni, il Forum permanente per le Terme di Acireale non si tirerà indietro e consegnerà nelle prossime ore un documento indirizzato al Sindaco di Acireale e al Liquidatore delle Terme.

Terme di Acireale, in cinque punti i compiti di casa per tutti prima di andare a Palermo la prossima settimana


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La foto che riportiamo è tratta dall’archivio di Michele Ali, giovane professionista acese, fotografo per passione, indiscusso innamorato della città di Acireale. Ritrae l’ingresso delle Acque di Santa Venera e dei Bagni Termominerali dinanzi lo stabilimento di Via delle Terme che Agostino Pennisi di Floristella regalò alla città di Acireale nel 1873. I ricordi sono la “memoria del cuore”, una pagina mista di nostalgia e sentimento, ma rappresentano anche la storia e il passato. In questo caso di Acireale, una città profondamente mutata sul piano sociale ed economico, ma da sempre una città dell’ospitalità e a vocazione turistica. E’ arrivato il momento, oltre gli “amarcord” e i rimpianti, di rimboccarsi le maniche ed impiegare proficuamente i prossimi giorni, dato che manca una settimana alla Conferenza dei Servizi che il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha convocato a Palermo per riunire attorno ad un tavolo tecnico tutti gli attori più importanti della vicenda per trovare una via d’uscita all’impasse Terme. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile. E, soprattutto, è arrivato il momento che tutti facciano bene i compiti per casa, arrivando a Palermo con le idee chiare e con proposte precise.

Punto primo. E’ inutile vivere di rimpianti, di ideologie, di se e di ma. Per rilanciarle, la gestione delle Terme dovrà passare ai privati. La privatizzazione non è stata e non sarà mai la panacea di tutti i mali, ma quando un soggetto pubblico, in questo caso la Regione Sicilia, rinuncia espressamente a fare l’imprenditore in un settore così importante per l’economia della nostra terra, non è più tempo di indugiare. La legge n.11 del 2010 è chiara al riguardo: la gestione dovrà essere affidata ai privati, perché il pubblico, per mille motivi, ha fallito nella conduzione diretta del termalismo. La gestione, non la proprietà. Gli stabilimenti rimarranno di proprietà pubblica e bisognerà fare di tutto anche nelle prossime ore, in sede di approvazione definitiva della legge regionale di stabilità, per preservare questo patrimonio da ogni ipotesi di vendita o di cessione onerosa ai privati. Sembra che il Governo regionale voglia riservarsi ancora una possibilità, in uno degli ultimi articoli della legge, di vendere i beni immobili delle società partecipate. L’intento è chiaro, ovvero fare cassa in un momento di difficoltà per la quadra dei conti regionali. Ma le Terme, sia di Acireale che di Sciacca, non sono e non saranno mai assimilabili alle altre società partecipate dalla Regione e i loro immobili non sono beni fungibili, ma al contrario sono vincolati alla specifica e originaria destinazione d’uso, ovvero di stabilimenti idrotermali. Dunque non vanno toccati. E’ opportuno dunque che i nostri deputati all’ARS vigilino attentamente, perché francamente sarebbe una beffa uno “scippo” dell’ultima ora, tra la distrazione generale e il disinteresse dei parlamentari in Aula. L’on.Foti e il presidente della Commissione Bilancio all’ARS, sebbene di parti politiche che stanno agli antipodi, hanno dimostrato nelle ultime settimane grande attenzione alla vicenda ed enorme rispetto per la città di Acireale ed è bene che lo facciano anche altri deputati, leggendo attentamente i documenti e studiando le carte, al di là di convenienze politiche, tatticismi parlamentari e ragioni di propaganda.

Punto secondo. Dato che la gestione dovrà essere affidata ai privati, il bando è cruciale. Con l’emendamento approvato in aula, proposto dalla Foti e approvato in precedenza in Commissione Bilancio col voto favorevole di Vinciullo, il bando potranno redigerlo i liquidatori. E’ un onere aggiuntivo a carico dei liquidatori, non c’è dubbio. E’ qualcosa che probabilmente va oltre i confini del loro mandato, che per legge è quello di guidare una società verso lo scioglimento, a meno che la proprietà voglia esercitare la continuità aziendale. Ma non crediamo che vi siano altre alternative, anche perché la Regione ha miseramente fallito in questi anni. Facciamo un passo indietro. Per legge, sempre la n.11 del 2010, la Regione avrebbe dovuto provvedere in tempi brevi alla liquidazione delle società di gestione e all’affidamento ai privati degli stabilimenti mediante bando; invece, si è impantanata e, con la complicità di una burocrazia più attenta alle carte che alla sostanza degli accadimenti aziendali, ha causato un pasticcio, un brutto pasticcio che passerà ai libri di storia. Ai tempi del Governo Lombardo, questo bando avrebbe dovuto redigerlo un primario advisor internazionale (identificato sempre con altro bando) in modo da definirne contenuti più coerenti alle valutazioni e alle aspettative di un mercato, quello del termalismo, profondamente cambiato rispetto a quando era invece soltanto termalismo sanitario e sociale. Poi lo stesso Governo Lombardo, sconfessando il suo Assessore all’Economia Gaetano Armao, fece dietrofront e decise di affidare “in house” la redazione del bando a Sviluppo Italia Sicilia, una sua partecipata regionale che però non ha mai avuto le competenze necessarie per occuparsi di una materia così delicata. Tant’è che il bando per Sciacca, pur redatto ed esitato, è andato deserto per mancanza di interesse degli investitori; mentre quello per Acireale, per una serie di pregiudiziali tecniche sulle quali Sviluppo Italia Sicilia si è letteralmente impantanata, non è stato mai redatto. Data l’impasse, negli ultimi anni, da più parti si è chiesto che del bando potesse occuparsi il liquidatore. Lo aveva chiesto l’ex liquidatore Luigi Bosco, lo ha chiesto di nuovo l’attuale liquidatore Gianfranco Todaro, ma la burocrazia regionale l’ha sempre negato. Adesso ci sarà una legge a stabilire che tali competenze spettano pure al liquidatore. Ovviamente, torna di grande attualità il tema dei contenuti di questo bando. Quello che ci sarà messo dentro sarà determinante per attrarre o allontanare eventuali investitori, e soprattutto per avvicinare o respingere investitori realmente interessati al termalismo. Ecco perché la redazione del bando non è un mero esercizio di scrittura giuridica, ma dovrà ponderare e valutare diversi elementi. Il tavolo tecnico della prossima settimana a Palermo potrà aiutare a dirimere molte controversie, a cominciare da quella più spinosa, ovvero il contenzioso con Unicredit per l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale. Il liquidatore Todaro ha una settimana di tempo, insieme ai suoi consulenti e ai legali, per arrivare con una proposta di massima sul bando chiara ed inequivocabile, anche perché troverà dall’altro lato una Dirigente dell’ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, che è rigida ed intransigente perché delle Terme e di tutte le partecipate regionali in perdita vuole sbarazzarsi in fretta.

Punto terzo. A Palermo, al tavolo dovrebbero sedere i principali creditori delle Terme. Sono quasi tutti creditori pubblici oltre all’Unicredit. Dunque, ci sono margini per una composizione, in via conciliatoria, della vicenda. Uno di questi creditori è il Comune di Acireale che, divenuto titolare pure del credito vantato dalla Sogip, adesso è il secondo grande creditore delle Terme di Acireale SpA. Il Sindaco e l’Amministrazione hanno una settimana di tempo per capire come muoversi, come arrivare con una proposta chiara e difendibile a Palermo. Sulla carta, il Comune potrebbe compensare il proprio credito con una porzione dell’attivo immobiliare delle Terme, in particolare quella che non ha una destinazione d’uso vincolata alle funzioni termalistiche (ad esempio, i terreni di Pozzillo oppure l’ex stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali). In realtà, bisogna verificare attentamente, sul piano anche della fattibilità giuridica e degli eventuali vincoli posti dalla Corte dei Conti, la praticabilità della soluzione. Se non fosse praticabile questa strada, bisognerà esperirne un’altra. Perché una cosa è certa, il credito del Comune di Acireale non potrà essere monetizzato, perché la società Terme di Acireale SpA è senza liquidità. Se il Comune insistesse nelle sue richieste, si spalancherebbe nuovamente la strada del fallimento, che invece nelle scorse settimane è stata scongiurata, quando il Giudice Antonio Caruso ha rigettato l’istanza proposta dalla Procura della Repubblica dopo le indagini della Guardia di Finanza dei mesi scorsi. Dunque, siamo al cane che si morde la coda, come se la città tornasse contro le Terme quando invece le vuole con sè. Siamo sicuri che Sindaco, Segretario Comunale e i tecnici dell’Amministrazione Comunale stanno affrontando con dedizione e competenza questa faccenda in queste ore.

Punto quarto. Il Consiglio Comunale, in una prossima seduta prima di venerdì 4 marzo data in cui si terrà la Conferenza dei Servizi a Palermo, dovrebbe venir fuori con un atto di indirizzo politico chiaro e preciso. Finora non l’ha fatto e non si capisce perché. Ha discusso più volte la questione, ha approfondito la materia in una apposita seduta alla presenza del liquidatore e del Forum (l’11 dicembre scorso), sta bramando di interloquire con l’Assessore al Turismo Anthony Barbagallo (che, onestamente, non si capisce a che titolo debba intervenire in una seduta del Consiglio Comunale sulle Terme, quando la materia è di competenza dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei), ma ancora non si è pronunciato con un atto unico, possibilmente votato all’unanimità. I contenuti di questo atto di indirizzo unitario spetta al Consiglio determinarli, ma anche un ordine del giorno votato all’unanimità (come quello approvato nella precedente consiliatura il 1 febbraio del 2011) non sarebbe una cosa sbagliata. Rappresenterebbe, anche di fronte al Governo regionale, che la Città di Acireale, di cui il Consiglio è la massima espressione istituzionale, la volontà di presidiare l’intera questione delle Terme, evitando che ci siano interferenze esterne ed indebite pressioni sulla politica cittadina. Sarebbe un atto di grandissima intelligenza politica. Se le Terme sono una risorsa per lo sviluppo economico della città, e i Consiglieri (non ci sono dubbi al riguardo) ne sono convinti, ci vuole un atto di indirizzo che stabilisca chiaramente questo, sia per fare fronte compatto rispetto alla Regione, sia per orientare i contenuti del bando di imminente redazione. Perché, ovviamente, il bando dovrà essere attrattivo, ma non potrà lasciare massima discrezionalità all’investitore privato, piuttosto dovrà indicare alcuni paletti per delimitarne il raggio d’azione della sua attività imprenditoriale. Se alla definizione di questi paletti concorresse il Consiglio Comunale non sarebbe male. Acireale vuole essere una Città termale oppure no? Se questa fosse la volontà, il Consiglio lo dovrà mettere per iscritto su carta e far valere questo documento in tutte le sedi istituzionali in cui la questione delle Terme acesi verrà affrontata nelle prossime settimane. Siamo sicuri che lo farà, perché ci sono alcuni Consiglieri molto attenti e sensibili alla vicenda e faranno di tutto per coinvolgere in questo atto tutti gli altri loro colleghi.

Quinto punto. La Città e la società civile di Acireale. Quella foto tratta dall’archivio di Michele Alì con la quale abbiamo aperto questo lungo post è significativa ed è emblematica. La società civile tutta, non solo il Lions e il Forum permanente che finora l’hanno fatto con generosità e dedizione, deve muoversi. Ad esempio, recuperando la memoria dei luoghi, dei fatti, degli eventi, delle persone. Di tutti coloro che, dal 1873 in poi, hanno ruotato intorno alle Terme di Santa Venera prima e di Santa Venera e Santa Caterina dopo. Avevamo proposto tempo fa la istituzione di uno spazio della memoria all’interno del Palazzo del Turismo. Quando sarà liberato del tutto dagli uffici del Sindaco che ritorneranno nel Palazzo di Città a piazza Duomo, uno spazio del palazzo del Turismo appositamente dedicato alle Terme, ubicato al centro della città, potrà servire per legare Acireale alle sue Terme. A maggior ragione se arriverà un privato, non sappiamo chi sarà, che vincerà la gara per gestire, per i prossimi 20-30 o 50 anni, gli stabilimenti di quelli che un tempo furono le nobili e gloriose Terme di Acireale. C’è necessità ancora di restituire presto alla Città, ai suoi residenti, ai visitatori e ai turisti il meraviglioso Parco delle Terme di Santa Venera, un polmone verde dentro Acireale. Ma cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci? Nessuno vincerà la palma del migliore se si muoverà per primo e nessuno verrà messo al pubblico ludibrio se farà il primo passo in avanti. Ripetiamo: cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci?

Il Forum permanente per le Terme di Acireale

 

Il patrimonio delle Terme non si può vendere, intervento in aula del Presidente della Commissione Bilancio


Si vada a Palermo con le idee chiare, le Terme si possono ancora salvare


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La politica seria si fa nelle Commissioni e in Aula. Così, grazie anche al Forum permanente che il 17 gennaio scorso aveva chiesto al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS on. Vincenzo Vinciullo di occuparsi della vicenda in Commissione, il delicatissimo tema del futuro delle Terme è prima approdato in Commissione (il 3 febbraio scorso) e poi ieri (25 febbraio) in Aula dove l’emendamento presentato dall’on.Angela Foti, approvato in quella commissione, è stato approvato nell’originaria formulazione. Poi c’è tutto il resto: il dibattito, la propaganda politica, i tatticisimi parlamentari, persino qualche inopportuna dichiarazione e qualche mal di pancia. Ma sono aula e commissioni i luoghi deputati ad affrontare le questioni più importanti per l’economia, la società e il turismo di Sicilia. E così stato.

Al termine della votazione che ha scongiurato nuovi emendamenti o emendamenti soppressivi, sinceramente poco giustificabili di fronte all’opinione pubblica e alle due città di Acireale e di Sciacca (che meriterebbero più rispetto a livello regionale), il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha dichiarato di voler convocare per la prossima settimana una Conferenza di servizi cui invitare tutti i principali stakeholders della vicenda: liquidatore, Sindaco, creditori delle Terme di Acireale SpA e quanti hanno titolo per intervenire nella vicenda. Fin qui la politica, grazie alla tenacia di qualche parlamentare che non si è arreso di fronte al rischio di depauperare l’immenso patrimonio termale, ha fatto la propria parte. Adesso, la palla passa all’amministrazione regionale.

Qui, Governo e burocrazia regionali hanno il dovere di trovare la quadratura del cerchio che non è facile, ma nemmeno impossibile. Aver delegato, con legge, la possibilità ai liquidatori di redigere il bando è stata, fra tutte le possibili soluzioni, quella più ragionevole. Non è ottimale, ma è la più ragionevole. La legge n.11 del 2010 è nata sotto una cattiva stella e andava cambiata. Risultato di un compromesso politico fra due parti politicamente opposte per visione e modo di fare politica, quella legge decretava subito la liquidazione delle società Terme di Acireale e Spa, costituite appena quattro anni prima, e ne stabiliva la privatizzazione della gestione. Due procedure che si sono elise a vicenda, finendo per lasciare alla burocrazia regionale un potere immenso, ingiustificato, spesso ostativo anzichè facilitativo. E difatti la burocrazia si è sempre opposta a tutto, rendendo difficile la vita dei liquidatori, limitandone i compiti e le funzioni, esautorandoli spesso nell’esercizio dei loro compiti, nella perenne incertezza se la liquidazione dovesse essere esercitata nell’ottica della continuità o dello scioglimento. Adesso, il quadro è più chiaro.

I liquidatori resteranno al loro posto, accompagnando le società di gestione (ovvero i contenitori) fino alla loro chiusura, ma le attività termali (cioè i contenuti) saranno affidate in breve tempo ai privati, attraverso bando ad evidenza pubblica che spetterà a loro, con l’assistenza della Regione, redigere. Dunque, nessun ruolo sarà esercitato da Sviluppo Italia Sicilia cui la Regione Siciliana, ai tempi del governo Lombardo, aveva affidato “in house” la redazione del bando. Scrivere il bando non sarà facile, perchè ci sono diverse pregiudiziali in ballo. Ma ancora una volta la missione non è impossibile.

Basterà andare a Palermo con le idee chiare. Il Comune di Acireale è tra i creditori delle Terme: ci sarà spazio per una transazione istituzionale che veda la città di Acireale compensare il proprio credito con una frazione dell’attivo immobiliare che le sarà ceduto dalla società di gestione? Idem per l’Unicredit, che vanta il credito più consistente: ci sarà spazio per inserire nel bando il debito e, a fronte di ulteriori benefici (vedi l’estensione della durata della concessione o dell’usfrutto), lasciare al potenziale investitore privato che se ne faccia carico? E così via. Ci sono vari cavilli giuridici, ma se l’atteggiamento di fondo sarà facilitativo e non ostativo da parte della burocrazia regionale, il percorso della privatizzazione potrà essere iniziato.

Facciamo un passo indietro. Se l’istanza di fallimento fosse stata accettata dal Tribunale nelle scorse settimane, probabilmente di tutte queste incombenze si sarebbe dovuto occupare, da solo e con grande discrezionalità di poteri, il curatore fallimentare. Scongiurata la deriva fallimentare, adesso può tornare ad occuparsene il liquidatore, ovvio il rappresentante del Socio unico, cioè della Regione.La stessa Regione che, da un lato, nomina i liquidatori come loro rappresentanti della proprietà e, dall’altro lato, li ha sempre ostacolati. Un controsenso difficile a spiegare all’opinione pubblica, anche se in realtà si tratta di poteri diversi: di nomina, il primo; di controllo, il secondo.

La Conferenza dei Servizi, convocata per la prossima settimana a Palermo è il tavolo tecnico ideale per ricomporre, in via conciliatoria e in una sede istituzionale, tutte queste questioni. Lo dicevamo da tempo come Forum, lo auspicavamo da anni: sedersi ad un tavolo istituzionale tutti insieme e far quadrare il cerchio.

Non è mai troppo tardi, anche quando ci si arriva “last minute”. Le Terme si possono ancora salvare!

Terme Acireale, sì a bando gestito dai liquidatori. Approvato emendamento del Movimento 5 stelle


l’articolo di Meridio News

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L’Assemblea regionale siciliana ha votato a favore della possibilità per i commissari della società – il discorso vale anche per le terme di Sciacca – di disporre la gestione degli stabilimenti ai privati. In un primo tempo, il governo aveva proposto di stoppare l’articolo dei Cinquestelle. Ma poi ci aveva rinunciato

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Una piccola ma importante buona notizia per le terme di Acireale. L’Ars ha approvato, nell’ambito della discussione della legge di stabilità regionale, l’articolo che prevede la possibilità per i commissari liquidatori di redigere il bando per l’affidamento degli stabilimenti ai privati nell’attesa del completamento della procedura di liquidazione della società. Fino a oggi, infatti, la legge prevedeva che fosse la Regione l’unico soggetto a potersi occupare del bando. Fatto che, considerato l’usufrutto di cui gode la società Terme di Acireale spa, impediva l’uscita dallo stallo che ha causato il depauperamento del patrimonio termale.

L’approvazione è avvenuta non senza colpi di scena. Fino alle prime ore di questa mattina, infatti, il testo giunto in Aula – frutto di un emendamento della deputata del Movimento 5 stelle Angela Foti, e ampiamente condiviso in sede di commissione Bilancio – rischiava di essere nuovamente modificato, per via di due ulteriori emendamenti: il primo soppressivo a firma dei deputati del Partito democratico Alice Anselmo e Luca Sammartino, in cui si ravvisavano impedimenti di natura formale, e il secondo integrativo proposto dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei e dall’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, guidato dalla dirigente Grazia Terranova. Che prevedeva, per i commissari liquidatori, la possibilità di trattare la vendita dei beni di proprietà della società – tramite gara a evidenza pubblica – oppure di affidarne la gestione fino a termine dell’usufrutto. Un tempo – 18 dei 30 anni iniziali – eccessivamente ristretto per attirare il serio investimento di un privato.

Nell’emendamento del governo, inoltre, era stato inserito un comma in cui si dava la possibilità alla Regione di vendere i beni di proprietà fino a oggi ritenuti indisponibili. Un’ipotesi, questa, che già ieri aveva allarmato uno dei promotori del Forum delle Terme, Rosario Faraci: «La Regione vuol rendere disponibile il patrimonio indisponibile e metterlo in vendita – ha scritto il professore sul blog del forum -. Come dire, sostituire alla liquidazione la liquefazione delle sue società partecipate e, in questo caso, del termalismo siciliano».

Tali scenari, però, sono stati evitati con il governo che ha ritirato il proprio emendamento. E dopo una riunione a cui ha preso parte, tra gli altri, anche il governatore Rosario Crocetta. Che ha assicurato il proprio impegno – una riunione dovrebbe essere convocata già il 4 marzo – affinché si riprenda il dialogo con i creditori e tutti i soggetti portatori di interessi sulle terme. Nello specifico, il nodo creditori è fondamentale: tra essi, soltanto Unicredit vanta un credito di circa nove milioni su un totale di 14. Derivante dal mancato pagamento di rate di un mutuo acceso negli anni passati, servito ad acquistare due immobili ma che d’un tratto non è più stato onorato per motivi ancor’oggi inspiegabili. Il denaro per pagare le rate, infatti, era annualmente inserito nel bilancio della Regione.

Trovare un accordo con i creditori – ci sono anche il Comune di Acireale e le società che gestiscono acqua e luce – renderebbe più facile per i commissari liquidatori trovare le condizioni per rendere più appetibile per i privati l’ingresso nella gestione dello stabilimento. Sullo stato finanziario delle Terme di Acireale spa si è pronunciata di recente anche la sezione fallimentare del Tribunale di Catania, che ha dichiarato comunque solvibile l’entità dei debiti della società. A patto che si riesca a sbloccare una situazione ferma da troppo tempo.

Terme ai privati, le dichiarazioni di Sindaco e deputati regionali


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Roberto Barbagallo, Sindaco di Acireale

Il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, accoglie speranzoso la notizia dell’approvazione all’ARS dell’art.53, che consente ai commissari liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca di predisporre il bando per l’affidamento della gestione ai privati. «Adesso confidiamo nell’operato del commissario liquidatore, che, oltre a gestire la società in liquidazione, avrà il compito importante e non facile di redigere un bando realmente attrattivo per gli investitori, considerato l’ingente patrimonio immobiliare e la pesante situazione debitoria delle nostre Terme.  Il nostro auspicio è che finalmente si possa andare avanti in modo concreto. Seguiremo da vicino la vicenda, la prossima settimana sarò presente al tavolo convocato dal presidente Crocetta».

Angela Foti, deputato regionale

“Dopo cinque anni di immobilismo totale da parte della politica e dell’ARS finalmente si approva un articolo che è espressione della volontà venuta fuori dalla commissione insieme alla società civile e rappresentanti dei Comuni. Una norma che intanto mette chiarezza su chi deve redigere il tanto discusso bando. Ed ancora, fatto importante, oggi in aula il presidente Crocetta ha annunciato che già dalla prossima settimana si istituirà un tavolo tecnico in cui creditori, liquidatore e ufficio partecipate si siederanno per definire una road map. Quindi passi importanti che tira in ballo il soggetto interessato che è la città di Acireale”.

Nicola D’Agostino, deputato regionale

“La norma approvata oggi in aula è certamente positiva per le buone intenzioni che esprime. Di fatto dispone semplicemente che le competenze per la redazione di un bando che affidi la gestione caratteristica ai privati vengano spostate dell’assessorato al Bilancio (come già prevede la legge) alla società oggi in liquidazione. La speranza è che il commissario liquidatore abbia la possibilità e la forza per trovare il modo di ridurre la massa debitoria, proporre un bando di gestione che trovi interesse (considerato che i debiti dovranno essere corrisposti dall’aggiudicatario), gestendo lo stesso commissario al contempo una società che deve completare la fase di liquidazione. Auguriamoci che la volontà dell’amministrazione finalmente trovi concretezza negli atti che dovranno seguire. Soprattutto senza scorciatoie: abbiamo già assistito a tre anni e mezzo di fallimenti e di pannicelli caldi”.

Luca Sammartino, Valeria Sudano e Raffaele Nicotra, deputati regionali

“Con la norma approvata dall’aula, relativa alle terme di Acireale, riconosciamo solo la buona volontà da parte di chi l’ha proposta, ma non possiamo non stigmatizzare, come la soluzione della vicenda terme rischia di essere ben lungi dall’essere in dirittura d’arrivo. Infatti, rimane il debito verso i creditori, si inserisce una contraddizione giuridica che accomuna la funzione di Commissario liquidatore con quella di soggetto gestore, non si da soluzione al limite temporale imposto dall’usufrutto sui beni regionali, questione determinante per ricercare sul mercato investitori interessati ad investire sul complesso termale e soprattutto si rinuncia alla strada maestra di un bando assistito da un advisor reclutato con risorse regionali. Rimaniamo in fiduciosa attesa che le quanto detto rimanga nel campo delle ipotesi e che invece si concretizzi una soluzione attesa ormai da troppi anni”.

Terme, sì ai privati. Ma Sammartino, Sudano e Nicotra sono scettici


su La Sicilia

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Scettici l’on.Sammartino e altri suoi colleghi sul futuro delle Terme di Acireale, ma non se ne erano mai occupati prima di ora


“Soluzione lungi dall’essere in dirittura d’arrivo”

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dal sito di Catania Live Sicilia

ACIREALE – “Con la norma approvata dall’aula, relativa alle terme di Acireale, riconosciamo solo la buona volontà da parte di chi l’ha proposta, ma non possiamo non stigmatizzare, come la soluzione della vicenda terme rischia di essere ben lungi dall’essere in dirittura d’arrivo. Infatti, rimane il debito verso i creditori, si inserisce una contraddizione giuridica che accomuna la funzione di Commissario liquidatore con quella di soggetto gestore, non si da soluzione al limite temporale imposto dall’usufrutto sui beni regionali, questione determinante per ricercare sul mercato investitori interessati ad investire sul complesso termale e soprattutto si rinuncia alla strada maestra di un bando assistito da un advisor reclutato con risorse regionali. Rimaniamo in fiduciosa attesa che le quanto detto rimanga nel campo delle ipotesi e che invece si concretizzi una soluzione attesa ormai da troppi anni”. La nota è dei deputati regionali ex Articolo 4, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Raffaele Nicotra.

Acireale, dal sicuro pasticcio al possibile rilancio: le Terme per ora sono salve e si apre ai privati


dal sito Sicilia Journal

ACIREALE – Sono state ore concitate quelle tra ieri sera e questa mattina, a Palermo, all’Assemblea Regionale Siciliana dove si sta discutendo la legge di stabilità. Oggetto della discordia un articolo, il 53, dove il testo originario della legge 11 del 2010 (quella che ha sancito la liquidazione e la privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca), emendato nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio su proposta della deputata  Angela Foti, è stato inizialmente stravolto dalla maggioranza di governo e poi, alla fine, lasciato nella sua nuova formulazione che, ricordiamolo, estende adesso ai liquidatori la possibilità di redigere il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali delle due cittadine, accelerando così il percorso di privatizzazione. Ore concitate in cui la deputata  Foti, il Forum permanente per le Terme di Acireale e buona parte della città di Acireale (sindaco in testa e qualche consigliere comunale) hanno fatto fronte comune: obiettivo salvare le Terme. Salvarle da un pasticcio possibile, quello provocato dal governo regionale che, nell’intento di far soldi dalla liquidazione delle sue partecipate, stava per fare un clamoroso autogol: affidare la gestione ai privati anche in trattativa diretta senza passare più dal bando ad evidenza pubblica ed autorizzare le società di gestione a vendere ai privati parte del proprio patrimonio, anche quello indisponibile.

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Il Forum permanente ha cominciato a tuonare dalle prime ore del mattino: attenzione, è una liquidazione, non una liquefazione! Un autogol che non trovava altre spiegazioni se non nella fretta di chiudere una finanziaria in cui si prova a raschiare il fondo del barile pur di trovare quattrini e far quadrare i conti del bilancio regionale. Ma le Terme non sono società partecipate assimilabili alle altre in perdita perché, sebbene inattive al momento, oltre a servire al rilancio dell’economia e del turismo di Acireale e di Sciacca, hanno in pancia beni immobiliari e un patrimonio con finalità di impiego infungibili e, poiché sono indisponibili e di proprietà pubblica, possono essere affidati ai privati in gestione, ma non messi in vendita come qualsiasi altro immobile. Insomma, ogni tanto alla Regione imprenditrice sembra sostituirsi, per volontà di qualche burocrate, la Regione immobiliarista. La determinazione dell’on.Foti e l’invito alla ragionevolezza e al buon senso da parte del Forum permanente sono stati decisivi. Sarebbe stato un controsenso che un governo, nelle parole di Crocetta, disponibile a rilanciare il turismo si dichiarasse contrario al testo di legge approvato in Commissione Bilancio (di questo tono era l’emendamento proposto da Alice Anselmo e Luca Sammartino del PD) o addirittura finisse per svendere il proprio patrimonio (come poteva intendersi dall’emendamento integrativo proposto dall’assessore Alessandro Baccei). Alla fine il buon senso ha avuto ragione e ha prevalso anche sull’intransigenza della dottoressa Grazia Terranova, la tenacissima Dirigente dell’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni, che da mesi assieme alle liquidazioni sembra voglia chiudere per sempre pure gli stabilimenti termali di Acireale e di Sciacca. Adesso, con ogni probabilità, si andrà verso tavoli tecnici che, sia per Acireale che per Sciacca, consentiranno ai liquidatori di riunire creditori, Socio e altri attori istituzionali per provare a definire il più presto possibile bandi di privatizzazione che siano interessanti, appetibili per gli investitori privati, senza lasciare loro la massima discrezionalità, ma nemmeno senza togliere loro quella libertà di fare impresa termale come ormai avviene in ogni parte del mondo. Le due città, Acireale e Sciacca, tirano un sospiro di sollievo.

R.S.

 

Il governo ritirerà l’emendamento. Il futuro delle Terme di Acireale passa unicamente dalla concertazione


E’ una guerra di nervi, ma pian piano il buon senso si sta affermando. Ci sono alcuni aggiornamenti dall’Assemblea Regionale Siciliana dove è in corso la discussione sulla legge di stabilità. Abbiamo dato notizia che sull’art.53 della legge erano stati presentati alcuni emendamenti, uno soppressivo (a firma di Alice Anselmo e Luca Sammartino, del PD), l’altro integrativo su proposta del Governo regionale, cioè dell’Assessore Alessandro Baccei, del Presidente Rosario Crocetta e, dunque, dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni (retto dalla dottoressa Grazia Terranova). Se venisse votato l’emendamento soppressivo, l’art.21 della legge regionale n.11 del 12/5/2010 rimarrebbe così come fu approvato sei anni fa, ovvero con l’esclusività dei poteri della Regione in materia di bando ad evidenza pubblica per la privatizzazione, mentre è in corso la liquidazione, dunque determinando – come finora è avvenuto – un vicendevole ritardo in entrambe le procedure. Sarebbe un paradosso, tenuto conto che a proporre un emendamento del genere è il PD che, sia nella passata come nella attuale legislatura, ha sempre affermato il contrario, ovvero di voler accelerare il processo di rilancio del termalismo (vedi il disegno di legge di Concetta Raia sul riordino del sistema termale). Se venisse votato l’emendamento integrativo presentato dal Governo regionale, si determinerebbe soltanto caos, poichè: a) gara ad evidenza pubblica e trattativa diretta sono due modalità di privatizzazione alternative, che però vanno definite ex ante e non in corsa; b) la eventuale alienazione di beni indisponibili di proprietà della Regione potrebbe privare per sempre il termalismo delle risorse strutturali necessarie per rilanciare questo settore dell’economia e del turismo siciliani. Sembra invece che il Governo voglia ritirare l’emendamento, lasciando il testo com’è, ovvero come è stato recentemente approvato in Commissione Bilancio, dunque con la estensione ai liquidatori, proposta dall’on.Angela Foti, della possibilità di redigere il bando. Se è vero, infatti, che il compito dei liquidatori è facilitare lo scioglimento delle società, è pur vero che l’interferenza del percorso di privatizzazione va gestita intelligentemente, dando anche ai liquidatori la possibilità di confezionare, con l’assistenza della Regione socio unico, proposte serie e appetibili per il mercato degli investitori. Nel caso di Acireale, la proposta non può che passare attraverso un mix di elementi: 1. l’estensione della durata dell’usufrutto o della concessione; 2. l’assorbimento da parte del privato dei debiti, o quanto meno del debito nei confronti di Unicredit; 3. la rinegoziazione dei debiti della società Terme di Acireale verso gli altri creditori istituzionali (tra cui il Comune di Acireale, la Sogip, l’Enel e così via); 4. l’unitarietà del complesso aziendale, ovvero stabilimenti termali e alberghi insieme e non spezzettati. Per questi motivi, l’unica strada praticabile – come ha sempre sostenuto il Forum permanente per le Terme – rimane la concertazione, ovvero la costituzione di un tavolo tecnico dove, presenti il liquidatore, il Socio unico Regione e i creditori privati e istituzionali – si possano ricomporre tutte le vicende, facilitare la liquidazione e avviare il percorso di privatizzazione. Se il Governo regionale ritirerà l’emendamento e il PD rinuncerà ad un emendamento, che sembra più tattico che strategico, vorrà dire che il buon senso, pian piano, sta prevalendo.

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E’ una liquidazione, non una liquefazione. Suggerito dalla Terranova, un emendamento del governo Crocetta rischia di bruciare per sempre il termalismo siciliano


Pubblichiamo di seguito l’emendamento che il Governo regionale ha presentato in sede di approvazione della legge di stabilità. Nella legge di stabilità che si sta votando in questi giorni, all’ articolo 53 é presente la proposta dell’on. Angela Foti nella formulazione ampiamente  condivisa in Commissione Bilancio, che consente ai liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca SpA di predisporre il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti. La proposta dell’on.Foti, votata favorevolmente anche dal Presidente on.Vincenzo Vinciullo, era conseguente all’audizione del 3 febbraio scorso dove, in sede di analisi delle Terme di Acireale SpA, emersero alcune criticità legate ai ritardi di esecuzione delle due procedure di liquidazione e di privatizzazione. Adesso, in sede di discussione della legge di stabilità, sono stati presentati e saranno esaminati  emendamenti soppressivi presentati da  alcuni gruppi parlamentari  e un sostitutivo a firma del governo.  Ques’ultimo, suggerito dall’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni retto dalla Dirigente Grazia Terranova, è molto pericoloso. La soppressione fine a se stessa dell’articolo, senza che ci sia una proposta migliorativa o alternativa, palesa una volontà burocratica ben precisa, ovvero che lo stillicidio della  risorsa Terme continui con ulteriore impoverimento del patrimonio.  E’ sufficiente leggere quanto di seguito riportato per rendersi conto di una contraddizione e di una sbrigativa via d’uscita. La contraddizione è che il liquidatore possa procedere sia al bando ad evidenza pubblica che alla trattativa diretta con potenziali investitori: si tratta, in realtà, di due procedure alternative che si escludono a vicenda: o si sceglie una strada o se ne sceglie un’altra. La via d’uscita sbrigativa è che la Regione vuol rendere disponibile il patrimonio indisponibile  e metterlo in vendita. Come dire, sostituire alla liquidazione la liquefazione delle sue società partecipate e, in questo caso, del termalismo siciliano. C’è poi il problema dell’estensione della concessione d’uso del patrimonio idrotermale ai privati che, secondo la Terranova, non può avvenire, perchè l’usfrutto concesso dalla Regione alle Terme di Acireale SpA è vincolato. Insomma, ancora una volta la burocrazia sta ingabbiando l’azione politica del Governo e del Parlamento siciliani.

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Già a novembre si lanciava un grido d’allarme sulle Terme di Acireale, mentre la burocrazia regionale indugiava


La puntata integrale di Città Città, trasmissione di Etna Espresso Channel, andata in onda il 13 novembre 2015

Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni a Palermo, nessuna informazione ufficiale su competenze attività ed organigramma


Sul sito della Regione Siciliana – Assessorato all’Economia, come è possibile constatare direttamente visitando la pagina ufficiale, non sono riportate informazioni sull’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni né in merito alle competenze ed attività né in relazione all’organigramma. L’Ufficio ha un Dirigente nella persona della dottoressa Grazia Terranova. L’Ufficio, come è noto, si sta occupando delle delicatissime liquidazioni delle due partecipate regionali Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA

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Terme di Acireale, ancora caos. La burocrazia regionale rema contro


dal settimanale I Vespri, pagg.18-19 del numero 4 anno XI

E’ diventata grottesca la vicenda delle Terme di Acireale. Sembra che vi sia la mano invisibile della burocrazia regionale che a tutti i costi vuole sbrandellare gli stabilimenti e i relativi compendi immobiliari, spossessando Acireale di un pezzo della sua storia, di una parte della sua vocazione turistica e persino della sua volontà di risorgere economicamente. Una burocrazia talmente forte e determinata nei suoi intendimenti da andare anche contro la politica, a meno che vi sia un pericoloso gioco delle parti che, ove dimostrato, sarebbe ancora più grave. In pratica, succede quanto segue…..

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Terme, approvato emendamento: Terme di Sciacca e di Acireale possono emanare i bandi


dal sito del Corriere di Sciacca

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Approvato l’emendamento presentato dall’onorevole Angela Foti. Emendamento approvato lo scorso 3 febbraio scorso. Si tratta dui un emendamento che consente alle società Terme di Sciacca Spa e Terme di Acireale Spa di poter, in quanto società di gestione, predisporre i bandi di manifestazione d’interesse per la gestione delle strutture termali.

 

Terme Acireale, Todaro: “Regione boccia bilancio ’14? assurdo””


di Serena Di Stefano, dal sito Sudpress

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Dopo il rigetto dell’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA – sentenza emanata dal giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania Antonio Caruso – interviene il commissario liquidatore sul futuro del comparto termale

“Alla buona notizia del rigetto, appresa venerdì mattina, è seguita l’immediata doccia fredda. Nella stessa giornata di venerdì è stata convocata l’assemblea dei soci ed essendo una società partecipata al 100%, il socio Regione ha sottoposto a procedure tutti gli ordini del giorno, tra i più importanti, ha rigettato il bilancio relativo all’anno 2014 (quindi a un periodo in cui non ero ancora commissario liquidatore)”, ha dichiarato Gianfranco Todaro insediato a ottobre 2015.

“Il precedente liquidatore aveva omesso di presentare il bilancio relativo a questo periodo, quindi mi sono dovuto occupare del bilancio 2014 che in linea di massima non si discosta da quelli degli anni precedenti approvati dal Collegio sindacale e dalla Regione. Inspiegabilmente la Regione non ha approvato il bilancio con motivazioni assurde facendo dei rilievi che non sono stati effettuati nei 10 anni precedenti”.

La situazione attuale è quindi ancora di stasi. “Rivedremo il bilancio e lo ripresentermo, siamo nella fase di studio ma stiamo cercando di capire le motivazioni del rigetto”.

Il dialogo con la Regione continuerà ma “è chiaro che stiamo cercando anche interlocutori diversi”, ha continuato Todaro spiegando un altro punto all’ordine del giorno discusso dall’Assemblea dei soci: il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati.

“Avevo chiesto l’autorizzazione per emanare un bando per la gestione dello stabilimento che la Regione prevedeva di fare già nel 2010, secondo la legge 11 del 2010, ma in 5 anni non ha fatto quasi nulla dato che solo dopo questi anni si è accorta di non avere i presupposti per emanarlo in quanto il patrimonio in larga parte appartiene alla società Terme di Acireale SpA. A questo punto, è stato detto solo verbalmente che il bando sarebbe stato fatto dal commissario liquidatore, condizione ritrattata nell’ultima riunione perché la Regione ha limitato l’attività del commissario solo alle manovre liquidatorie, quindi attualmente non posso emanare nesssun bando.”

La Regione dunque non può farlo, il liquidatore nemmeno perché deve occuparsi soltanto della soddisfazione dei creditori. “E’ per questo che ho proposto di modificare con un emendamento la legge 11 del 2010 prevedendo che sia il commissario liquidatore a proporre il bando per la gestione ai privati. La proposta è stata subito accolta dall’onorevole Angela Foti (M5S) e l’emendamento che dovrebbe andare in esame dell’Assemblea in questi giorni.”

Sulla questione era intervenuta anche la deputata pentastellata in questi termini: “È certo che non è più possibile che la gestione liquidatoria delle Terme di Acireale continui così come si è protratta fino ad oggi, la Regione deve svolgere un ruolo attivo e propositivo nella soluzione di un problema che rischia di alienare al patrimonio regionale un assetto che ha rivestito e può ancora rivestire un’importanza cruciale per l’economia turistica etnea”.

 

Liquidazione e privatizzazione, bisogna fare in fretta adesso per salvare le Terme di Acireale


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Guardare avanti e non voltarsi indietro, almeno per il momento. Potrebbe essere questo l’invito rivolto a tutti gli stakeholders, ovvero ai portatori di interesse, coinvolti a vario titolo nella intricata vicenda delle Terme di Acireale. In pochi giorni sono successi tanti fatti importanti. Giovedì 11 il Giudice della V sezione civile e fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato l’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA. Il giorno dopo, in occasione della Assemblea convocata dal liquidatore avv.Gianfranco Todaro, il Socio Regione si è presentato, nella persona del dott. Francesco Petralia delegato dal Presidente on. Rosario Crocetta, e ha bocciato la proposta di bilancio al 31.12.2014 predisposta dallo stesso liquidatore. Rilevante, nella bocciatura della Regione, è stato il parere negativo al bilancio espresso dal Collegio Sindacale che invece negli anni passati, con una struttura di bilancio similare, lo aveva regolarmente dato. Adesso, bisogna fare in fretta per salvare le Terme sul piano societario. La liquidazione, fino a prova contraria, prosegue regolarmente ed è necessario predisporre tutti gli atti, a cominciare da un bilancio regolarmente approvato, per portare a compimento lo scioglimento societario, e dunque il pagamento dei debiti, la riscossione dei crediti e la restituzione dell’attivo residuo al Socio. Bisognerà capire soprattutto come l’Ufficio Speciale per le Liquidazioni all’Assessorato al Bilancio a Palermo (ad oggi retto dalla dirigente dott.ssa Grazia Terranova) intenderà muoversi nei prossimi giorni, sempre che non vi siano cambiamenti al vertice, come è puntualmente successo negli ultimi anni quando le procedure si sono complicate. Sul versante della privatizzazione va registrato che l’emendamento predisposto dall’on.Angela Foti il 3 febbraio scorso, a conclusione dell’audizione alla II Commissione Bilancio, è stato approvato ieri in Commissione. Adesso, dunque la legge regionale n.11 del 2010 potrà esser modificata. Nelle more del completamento della liquidazione, i bandi per l’affidamento della gestione ai privati potranno essere predisposti dalle stesse società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA. Il Forum permanente per le Terme, promosso dal Lions Club Acireale, continuerà a monitorare e vigilare l’andamento della vicenda.

I bandi potranno essere predisposti dalle società di gestione. Approvato l’emendamento dell’on.Foti


Approvato l’emendamento presentato dall’on.Angela Foti il 3 febbraio scorso, ci comunica la parlamentare regionale. Adesso anche le società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA potranno predisporre il bando di privatizzazione

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Terme di Acireale: rigettata l’istanza di fallimento, ma lo scenario resta confuso (e gli ascari in agguato)


dal sito I Nuovi Vespri, di Giulio Ambrosetti

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La Spa costituita nel 2005 resta in pista. Ma ieri, oltre al rigetto del’istanza di fallimento, le cronache registrano anche la ‘bocciatura’ del bilancio della società da parte della solita Regione di Baccei. Di fatto, l’unica forza politica siciliana che si batte per la riapertura delle Terme di Acireale è il Movimento 5 Stelle. Mentre la vecchia politica, su questo come su altri fatti economici e amministrativi, produce solo ascarismo a 24 carati

La notizia di ieri è che la Sezione fallimentare del Tribunale di Catania ha rigettato l’istanza di fallimento per le Terme di Acireale Spa, la società che, nel 2005, ha assorbito il patrimonio della vecchia Azienda delle Terme che faceva capo alla Regione. Detto questo, la situazione resta confusa, perché sempre ieri l’assemblea dei soci della stessa società termale ha ‘bocciato’ il bilancio. In pratica, a dire “No” al bilancio è stata la Regione siciliana, per la precisione, l’assessorato al Bilancio retto da Alessandro Baccei, l’uomo inviato da Renzi in Sicilia non soltanto per ‘liquidare’ l’Autonomia, ma – supponiamo – anche per fare ‘altre’ cose. Ma andiamo con ordine.

Cominciando col dire che se il PD di Renzi avesse potuto ‘spiccicare’ le Terme di Acireale (e – supponiamo – anche le Terme di Sciacca) per trasferirle altrove, magari in Toscana, l’avrebbe già fatto. Del resto, in una Sicilia governata da ‘ascari’, dove si svende tutto con ‘saldi di fine stagione’ c’è da aspettarsi di tutto. 

Ci sono asset della Sicilia che fanno gola a molti. E se la politica non c’è – e in Sicilia, oggi, non c’è politica – tutto è possibile. Basti pensare al caso incredibile dell’acqua dei monti Sicani, in provincia di Agrigento: un tempo l’acqua di questa sorgente veniva distribuita ai cittadini di questa provincia. Oggi buona parte va alla Nestlè, che imbottiglia la nostra acqua e ce la rivende come Acqua Vera. Se volete farvi quattro risate andatevi a informare – magari con i protagonisti dei governi Lombardo e Crocetta – quanto paga la Nestlè alla Regione. Un capolavoro dell’ascarismo siciliano.

Ma torniamo alle Terme di Acireale. Prima di illustrare quello che hanno in testa gli ‘ascari’ facciamo un po’ di storia. Le Terme di Acireale e di Sciacca sono sempre state gestite dalla Regione, tra alti e bassi. Ma sempre nel rispetto del lavoro e con una buona manutenzione delle infrastrutture. Quando, nel 2001, arrivano i signori di Forza Italia – che non erano e non sono meno ‘ascari’ dei politici degli ultimi due governi regionali – si decide di ‘privatizzare’.

I berlusconiani, per le Terme di Acireale e di Sciacca, hanno ‘grandi idee’, tutte confuse e, soprattutto, tutte sbagliate. Nascono così le Spa che prendono il posto delle vecchie Aziende termali. Le due Spa ereditano i patrimoni delle rispettive Aziende termali.

Nel 2005, ad Acireale, ci sono già problemi. La società ha sì assorbito il patrimonio – beni per circa 70 milioni di Euro: due alberghi, gli stabilimenti termali di Santa Caterina e Santa Venera, due piscine olimpioniche, un centro polifunzionale, le acque solfuree, la sorgente dell’acqua Pozzillo – ma ha ereditato anche i debiti.

Una legge regionale regionale del 2007 prevede la ricapitalizzazione della Spa Terme di Acireale con un intervento della Regione pari a 15 milioni di Euro. Solo che per motivi ‘misteriosi’ vengono erogati solo 5 milioni di Euro (questo ‘mistero’ proveremo a illustrarlo alla fine). Con questa disponibilità finanziaria non si può fare fronte ai debiti, che ammontano a a circa 9 milioni di Euro (un mutuo contratto con le banche).

Le due Spa – quella per le Terme di Acireale e quella per le Terme di Sciacca – non sono state create per rilanciare le attività termali, ma per essere poste in liquidazione e favorire gli ‘amici’. Questo è il progetto di Forza Italia made in Sicily. Operazioni che subiranno intoppi, forse perché, all’interno del centrodestra siciliano che in quegli anni governa la Sicilia, ci sono, su tali temi, ‘frizioni’; o forse perché non si trova la ‘quadra’ sulla spartizione.

Arriva la liquidazione, che era stata programmata sin dalla nascita delle due Spa (da qui l’erogazione di una sola parte dei fondi regionali). La legge regionale n. 11 del 2010, articolo 21, stabilisce che la Regione “entro sei mesi dall’approvazione della seguente legge” dovrà emanare un bando ad evidenza pubblica per affidare le Terme di Acireale a un soggetto privato. Ma a questo punto sorge l’inghippo (che, forse, è stato preparato ad arte: chissà).

Ecco l’inghippo. Il bando avrebbe dovuto essere preparato da Sviluppo Italia(oggi questa società è passata alla Regione e si chiama Sviluppo Italia Sicilia: società che l’assessore-commissario della Regione Baccei vorrebbe sbaraccare per affidare tutto, così si dice, a una società non siciliana). Sviluppo Italia mette a punto il bando. Ma tutto si blocca. Perché?

Perché Sviluppo Italia non può gestire un bando se il patrimonio fa capo alla Spa Terme di Acireale. Più che altro è una mezza sceneggiata per perdere tempo. Perché per verificare una cosa del genere non servono certo sei anni! Ma tant’è.

Tra un rinvio e l’altro siamo arrivati ai nostri giorni. E’ il tempo di Baccei, il padrone degli ‘ascari’ del governo siciliano. Quello che gli dà gli ordini.

A quanto pare, Baccei fa ‘trottare’ anche i dirigenti dell’assessorato al Bilancio. E noi ne abbiamo avuto la prova in occasione dei 5 miliardi di Euro di crediti della Regione fatti scomparire dall’assessore Baccei. Con certi dirigenti regionali che giuravano e spergiuravano sull’improbabile.

Insomma, come fu e come non fu, come si direbbe dalle nostre parti, alcuni dirigenti regionali dell’assessorato al Bilancio reggono il gioco a Baccei. L’ascarismo, del resto, è una ‘categoria dello spirito’ che non invade solo la politica, ma anche la burocrazia, meglio se ‘alta’.

Chi sta provando a fare qualcosa è la parlamentare grillina Angela Foti. Suo un emendamento alla legge regionale n. 11 del 2010 che dovrebbe sbloccare la situazione, consentendo, se approvato, di pubblicare questo benedetto bando per rilanciare le Terme di Acireale.

A questo punto facciamo parlare il liquidatore della società terme di Acireale, l’avvocato Gianfranco Todaro. “In questa storia – ci dice – scontiamo l’ostruzionismo dell’ufficio speciale per le liquidazioni dell’assessorato al Bilancio della Regione siciliana. Si tratta della dottoressa Grazia Terranova. Insomma, i rappresentanti della Regione non partecipano alle riunioni. Ripeto: fanno ostruzionismo”.

La prossima settimana proveremo a intervistare la dottoressa Terranova. Intanto proseguiamo con il nostro racconto.

Siamo arrivati all’Ottobre dello scorso anno. Anzi, al 2 Novembre scorso, quando si insedia il già citato avvocato Todaro. Che deve subito affrontare un’stanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Perché tale istanza di fallimento?

Perché ci sono problemi. E c’è un’azienda che non paga e crea, per l’appunto, problemi. E ci sono anche indagini della Guardia di Finanza. A quanto pare ‘pesanti’. C’è un passivo di oltre 10 milioni di Euro (9 milioni sono costituiti dal già citato mutuo).

Ieri, come abbiamo scritto all’inizio, l’istanza di fallimento è stata respinta. Ma il ‘gioco’ è tutt’altro che concluso. Perché, sempre come abbiamo ricordato all’inizio, e sempre ieri, il bilancio della società è stato ‘bocciato’ dalla Regione: cioè dall’assessorato retto da Baccei.

Non è che, in questa storia, ci sono conflitti di interessi? Non sappiamo rispondere a questa domanda. L’unica cosa certa è che, ad Acireale, l’unica forza politica che si sta battendo in favore delle Terme di Acireale, per rilanciarle nell’interesse della Sicilia, è il Movimento 5 Stelle.

Chi scrive non può certo essere accusato di ‘grillismo’, perché ci capita spesso di criticare i grillini. Ma la verità va detta: e la verità è che i grillini ci sono e si battono per rilanciare le Terme di Acireale. Mentre le altre forze politiche non ci sono.

Un tempo, nel centrosinistra siciliano, c’era il parlamentare regionale eletto nel PD, nel collegio di Catania, Giovanni Barbagallo. Era tutt’altro che ascaro. Ed era legato al territorio. La sua assenza, oggi, all’Ars, su certe tematiche legate al territorio catanese, si nota.

Acireale è la città che ha dato i natali all’ex presidente della Regione, Rino Nicolosi. E’ è stato anche merito suo se, nella cosiddetta Prima Repubblica, le Terme di Acireale sono riuscite a brillare. Oggi quello che resta della politica tradizionale catanese e siciliana – molto poco, in verità – sta lasciando marcire infrastrutture costate un sacco di soldi e un sacco di fatica.

Tutto questo perché prima le ‘operazioni’ avrebbero dovuto farle quelli di Forza Italia, mentre oggi si attendono le ‘operazioni’ renziane. Ascari e ‘banditi’ i primi, ascari e ‘banditi’ i secondi.

Nel frattempo – e scusate il bisticcio di parole – non si trova il tempo per verificare le manifestazioni d’interesse. C’è una società svizzera, ad esempio, che, a quanto pare, sarebbe disposta a pagare i debiti, a ristrutturare tutto e a rilanciare le gloriose Terme di Acireale. Ma al ‘Nuovo che avanza’ del PD renziano conviene? Che ci guadagneranno, visto che in Sicilia li detestano tutti?

L’abbiamo detto all’inizio: se il PD di Renzi avesse avuto la possibilità ‘spiccicare’ lo stabilimento termale di Acireale – e magari anche quello di Sciacca – per portare tutto in Toscana, beh, sarebbe già tutto risolto. Gli ascari del centrosinistra siciliano non avrebbero opposto resistenza. Magari Crocetta avrebbe firmato un altro ‘Patto scellerato’ senza problemi.

Ma un conto sono gli oltre 5 miliardi di Euro che il presidente della Regione ha regalato al governo nazionale con la celebre sentenza della Corte Costituzionale ‘inghiottita’, altra e ben diversa cosa sono le Terme di Acireale che, mannaggia!, non si possono ‘spiccicare’…

Rigettato il fallimento, tempi certi per il bando


L’articolo apparso ieri su Catania Live Sicilia

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CATANIA – “Il Giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato ieri l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA, a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza nei mesi scorsi. Scongiurato per il momento l’avvio di una procedura concorsuale fallimentare che avrebbe complicato maledettamente il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati, come previsto dalla legge regionale n.11 del 2010, prosegue pertanto la gestione liquidatoria. Tra poco si terrà l’Assemblea dei Soci, con la speranza che il Socio Regione si presenti regolarmente ed eserciti regolarmente tutte le sue prerogative di azionista unico delle Terme di Acireale SpA”. Questo il post pubblicato da Rosario Faraci del Forum Permanente delle Terme di Acireale, che annuncia lo scongiurato fallimento della società. L’economista sulla questione nei giorni scorsi aveva avviato una petizione e aveva inviato una nota infuocata alla deputazione regionale.

E proprio dall’Ars arrivano i primi commenti alla vicenda. “Una buona notizia che può far sperare per il futuro delle Terme di Acireale”. Così la deputata Cinquestelle all’Ars Angela Foti che aggiunge: “la sentenza, anche se non risolve i problemi economico-finanziari delle Terme, scongiura la catastrofica possibilità di mettere nelle mani di un curatore fallimentare il patrimonio delle Terme con tutte le conseguenze nefaste che ciò avrebbe potuto significare”.

“È certo però – continua Foti – che non è più possibile che la gestione liquidatoria delle Terme di Acireale continui così come si è protratta fino ad oggi, la Regione deve svolgere un ruolo attivo e propositivo nella soluzione di un problema che rischia di alienare al patrimonio regionale un assett che ha rivestito e può ancora rivestire un’importanza cruciale per l’economia turistica etnea”.

“Fino ad oggi chi cura gli interessi della Regione ha mantenuto un profilo basso sulla questione, facendosi colpevolmente travolgere dagli eventi. Bisogna trovare una soluzione sostenibile, – conclude la parlamentare acese – e ho già avuto la disponibilità dal presidente della commissione Bilancio dell’Ars per convocare nuovamente i soggetti competenti così da stilare un cronoprogramma che stabilisca tempi e compiti certi per arrivare alla redazione del bando per l’affidamento ai privati della gestione del complesso termale di Acireale, così come previsto dall’articolo 21 della legge regionale 11/2010”. A tal proposito è stato presentato un emendamento alla legge di stabilità in discussione in queste ore in commissione Bilancio che mira a dare la possibilità, per ora normativamente preclusa, di redigere il bando di affidamento ai privati ai commissari liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca. Una soluzione questa, che potrebbe finalmente sbloccare l’impasse e procedere al rilancio dei due complessi Termali”.

Terme di Acireale, la Regione boccia bilancio del liquidatore


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Terme. Palermo vuole spossessare Acireale della sua storia?


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Bocciata la proposta di bilancio al 31.12.2014, le Terme di Acireale nel più totale scompiglio?


AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR.

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Questa foto l’ho scattata l’anno scorso il 1 giugno 2015, in occasione del IV anniversario dalla costituzione del Forum permanente per le Terme di Acireale. Come a dire, “Terme incatenate”. Abbiamo appena appreso che oggi, in Assemblea dei Soci, il socio Regione Siciliana ha bocciato la proposta di bilancio al 31.12.2014 presentata dal liquidatore, gettando così nello scompiglio le operazioni liquidatorie e i successivi passi verso la privatizzazione della gestione, come prevede la legge regionale del 2010. Tutto torna in alto mare. Una brutta notizia che fa da contraltare alla bella notizia diramata questa mattina, cioè il rigetto dell’istanza di fallimento da parte della V Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania che invece lasciava intravedere speranza, fiducia ed evidenziava grande senso di responsabilità dei magistrati. Nel più totale disallineamento fra burocrazia e politica regionale, fra l’Assessorato all’Economia, la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le liquidazioni e il Presidente Crocetta, è ormai chiara la volontà palermitana della Regione di affossare definitivamente le Terme e tutta la Città di Acireale. Noi ci abbiamo provato, fino alla fine, a resistere e combattere con tutte le nostre forze. Abbiamo scritto alla Commissione Bilancio e portato la Città di Acireale fino all’ARS, abbiamo scritto a Crocetta e ai novanta deputati, abbiamo lanciato una petizione pubblica oltre ad un appello al buon senso e alla responsabilità pur nel rispetto della legge, abbiamo chiesto l’attenzione di tutti i Lions siciliani con la visita del Governatore fino ad Acireale in occasione di un recente convegno, abbiamo fatto cose eccezionali. Ma, come dicevano gli antichi, “ad impossibilia nemo tenetur”.
Vediamo come andrà a finire.

Rigettata l’istanza di fallimento, prosegue la gestione liquidatoria. Adesso la Regione si comporti responsabilmente da Socio


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Una bella notizia!
Il Giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato ieri l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA, a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza nei mesi scorsi. Scongiurato per il momento l’avvio di una procedura concorsuale fallimentare che avrebbe complicato maledettamente il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati, come previsto dalla legge regionale n.11 del 2010, prosegue pertanto la gestione liquidatoria. Tra poco si terrà l’Assemblea dei Soci, con la speranza che il Socio Regione si presenti regolarmente ed eserciti regolarmente tutte le sue prerogative di azionista unico delle Terme di Acireale SpA.

Parco delle Terme di Santa Venera, si avviano le operazioni di pulizia straordinaria


dal sito delle Terme di Acireale

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Terme di Acireale, doppio appello a Crocetta dal sindaco e dal Lions di Acireale


da Sicilia Journal

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ACIREALE – Un doppio appello è stato lanciato nelle ultime ore dalla Città di Acireale al Presidente della Regione on. Rosario Crocetta e all’Assessore all’Economia Alessandro Baccei. L’appello pubblico del Sindaco Roberto Barbagallo e una petizione on line lanciata dal Lions Club Acireale (https://www.change.org/p/on-rosario-crocetta-assessore-alessandro-baccei-salvate-le-terme-di-acireale-la-regione-dia-un-segnale-di-presenza) che, con una nota del Presidente Rosario Faraci pubblicata sul sito del Forum, si è rivolto pure ai novanta deputati all’ARS (https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/07/terme-di-acireale-la-proprieta-regione-dia-subito-un-segnale-di-presenza/).

Un appello per salvare le Terme di Santa Venera e di Santa Caterina da una possibile sentenza di fallimento che potrebbe giungere nelle prossime ore, qualora il Giudice accogliesse l’istanza fallimentare chiesta dal Tribunale a seguito delle indagini condotte nei mesi scorsi dalla Guardia di Finanza.  Il Giudice esaminerà tutte le carte e guarderà attentamente i numeri per valutare se esistano tutti i presupposti per avviare la procedura concorsuale di fallimento a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA che dal 2006 è una società per azioni, di proprietà della Regione.  Sull’iter giudiziario poco o nulla può esser fatto, anche perché le eventuali memorie difensive sono già state depositate dai legali di parte; tuttavia il liquidatore delle Terme avvocato Gianfranco Todaro non ha potuto produrre il bilancio al 31.12.2014 perché il socio Regione ha disertato fin qui tutte le Assemblee in cui è stato regolarmente convocato. La prossima Assemblea è in programma per questo venerdì 12 e l’auspicio è che la proprietà Regione dia un segnale di presenza, facendo valere fin in fondo tutte le sue prerogative (diritti e doveri) dell’azionista unico. Sarebbe un segnale politico importante, oltre che societario.

In realtà, nonostante le promesse dell’on. Crocetta in campagna elettorale, la Regione da tempo è latitante su tutte le questioni riguardanti le Terme, sia di Sciacca che di Acireale, i cui stabilimenti sono chiusi in entrambe le cittadine. Mentre sulle prime la situazione è relativamente più tranquilla, sulle Terme di Acireale, oltre a pendere la spada di Damocle degli esiti dell’istanza fallimentare, grava l’atteggiamento irreprensibile e severissimo della dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni alla Regione Siciliana, la dottoressa Grazia Terranova, che ha in esame da oltre un anno l’incartamento “Terme di Acireale”.

Arrivata agli onori della cronaca nelle ultime settimane, la Dirigente, persona di massima fiducia dell’Assessore Baccei, rappresenta la proprietà, cioè il Dipartimento Bilancio dell’Assessorato all’Economia, cui fa capo l’intero pacchetto azionario delle Terme di Acireale SpA. Eccependo di volta in volta vizi di carattere procedurale, gli ultimi dei quali in ordine di tempo pare siano legati ad un parere negativo formulato dal Collegio Sindacale delle Terme, la dottoressa Terranova ha di fatto bloccato l’approvazione del bilancio al 31.12.2014, rendendo vano il tentativo del liquidatore Gianfranco Todaro di produrre al Tribunale di Catania l’ultima importante memoria difensiva, utile per alleggerire la posizione debitoria della società pubblica. In effetti, negli ultimi otto anni da quando è divenuta società per azioni, alle Terme di Acireale SpA si sono accumulate perdite d’esercizio per oltre 12 milioni di euro e il patrimonio aziendale è diminuito da 56 a 40 milioni di euro; tuttavia, la consistenza degli asset è ancora capiente per far fronte al pagamento dei debiti nei confronti dei creditori aziendali, compresa la banca Unicredit che ha da poco acquisito il diritto di vendere all’asta due immobili (l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale) per rate di mutuo scadute e non pagate.

Sussistono da sempre margini per condurre ad una soluzione conciliatoria con i creditori la complicata vicenda delle Terme di Acireale, ma la Terranova non vuol sentire ragioni dato che è entrata in urto fin dall’inizio col liquidatore Todaro che, ironia della sorte, è stato proprio nominato in questa sua funzione dal Presidente della Regione Crocetta, cioè dalla stessa proprietà regionale.

La dottoressa Terranova ha manifestato la sua intransigente linea anche in occasione della recente audizione alla II Commissione Bilancio all’ARS, convocata la scorsa settimana, il 3 febbraio, dal Presidente on. Vincenzo Vinciullo che si è prontamente attivato raccogliendo il grido di allarme del Lions Club Acireale attraverso il Forum permanente. Lo scorso 17 gennaio, infatti, il Presidente del Lions prof. Rosario Faraci aveva scritto al Presidente Vinciullo chiedendogli, nella sua funzione di Presidente della II Commissione parlamentare, di attenzionare la vicenda delle Terme, così come aveva fatto recentemente per Sciacca. L’on.Vinciullo, rassicurando il prof. Faraci che sarebbe prontamente intervenuto, ha convocato un’audizione a Palermo cui ha invitato l’assessore Baccei (assente per motivi istituzionali), la dirigente Terranova, il liquidatore delle Terme Todaro e una delegazione della Città di Acireale composta dal Sindaco ing.Roberto Barbagallo, dal Presidente del Consiglio Comunale prof. Rosario Raneri, dal capogruppo di Cambiamo Acireale il consigliere dott. Giuseppe Ferlito e dal coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale dott. Mario Scandura.

In quella sede, la delegazione acese ha chiesto maggiore attenzione per la vicenda e grande rispetto per le sorti di un complesso immobiliare, le Terme per l’appunto, da cui dipende in parte la vocazione turistica della città. L’on. Angela Foti, del M5S presente in audizione, si è fatta promotrice di un emendamento integrativo della legge regionale n.11 del 2010 che consentirebbe di estendere alle società di gestione delle Terme di Sciacca e di Acireale la possibilità di redigere il bando di privatizzazione. Tuttavia, non è la privatizzazione che desta preoccupazione al momento; ma gli esiti della valutazione dell’istanza che, ove accolta, esautorerebbe la liquidazione prospettando, con la curatela fallimentare, un futuro ancora più incerto sulla riapertura degli stabilimenti termali.

R.S.

Grazie al Lions di Acireale, la vicenda Terme arriva al Parlamento siciliano


L’articolo pubblicato su Tuttolions Sicilia

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Grazie al Lions di Acireale, la vicenda Terme arriva al Parlamento siciliano


Non si ferma l’impegno del Lions Club Acireale in favore delle Terme di Santa Venera e di Santa Caterina, ormai chiuse da tempo e in stato d’abbandono, con l’incombente spada di Damocle di una sentenza di fallimento del Tribunale di Catania che anzitempo potrebbe determinare la fine della società di gestione degli stabilimenti.

Dal 2011, il Lions di Acireale ha attivato in città un Forum permanente per le Terme cui hanno aderito diverse associazioni e il cui modello “federativo” di collaborazione fra varie realtà associative è stato esportato anche a Sciacca, dove è stata avviata analoga iniziativa di coordinamento cittadino, cui aderisce pure il nuovo Lions Club Sciacca Terme.

Quest’anno, in occasione del cinquantesimo di attività sociale, e all’interno del programma “Acireale tra mito e realtà”, il club acese rilancia la questione, in un momento oggettivamente difficile per le Terme.  Diverse le iniziative fin qui promosse, non ultima la partecipazione attiva al convegno distrettuale organizzato alla Accademia Zelantea di Acireale e concluso dal Governatore Francesco Freni Terranova.

Nei giorni scorsi, il Presidente del club Rosario Faraci aveva inviato una lettera al Presidente della Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale Siciliana chiedendogli di prestare un’attenzione particolare alla vicenda delle Terme, come lui stesso aveva già fatto per Sciacca. Gli stabilimenti termali delle due cittadine, infatti, sono rette da due distinte società di gestione, Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, entrambe interamente di proprietà della Regione, ma poste in liquidazione dal 2010 a seguito della legge regionale n.11.

L’on.Vincenzo Vinciullo, presidente della Commissione Bilancio, ha assicurato prontamente disponibilità raccogliendo il grido di dolore dei Lions acesi e mercoledì 3 febbraio si è tenuta a Palermo un’audizione durata ben due ore, alla presenza di diversi parlamentari, tra cui il deputato Angela Foti del collegio di Acireale, e di una delegazione di cui hanno fatto parte il Sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, il presidente del Consiglio comunale di Acireale prof. Rosario Raneri, il capogruppo di Cambiamo Acireale il consigliere dott. Giuseppe Ferlito, il liquidatore delle Terme di Acireale SpA avv. Gianfranco Todaro e, per il Lions di Acireale che ha promosso l’incontro, il dott. Mario Scandura, past president, e coordinatore insieme al presidente Faraci del Forum permanente per le Terme. La Regione, socio unico delle Terme, era rappresentata dalla dott.ssa Grazia Terranova, dirigente dell’Ufficio speciale per le liquidazioni presso l’Assessorato all’Economia.

L’audizione si è svolta in un clima sereno e costruttivo, pur con qualche vivace contraddittorio fra il liquidatore e la dirigente regionale. I problemi sul tappeto sono tanti, non tutti facilmente risolvibili in un momento in cui le casse regionali sono pressoché vuote. L’on.Angela Foti si è resa prontamente disponibile a presentare un emendamento di modifica alla legge regionale n.11 del 2010, consentendo anche alle società di gestione di predisporre il bando per la privatizzazione degli stabilimenti.  Il testo dell’emendamento è disponibile sul sito del Movimento Cinque Stelle all’indirizzo http://www.fancityacireale.it/wordpress2/terme-di-acireale-ecco-lemendamento-dellon-angela-foti-m5s/

Da parte sua, il Presidente della Commissione Bilancio on. Vinciullo, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, nonché la relazione tecnica del rappresentante del Lions (disponibile al seguente link: https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/06/le-richieste-del-forum-in-audizione-alla-commissione-bilancio-allars/), si è reso disponibile per incontrare nei prossimi giorni il Giudice che al Tribunale di Catania sta esaminando l’istanza di fallimento delle Terme di Acireale SpA. Moderata soddisfazione da parte di tutti i componenti della delegazione ed un plauso ancora una volta al Lions di Acireale che segue con attenzione la vicenda delle Terme ininterrottamente ormai da cinque anni.

Il video integrale della audizione all’ARS è disponibile al seguente link sul sito del Forum https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/06/il-video-integrale-della-audizione-in-commissione-bilancio-allars/

Terme di Acireale, la proprietà Regione dia subito un segnale di presenza.


Giorni di Carnevale e Quaresima in arrivo.

Non bastano le rassicurazioni date in II Commissione Bilancio nell’audizione del 3 febbraio a Palermo, cioè che si farà il possibile per salvare “a bocce ferme” le Terme di Acireale, senza stanziare un solo quattrino. Non è sufficiente il clima sereno e costruttivo con cui si è svolto quell’incontro con tutti gli stakeholders, cioè i portatori di interesse in questa vicenda. Non è sufficiente la disponibilità in prima persona garantita dal Presidente della Commissione on. Vincenzo Vinciullo che, molto sensibile al grido di dolore lanciato nei giorni scorsi dal Lions Club attraverso il Forum, ha subito organizzato la audizione e ora si rende pronto ad incontrare i Giudici del Tribunale di Catania che, in questo momento, hanno in esame l’istanza di fallimento della società di gestione Terme di Acireale SpA. Non servono al momento tutto lo zelo e tutta l’inflessibilità manifestati dalla Dirigente per l’Ufficio Speciale delle Liquidazioni della Regione Siciliana dottoressa Grazia Terranova che ormai sembra andare avanti solo per questioni di principio nei rapporti con il Liquidatore delle Terme di Acireale SpA Gianfranco Todaro, cioè con il management aziendale (nominato dalla proprietà) che rappresenta giuridicamente  la stessa proprietà. E’ strategico, ma verrà utile solo in un secondo momento, l’emendamento presentato dalla on.Angela Foti che estende anche alle società di gestione delle Terme di Acireale e di Sciacca, quantunque in liquidazione, la possibilità di redigere il bando per la privatizzazione degli stabilimenti (speriamo che sia votato in aula da tutti i parlamentari, altrimenti sarà chiaro che la volontà assembleare è di affossare il termalismo in Sicilia). Non è sufficiente lo scatto d’orgoglio, seppur tardivo, di tutta la Città di Acireale adesso compatta – il Sindaco, il Consiglio Comunale e pezzi della società civile a partire dal Lions – che chiede alla Regione, di presenza nelle sue sedi istituzionali, maggiore attenzione e soprattutto grande rispetto per la vicenda delle Terme. Non servono più le dichiarazioni di speranza di alcuni parlamentari regionali e nazionali che adesso seguono la vicenda Terme con minor coinvolgimento emotivo,  ma con maggior giudizio di convenienza politica, rispetto a quanto magari avveniva in passato. Adesso è il momento di compulsare tutti insieme il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta e il suo Assessore all’Economia dottor Alessandro Baccei perché diano alle autorità giudiziarie un segnale di presenza della proprietà. La Regione, attraverso il Dipartimento Bilancio e dunque attraverso l’Assessore all’Economia, è l’unico socio proprietario delle Terme di Acireale SpA, come pure di quelle di Sciacca. Non ha esercitato fino ad ora tutte le prerogative (diritti e doveri) che spettano ad un socio unico, limitandosi a gestire da Palermo solo carte e faldoni. In questo momento, un faldone – il più importante di tutti, quello relativo ad una possibile istanza di fallimento della società di gestione – giace in esame al Tribunale di Catania dove sarà discusso nei prossimi giorni. Pende la spada di Damocle di una sentenza di fallimento, dopo le indagini della Guardia di Finanza dei mesi scorsi. E’ giusto, è sacrosanto, è sensato che dietro all’esame freddo di numeri e cifre, i Giudici abbiano la possibilità di sapere direttamente dal socio proprietario quali sono le ultime possibili manovre “a bocce ferme” per scongiurare una sentenza di fallimento che, data la consistenza patrimoniale e la capienza di asset delle Terme di Acireale SpA, potrebbe ancora essere evitata. Perché se è vero, come sostiene l’inflessibile dottoressa Terranova da Palermo, che non è un dramma se le Terme di Acireale SpA fallissero (in fondo non è la prima società pubblica che fallirebbe), dall’altro è pur vero che un provvedimento giudiziario del genere renderebbe maledettamente complicata la gestione dell’intera vicenda d’ora in avanti, danneggerebbe fortemente i creditori delle Terme (coi quali si possono ancora negoziare soluzioni conciliatorie di rientro dai debiti), lascia ad altri la transizione verso la privatizzazione (che dovrebbe essere saldamente presidiata dalla politica) e sarebbe assai punitivo nei confronti della Città di Acireale che paga già fin d’ora un prezzo altissimo (anche economico) per colpe non sue. Perché è vero che c’è la legge da rispettare, ma è altrettanto vero che ci sembra da parte della Regione atteggiamento da Ponzio Pilato lasciare che sia un curatore fallimentare ad avviare eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori precedenti, quando la stessa Regione da ben cinque anni avrebbe potuto esercitare tranquillamente questa sua prerogativa se solo la proprietà fosse stata più attenta ed attiva. Dunque, Crocetta e Baccei vengano a Catania nei prossimi giorni il più presto possibile e si attivino tutti i parlamentari loro vicini perché questo tentativo di incontro col Tribunale sia esperito in tempi rapidissimi.

Rosario Faraci, Co-Coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale e presidente del Lions Club Acireale promotore del Forum

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Il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta

Le richieste del Forum in audizione alla Commissione Bilancio all’ARS


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Il Co-coordinatore del Forum dott. Mario Scandura

L’audizione del sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, del Presidente del Consiglio Comunale dott. Rosario Raneri , del co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale dott. Mario Scandura, del liquidatore della società Terme di Acireale SPA in liquidazione avv. Gianfranco Todaro e della Regione Siciliana rappresentata dalla dott. Grazia Terranova dirigente dell’ufficio speciale per le liquidazioni, in assenza dell’assessore al l’economia Alessandro Baccei impegnato in altra riunione a Roma, convocati presso la Commissione Bilancio della Regione Siciliana doveva essere l’occasione per trovare insieme soluzioni immediate per la soluzione dei problemi delle Terme di Acireale.

La riunione del 3 febbraio, durata oltre due ore, è stata aperta dal Presidente della Commissione on Vincenzo Vinciullo il quale, durante la riunione, ha dato la piena disponibilità dell’intera Commissione e Sua personale per effettuare gli interventi necessari  per scongiurare la dichiarazione di fallimento della società.

Il Sindaco di Acireale e il Presidente del consiglio comunale hanno ribadito l’importanze delle Terme per la città di Acireale che ha scelto il turismo come settore primario della sua economia e hanno lamentato l’inspiegabile e ingiustificata inerzia dei responsabili delle procedure di liquidazione e privatizzazione.

Il compito di aggiornare la Commissione sulla situazione attuale della società è stato affidato al dott. Mario Scandura, co- coordinatore insieme al prof. Rosario Faraci del Forum permanente delle Terme di Acireale, il quale sulla base dei dati risultanti dall’ultimo bilancio approvato al 31.12.2013 ha sintetizzato la situazione debitoria e creditoria della società. Il dott. Scandura rispettando la raccomandazione del Presidente Vinciullo di essere concreti e pragmatici ha formulato al socio unico Regione Siciliana le seguenti richieste:

  • Consentire al liquidatore la compensazione dei debiti nei confronti della Regione Siciliana con i crediti vantati nei confronti dello stesso Ente (€ 2.300,00 circa);
  • Intervenire presso il cliente Azienda Sanitaria Provinciale di Catania per effettuare il pagamento del suo debito verso la società che consentirebbe di pagare buona parte dei debiti verso fornitori.
  • Attivarsi per la riscossione dei crediti tributari che la stessa Regione Siciliana ha conferito in occasione della costituzione della società.
  • Dare l’incarico al liquidatore di completare il bando per lo svolgimento della gara ad evidenza pubblica per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione del complesso cremotermale.
  • Inserire nel bando il pagamento, a carico dell’aggiudicatario, del debito nei confronti dell’UNICREDIT SPA con le modalità concordate con lo stesso Istituto.

L’intervento del liquidatore Avv. Gianfranco Todaro è stato un appassionato sfogo. Ha lamentato, infatti, di essere stato lasciato solo in prima linea e che il socio unico Regione Siciliana anziché dargli sostegno non si è presentato nelle ultime tre assemblee convocate. Ha comunicato che nel breve periodo del suo mandato ha comunque registrato interesse da parte di imprenditori privati disposti a gestire le Terme.

Nell’’atteso intervento del socio unico la dott. Grazia Terranova si è limitata a ricordare che la Regione Siciliana non darà alcuna ulteriore risorsa finanziaria e ha cercato di dare poche convincenti giustificazioni sull’assenza del socio unico nelle assemblee convocate dal liquidatore. Non ha dato alcuna risposta positiva alle precise richieste presentate dal dott. Scandura e non ha formulato alcuna proposta dando l’impressione che la paventata dichiarazione di fallimento costituisce per la Regione Siciliana la soluzione di un suo problema e per gli uffici di poter archiviare un fastidioso fascicolo. Intervento che ha irritato il liquidatore Avv. Todaro che ha abbandonato temporaneamente la riunione.

L’on. Angela Foti, presente in aula, dopo aver criticato aspramente il comportamento degli uffici regionali per i notevoli ritardi accumulati, ha dato il Suo contributo positivo impegnandosi ufficialmente a presentare una proposta di legge per aggiungere nell’art. 21 della legge regionale n. 11 del 12.05.2010 la previsione di estendere al liquidatore la facoltà di attivare le procedure necessarie per affidare la gestione a soggetti privati.

Si deve amaramente prendere atto che la Regione Siciliana ha tentato di vanificare anche questa opportunità di coinvolgere una importante commissione Regionale e di discutere per trovare insieme soluzioni. Comunque si è avviato l’iter per consentire al liquidatore di gestire il Bando e si resta in attesa delle risposte sulle altre richieste formulate dal dott. Mario Scandura.

nota del dott. Mario Scandura, Co-coordinatore del Forum

Il video integrale della audizione in Commissione Bilancio all’ARS


Prima parte

Seconda parte

L’on.Angela Foti presenta un emendamento alla legge regionale 12 maggio del 2010


Più puntuali informazioni sul sito del Movimento Cinque Stelle di Acireale

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Terme di Acireale: non trovare la colpa, trova il rimedio!


“Non trovare la colpa, trova il rimedio” sembra aver detto Henry Ford, industriale, ingegnere e progettista statunitense, fondatore nel secolo scorso dell’omonima casa automobilistica ed azienda di famiglia. Non c’è forse frase migliore di questa per spronare tutti – politici, governanti e burocrati, amministratori, consiglieri locali e società civile – ad andare avanti e provare a salvare le Terme di Acireale da un fallimento morale, prima ancora che giuridico-formale della società di gestione degli stabilimenti. In fondo, è stato proprio questo il senso dell’audizione di giorno 3 febbraio, dinanzi alla II Commissione Bilancio all’ARS, convocata d’urgenza dal suo Presidente on. Vincenzo Vinciullo con tutte le parti interessate, a cominciare dal Forum che ha lanciato per primo il grido d’allarme raccolto poi dalla stessa Commissione Bilancio. C’erano tutti, dal Presidente Vinciullo che ha presieduto l’incontro per tutta la durata, ai deputati componenti la Commissione all’on. Angela Foti, dal Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo al presidente del civico consesso Rosario Raneri al consigliere capogruppo di Cambiamo Acireale Giuseppe Ferlito, dal Liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro al co-coordinatore del Forum permanente Mario Scandura. Tutti, ad eccezione dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei, assente per impegni istituzionali.  C’erano proprio tutti, come l’ultima volta – nella scorsa primavera del 2015 – quando nell’ufficio della Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni Grazia Terranova, anche lei presente in audizione giorno 3 febbraio, si provò a trovare una soluzione all’impasse venutasi a creare con la ritardata pubblicazione del bando di privatizzazione. E’ passato quasi un anno e le cose non sono cambiate, anzi le criticità sono aumentate. Anche allora più o meno con le stesse persone (non c’era il Presidente Raneri, ma c’erano Luigi Bosco, liquidatore “pro tempore” e l’on. Nicola D’Agostino presente agli incontri) come dinanzi alla II Commissione parlamentare all’ARS l’altro giorno, la dott.ssa Terranova, laurea in Giurisprudenza con 110/110 all’Università di Catania (clicca qui per il curriculum), componente dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Regione, è stata irreprensibile. Prima di trovare il rimedio, che pure c’era e c’è ancora, bisogna accertare la colpa fino in fondo e far espiare quella colpa a chi il delitto l’ha commesso. Per la Terranova, c’è sempre spazio per un’azione di responsabilità verso gli amministratori e se le Terme non fossero in grado di pagare le spese legali, ci sarebbe la via del patrocinio gratuito. Insomma, carte su carte, perché dal 2011 – da quando è stata avviata la liquidazione – le Terme di Acireale SpA e quelle di Sciacca SpA sono soltanto un faldone che si riempie di carte, lettere e ricorsi. “Se le Terme di Acireale fallissero – ha detto l’altro giorno in Commissione la dottoressa Terranova – non sarebbe un dramma”. Tecnicamente parlando, la Dirigente potrebbe aver ragione. Si parla infatti del fallimento come procedura concorsuale societaria che ha per oggetto non gli stabilimenti, ma la società di gestione da tempo sovraccarica di debiti e gravata da rilevanti perdite di esercizio. E al liquidatore si sostituirebbe il curatore fallimentare nell’esercizio di tutte le sue prerogative di gestore della fase terminale di un’azienda, col pagamento dei debiti, la riscossione dei crediti e la restituzione dell’attivo al Socio unico, cioè la Regione. Tecnicamente, non fa una grinza la dichiarazione della dottoressa Terranova. Peccato però che poi ci si dimentica che a questa soluzione, che trasferirebbe al Tribunale poteri che fino ad ora la Regione non è stata in grado di esercitare fino in fondo, ci si arriva dopo aver inanellato uno dietro l’altro ritardi, mancati atti e inadempimenti che il socio di una SpA, per quanto pubblica, dovrebbe evitare di compiere, facilitando e non limitando come è avvenuto di fatto la gestione dell’organo liquidatorio e avviandola lentamente e inesorabilmente verso il fallimento. Fallimento la cui istanza non è stata proposta dai creditori, ma avanzata d’ufficio dal Tribunale di Catania a seguito degli accertamenti giudiziari degli ultimi mesi. A proposito di colpe del Socio Regione si potrebbero menzionare: la balbettante interlocuzione con Sviluppo Italia Sicilia per la redazione del bando di privatizzazione, sempre rinviato; la mancata corresponsione di 400,000 euro già previste nel bilancio regionale ma mai liquidate dall’Ufficio Speciale per le liquidazioni, per non incorrere nelle “bacchettate” della Corte dei Conti per causato danno erariale; il tentennamento nella interlocuzione con Unicredit, creditrice delle somme dovute per la mancata riscossione delle rate di mutuo, fino al pignoramento completo di due immobili delle Terme; l’assenza alle Assemblee dei Soci convocate dal liquidatore, compresa quella decisiva per l’approvazione del bilancio 2014; e così via. Insomma, un vero e proprio litigio societario, all’interno di una società per azioni pubblica. La Città di Acireale, attraverso il Sindaco e il Consiglio Comunale, avrebbe tutto il diritto di costituirsi parte civile nei confronti della Regione per queste “in-azioni” che alla lunga hanno causato più danni (e non solo erariali!) di quanti non ne abbia determinato finora una gestione incerta e travagliata dei rapporti tra Socio Regione e liquidatori pro-tempore. Ma non è tempo di inseguire colpe. Non ora, comunque. Bisogna porre rimedio subito e i margini ci sono ancora tutti. “A bocce ferme”, cioè senza al momento determinare ulteriore esborso finanziario per la Regione che, alla vigilia della approvazione della finanziaria,  non può permettersi di stanziare un solo quattrino per una società in perdita come le Terme di Acireale società per azioni. A “bocce ferme”, per salvare ed accelerare la liquidazione innanzitutto e poi pensare alla privatizzazione, evitando di confondere i due piani di intervento, come ad arte è stato fatto fino ad ora. Una liquidazione, lo abbiamo sempre detto, non equivale ad una liquefazione.

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Incontro alla Regione. Terme da salvare, un bando per l’affidamento ai privati


L’articolo su La Sicilia del 4 febbraio 2016

 

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Domani all’ARS a Palermo la delegazione acese per le Terme. Ultima spiaggia?


Domani mattina 3 febbraio, la delegazione acese formata dal Sindaco Roberto Barbagallo, dal Presidente del Consiglio Rosario Raneri, dal Liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro e dal Coordinatore del Forum Mario Scandura sarà ricevuta in audizione dinanzi alla II Commissione parlamentare all’ARS presieduta dall’On.Vincenzo Vinciullo, cui il Lions Club Acireale si era rivolto con lettera del 17 gennaio scorso a firma del suo Presidente Rosario Faraci. In poco meno di quindici giorni, dunque, si è passati dalla richiesta della società civile alla convocazione ufficiale per discutere sulle problematiche finanziarie ed occupazionali delle Terme di Acireale. Va dato atto al Presidente Vinciullo di aver prestato particolare attenzione alla vicenda, dopo aver fatto altrettanto nelle scorse settimane con le Terme di Sciacca. In audizione domani sono stati convocati pure l’Assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei e la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni Grazia Terranova. La Commissione Bilancio è la sede istituzionale dove Liquidatore e Socio (cioè la Regione rappresentata da Baccei e Terranova) potranno confrontarsi in merito alle procedure della liquidazione in atto, mentre è sempre incombente la spada di Damocle della sentenza di fallimento che il Tribunale di Catania potrebbe a breve pronunciare. La stessa Commissione è anche il luogo in cui la Città di Acireale, rappresentata dai massimi vertici istituzionali e da un pezzo della società civile, potrà chiedere ai parlamentari maggiore attenzione verso un complesso di beni, di proprietà della Regione, che insistono in un territorio a forte vocazione turistica, attualmente “mutilato” dalla inattività degli stabilimenti termali e dei connessi cespiti alberghieri. Insomma, potrebbe veramente trattarsi dell’ultima spiagga. La Commissione ha competenze varie, comprese quelle riguardante le società regionali partecipate come le Terme di Acireale SpA. Ha competenze pure in materia di privatizzazioni, che amministrativamente è materia seguita dall’Assessore all’Economia. Sulle Terme di Acireale ormai dal 2010 si intrecciano le due vicende della liquidazione e della privatizzazione. La seconda è bloccata da tempo, poichè il bando ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione degli stabilimenti ai privati non è mai stato redatto. I contenuti del bando infatti dipendono dalla valutazione degli asset aziendali e su questa pesa l’andamento della liquidazione. Le procedure di liquidazione non hanno mai visto un ruolo attivo del Socio Regione che, senza più stanziare alcuna risorsa finanziaria, ha lasciato sui liquidatori “pro tempore” l’incombenza di far quadrare i conti, per giunta in assenza di attività e di prestazioni erogate alla clientela. Ma i conti non tornano mai, perchè sono oltre 12 milioni le perdite di esercizio cumulate di anno in anno dal 2006 e il patrimonio si è ridotto consistentemente, passando da 56 milioni a poco più di 40 milioni di euro. Adesso, è incombente la spada di Damocle della sentenza di fallimento dai cui esiti dipenderà sicuramente il futuro della liquidazione, poichè questi compiti potrebbero essere affidati ad un curatore fallimentare. Se così fosse, la privatizzazione potrebbe ancora slittare in avanti. Rimangono ancora margini perchè la Regione possa comportarsi veramente da Socio, guidando attivamente (e con lo stanziamento di qualche risorsa) la liquidazione, senza lasciarsi travolgere dagli eventi giudiziari e senza lasciare che la società di gestione si incancrenisca  completamente, danneggiando pure le condizioni degli asset immobiliari (come potrebbe accadere per gli alberghi e gli stabilimenti). Rimangono dunque ancora margini perchè si possa definire un quadro chiaro, sul piano contabile e degli asset, affinchè – con adeguate regole – i privati possano giudicare attrattivo il bando per l’affidamento della gestione degli stabilimenti e partecipare al bando stesso.  La Commissione Bilancio è la sede in cui tutte le questioni potrebbero trovare un giusto compromesso. Potrebbe veramente trattarsi dell’ultima spiaggia.

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Dopodomani tutti a Palermo per le Terme di Acireale


E’ stato diramato l’ordine del giorno dei lavori della II Commissione parlamentare all’ARS e dopodomani, il 3 febbraio, a partire dalle ore 9.00 saranno discussi una serie di argomenti. All’ordine del giorno, al punto V, si legge testualmente “Audizione dell’Assessore  regionale  per  l’economia,  del dirigente responsabile dell’Ufficio speciale per la  chiusura delle liquidazioni, del sindaco del comune di  Acireale,  del commissario  liquidatore  delle  Terme  di  Acireale  e  del presidente  del  Lions  club  di  Acireale  in  merito  alle problematiche finanziarie ed occupazionali delle Terme”.

La II Commissione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana, la Commissione Bilancio per l’appunto, ha competenze nelle seguenti materie: bilancio e programmazione, finanze, controllo della spesa regionale, ed extraregionale, credito e risparmio. La presiede l’on.Vincenzo Vinciullo (nella foto in basso) che, ricevuta una lettera del Lions Club Acireale il 17 gennaio scorso (vedi in basso), ha assicurato pronta disponibilità, favorendo per l’appunto l’audizione programmata per il 3 febbraio. Della Commissione fanno parte i deputati regionali: Mario Alloro, Giovanni Carlo Cancelleri, Michele Cimino, Giovanni Di Giacinto, Giovanni Di Mauro, Santi Formica, Claudia La Rocca, Giuseppe Lupo, Giovanni Panepinto, Luca Sammartino, Girolamo Turano. Ne sono Vice presidenti: Emanuele Dipasquale e Riccardo Savona (che in passato l’ha presieduta). Ne è segretario Roberto Saverio Clemente.

Sono stati convocati, insieme ai componenti della delegazione acese, il dott. Alessandro Baccei, Assessore regionale per l’economia e la dott.ssa Grazia Terranova, dirigente responsabile dell’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni.

Si tratta, dunque, di un vero e proprio “tavolo tecnico”, convocato dinanzi alla Commissione parlamentare competente per materia, che nelle prossime settimane voterà la Finanziaria regionale.

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La lettera del Presidente del Lions e Co-coordinatore del Forum delle Terme prof. Rosario Faraci, inviata il 17 gennaio scorso al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS.

Onorevole Presidente della Commissione Bilancio,

questo Lions Club Acireale, che ho l’onore di presiedere nel
cinquantesimo anno di attività sociale, da diversi anni segue con viva
attenzione e forte preoccupazione l’evolversi delle vicende inerenti
le Terme di Acireale, per le quali la legge regionale n.11/2010 ha
stabilito la liquidazione della società di gestione e l’affidamento ai
privati della gestione degli stabilimenti.

Nel 2011, questo Lions organizzò un pubblico incontro sul termalismo
(9 aprile), a seguito del quale si decise: a) di produrre una nota
indirizzata e poi consegnata brevi manu dal sottoscritto al Presidente
della Commissione Bilancio all’ARS, allora l’on. Riccardo Savona; b)
di sollecitare il Consiglio Comunale di Acireale di attivarsi
prontamente – anche attraverso un tavolo tecnico permanente con la
Regione – per compiere, anche attraverso l’Amministrazione Comunale,
tutti gli atti di competenza per salvaguardare i territori su cui
insistono gli stabilimenti termali e gli altri compendi immobiliari di
pertinenza; c) di dar vita, a partire dal 1 giugno 2011, ad un Forum
permanente per le Terme di Acireale che, tuttora attivo, ha svolto
diverse attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, di
informazione attraverso i mass media, di studio e di ricerca di
materiali documentari, di pungolo delle istituzioni pubbliche
regionali e locali, come si evince dal sito www.termediacireale.it

Attraverso questa missiva, nel rispetto delle prerogative
istituzionali proprie dell’ARS e della sua Commissione Bilancio e in
osservanza delle competenze di tutti gli altri Enti e Uffici
dell’Amministrazione a vario titolo coinvolti formalmente nella
vicenda, chiediamo alla S.V. ill.ma di voler dare la disponibilità: a)
ad organizzare una visita agli stabilimenti termali di Acireale per
accertarsi delle condizioni in atto e, successivamente a seguito del
sopralluogo, b) a voler indire al più presto Palermo una riunione
della Commissione per consentire, in audizione, a tutti gli
stakeholders interessati alla vicenda (l’ Amministrazione Comunale e
il Civico Consesso di Acireale, l’organo liquidatorio delle Terme di
Acireale SpA, il Forum permanente per le Terme di Acireale, altri
soggetti selezionati ed invitati) di poter offrire un contributo per
l’individuazione delle soluzioni più idonee che facilitino ed
accelerino il rispetto degli impegni previsti dalla legge regionale
n.11/2010 oppure individuino una “road map” diversa per venir fuori,
con nuove soluzioni, dalla situazione di stallo venutasi a
determinare.

Allo stato attuale, come alla S.V. sarà dato modo di accertarsi, gli
stabilimenti termali di Acireale (S.Venera e S.Caterina) sono
inattivi; il Parco delle Terme di Santa Venera (uno dei giardini
inglesi più belli d’Italia) è precluso all’accesso di visitatori,
turisti e residenti; una parte del compendio immobiliare è oggetto di
contenzioso tra la Regione Siciliana e Unicredit, con provvedimento
del Tribunale al momento in favore dell’istituto bancario.  Inoltre,
la società di gestione Terme di Acireale SpA, interamente partecipata
dalla Regione Siciliana, ha accumulato dal 2006 al 2013 perdite per
oltre 12 milioni di € e il suo patrimonio è diminuito in valore da
oltre 56 milioni a poco più di 40 milioni di € nello stesso intervallo
temporale. La procedura di liquidazione, iniziata nel 2010, non è
ancora conclusa;  il bando ad evidenza pubblica per l’affidamento ai
privati della gestione degli stabilimenti, la cui competenza a
redigerlo è di Sviluppo Italia Sicilia, non è stato fino ad ora
pubblicato.

I ritardi con cui il Dipartimento Bilancio della Regione Siciliana,
competente in materia di liquidazioni e privatizzazioni delle
partecipate, sta esitando le due procedure comportano, ogni giorno che
passa e in assenza di attività e di prestazioni termalistiche erogate,
un ulteriore depauperamento del valore della società di gestione, con
seri rischi di default della società di gestione e grave nocumento
all’immagine della Città di Acireale e alla sua vocazione
turistico-termale consolidata fin dal 1873, anno in cui gli
stabilimenti di Santa Venera vennero inaugurati e aperti al pubblico.

Certo di un Suo autorevole interessamento alla vicenda, fiducioso che
saprà apprezzare il contributo che un’associazione di servizio come il
Lions intende spontaneamente offrire attraverso il Forum, consapevole
che esistono ancora margini per consentire al Parlamento siciliano di
esercitare fino in fondo le proprie prerogative istituzionali in
materia di società partecipate operanti in ambito termalistico, colgo
l’occasione per ringraziarLa dell’attenzione.

Cordiali saluti

Il Presidente del Lions Club di Acireale

Co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale

Prof. Rosario Faraci