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Il governo ritirerà l’emendamento. Il futuro delle Terme di Acireale passa unicamente dalla concertazione


E’ una guerra di nervi, ma pian piano il buon senso si sta affermando. Ci sono alcuni aggiornamenti dall’Assemblea Regionale Siciliana dove è in corso la discussione sulla legge di stabilità. Abbiamo dato notizia che sull’art.53 della legge erano stati presentati alcuni emendamenti, uno soppressivo (a firma di Alice Anselmo e Luca Sammartino, del PD), l’altro integrativo su proposta del Governo regionale, cioè dell’Assessore Alessandro Baccei, del Presidente Rosario Crocetta e, dunque, dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni (retto dalla dottoressa Grazia Terranova). Se venisse votato l’emendamento soppressivo, l’art.21 della legge regionale n.11 del 12/5/2010 rimarrebbe così come fu approvato sei anni fa, ovvero con l’esclusività dei poteri della Regione in materia di bando ad evidenza pubblica per la privatizzazione, mentre è in corso la liquidazione, dunque determinando – come finora è avvenuto – un vicendevole ritardo in entrambe le procedure. Sarebbe un paradosso, tenuto conto che a proporre un emendamento del genere è il PD che, sia nella passata come nella attuale legislatura, ha sempre affermato il contrario, ovvero di voler accelerare il processo di rilancio del termalismo (vedi il disegno di legge di Concetta Raia sul riordino del sistema termale). Se venisse votato l’emendamento integrativo presentato dal Governo regionale, si determinerebbe soltanto caos, poichè: a) gara ad evidenza pubblica e trattativa diretta sono due modalità di privatizzazione alternative, che però vanno definite ex ante e non in corsa; b) la eventuale alienazione di beni indisponibili di proprietà della Regione potrebbe privare per sempre il termalismo delle risorse strutturali necessarie per rilanciare questo settore dell’economia e del turismo siciliani. Sembra invece che il Governo voglia ritirare l’emendamento, lasciando il testo com’è, ovvero come è stato recentemente approvato in Commissione Bilancio, dunque con la estensione ai liquidatori, proposta dall’on.Angela Foti, della possibilità di redigere il bando. Se è vero, infatti, che il compito dei liquidatori è facilitare lo scioglimento delle società, è pur vero che l’interferenza del percorso di privatizzazione va gestita intelligentemente, dando anche ai liquidatori la possibilità di confezionare, con l’assistenza della Regione socio unico, proposte serie e appetibili per il mercato degli investitori. Nel caso di Acireale, la proposta non può che passare attraverso un mix di elementi: 1. l’estensione della durata dell’usufrutto o della concessione; 2. l’assorbimento da parte del privato dei debiti, o quanto meno del debito nei confronti di Unicredit; 3. la rinegoziazione dei debiti della società Terme di Acireale verso gli altri creditori istituzionali (tra cui il Comune di Acireale, la Sogip, l’Enel e così via); 4. l’unitarietà del complesso aziendale, ovvero stabilimenti termali e alberghi insieme e non spezzettati. Per questi motivi, l’unica strada praticabile – come ha sempre sostenuto il Forum permanente per le Terme – rimane la concertazione, ovvero la costituzione di un tavolo tecnico dove, presenti il liquidatore, il Socio unico Regione e i creditori privati e istituzionali – si possano ricomporre tutte le vicende, facilitare la liquidazione e avviare il percorso di privatizzazione. Se il Governo regionale ritirerà l’emendamento e il PD rinuncerà ad un emendamento, che sembra più tattico che strategico, vorrà dire che il buon senso, pian piano, sta prevalendo.

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