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Archivi del mese: dicembre 2014

Giudizio negativo della Corte dei Conti sulle Terme e sulle altre partecipate regionali


Corte dei Conti, giudizio negativo sulle partecipate regionali (l’articolo del Quotidiano di Sicilia)

di Giovanna Naccari
La deliberazione n. 211/2014 della Sezione di Controllo adottata a seguito dell’adunanza del 9 ottobre è stata trasmessa all’Ars. I magistrati contabili accusano la Regione: “La Lr 5/2014 ha cristallizzato una situazione già esistente”

Palermo – La Regione siciliana è sorda e lenta sul riordino delle società partecipate. “Numerosi profili di criticità e di cattiva gestione” li osserva la Corte dei Conti per la Regione siciliana, che ha trasmesso il 17 dicembre all’Ars la deliberazione adottata nell’adunanza del 9 ottobre, riguardo all’indagine sulle misure correttive messe in campo dalla Regione dopo un precedente lavoro della magistratura contabile che ricostruiva l’universo delle società partecipate regionali negli anni 2009-2012.
A giugno la Corte dei Conti era stata ascoltata sulle partecipate dalla commissione Bilancio dell’Ars.
L’indagine della Sezione di controllo, presieduta da Maurizio Graffeo, relatore Gioacchino Alessandro, fotografa le partecipazioni societarie totalitarie e maggioritarie della Regione, le singole gestioni, le relazioni finanziarie che intercorrono con il socio, l’adeguatezza del sistema di governance regionale.
In particolare, oggetto d’esame sono stati l’adeguamento del sistema informativo contabile della Regione, gli interventi di ripiano delle perdite e le variazioni  del patrimonio netto, i flussi finanziari di spesa della Regione a favore delle partecipate, l’armonizzazione dei crediti e dei debiti tra Regione e partecipate, i costi della struttura e del personale.
Sotto la lente di ingrandimento, riguardo alla opportunità “della partecipazione regionale, alla necessità di valutare la capacità di continuità aziendale e gli opportuni interventi conseguenti alle criticità economico-gestionali e allo stato di insolvenza” finiscono le società Sicilia e Servizi, Seus 118, Terme di Sciacca e Terme di Acireale in liquidazione, Azienda siciliana Trasporti e Airgest. La magistratura contabile, prendendo atto che dalla Regione “è stato compiuto uno specifico approfondimento” per queste società, rileva che “la correttezza delle scelte in ordine al mantenimento delle società viene data come assunto, ma in effetti – si legge nella relazione – non sembrano evidenziarsi le ragioni sottese a tale decisione, nonostante lo stato di diffusa aredditività e i risultati gestionali negativi conseguiti negli anni, come anche gli elevati costi di struttura”.
Osserva la Corte: “L’approfondimento analitico intrapreso dalla Regione avrebbe dovuto precedere il momento delle scelte strategiche, affinché queste ultime potessero porsi in linea con i principi di buon andamento e di ragionevolezza cui l’azione amministrativa deve conformarsi”.
I magistrati contabili osservano, inoltre, che “la legge regionale 5/2014 cristallizza una situazione di fatto già preesistente, poiché le 11 società individuate – scrive la Corte – corrispondono a quelle già rilevate nel precedente piano di riordino, meno le tre Sicilia e Servizi, Sicilia Turismo e Cinema, Lavoro Sicilia, già poste in liquidazione dagli organi sociali”.
Un capitolo è dedicato ai trasferimenti erogati dalla Regione alle partecipate negli anni 2009-2012. Su questo punto, scrivono i magistrati “si deve rilevare, in senso critico, che non è stato effettuato l’approfondimento richiesto”.
Tra i tanti rilievi, la Corte aveva segnalato la necessità di effettuare verifiche di regolarità sui pagamenti nei confronti di: Muliservizi (3.387.687 euro, sostegno finanziario); Biosphera in liquidazione (350 mila euro, richiesta del liquidatore per evitare lo stato di insolvenza); Sicilia e-Ricerca (300 mila euro, aumento di capitale); Lavoro Sicilia, in liquidazione nel 2012 (285 mila euro a titolo di coperture perdite), Ciem (mandati di pagamento per 2.486.387 euro nel 2012).
In merito alle criticità riscontrate sulle assunzioni di personale, la Corte riporta, segnalata dall’amministrazione regionale, che ha denunciato il danno, “l’illegittima prosecuzione di rapporti a tempo determinato presso la Società Patrimonio Immobiliare”.
La Corte, inoltre, puntualizza l’esigenza della “piena trasparenza e accessibilità delle informazioni” perché serve anche a ”garantire l’integrità dei comportamenti degli amministratori e la prevenzione di fenomeni corruttivi o di cattiva amministrazione”.

Articolo pubblicato il 31 dicembre 2014 – © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sito del Forum – analisi del 2014


I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 16.000 volte in 2014. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 6 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Una petizione pubblica per salvare le Terme di Sciacca


Il link al sito Firmiamo.it

Le Terme di Sciacca sono tra le più rinomate della Sicilia, conosciute ed apprezzate fin dai tempi degli antichi greci. Merito delle proprietà terapeutiche delle sue acque sulfuree ma anche della presenza unica al mondo delle grotte vaporose, le cosiddette Stufe di S. Calogero, che si trovano sulla vetta del monte Kronio e che la leggenda vuole fossero state scoperte da Dedalo, in fuga da Creta.

Le risorse termali di Sciacca sono molteplici. Una delle quali è rappresentata dalle famose grotte o “stufe” all’ interno delle quali l’atmosfera satura di vapore acque raggiunge la temperatura di quasi 40°; la terapia essudatoria (“antroterapia”) che vi si pratica risulta molto efficace per la artrosi, per diverse patologie dell’apparato osteoarticolare, per le patologie infiammatorie delle vie aeree superiori, per la gotta e la uricemia. Tra le diverse acque presenti nella zona, spicca invece quella di natura sulfurea che sgorga dalla Valle dei bagni e che è alla base del fango poi utilizzato per la fangoterapia; si tratta di un’acqua sulfureo-salso-bromo-iodico ipertermale che sgorga alla temperatura di 56°. Le inalazioni dell’acqua sulfurea possono apportare importanti giovamenti a coloro che soffrono di infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio, di asma bronchiale, di enfisema polmonare e di bronchictasie e, a livello di otorinolaringoiatria, per le riniti, le sinusiti, le faringiti, le otiti e le laringiti. Una notevole efficacia è stata inoltre dimostrata nella cura di alcune malattie della cute (psoriasi, dermatite seborroica e acne) e delle malattie infiammatorie croniche dell’apparato genitale femminile. Un’altra acqua, proveniente dalla sorgente dell’acqua Santa e di natura minerale, è considerata efficace per la diuresi.

Oggi però, le Terme, non navigano in acque sicure e rischiano la chiusura.

FIRMA ANCHE TU QUESTA PETIZIONE!! LE TERME SONO ANCHE TUE!!!

Visita dei ladri all’ex Hotel Terme di Acireale


dal sito CataniaToday

Furti e rapine nella provincia etnea, 6 arresti in poche ore
ACIREALE – Stanotte, due ladri, dopo aver forzato una porta d’ingresso secondaria, hanno pensato bene di fare una visitina all’interno dell’ex Hotel delle Terme di Acireale, già chiuso da qualche anno, per razziare diverso materiale idraulico (rubinetterie e lavabi) e degli infissi in alluminio anodizzato.  La sorte avversa ha voluto che un vigilantes si accorgesse della porta violata e che avvertisse in tempo reale il 112 che immediatamente ha inviato  sul posto una gazzella del  Nucleo Radiomobile della locale Compagnia. I due Carabinieri, appena giunti, sono entrati nell’albergo ed hanno sorpreso i due mentre erano ancora intenti a smontare gli infissi. I militari, dopo averli ammanettati, hanno rinvenuto, in una stradina adiacente alla struttura, una Lancia Y,  già carica di parte della refurtiva, sottoposta a sequestro poiché priva di assicurazione obbligatoria.

 

Se le Terme sono un problema, chiudetele!


Su Controvoce

Terme. Provocazione de L’AltraSciacca: “Se sono un problema, chiudetele!”

Durissimo intervento “anti-politica”, contro una mentalità popolare del compromesso e della sopportazione, quello che arriva oggi dalla nota associazione L’AltraSciacca.

Un’intervento che sa tanto di provocazione, ovviamente, ma che spinge a riflettere su cosa sia diventata la gestione della Cosa Pubblica in questa terra di Sicilia e soprattutto, come i cittadini assistano passivamente alle decisioni che chi sta nelle stanze dei bottoni, prende per loro conto.

“Una delle cose che più ci fa arrabbiare – dicono – è l’atteggiamento da <<cappello in mano>> che spesso, troppo spesso, è adottato nei confronti della politica e delle sue scelte.

Consideriamo ad esempio le Terme di Acireale e Sciacca: le prime sono ferme e chiuse da tempo, quelle di Sciacca invece ormai da anni sono nel limbo de <<lo stiamo facendo>>, <<ormai ci siamo>>, <<il bando sarà pronto>> e così via dicendo.

Intanto sono già trascorsi 2 anni in questa tragica situazione che rischia concretamente di far soffrire le famiglie dei lavoratori che in quello stabilimento operano.

Lo scenario del teatrino della politica è sempre lo stesso, purtroppo a tenerlo in piedi è come sempre il nostro supino atteggiamento di accondiscendenza o, per meglio dire, la nostra indomabile ingenuità e credulità. I nostri politici continuano a fare i viaggi della speranza con tanto di letterine alla babbo natale senza mai riuscire ad individuare le responsabilità e, di conseguenza, senza punire i responsabili.

Nella realtà troppo spesso accade che si costituiscono dei gruppi separati e non dialoganti: i politici, i sindacati, i lavoratori, gli amministratori regionali, le singole associazioni. Ognuno di questi soggetti lavora, o dice di lavorare, per la soluzione del problema ma senza condividerla con altri o senza riuscire a farlo.

I politici si stracciano le vesti e raccontano di essere impegnati nella soluzione del problema; i sindacati cercano di fare il loro lavoro ricevendo picche dalla politica; le associazioni intervengono singolarmente; i dipendenti, che giustamente lottano per il loro posto di lavoro, non riescono a coinvolgere o non vogliono coinvolgere altri soggetti.

Il risultato? E’ quello che vedete oggi sotto i vostri occhi.

Le Terme di Sciacca sono in stato comatoso, vivono un’incertezza costante sul futuro col rischio della perdita dei posti di lavoro, e il governo regionale di Crocetta che continua ad essere incapace a trovare soluzioni per risollevare la situazione ed effettuare un cambio di marcia.

Abbiamo assistito in questi ultimi anni ad un andirivieni di assessori, governatori e funzionari che ci hanno rassicurato sul destino delle nostre Terme, salvo poi, appena aver lasciato Sciacca, dimenticarsene totalmente.

La giostra delle belle parole, delle promesse mai mantenute, dei provvedimenti di rilancio del patrimonio termale sempre funzionante ed efficace e noi sempre pronti a digerire tutto, senza fiatare, pur sapendo che si trattava di presa in giro.

Sappiamo che la speranza è l’ultima a morire, ma adesso s’è oltrepassato il limite di ogni ragionevole sopportazione.

I cittadini di Sciacca sono disposti ad essere presi ancora in giro ritenendo che le Terme siano in mano ad un oscuro fato o, finalmente, si uniranno per far sentire forte la propria rabbia e la propria indignazione?

Cari concittadini la vera sfida la dobbiamo vincere contro noi stessi. Non c’è più tempo per aspettare il forestiero di turno che, come un angelo salvatore, arrivi nella nostra città per risollevare le Terme. E’ arrivato il momento di unirci e, tutti insieme, gridare con forza ai sordi che ci governano che le nostre Terme sono una risorsa fondamentale per Sciacca e non un problema.

Diversamente, se tutti noi riteniamo che siano solo un problema, le Terme chiudiamole!

In Sicilia carrozzoni da record: 312 milioni solo per gli stipendi


Dal sito Il Giornale.it

Tenetevi forte: 312 milioni di euro in stipendi. Una cifra che ha dell’incredibile se non fossimo nella Sicilia dei carrozzoni pubblici, dove la realtà supera la fantasia.

Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta

Quel numero è il costo complessivo, in un solo anno (il 2012), di costi del personale, costi di consulenze e costi degli organi societari (Cda, collegio dei sindaci, revisori) delle 33 (altro record) società partecipate della Regione Sicilia. Il numero lo evidenzia la Corte dei conti, che di continuo chiede al governo regionale di mettere mano alla spesa abnorme per le partecipate, senza ottenere nulla in cambio (malgrado gli annunci del governatore Rosario Crocetta, che nel novembre 2012 appena eletto disse: «Se fra tre mesi si continuerà a parlare sempre degli stessi sprechi mi dimetterò»), tanto che a ottobre la sezione di controllo della Corte dei conti ha deferito la Regione per non aver né risolto né risposto sul caso delle troppe (e troppo costose) partecipate regionali. Trentatre società, che impiegano un esercito di quasi 7.300 persone. Senza contare le consulenze e i contratti a tempo determinato. Parliamo di una spesa che in quattro anni ammonta a oltre un miliardo di euro (tra il 2009 e il 2012). Ventuno milioni al mese, 700mila euro al giorno per tenere in piedi le trentatre società regionali.

La maggior parte delle quali in rosso. L’Ast-Azienda Siciliana Trasporti, al 100% proprietà della Regione Sicilia, è sull’orlo del fallimento da tempo, ogni anno pesa sui bilanci per 23,5 milioni di euro e spende per il suo consiglio di amministrazione 150mila euro. Il bilancio 2010 ha registrato una perdita di 1,4 milioni, quello 2011 di 8,9 milioni, quello 2012 un utile di appena 83 mila euro. E Riscossione Sicilia, la Equitalia della Regione siciliana (che ne possiede il 99%)? «È l’unico gabelliere in Italia che fa segnare perdite» lamenta il governatore. Perdite spaventose: 5 milioni di euro nel 2011, debiti per 60 milioni e un’esposizione con le banche di 160 milioni. «Emerge – si legge nella relazione sulle partecipate – un atteggiamento complessivo della società mirante ad ottenere da parte degli organi tutori della Regione Sicilia continue autorizzazioni ad assumere nuovo personale. Ciò ha trovato un deciso cambio di rotta da parte del nuovo Consiglio di gestione». In rosso è finita Sviluppo Italia Sicilia: 640 mila euro nel 2010, 487 mila nel 2011, 2,6 milioni nel 2012 (100 mila euro in consulenze), mentre il direttore generale Vincenzo Paradiso ha guadagnato tra il 2010 e il 2013 cifre tra i 180 e i 190 mila euro annui. In perdita costante anche le Terme di Acireale e Sciacca, in liquidazione. In Sicilia e-Ricerca – racconta il giornale on line LiveSicilia – lavorano due dipendenti a tempo indeterminato oltre al direttore generale Antonino Giuffrè: compenso da 194.450 euro annui lordi. E poi ovviamente non mancano le società fantasma, quelle senza dipendenti. Come la partecipata Sicilia Turismo e Cinema, nessun dipendente, e un conto corrente pignorato da un ex consulente che ha fatto causa dopo che gli hanno chiuso la collaborazione.

Ma nell’Isola dei paradossi si arriva al top dell’assurdo: società in liquidazione che non possono essere liquidate perché vantano crediti dalla Regione, e finché il contenzioso è aperto la stessa Regione paga per tenerle in vita; società che da ben 30 anni, mica un giorno, attendono la liquidazione. Altro che «giungla», una babele. Il record trentennale per la liquidazione, ancora non completata, spetta alla Siace spa, Società per l’industria agricola cartaria editoriale. Era il 1985 quando l’Espi, l’Ente di sviluppo industriale, iniziò la procedura di liquidazione. La pratica è ancora aperta. E la Regione in un solo anno ha sborsato 8mila euro per il liquidatore. Stesso discorso per altri due carrozzoni, Biosphera e Multiservizi, il cui personale è confluito nella nuova Sas, Servizi ausiliari Sicilia: la prima ha un debito per il Tfr pari circa 1,5 milioni, ma attende dalla Regione circa sei milioni; peggio per la Multiservizi, debiti per il Tfr da circa 7 milioni ma crediti da 18 milioni. Una babele. Crocetta recentemente ha annunciato che le partecipate scenderanno a 11, via le quote da banche, terme e aeroporti. E tra le salve, naturalmente, c’è la Sicilia e-Servizi guidata dall’amico ex pm Antonio Ingroia