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Archivi del mese: dicembre 2013

Affidare l’agnello al lupo. A Sciacca sono arrabbiati per il bando sulla privatizzazione


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – EDITORIALE
BANDO TERME, L’ADVISOR CHE IN 5 ANNI HA DILAPIDATO IL PATRIMONIO DI 5,7 MILIONI DI EURO

28/12/2013 04.04

Editoriale di Filippo Cardinale

La Sicilia è terra dell’esasperazione. Non c’è una misura mediana, tutto è spinto al massimo, all’estremo. La politica, in modo particolare, è l’esempio dell’estremo stesso. Per “salvare” le Terme di Sciacca e di Acireale, la politica regionale non trova di meglio che affidare l’incarico di advisor, per traghettare le strutture in mano alla gestione dei privati, ad una società a partecipazione regionale che negli ultimi cinque anni di gestione ha dilapidato il suo patrimonio iniziale: Sviluppo Italia Sicilia.

Il danno è grosso se si pensa che sono stati “bruciati” 5,7 milioni di euro. Dunque, una gestione fallimentare. C’è un detto emblematico, affidare l’agnello al lupo. Le due strutture termali regionali, quella saccense e quella acese, sono in perenne stato di profondo rosso, con bilanci chiusi con perdite consistenti. E cosa fa la Regione, o meglio, la politica regionale? Affida due Aziende in perdita ad un’altra Azienda in perdita per il loro traghettamento verso la valorizzazione.

Come advisor, sotto la guida dell’ex presidente della regione, Raffaele Lombardo, è stata scelta, per affidamento diretto, Sviluppo Italia Sicilia. Premesso che detta società è sorta con lo scopo di attrarre imprenditori capaci di investire in Sicilia e proiettare l’Isola verso il rilancio economico-imprenditoriale, non ci sono, fino ad oggi, esempi rasserenanti, o incoraggianti, di attività andate a buon fine e prodotte dalla stessa. L’unica certezza è offerta dalla capacità di Sviluppo Italia Sicilia di aver disperso in perdite annuali il patrimonio iniziale di 5,7 milioni di euro. Il tutto negli ultimi cinque anni. La legge sulla privatizzazione è datata 1999. Sono trascorsi quasi 15 anni. A che punto siamo? Al nulla. E’ stato pubblicato un bando con scadenza lo scorso anno che ha fatto la figura degna di Peppe Nappa. Bando deserto e parto da barzelletta. Ora la regione è in riflessione, in studio. Sta facendo valutare all’Ufficio legale e legislativo della Regione l’opportunità di scegliere tra bando vero e proprio oppure la manifestazione d’interesse.

Siamo messi bene. Il tempo passa. Le Terme accumulano perdite e deprezzamento, Sviluppo Italia Sicilia, accumula perdite su perdite. Quando si dice affidare l’agnello al lupo.

Terme. L’onorevole Angela Foti definisce un bluff il Presidente Crocetta


L’articolo sul blog Fancity

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Questione Terme di Acireale – All’ARS l’on. Angela Foti continua la sua battaglia per fermare il processo di liquidazione e dare nuove risorse, speranze e progetti all’impianto termale pubblico. La smania di privatizzazzione colpisce anche il governatore Crocetta che in campagna elettorale proprio ad Acireale si era espresso per dare nuove risorse alle Terme e rilanciare il comparto “benessere”. Oggi l’onorevole Foti all’ARS è l’unica a predicare fuori dal coro una soluzione pubblica ed efficiente per le nostre terme. Il PD acese continua il suo percorso programmatico di “città termale” ma di fatto siamo in una fase di stallo.

Contro il Grande Freddo utilissime le cure termali


L’articolo di “Più Sani Più Belli” rilanciato sul sito della Fondazione Forst

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La Stancheris va a Sciacca ma non dice nulla sulle Terme


dal Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
MICHELA STANCHERIS DI NUOVO A SCIACCA NON FORNISCE SOSTANZIALI NOVITA’ SUL FUTURO DELLE TERME

22/12/2013 14.20

Per la pubblicazione del bando per la gestione delle Terme ai privati se ne parlerà nel 2014. L’assessore regionale al turismo, Michela Stancheris, presente oggi a Sciacca per partecipare al memoriale di hockery su carrozzina elettronica dei Leoni Sicani, al quale è stata invitata a prendere parte dal deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo, ha risposto alle sollecitazioni dei giornalisti, ma non ha detto nulla di nuovo rispetto a quanto era già noto.

La sensazione è che la Stancheris abbia a cuore la problematica, che però è anche di competenza dell’assessorato all’economia e rientra nel calderone di tante emergenze che la Regione Sicilia deve affrontare. “Parlerà con il presidente Rosario Crocetta – ha detto, dobbiamo fare di tutto per farne una delle principali priorità nel 2014”. La Stancheris ha ricordato la riunione di Palermo di un mese fa, quando si è discusso della necessità di approfondire il percorso da seguire, se manifestazione di interesse o bando di affidamento. Ma pare che da quell’incontro non ci sono stati altri passaggi burocratici sulla delicata questione, che pare sia inserita nell’elenco dei “poi si dovrà” da tutti i governi della Regione che si sono succeduti negli ultimi anni.

Un Treno che si chiama Desiderio


Un Treno che si chiama Desiderio

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Questa è l’immagine dell’Albergo Excelsior Palace vista dal retro della Vecchia Stazione di Acireale. Ho scattato due foto stamattina. Esteticamente non è stato mai un gran bell’albergo a vedersi, era un Pastificio ai tempi in cui Acireale era una cittadina industriosa e sicuramente più imprenditoriale di quanto lo sia ora. Quando l’edificio è stato venduto alla Regione Siciliana alla fine degli anni ottanta, è stato poi deciso di farne un albergo e di annetterlo al complesso immobiliare dell’azienda autonoma delle Terme di Acireale che successivamente l’ha conferito alle Terme di Acireale SpA. Quest’albergo, fino a due anni affidato alla gestione di due imprenditori che non hanno certamente brillato per eccellenti capacità di gestione finanziaria, forse perché più orientati al marketing, è chiuso da dicembre del 2011.  Il braccio di ferro fra Regione creditrice dei canoni di locazione, attraverso la società Terme di Acireale SpA, e i due imprenditori morosi, attraverso la società da loro costituita, si è chiuso a favore della prima che però non ha mai più riaperto l’albergo. In questo braccio di ferro ha interferito una pletora di personaggi di piccolo spessore che, animati da senso di rivalsa o peggio ancora di protagonismo, si è concentrata sul particolare, perdendo di vista il generale. Acireale ha perso così di netto una buona consistenza di posti letto che si aggiungono a quelli mancanti dalla Perla Jonica (oggi chiusa) e da una serie di altre strutture a mezzo servizio (compreso l’ex albergo delle Terme, sito di fronte allo stabilimento di Santa Caterina, anch’esso chiuso). Oggi, dispiace dirlo, non è la città turistica che è stata fino a sette-dieci anni fa.  Sono passati diversi treni e si sono tutti perduti. L’Ultimo Treno si chiama Desiderio. Ed è il Desiderio di vedere funzionanti le Terme e affidate ad un management di altissimo livello; riaperto l’albergo e messo in mano ad imprenditori capaci di coniugare finanza, marketing e produzione; riattivata la vecchia stazione di piazza Agostino Pennisi che comunque aveva una sua utilità pratica, prima che si inaugurasse il moderno impianto sito fuori città. Il Desiderio più grande, però, è vedere che gli Acesi si innamorino nuovamente del loro patrimonio storico-culturale, artistico, immobiliare e turistico e, piuttosto che far chiacchiere, si attivino in tutte le sedi perché queste vergogne – come la chiusura dell’Excelsior – non s’abbiano più a ripetere.  Che il 2014 sia un anno migliore. Lo speriamo tutti.

Acireale, 26 dicembre 2013

Rosario Faraci, Co-coordinatore Forum permanente Terme di Acireale (Lions Club di Acireale)

A rischio chiusura il Grand Hotel delle Terme a Sciacca?


L’articolo pubblicato sul Corriere di Sciacca

SCIACCA – ECONOMIA
GRAND HOTEL DELLE TERME, QUELLA SENTENZA SUL LAVORO CHE POTREBBE METTERE KO LA STRUTTURA
La sentenza che riguarda il rapporto a tempo determinato potrebbe essere replicata da altri con il rischio di far chiudere la struttura alberghiera

20/12/2013 10.11

Il giudice del lavoro, con sentenza n. 188/2013 dello scorso luglio, ha dato ragione ad un dipendente stagionale e torto alla Terme di Sciacca Spa. La lite giudiziaria era sulla conversione del rapporto di lavoro a tempo determinato. Un dipendente, con la qualifica di assistente bagnante brevettato, aveva prestato servizio nella struttura termale per alcuni mesi negli anni che vanno dal 2007 ai giorni nostri. Sempre con stagionalità. Il giudice ha dato ragione al lavoratore sotto il triplice crinale della mancanza di forma scritta di alcuni contratti impugnati (farebbero riferimento al periodo antecedente la gestione di Turriciano), “della mancata indicazione in altri contratti delle specifiche ragioni giustificatrici dell’apposizione del termine in altri contratti, nonché della insussistenza, in tutti i contratti, delle dette ragioni giustificatrici dell’opposizione del termine”.

Il giudice del lavoro ha dichiarato la nullità dei contratti a termine stipulati dall’aprile 2006 al giugno 2011. Inoltre ha stabilito che tra le parti in causa intercorre un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dall’aprile 2006, con diritto al lavoratore ad essere riammesso in servizio con le suddette mansioni. La Terme di Sciacca Spa è stata considerata campo di applicazione del contratto privatistico. La sentenza, che tutela il diritto dei lavoratori e fa riferimento a sentenze di Cassazione, se da un lato risolve una vertenza, dall’altro apre orizzonti che potrebbero mettere definitivamente in ginocchio il Grand Hotel delle Terme. Il Commissario Carlo Turriciano ha appellato la sentenza. “Devo tutelare la Società”, ha detto, rimarcando come se da un lato la struttura termale viene considerata “privata”, dall’altro “deve sottostare al Patto di Stabilità”.

A tutti è nota, e tanto si è scritto giornalisticamente, la vicenda delle assunzioni degli stagionali in primavera. Non si poteva procedere all’assunzione perché lo vietava la legge finanziaria regionale del 2010. Si è dovuto ricorrere all’approvazione di un emendamento che potesse consentire l’assunzione stagionale dei lavoratori da inserire nella struttura alberghiera. Dunque, il limite del profilo privatistico e pubblicistico delle Terme è davvero sottile, se non incerto. Se gli altri lavoratori intentano la stessa causa, il Grand Hotel delle Terme non reggerebbe l’urto economico del costo del personale, chiudendo definitivamente i battenti.

La questione interessa sempre la Regione, la politica, che continua a perdere tempo su una risorsa di rilievo socio-economico. E mentre a Palermo perdono tempo, le Terme ricevono colpi mortali.

Nuovo personale nelle partecipate (Terme incluse) nonostante il blocco delle assunzioni


L’articolo di Antonio Fraschilla sull’edizione palermitana di Repubblica

In arrivo 350 nuove assunzioni così le partecipate aggirano i divieti

Indagine della Corte dei conti sugli escamotage per evitare lo stop ai contratti nelle partecipate della Regione: irregolarità dall’Ast al Ciem a Multiservizi. E il socio privato di e-Servizi è pronto a fare entrare 70 persone

di ANTONIO FRASCHILLA

In arrivo 350 nuove assunzioni  così le partecipate aggirano i divieti
Maurizio Graffeo 

HANNO continuato ad assumere nonostante il blocco imposto dal 2009. E lo hanno fatto aggirando il divieto con contratti atipici che hanno portato a provvedimenti del giudice. Una furbata, in molti casi. Un mezzuccio che ha consentito, o consentirà a breve, l’ingresso di 350 nuove persone nel grande sottobosco delle partecipate di Palazzo d’Orleans. Tanto a pagare è mamma Regione, che per stipendi nella spa mangiasoldi ha già speso un miliardo di euro in quattro anni “senza alcun confronto con il mercato”, come denuncia la sezione controllo della Corte dei conti guidata da Maurizio Graffeo (nella foto). E i grillini lanciano l’allarme anche su una nuova infornata alle porte: quella degli oltre 70 dipendenti del socio privato di Sicilia e-Servizi, come prevede il piano messo a punto dal governo e dal commissario liquidatore Antonio Ingroia per evitare il blocco dell’amministrazione, visto che senza la manutenzione dei server e dei software la Regione non potrebbe pagare gli stipendi e andrebbero in tilt i centri di prenotazione di tutti gli ospedali.

Ma quella di e-Servizi potrebbe essere l’ultima di una lunga serie di infornate “obbligate”. La Corte dei conti ha completato un’indagine sulle assunzioni “fatte nonostante il blocco”. E le sorprese non mancano. Ad esempio Multiservizi ha fatto 215 contratti anomali che rischiano di portare ad assunzioni per provvedimento del giudice del lavoro, che già su alcuni casi si è espresso favorevolmente. Al Parco scientifico “22 contratti di collaborazione sono stati trasformati a tempo determinato ” e due sono stati assunti. Alle Terme di Sciacca “risultano 27 unità in comando” e “durante la liquidazione, per continuare le attività, sono state fatte assunzioni a tempo determinato”. L’Ast ha assunto 42 persone per sentenze del giudice del lavoro, a Sviluppo Sicilia sono state assunte “34 unità che avevano contratti atipici, di cui 28 già scaduti”.

In altri casi invece delle assunzioni sono stati fatti passaggi di livello e premi in busta paga: “A Lavoro Sicilia viene evidenziato che il divieto di assunzioni deve reputarsi violato ove si considerino tali i passaggi d’inquadramento superiore –  scrivono i magistrati contabili  –  la stessa società avrebbe violato anche il divieto imposto nel 2010 sugli aumenti, riconoscendo un incremento salariale di 100 euro lordi mensili ai 7 dipendenti”. Al Ciem, altra società in perenne liquidazione, “ai due dirigenti non è stato applicato l’adeguamento contrattuale previsto con la delibera di giunta 2011”: in sintesi guadagnano più di un direttore generale della Regione.

Furberie, insomma, che gravano sui conti disastrati delle spa, mentre i grillini annunciano altre furbate, questa volta a Sicilia e-Servizi: “Dopo diverse audizioni per capire come dovrà funzionare l’informatizzazione regionale  –  dice il deputato Giorgio Ciaccio  –  non si riesce a quantificare il numero di soggetti coinvolti. Ieri abbiamo appreso che le persone “essenziali” sono 76, più un consulente esterno, oltre a 19 persone che hanno fatto causa. Ma durante la scorsa audizione si parlava di 75. Il governo cade dalle nuvole, soprattutto dopo che il Movimento 5 stelle ha sottolineato che nel piano industriale erano previsti al massimo 65 dipendenti. È evidente che c’è la volontà di tenere in piedi la spa e, se possibile, di vitaminizzarla con nuove forze fresche che sembrano spuntare come i funghi”.

Arrivano a Stabia i soldi della Regione


dal sito di Federterme

TERME DI STABIA: ARRIVANO I SOLDI DELLA REGIONE

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 La Regione Campania ha erogato un “Contributo straordinario al Comune di Castellammare di Stabia per la messa in sicurezza del complesso Terme di Stabia”.

Nel darne notizia, una nota di Stabia Channel.it precisa che si tratta di un fondo di 669.200 euro che il 23 settembre scorso la Giunta Regionale ha deliberato per il parco idropinico stabiese motivandolo con la “necessità di interventi urgenti per preservarne il patrimonio sorgentizio alla cui esecuzione l’Amministrazione comunale non ha finora provveduto”.
Per la Regione “tale inerzia espone a pregiudizio il patrimonio sorgentizio, di proprietà regionale”. Un contributo straordinario per la messa in sicurezza del complesso delle Terme di Stabia su cui la stessa Regione eserciterà un’attività di “vigilanza e controllo sull’esito del finanziamento e, all’esito, assumere ogni iniziativa a tutela degli interessi dell’Amministrazione regionale, ivi compreso il recupero delle somme erogate ove dovuto, in ragione del rapporto concessorio”.
A questo punto – aggiunge la nota – resta da vedere come il comune utilizzerà tale cifra. L’obiettivo, per evitare che la Regione richieda indietro il contributo, deve essere quello di avviare un’attività di manutenzione del complesso del solaro, primo fra tutti la riattivazione dell’energia elettrica e la riapertura degli altri reparti, oggi ancora chiusi.
Alle Terme di Stabia,infatti, oggi è attiva solo la fisiochinesiterapia, mentre tutti gli altri reparti sono chiusi per mancanza di manutenzione. Con i fondi regionali, dunque, dovranno essere riaperti tutti i reparti con la conseguente necessità di richiamare in servizio gran parte dei dipendenti, anche gli stagionali. Tutto ciò sembra non vada in contrasto con il procedimento di messa in liquidazione dell’azienda, che nel frattempo proseguirà il suo iter.
Una notizia,quella dell’arrivo dei fondi dalla Regione, che ha dato un pò di ottimismo ai dipendenti che così sperano di ritornare a lavorare. Sono convinti, infatti, che con le terme aperte, la società inizierà a produrre e, quindi, a fare utili oltre che creare le condizioni per valorizzare la struttura in vista della privatizzazione cui sta lavorando l’amministrazione comunale.

Terme di Sciacca: si chiedono le dimissioni di Turriciano


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
TERME: I GRILLINI CHIEDONO LA RIMOZIONE DI TURRICIANO

12/12/2013 17.42Il Movimento 5 Stelle all’Ars torna sulla vicenda dei due licenziamenti illegittimi effettuati dal liquidatore delle Terme di Sciacca Carlo Turriciano. Un’altra interrogazione, la seconda in un mese, a firma del deputato 5 Stelle Matteo Mangiacavallo, denuncia il comportamento omissivo di Turriciano che, nonostante l’obbligo giuridico di convertire i rapporti di lavoro a termine in contratti a tempo indeterminato per i dipendenti Ivelina Primo e Aurelio Schittone, ha invece licenziato i due dipendenti, in palese violazione delle norme penali.

“Ben due provvedimenti giurisdizionali imporrebbero al liquidatore di dare immediata esecuzione alla sentenza – afferma Mangiacavallo – ed invece nulla, i due dipendenti e le rispettive famiglie non hanno ancora un reddito con il quale sopravvivere”. “Il comportamento inadempiente ed arrogante del liquidatore, nonché la cecità e l’indifferenza dell’Ufficio di controllo e vigilanza, del dirigente generale dell’assessorato tutorio e delle SS. LL. che pare non abbiano adottato alcun provvedimento mirato a rimuovere tale condizione di illegittimità, – continua il deputato 5 Stelle – oltre ad indignarci profondamente, ha già provocato reali danni economici per la Regione, in quanto si tratta di risorse finanziarie pubbliche da liquidare ai ricorrenti senza che questi abbiano fornito alla società regionale la controprestazione lavorativa”.

L’interrogazione targata M5S e rivolta al presidente della Regione ed all’assessorato all’Economia chiede a gran voce che si rimuova immediatamente il dott. Carlo Turriciano dall’incarico di Liquidatore della Terme di Sciacca S.p.A., società a totale partecipazione pubblica regionale, e che si provveda quanto prima a ridare un lavoro dovuto ai due “ex-dipendenti” delle Terme di Sciacca.

Terme di Acireale “alla frutta”, nel senso letterale del termine?


Il collage di foto proposto in basso (foto scattate alle 16.00 di oggi 14 dicembre 2013 dal co-Coordinatore del Forum Prof. Rosario Faraci) evidenzia lo stato di abbandono dell’ex Albergo Excelsior Palace nonchè dello spazio antistante e adiacente, ormai ridotto ad un mercato (abusivo) di prodotti ortofrutticoli. Proprio due anni fa in questo periodo dell’anno (dicembre), l’Albergo chiudeva i battenti a seguito di un contenzioso fra gli ex gestori (Zappalà e Fesco) e la proprietà (la Regione Siciliana) che, per tramite dell’allora liquidatore Margherita Ferro, decideva di sfrattare i conduttori morosi dell’hotel. Da allora, l’Albergo è rimasto chiuso. Oggi fa parte del contenzioso fra la Regione (debitrice) e l’Unicredit (creditore) per via delle rate di mutuo non pagate ed è stato oggetto di pignoramento, unitamente al centro polifunzionale.

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Terme al centro dell’attenzione politica e il fulcro delle elezioni


L’articolo a pag.8 dell’ultimo numero (n.46 del 21 dicembre) del settimanale I Vespri

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Non è una priorità, ma le Terme saranno oggetto di dibattito nell’imminente campagna elettorale per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del consiglio comunale di Acireale. Frattanto si vanno delineando con maggiore chiarezza schieramenti e candidati. Dalle primarie di CambiAmo Acireale, il movimento civico ispirato dal deputato regionale Nicola D’Agostino, dopo una votazione che ha interessato oltre 6.500 persone è uscito a larghissima maggioranza il nome di Roberto Barbagallo, giovane ingegnere, il più votato fra i consiglieri comunali nella consiliatura che sta per chiudersi. Sarà lui il candidato sindaco di CambiAmo Acireale. Nel centro-destra, accanto alla candidatura di Marcello Monaco, già annunciata qualche settimana fa, si profila quella del prof. Sebastiano Manzoni, organizzatore di importanti kermesse sportive nella scherma, vicinissimo all’on.Basilio Catanoso il quale ha preferito continuare ad occuparsi delle questioni romane, rinunciando a candidarsi come sindaco della sua città. Poi c’è il Partito Democratico (poco meno di 1000 votanti alle primarie, il 56,83% dei quali per Renzi) che sta valutando insieme al Megafono se scendere in campo o meno con un candidato forte. Rimane infine l’incognita su dove confluirà il voto degli ex democristiani moderati di centro (Nello Catalano, Pippo Basile e Santo Primavera) che, tuttavia, non sembra abbiano candidati di spicco da proporre. Ma torniamo alle Terme.

Mentre a Sciacca dopo una riunione con la burocrazia e la politica regionali attendono da Sviluppo Italia Sicilia la nuova versione del bando di privatizzazione, ad Acireale tutto è fermo. Il bilancio al 31.12.2012 non è stato ancora approvato, configurandosi in ciò una grave responsabilità dei soci e dell’amministratore in carica, cioè il liquidatore Luigi Bosco, fin troppo impegnato come assessore della giunta di Enzo Bianco a Catania. Gli stabilimenti funzionano a metà, grazie alla buona volontà di chi vi è rimasto a lavorare, ma per riaprire altri reparti occorrono risorse e decisioni che non vengono né stanziate le une né adottate le altre. Del bando di privatizzazione nemmeno a parlarne, se prima non si risolverà il contenzioso con Unicredit in merito agli immobili di viale delle Terme (Albergo Excelsior Palace e centro polifunzionale). In assenza di una forte interlocuzione politica e del pressing della classe politica locale, a Palermo i dirigenti dell’Assessorato all’Economia fanno il bello e il cattivo tempo.

La linea attendista adottata in questi anni dal sindaco di Acireale Nino Garozzo è risultata perdente. Il primo cittadino di Acireale, che quasi sicuramente tornerà alla professione forense dopo il mandato di sindaco, ha scelto fin dall’inizio un atteggiamento prudente e, a dir suo, rispettoso delle istituzioni, per evitare conflitti tra rami diversi dell’amministrazione pubblica. Non si è comportato così Fabrizio Di Paola, il sindaco di Sciacca, che invece ha fatto pressing su tutta la classe politica regionale e soprattutto sulla burocrazia, ottenendo da Palermo quelle attenzioni che finora Acireale non ha mai avuto.

Il nuovo sindaco di Acireale, che uscirà dalle urne in primavera, dovrà partire innanzitutto da un cambio di atteggiamento e di mentalità. Nella sua agenda, per quanto non prioritaria in mezzo a tante altre questioni (in primis l’occupazione giovanile, il piano regolatore e il bilancio comunale), la faccenda delle Terme dovrà trovare adeguata collocazione. In che modo?

In primis, ci sono le scelte di pianificazione urbanistica che, nella revisione del PRG, dovranno “blindare” l’area termale, preservandola da possibili speculazioni legate ad una variazione di destinazione d’uso degli immobili in essa ricadenti. Su queste scelte, il Consiglio di Acireale ultimamente è stato piuttosto distratto e il sindaco Garozzo si è limitato a generiche rassicurazioni, senza fornire però ulteriori dettagli.

Poi, c’è l’azione politica da esercitare nei confronti di Palermo, delegando qualche assessore della nuova giunta a seguire in prima persona l’evoluzione della liquidazione della società di gestione Terme di Acireale e il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti. Così ha stabilito la legge regionale del 2010 e, a meno di cambiamenti legislativi ad oggi assai improbabili, è così che si dovrà procedere. Dunque, al Sindaco spetterà il compito di vigilare, fare pressing, evitare che ogni decisione palermitana sia presa in modo autoreferenziale senza sentire il parere e le osservazioni della comunità locale. Ad esempio, Acireale non potrà lasciarsi sfuggire la straordinaria opportunità di rilanciare turisticamente le Terme all’interno dei progetti del neonato distretto Mare dell’Etna, di cui proprio la città barocca è capofila di 23 comuni. Abbinare il nome delle Terme di Acireale al blasonato nome dell’Etna, adesso patrimonio dell’Unesco, non sarebbe affatto una cattiva idea.

Poi c’è l’opzione sanità termale da portare avanti, con un atteggiamento più morbido rispetto ai “diktat” del Partito democratico di Acireale. Non si potrà negare ai futuri investitori privati quella libertà di azione imprenditoriale che è una delle prerogative spettanti ai gestori. Tuttavia, è sempre possibile potenziare la parte sanitaria, senza che essa diventi necessariamente esclusiva, magari attraverso una fitta rete di convenzioni con l’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana e con l’Università degli Studi di Catania per l’insediamento di una scuola di specializzazione.

C’è in ultimo da preservare la “memoria storica” delle Terme. Il Lions Club di Acireale, attraverso il Forum permanente, lo chiede da tempo. Nino Garozzo non ha minimamente preso in considerazione l’idea. Speriamo che il nuovo sindaco si muova in questa direzione. Bisognerebbe promuovere una fondazione mista, pubblico-privato, col precipuo scopo di valorizzare a fini turistico-culturali il patrimonio di iniziative che fin dal 1873 le Terme S.Venera, e a partire dalla fine degli anni ottanta, quelle di S.Caterina hanno promosso. Si potrebbe destinare alla “memoria delle Terme” un’ala dell’ex caserma dei Vigili Urbani che accoglierà presto le sedi della fondazione del Carnevale e del distretto Mare dell’Etna. Sarebbe sufficiente anche uno spazio espositivo. Giusto per non dimenticare e allo scopo anche di introdurre alla storia di Acireale chi, fra i privati, sarà chiamato presto a gestire gli stabilimenti termali.

Saro Faraci

Le Terme oggetto di dibattito nell’imminente campagna elettorale di Acireale


Un’anticipazione dell’articolo che sarà pubblicato sabato dal settimanale I Vespri

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Il sito ufficiale delle Terme di Acireale incompleto in alcune parti importanti


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Abbiamo navigato il nuovo sito delle Terme di Acireale SpA e abbiamo riscontrato, in alcune parti sicuramente importanti per gli investitori esterni, una totale assenza di informazioni. In particolare, la sezione Amministrazione Trasparente è …proprio trasparente, nel senso che non si vede. In particolare, essa dovrebbe contenere importanti informazioni utili nella doppia prospettiva della liquidazione e della privatizzazione, che invece non sono affatto riportate. Tali informazioni riguarderebbero:

  • Disposizioni generali
  • Organizzazione
  • Consulenti e collaboratori
  • Personale
  • Bandi di concorso
  • Performance
  • Enti controllati
  • Attività e procedimenti
  • Provvedimenti
  • Controlli sulle imprese
  • Bandi di gara e contratti
  • Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici
  • Bilanci
  • Beni immobili e gestione patrimonio
  • Controlli e rilievi sull’amministrazione
  • Servizi erogati
  • Pagamenti dell’amministrazione
  • Opere pubbliche
  • Pianificazione e governo del territorio
  • Informazioni ambientali
  • Strutture sanitarie private accreditate
  • Interventi straordinari e di emergenza
  • Altri contenuti

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In Umbria nel 2017 pronte le nuove Terme di San Faustino


dal sito di Federterme

AL VIA I LAVORI PER LE NUOVE TERME DI SAN FAUSTINO

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  La Regione Umbria avrà presto un nuovo Centro termale. Sorgerà in provincia di Perugia, a Massa Martana, e si chiamerà “Terme di San Faustino”. Lo ha annunciato Benedetto Mancini, direttore generale della Idrologica San Faustino, la società costituita poche settimane fa che ha rilevato tutto il complesso dalla idrologica Umbra, società anch’essa facente capo a privati.

L’occasione è stata una conferenza stampa che si è tenuta sabato 23 novembre 2013, presenti il Presidente della Regione Umbria on. Catiuscia Marini, l’assessore all’Ambiente Silvano Rometti e il sindaco di Massa Martana, Maria Pia Bruscoletti.
Mancini si è presentato con la carica di Direttore generale, ma è il vero dominus dell’iniziativa: imprenditore romano con diverse attività all’estero, pensava in un primo momento di occuparsi solo del rilancio dell’attività di imbottigliamento dell’acqua San Faustino, ma la presenza di una fonte termale e la possibilità di realizzare un grande Polo turistico e curativo hanno aperto scenari diversi e resa immediata la decisione di rilevare attraverso una nuova società (appunto la Idrologica San Faustino) tutti i 54 ettari che facevano capo alla vecchia proprietà. Terreno in cui già insisteva un albergo di 25 camere.
Giudicato subito “del tutto insufficiente” per le strategie di sviluppo impostate. E’ stato assunto un esperto di marketing del territorio, Francesco Colangelo, che ha confermato l’inadeguatezza dell’attuale struttura ricettiva (“serve solo per un turismo di passaggio, non può ricevere neanche un pullman”) e ha messo a punto con la proprietà, le varie tappe di crescita dell’iniziativa:
1. Ampliare l’albergo esistente, portandolo da 25 a 70 camere e contemporaneamente riattivare lo stabilimento di imbottigliamento, con l’obiettivo di arrivare già nel giro di un anno a 12 milioni di bottiglie
2. Lanciare il nuovo sito internet San Faustino
3. Riapertura entro maggio 2014 dell’Hotel Terme San Faustino con nuovo riassetto interno e una nuova immagine
4. Costruzione entro un anno (e cioè entro novembre 2014) di un Centro Benessere Termale a indirizzo terapeutico e, quindi,convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale
5. Apertura entro dicembre 2014 di uno Spaccio per la vendita, oltre che dell’acqua, di prodotti tipici locali
6. Iniziare entro febbraio 2015 i lavori per la realizzazione di un Campus sportivo e di un maneggio
7. Fissare a 60 giorni di distanza (marzo 2015) l’apertura del Parco termale e della SPA
8. Dare inizio, a febbraio 2016, ai lavori per la costruzione di un albergo di lusso (80 camere)
9.Completare e consegnare il maneggio entro luglio 2016
10. Aprire il nuovo albergo di lusso a gennaio 2017
11. Consegnare nello stesso anno (aprile 2017) il Campus sportivo

La cerimonia di inaugurazione del complesso, salvo ritardi non dipendenti dalla volontà della Idrologica San Faustino, è prevista per il mese di maggio 2017.

Terme di Sciacca: al privato che verrà l’onere di realizzare la rete fognaria


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
BANDO TERME, IL PRIVATO DOVRA’ REALIZZARE LA RETE FOGNARIA DEGLI STABILIMENTI DI SAN CALOGERO

01/12/2013 09.52Un’indiscrezione l’abbiamo. Relativamente al bando per l’affidamento in gestione delle strutture termali, al di là del fatto che la Regione sta studiando (ancora dopo 14 anni) il metodo da utilizzare, cioè se procedere con bando o con manifestazione d’interesse (quest’ultima è la tesi che prevale), c’è una novità. La realizzazione della rete fognaria, mancante da sempre, degli stabilimenti termali e il realtivo allacciamento alla nuova rete fognaria pubblica di Contrada Isabella sarà a carico del privato.

Secondo noi è un ulteriore paletto che renderà più difficoltoso l’interesse dei privati alla gestione delle strutture termali. Gli investimenti per la riqualificazione delle strutture sono ingenti. La Sicilia è una terra che, da qualche anno, non attira più investitori. Ci sono grossi problemi di vendita di strutture alberghiere di lusso, quali il San Domenico Palace di Taormina, Villa Igea a Palermo, il Donnafugata nel ragusano, il Giardino di Costanza a Mazara del Vallo.

La Sicilia fa spavento agli investitori per diversi motivi. In primis la burocrazia. Poi l’iinsufficienza delle infrastrutture. Insomma, nel mondo gira un enorme flusso di denaro, da parte di investitori, da parte di fondi. Flusso di denaro che approda in altre zone del mondo o dell’Europa.

Per quanto riguarda, invece, l’allaccio alla rete fognaria dello stabilimento di via Agatocle, l’accordo è stato raggiunto con la Girgenti Acque che dovrà curare il progetto. La situazione dovrebbe sbloccarsi nel giro di qualche mese.

L’Altra Sciacca: si cerca ancora di capire cosa fare per le Terme?


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
TERME, POLEMICA L’ALTRA SCIACCA: “SI CERCA ANCORA DI CAPIRE COSA FARE ?”

30/11/2013 10.50

L’associazione “L’Altra Sciacca”, come tanti saccensi, è rimasta incredula di fronte alle notizie diffuse ieri sull’esito del tavolo tecnico tenutosi a Palermo sulle Trrme.

Dalla nota diffusa dal sindaco Di Paola si è appreso che “Si sta cercando di capire quale sia la formula migliore per selezionare il privato”: questa affermazione è da ritenere per certi versi clamorosa e non può essere oggetto di atteggiamento positivo e fiducioso per il futuro.

“Dopo tutto il tempo trascorso e gli errori, taluni madornali, commessi sino a oggi, non si è arrivati ad alcuna utile conclusione – commenta L’Altra Sciacca – alla faccia delle recentissime precisazioni dell’assessore Michela Stancheris che evidenziavano che gli impegni assunti due mesi fa sono stati affatto disattesi e che con il collega dell’Economia sono pienamente coinvolti, ognuno per le proprie competenze, nelle procedure relative al bando per la manifestazione di interesse”.

L’associazione si dice allibita nell’apprendere che altro elemento di “ritardo” è la questione dell’allaccio fognario delle Terme. Scopriamo , dunque, solo oggi che la soluzione da trovare era strettamente legata all’ATO Idrico e al suo gestore, il quale da ben 5 anni fa il bello il cattivo tempo in questo settore. Se questi sono gli esiti del “summit” palermitano – concludono – dobbiamo prendere atto che non ci siamo per nulla sbagliati. Non ci siamo sbagliati nell’evidenziare le poche idee molto confuse sul percorso della privatizzazione delle Terme, né sulla superficialità e sul disinteresse con cui la Regione si sta occupando della redazione del bando, prova ne è l’evidente segnale che ha voluto dare l’assessore all’Economia Luca Bianchi disertando la riunione. Non ci siamo sbagliati nell’aver rilevato la concreta volontà di voler prendere ancora tempo perché non sanno cosa fare con la questione “Terme” e come farlo”.

L’Altra Sciacca non commenta il passato, che ci permettiamo di aggiungere noi: è possibile che da una vita le Terme svolgano attività senza avere un sietema fognario ?

Minieri una famiglia da 136 anni nel termalismo


TERMALISMO. Alfredo Minieri, un esempio virtuoso di famiglia imprenditoriale da 136 anni ininterrottamente operante nel termalismo italiano, la Impresa Minieri, Telese Terme. L’ho incontrato in un convegno organizzato dall’Università del Sannio sulle imprese longeve. Un caso di longevitá da far conoscere a tutti i detrattori del termalismo privato (che cresce e si rinnova), a cominciare da alcuni acesi sostenitori ad oltranza della tesi “pubblico, sempre e comunque, costi quel che costi”.minieri