L’articolo a pag.8 dell’ultimo numero (n.46 del 21 dicembre) del settimanale I Vespri

Non è una priorità, ma le Terme saranno oggetto di dibattito nell’imminente campagna elettorale per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del consiglio comunale di Acireale. Frattanto si vanno delineando con maggiore chiarezza schieramenti e candidati. Dalle primarie di CambiAmo Acireale, il movimento civico ispirato dal deputato regionale Nicola D’Agostino, dopo una votazione che ha interessato oltre 6.500 persone è uscito a larghissima maggioranza il nome di Roberto Barbagallo, giovane ingegnere, il più votato fra i consiglieri comunali nella consiliatura che sta per chiudersi. Sarà lui il candidato sindaco di CambiAmo Acireale. Nel centro-destra, accanto alla candidatura di Marcello Monaco, già annunciata qualche settimana fa, si profila quella del prof. Sebastiano Manzoni, organizzatore di importanti kermesse sportive nella scherma, vicinissimo all’on.Basilio Catanoso il quale ha preferito continuare ad occuparsi delle questioni romane, rinunciando a candidarsi come sindaco della sua città. Poi c’è il Partito Democratico (poco meno di 1000 votanti alle primarie, il 56,83% dei quali per Renzi) che sta valutando insieme al Megafono se scendere in campo o meno con un candidato forte. Rimane infine l’incognita su dove confluirà il voto degli ex democristiani moderati di centro (Nello Catalano, Pippo Basile e Santo Primavera) che, tuttavia, non sembra abbiano candidati di spicco da proporre. Ma torniamo alle Terme.
Mentre a Sciacca dopo una riunione con la burocrazia e la politica regionali attendono da Sviluppo Italia Sicilia la nuova versione del bando di privatizzazione, ad Acireale tutto è fermo. Il bilancio al 31.12.2012 non è stato ancora approvato, configurandosi in ciò una grave responsabilità dei soci e dell’amministratore in carica, cioè il liquidatore Luigi Bosco, fin troppo impegnato come assessore della giunta di Enzo Bianco a Catania. Gli stabilimenti funzionano a metà, grazie alla buona volontà di chi vi è rimasto a lavorare, ma per riaprire altri reparti occorrono risorse e decisioni che non vengono né stanziate le une né adottate le altre. Del bando di privatizzazione nemmeno a parlarne, se prima non si risolverà il contenzioso con Unicredit in merito agli immobili di viale delle Terme (Albergo Excelsior Palace e centro polifunzionale). In assenza di una forte interlocuzione politica e del pressing della classe politica locale, a Palermo i dirigenti dell’Assessorato all’Economia fanno il bello e il cattivo tempo.
La linea attendista adottata in questi anni dal sindaco di Acireale Nino Garozzo è risultata perdente. Il primo cittadino di Acireale, che quasi sicuramente tornerà alla professione forense dopo il mandato di sindaco, ha scelto fin dall’inizio un atteggiamento prudente e, a dir suo, rispettoso delle istituzioni, per evitare conflitti tra rami diversi dell’amministrazione pubblica. Non si è comportato così Fabrizio Di Paola, il sindaco di Sciacca, che invece ha fatto pressing su tutta la classe politica regionale e soprattutto sulla burocrazia, ottenendo da Palermo quelle attenzioni che finora Acireale non ha mai avuto.
Il nuovo sindaco di Acireale, che uscirà dalle urne in primavera, dovrà partire innanzitutto da un cambio di atteggiamento e di mentalità. Nella sua agenda, per quanto non prioritaria in mezzo a tante altre questioni (in primis l’occupazione giovanile, il piano regolatore e il bilancio comunale), la faccenda delle Terme dovrà trovare adeguata collocazione. In che modo?
In primis, ci sono le scelte di pianificazione urbanistica che, nella revisione del PRG, dovranno “blindare” l’area termale, preservandola da possibili speculazioni legate ad una variazione di destinazione d’uso degli immobili in essa ricadenti. Su queste scelte, il Consiglio di Acireale ultimamente è stato piuttosto distratto e il sindaco Garozzo si è limitato a generiche rassicurazioni, senza fornire però ulteriori dettagli.
Poi, c’è l’azione politica da esercitare nei confronti di Palermo, delegando qualche assessore della nuova giunta a seguire in prima persona l’evoluzione della liquidazione della società di gestione Terme di Acireale e il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti. Così ha stabilito la legge regionale del 2010 e, a meno di cambiamenti legislativi ad oggi assai improbabili, è così che si dovrà procedere. Dunque, al Sindaco spetterà il compito di vigilare, fare pressing, evitare che ogni decisione palermitana sia presa in modo autoreferenziale senza sentire il parere e le osservazioni della comunità locale. Ad esempio, Acireale non potrà lasciarsi sfuggire la straordinaria opportunità di rilanciare turisticamente le Terme all’interno dei progetti del neonato distretto Mare dell’Etna, di cui proprio la città barocca è capofila di 23 comuni. Abbinare il nome delle Terme di Acireale al blasonato nome dell’Etna, adesso patrimonio dell’Unesco, non sarebbe affatto una cattiva idea.
Poi c’è l’opzione sanità termale da portare avanti, con un atteggiamento più morbido rispetto ai “diktat” del Partito democratico di Acireale. Non si potrà negare ai futuri investitori privati quella libertà di azione imprenditoriale che è una delle prerogative spettanti ai gestori. Tuttavia, è sempre possibile potenziare la parte sanitaria, senza che essa diventi necessariamente esclusiva, magari attraverso una fitta rete di convenzioni con l’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana e con l’Università degli Studi di Catania per l’insediamento di una scuola di specializzazione.
C’è in ultimo da preservare la “memoria storica” delle Terme. Il Lions Club di Acireale, attraverso il Forum permanente, lo chiede da tempo. Nino Garozzo non ha minimamente preso in considerazione l’idea. Speriamo che il nuovo sindaco si muova in questa direzione. Bisognerebbe promuovere una fondazione mista, pubblico-privato, col precipuo scopo di valorizzare a fini turistico-culturali il patrimonio di iniziative che fin dal 1873 le Terme S.Venera, e a partire dalla fine degli anni ottanta, quelle di S.Caterina hanno promosso. Si potrebbe destinare alla “memoria delle Terme” un’ala dell’ex caserma dei Vigili Urbani che accoglierà presto le sedi della fondazione del Carnevale e del distretto Mare dell’Etna. Sarebbe sufficiente anche uno spazio espositivo. Giusto per non dimenticare e allo scopo anche di introdurre alla storia di Acireale chi, fra i privati, sarà chiamato presto a gestire gli stabilimenti termali.
Saro Faraci