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Archivi del mese: aprile 2014

Un incontro pubblico con i candidati sindaco di Acireale sui temi dell’economia della città


invito sindaci

A Santa Caterina c’è un pezzo di storia dell’Etna


L’articolo su La Sicilia del 30 aprile 2014 su Santa Caterina, la zona dove insiste uno dei due stabilimenti delle Terme di Acireale

santacaterina

Terme di Acireale: dalla trasformazione in SpA il patrimonio netto aziendale si è ridotto di oltre undici milioni di euro


Proponiamo una tabella riepilogativa delle principali voci del patrimonio, ricavata da una consultazione della banca dati AIDA – Bureau Van Djik sulla base dei dati ufficiali dei bilanci approvati e depositati alla Camera di Commercio per il periodo 2006-2012, ovvero da quando le Terme sono state trasformate in società per azioni (dal 2010 in liquidazione). Come si vede, in assenza di ricapitalizzazioni da parte del socio unico Regione Siciliana, il patrimonio netto pari a 35.245.438 nel 2006 è sceso a 24.039.130 nel 2012, per via delle perdite annue che, nel periodo considerato, ammontano ad oltre sette milioni di euro. Non sono conteggiati i valori relativi all’esercizio 2013, poichè il bilancio non è stato ancora approvato. Tuttavia, come ha evidenziato in un incontro pubblico l’attuale liquidatore ing. Luigi Bosco, per il 2013 i ricavi stimati ammonterebbero a 197.000 euro (in aumento rispetto agli ultimi due esercizi), mentre la perdita d’esercizio, più contenuta rispetto all’anno precedente, sarebbe di 1.084.258 euro. Questa perdita, rinviata a nuovo esercizio, in assenza di un intervento di ricapitalizzazione, dovrebbe far diminuire ulteriormente il patrimonio netto aziendale.

2006-2012

Il Turismo in Italia al tempo dei Big Data


La presentazione del Rapporto 2014 di Italia Decide Il Gran Tour del XXI secolo: l’Italia e i suoi territori (2014)” e la relazione di Euro Beinat, Professore di Computer Science e Geoinformatica all’Università di Salisburgo  sul tema: “Big Data, Mappe digitali e flussi turistici – Le mappe digitali e i nuovi strumenti per visualizzare, interpretare e sviluppare il turismo in Italia“.

mappaturismo

 

In arrivo 70 milioni di euro per le Terme di Sciacca?


dal sito di Teleradio Monte Kronio

Sviluppo Italia Sicilia vuol “salvare” 70 milioni di Apq “dirottandoli” sulle Terme di Sciacca

Dirottare al più presto possibile, prima che si perdano, i quasi 70 milioni di euro di investimento di Sviluppo Italia Sicilia in favore della valorizzazione delle Terme di Sciacca. È questa l’ipotesi di lavoro a cui si starebbe lavorando freneticamente negli ultimi giorni nei palazzi della Regione siciliana.

Fondi stanziati nel 2008 da Cipe e Regione e calati in un accordo di programma quadro Stato-Regione-Comune di Sciacca. Fondi che si contava di utilizzare nell’ambito dell’investimento turistico con un partner privato a suo tempo individuato: il colosso alberghiero Sol Melià.

I funzionari di Invitalia hanno fatto presente all’assessorato regionale all’Economia che c’è il rischio che questi finanziamenti possano svanire nel nulla, tornando così nelle casse del governo centrale. Un rischio che questo territorio non può davvero permettersi, e neanche lontanamente, di correre.

Da qui dunque l’idea di investirli sulle Terme. Potrebbe trattarsi del rimedio ad un problema oggettivo: l’impossibilità (almeno ad oggi) di individuare sul mercato un partner privato che sia uno interessato a gestire un patrimonio termale che oggi, diciamocelo con franchezza, vale decisamente poco.

Con interventi mirati di ristrutturazione dello stabilimento e degli impianti (che sappiamo in che stato pessimo si trovano), ma anche attraverso la valorizzazione e, soprattutto, l’innalzamento della qualità generale degli immobili (recuperando ad esempio gli alberghi del monte San Calogero e riconvertendo in struttura ricettiva l’ex motel Agip) si vogliono creare le condizioni per incentivare eventuali investimenti economici sulle Terme. Un rilancio che potrebbe far trasformare in giovamento quello che al momento è stato l’impedimento rappresentato dall’addio all’operazione Sol Melià.

Non escludendo che il colosso spagnolo possa continuare a puntare su Sciacca attraverso le Terme, ipotesi questa che appare in questo momento decisamente fantasiosa.

Sol Melià, tredicesima catena alberghiera mondiale, in partnership con Italia Turismo avrebbe voluto costruire un golf resort in località Monterotondo. Progetto saltato per colpa di un contenzioso tra la liquidazione della SITAS e un suo creditore, la Coaredil di Palermo. I cui rappresentanti legali avevano contestato, giudicandolo troppo modesto, il prezzo di 5 milioni a suo tempo pagato da Invitalia per l’acquisto dei terreni necessari proprio dalla liquidazione. Il TAR ha dato ragione al creditore e l’atto di compravendita fu annullato.

Questa trattativa alla Regione potrebbe essere la spiegazione al tempo che si sta perdendo per la pubblicazione dell’annunciato nuovo bando per le manifestazioni d’interesse di privati a gestire le Terme. Che di problemi ne hanno a bizzeffe: dalla fogna di Cammordino alla stessa agibilità di alcuni immobili. Il possibile innesto di risorse finanziarie fresche potrebbe permettere un restyling necessario delle Terme e immaginare finalmente innesti di imprenditori capaci, a partire dallo stesso Antonio Mangia.

Un sorso di benessere a Riccione Terme


dal sito di Federterme

“VIENI A RICCIONE PER UN SORSO DI BENESSERE”, IL 25 E 26 APRILE

E’ il tema scelto dalle Terme di Riccione per i festeggiamenti in onore del Patrono Beato Alessio.

E’ il primo evento del ciclo di “Terme aperte 2014….insieme in rete” che proseguirà – con nuovi eventi in altre località per oltre 30 settimane, fino alla fine di ottobre.

In allegato il programma dell’evento è in http://www.riccioneterme.it/o su www.facebook.com/riccioneterme

Parte oggi e proseguirà per le prossime 30 settimane, fino alla fine di ottobre, il ciclo di eventi di Terme aperte 2014 che intende dare maggiore visibilità alle terme e soddisfare un diffuso e crescente desiderio di conoscenza dell’offerta termale, nei vari aspetti terapeutici, di benessere e di turismo termale, tra tutte le fasce di età, dai più piccoli, ai giovani ai più maturi, per una migliore consapevolezza delle specificità terapeutiche ed anche della progettualità impegnata nella collaborazione tra le terme e le istituzioni del territorio, tra pubblico e privato.

Terme di Sciacca: quali provvedimenti per snellire la burocrazia?


dal sito di Teleradio Sciacca

TERME DI SCIACCA: “QUALI PROVVEDIMENTI PER SNELLIRE LA BUROCRAZIA?”

 

“Quali urgenti provvedimenti il governo intende assumere per garantire lo snellimento della burocrazia che ad oggi non ha permesso la pubblicazione di un nuovo bando e che ha invece paralizzato quello che potrebbe essere un importante volano per la ripresa dell’economia siciliana?”

E’ quanto si chiede il deputato regionale di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, in un’interrogazione parlamentare inviata al presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Il patrimonio delle Terme di Sciacca si compone dello stabilimento delle Terme, delle grotte di San Calogero (convenzionati con il SSN), dell’albergo di San Calogero ( chiuso), del Grand hotel delle Terme (gestito direttamente dalla societa? in liquidazione), del Bar delle Terme e delle piscine Molinelli (affidati a terzi in forza di contratti di affitto), dello stabile ex motel Agip ( in comodato gratuito alla locale polizia municipale) e del complesso San Francesco ( utilizzato prevalentemente per attivita? convegnistica).
Il patrimonio immobiliare richiederebbe interventi immediati ( anche strutturali), con l’impiego di ingenti risorse finanziarie ( pena il deterioramento e conseguente deprezzamento), ma la situazione dell’ente non lo consente, come si evince dalla relazione sulla gestione del bilancio al 31 dicembre 2012 elaborata dal liquidatore delle Terme ( che chiude con una perdita di 1.990.324 euro), e dalla relazione elaborata dal collegio sindacale relativa al medesimo bilancio, dalla quale emerge “lo stato di grave dissesto strutturale nel quale si trovano quasi tutti gli impianti e gli edifici sia in proprietà sia in usufrutto.

Le Terme di Sciacca – scrive Figuccia – sono riconosciute fra le migliori d’Europa. Le sue sorgenti e i suoi fanghi sono giudicati fra i più efficaci al mondo, in quanto acque, fanghi, grotte con proprietà terapeutiche e al tempo stesso, se gestite in maniera adeguata, potrebbero comportare quello che gli economisti definiscono “effetto moltiplicatore” per l’economia siciliana: ossia se un ospite delle terme spende anche un solo euro nella struttura, poi può spenderne dieci volte tanto sul territorio stesso, tra alberghi, ristoranti e negozi.

E’ essenziale – conclude Figuccia – valorizzare l’importante patrimonio termale che, senza un adeguato piano di investimenti e di piena utilizzazione dei beni, rischia di degradarsi, trasformandosi così da potenziale risorsa in luogo di degrado ed incuria.

Terme di Sciacca, quindici infruttuosi anni


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA 
TERME, QUEI 15 ANNI TRASCORSI INFRUTTUOSI. STORIA DI UNA LUNGA AGONIA E DI UN’INCREDIBILE APATIA DELLA REGIONE

23/04/2014 23.27

Le Terme di Sciacca rappresentano da sempre una inestimabile risorsa naturale ed economica per il territorio. Ma mamma Regione ha sempre dimostrato scarsa attenzione per tale risorsa. Ripercorriamo insieme alcune tappe significative ad iniziare dalla legge sulla privatizzazione.

1999: Ai fini della valorizzazione del proprio patrimonio termale, la regione Sicilia, con legge n. 10 del 1999, ha previsto la privatizzazione della azienda autonoma delle terme di Sciacca (e Acireale).

2005: nell’ottica di tale privatizzazione, la Regione decise di costituire la societaL8; Terme di Sciacca spa, totalmente partecipata dalla regione stessa. La societaL8;, retto da un Cda anch’esso di nomina regionale, ha operato riscontrando enormi criticitaL8; nella gestione, pesantemente condizionata dalla grave esposizione debitoria ereditata.

Giugno 2011:  per porre in liquidazione la predetta societaL8; è stato autorizzato il liquidatore alla prosecuzione dell’attivitaL8; termale e turistico-alberghiera nel rispetto dell’obbligo di conservazione e tutela del patrimonio e del capitale sociale.

La regione ha affidato l’incarico di advisor a Sviluppo Italia Sicilia.

Dicembre 2012:  ha provveduto alla pubblicazione dell’avviso “Manifestazione di interesse per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremotermali e idrominerali di Sciacca” , con scadenza del 28 marzo 2013 ( poi prorogata al 30 giugno 2013), ma l’avviso non ha sortito gli effetti sperati, non essendo pervenute offerte degne di considerazione.

Ancora oggi si attende l’esito da parte della Regione della decisione da assumere.

Il patrimonio delle Terme di Sciacca si compone dello stabilimento delle Terme, delle grotte di San Calogero (convenzionati con il SSN), dell’albergo di San Calogero ( chiuso), del Grand hotel delle Terme (gestito direttamente dalla societaL8; in liquidazione), del Bar delle Terme e delle piscine Molinelli (affidati a terzi in forza di contratti di affitto), dello stabile ex motel Agip ( in comodato gratuito alla locale polizia municipale) e del complesso San Francesco ( utilizzato prevalentemente per attivitaL8; convegnistica).

“Il patrimonio immobiliare  – dichiara l’ex sindaco di Sciacca Mario Turturici -richiederebbe interventi immediati, anche strutturali, con l’impiego di ingenti risorse finanziarie, pena il deterioramento e conseguente deprezzamento, ma la situazione dell’ente non lo consente, come si evince dalla relazione sulla gestione del bilancio al 31 dicembre 2012 elaborata dal liquidatore delle Terme, che chiude con una perdita di 1.990.324 euro, e dalla relazione elaborata dal collegio sindacale relativa al medesimo bilancio, dalla quale emerge “lo stato di grave dissesto strutturale nel quale si trovano quasi tutti gli impianti e gli edifici sia in proprietaL8; sia in usufrutto.”

Terme di Sciacca, una interrogazione alla Regione per il bando


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – POLITICA 
BANDO TERME, FIGUCCIA (FORZA ITALIA) PRESENTA INTERROGAZIONE
“Quali urgenti provvedimenti intende assumere il Governo per garantire subito la pubblicazione di un nuovo bando?”

23/04/2014 23.21

Il deputato regionale di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, ha presentato un’interrogazione (con risposta scritta urgente) parlamentare al Presidente della Regione e all’Assessore all’Economia sulla questione delle Terme. Il deputato vuole sapere dal Governo “quali urgenti provvedimenti intende assumere per garantire lo snellimento della burocrazia che ad oggi non ha permesso la pubblicazione di un nuovo bando e che ha invece paralizzato quello che potrebbe essere un importante volano per la ripresa dell’economia siciliana”.

L’avviso alla “Manifestazione di interesse per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremotermali e idrominerali di Sciacca” fu pubblicato il 10 dicembre 2012.

Il deputato Figuccia evidenzia come “le istituzioni locali avevano sin dal primo momento mostrato grande entusiasmo decidendo di dare la massima pubblicità all’avviso pubblico anche attraverso il sito istituzionale del Comune, considerandolo un atto di estrema importanza per l’intero territorio, ma che lo stesso non ha avuto alcun seguito, in quanto poi non assegnato”.

Figuccia considera l’espletamento del bando come “un passaggio storico per la cittadina, ma anche per l’intera Regione, in quanto sarebbe una grande occasione per Sciacca, ma anche una opportunità per fare arrivare in Sicilia investitori da altre parti d’Italia, rilanciando così l’economia della nostra regione”.

La vicenda delle Terme ha paradossi inceredibili. Una risorsa economica di grande rilievo che, però, mamma Regione non considera.

E’ lo stesso deputato Figuccia a ricordare nell’interrogazione il valore delle Terme che sono “sono riconosciute fra le migliori terme d’Europa, e addirittura le sue sorgenti e i suoi fanghi sono giudicati fra i più efficaci al mondo, in quanto acque, fanghi, grotte con proprietà terapeutiche, possono aiutare a rallentare la progressione di malattie croniche ed a combattere lo stress, producendo quindi un effetto altamente benefico, per la salute di tutti coloro che vi si rechino”.

Figuccia evdienzia, inoltre, come le Terme, se gestite in maniera adeguata, “potrebbero comportare quello che gli economisti definiscono “effetto moltiplicatore” per l’economia siciliana, ossia se un ospite delle terme spende anche un solo euro nella struttura, poi può spenderne dieci volte tanto sul territorio stesso, tra alberghi, ristoranti e negoz”.

Il deputato di Forza Italia ritiene che “dare in gestione a privati le terme scusciterebbe l’interesse di imprenditori che credendo in questo tipo di investimento e avendo già esperienza nel settore termale e del benessere, potrebbero rilanciare le Terme di Sciacca su scala internazionale”.

 

Azionariato popolare per le Terme di Sciacca, favorevoli i grillini


articolo tratto dal blog Terme di Sciacca, quo Vadis

AZIONARIATO POPOLARE PER LE TERME: OK DEI GRILLINI, SILENZIO DEL RESTO DELLA POLITICA

Il Meetup ‘Sciacca 5 stelle’,che nei giorni scorsi ha stigmatizzato il silenzio dell’Amministrazione Comunale nei confronti del futuro delle Terme e ritenuto di ben poca valenza il rapporto epistolare del Sindaco Fabrizio Di paola con la Regione Sicilia, è tornato oggi a condannare una gestione le cui scelte appaiono ancora oggi dettate da interessi politico – clientelari ed ha sostenuto l’iniziativa dell’associazione L’Altra Sciacca che ritiene l’azionariato popolare come sola via per rilanciare le strutture.
“Una volta svincolata dalla morsa degli interessi politici che ancora vi gravitano intorno – dicono i grillini – lo sviluppo delle Terme non può prescindere dalla partecipazione della cittadinanza, tramite l’azionariato popolare. Bisogna che i saccensi siano messi in condizione di mostrare quanto tengano a questo patrimonio cittadino, acquisendo una quota di partecipazione nel capitale, intervenendo di diritto nella gestione dell’Azienda Termale”.

L’ing.Bosco firma un accordo tra Terme di Acireale e Porto dell’Etna


L’articolo tratto dal Gazzettino on line

Pacchetti termali per i diportisti

Pacchetti termali per i diportisti
Sarà siglata un’apposita intesa tra il Marina di Riposto “Porto dell’Etna” e le Terme di Acireale

Il presidente della società Marina di Riposto “Porto dell’Etna”, dott. Giuseppe Zappalà, ed il rappresentante legale della Società “Terme di Acireale”, ing. Luigi Bosco, sigleranno, giovedì 24 aprile prossimo, alle 10.30, nella sala della Presidenza dello stabilimento S. Venera, in via delle Terme 47, ad Acireale, un apposito protocollo d’intesa. L’accordo è relativo ai pacchetti termali di benessere e bellezza che saranno proposti ai diportisti che ormeggeranno presso lo scalo internazionale dell’Etna (Marina di Riposto).

Le parti coglieranno l’occasione per presentare agli organi di informazione la convenzione “Porto-Terme”, attraverso la quale mirano al rilancio del turismo termale, balneare, naturalistico e culturale della città “dei cento campanili” e di tutta la riviera ionica, sfruttando le potenzialità del porto come sicuro punto di riferimento turistico del “Mare nostrum”.

Tornino alla città le Terme di Sciacca


L’articolo sull’edizione agrigentina del quotidiano La Sicilia (24 aprile 2014)

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Da Sciacca a Sciacca Terme: cosa cambierà?


dal sito di Teleradio Sciacca

DA SCIACCA A SCIACCA TERME: COSA CAMBIERA’?

 

Si continuano a fare riunioni fra sindaci del territorio per portare avanti la procedura che porterà alla costituzione di un libero consorzio che racchiuda 20 comuni delle soppresse province di Agrigento, Palermo e Trapani, con Castelvetrano e Sciacca quali centri più grandi.

Come si sa, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n° 8 del 24 marzo 2014 la legge di “Istituzione dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane” con relativa soppressione delle province. In quella occasione il governo Crocetta però venne battuto all’ARS su un emendamento, passato a voto segreto, dei 5stelle che prevede il referendum per la costituzione di nuovi Liberi consorzi tra comuni, in aggiunta ai nove, corrispondenti alle attuali Province.

Insomma, si possono fare tutte le riunioni che si vogliono, ma alla fine ci vorrà un referendum confermativo. L’occasione però è ghiotta per accorpare questo referendum con quello che dovrebbe, ancora una volta, cambiare il nome della città da Sciacca a Sciacca Terme già bocciato dai cittadini. Ma se è vero che l’abito non fa il monaco, di sicuro aggiungere Terme ai cartelli stradali non farà di Sciacca una città termale perché considerato lo stato in cui versano le terme, considerato l’abbandono delle antiche terme selinuntine, referenudm o no, ci vorrebbe una svolta storica e culturale sull’uso e sfruttamento delle risorse termali, mentre qui abbiamo persino problemi ad aprire la piscina del parco visto che due filtri che garantiscono un migliore filtraggio dell’acqua curativa costano quasi 17 mila euro. E’ vero, la struttura cerca di sopravvivere, ma non è cambiando il nome alla città che il problema verrà risolto. Sarà curioso vedere i turisti che arrivano a Sciacca convinti di trovare le strutture di Montecatini terme, trovarsi a bere l’acqua delle terme di Montevago.

Sciacca, consorzio e nome in unico referendum


L’articolo pubblicato sull’edizione agrigentina de La Sicilia oggi 22 aprile 2014

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Terme di Acireale, una strana alleanza politica per difenderle


L’articolo del settimanale I Vespri pubblicato sul n.15 del 26 aprile, da oggi in edicola

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Termalismo: la voce dell’Enciclopedia Treccani


dal sito dell‘Enciclopedia Treccani on line

TERMALISMO

Enciclopedia Italiana – V Appendice (1995)

di Eraldo Leardi

TERMALISMO

La definizione ufficiale di t. in Italia è ancora quella data da un Regio Decreto del 28 settembre 1919, secondo cui sotto questo nome è da intendersi l’attività svolta in stabilimenti (terme) dove, in funzione delle proprietà terapeutiche o igieniche speciali loro riconosciute, si pratica la pozione di acque minerali, si utilizzano fanghi caldi sia naturali sia preparati artificialmente (fig. 1), limi, muffe e simili, si sfrutta la presenza di grotte in particolari condizioni di temperatura e umidità. Si tratta di vere e proprie risorse naturali variamente distribuite, la cui valorizzazione si accompagna spesso alla ricerca di nuove falde acquifere, alla loro captazione, all’impianto di opere di adduzione, canalizzazione, sollevamento meccanico, alla costruzione di stabilimenti spesso assai complessi, dotati dei locali e delle apparecchiature necessari per i vari tipi di cura e per prestazioni paratermali, fisiochinesiterapiche, pneumoterapiche e talassoterapiche. Condizione prima perché il t. possa svilupparsi è ovviamente quella della presenza delle acque minerali calde o fredde, ma il suo successo è legato a varie condizioni: la motivazione medica, il tenore di vita della popolazione, la legislazione sociale.

In Francia le stazioni termali sono 94; l’80% delle persone che le frequenta è a carico dell’assistenza sociale. Si tratta in genere soprattutto di donne fra i 50 e i 70 anni, spinte pressoché esclusivamente da problemi di salute. È da registrare una preferenza dei Francesi abbienti per le terme italiane, perché in condizioni di garantire non solo cure ritenute efficaci, ma anche un soggiorno in luoghi piacevoli e culturalmente interessanti. In Germania, dove la frequentazione delle terme è molto diffusa ed è favorita dallo stato, le pur numerose stazioni non sono sufficienti a soddisfare le richieste locali, e sono oltre un milione i Tedeschi che fanno capo all’estero, preferendo di gran lunga, per le stesse ragioni già dette per i Francesi, i centri italiani.

Restano fuori dal circuito del turismo termale paesi assai attivi in altre forme di turismo, quali i Paesi Bassi, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e il Canada, dove il mondo medico ufficiale non concede grande credito al ruolo terapeutico delle cure idropiniche e alla fangoterapia. In Svezia lo scarsissimo interesse per le cure termali si accompagna alla totale assenza di stazioni in cui sia possibile praticarle. Il t. è molto diffuso in Giappone, dove ha tuttavia caratteristiche del tutto particolari: esclude infatti ogni scopo puramente curativo e assume quello di un turismo di vacanza, dedicato al riposo, al relax. Grandissima rilevanza ha nei paesi dell’Europa orientale, dove rappresenta una notevole percentuale dell’intero movimento turistico. L’Ungheria è nota come uno dei paesi più ricchi di acque termali: le sue stazioni riscuotono rinomanza mondiale, e Budapest stessa è una città ”idrominerale”: non c’è infatti un suo quartiere che non abbia una sorgente termale (più di un centinaio); il lago di Héviz è il più grande lago di acque termali esistente nel mondo.

I paesi dell’ex Unione Sovietica presentano a loro volta le seguenti disponibilità: 5000 sorgenti di acqua minerale, oltre 700 depositi di fanghi medicinali in vari laghi ed estuari, circa 450 località ove le condizioni climatiche sono particolarmente salubri, più di 500 stazioni termali. Sono sorte immense città-giardino, quali Anapa e Soči, stazioni aperte tutto l’anno.

In Italia, nel 1976 − ultimo anno di gestione da parte del ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato (Direzione generale delle miniere) − furono registrate 555 concessioni di sfruttamento, di cui 310 di acqua minerale e 245 di acqua termale, con forte prevalenza della Toscana, del Piemonte e dell’Emilia per le minerali, del Veneto e della Campania per le termali. La ricerca e la gestione di tutte le acque, e quindi dell’attività termale, fanno ora capo, salvo limitate eccezioni, alle Regioni. La crescita è stata a lungo impetuosa, ma il suo ritmo non è stato pari a quello del turismo in generale. Le cifre relative al 1988 sono molto eloquenti: 400 stabilimenti con 7500 addetti, 90.000 posti letto negli alberghi soprattutto dedicati ad esso, un fatturato di oltre 4600 miliardi. Sempre nel 1988 si sono registrate 18 milioni di presenze, il 25% delle quali straniere, per una buona metà tedesche, e con quote assai minori, francesi, austriache, svizzere, finlandesi. Gli anni più recenti hanno segnato una significativa inversione di tendenza. Nel 1993 sono stati registrati 2.574.744 arrivi (1.782.900 Italiani, 791.844 stranieri) e 15.382.200 presenze (10.992.504 Italiani, 4.389.696 stranieri). Rispetto all’anno precedente gli arrivi e le presenze di Italiani hanno subito un calo rispettivamente pari al 10,75% e al 13,36%, ricollegabile sia alla congiuntura economica sfavorevole sia, soprattutto, a una riduzione delle agevolazioni. Lo stesso calo ha interessato anche la clientela straniera, ma in misura assai inferiore; è stato infatti pari al 3,02% e al 4,44%. Abano, Montegrotto, Battaglia e Galzignano formano il più importante comprensorio termale d’Europa; Montecatini, Chianciano, Salsomaggiore, Ischia, Fiuggi sono stazioni che godono vastissima rinomanza (figg. 2, 3).

Il t. appare sempre più strettamente intrecciato con il turismo. Anche nella scelta di centri termali puri, quali possono essere considerati Abano, Salsomaggiore, Montecatini e Fiuggi, i motivi della preferenza loro accordata vanno spesso ben oltre la qualità delle cure da essi garantita; i curandi, che spesso sono accompagnati da altre persone, hanno in genere largo tempo libero, ed è ben ovvio che nella loro decisione abbia spesso gran peso la possibilità di soddisfare altri interessi, non soloin loco ma anche nelle vicinanze più o meno immediate, nella fattispecie in alcune tra le più famose città italiane. In questi casi è il t. che genera turismo, ma è il turismo che sostiene il t.; dove tale possibilità è scarsa (come ad Acqui, San Pellegrino, Bognanco) si sono create situazioni di grave stasi, se non di crisi; perché c’è chi rinuncia alle ferie per curarsi e c’è chi rinuncia alle cure per andare in ferie, ma sono certamente più numerosi coloro che, scegliendo il centro termale, cercano di contemperare entrambe le esigenze.

Gratificati dall’amenità del clima, in condizioni di buona accessibilità, alcuni centri termali hanno sviluppato tipi diversi di turismo; per es., Bormio e Lurisia si sono qualificate come stazioni termali e turistiche d’estate e come centri di sport della neve d’inverno. Le due clientele stagionali non hanno nulla in comune e operano la loro scelta con criteri completamente opposti, ma i successi nell’uno e nell’altro campo giovano alla reciproca pubblicità, e ne guadagna soprattutto un più conveniente sfruttamento delle capacità ricettive. È certo difficile valutare quanto contino le varie componenti, ma qualche valutazione può essere fatta esaminando per un certo arco di tempo il rapporto tra il numero dei presenti e quello dei curandi; un incremento più accentuato dei primi segnala infatti un maggiore apprezzamento della funzione turistica, mentre l’accresciuto peso percentuale dei secondi assicura che la clientela turistica è sempre più sensibile all’offerta termale. Nei centri dove il t. e il turismo hanno avuto uno sviluppo particolarmente intenso la polifunzionalità garantisce una più economica gestione delle attrezzature alberghiere, soprattutto quando le due attività mantengono propri ritmi stagionali. A differenza di quanto comunemente avviene per molti centri turistici, il successo di un centro termale non riceve grande impulso dalla vicinanza di un mercato di utenza numeroso e ricco, se non per la parte, invero assai cospicua, rappresentata dai turisti pendolari o di fine settimana.

Anch’essa coinvolta nelle profonde variazioni tipologiche dei movimenti turistici che da elitari sono diventati fenomeni di massa, la clientela termale ha conservato caratteri specifici. C’è innanzitutto la distinzione per sesso, per la quale si rilevano prevalenze femminili o maschili a seconda delle cure praticate. Per quanto riguarda l’età, la fascia nettamente più rappresentata è quella fra i 45 e i 65 anni. Risultano presenti tutte le categorie professionali, ma è particolarmente imponente la massa di coloro che dispongono più liberamente del proprio tempo e fruiscono dell’assistenza mutualistica, quindi soprattutto di casalinghe, pensionati e dipendenti pubblici. Ciò ha portato a una crescente prevalenza delle attrezzature ricettive di livello medio-basso e a una riqualificazione degli ”accessori”. Scomparsi i casinò e caduto l’interesse per i concerti lirici, si fa sentire maggiormente l’esigenza di impianti sportivi, di giochi, di spettacoli e mostre, di attività culturali.

Caratteristica del t. è la diversa durata media dei soggiorni rilevabile nei vari paesi: è considerata ottimale quella di tre settimane, prevalente in Francia, Austria e Germania, dove altrettanti sono i giorni concessi dagli enti di assistenza, mentre in Italia, per la stessa ragione, la durata si riduce a 14÷15 giorni, e nei paesi dell’ex Unione Sovietica, dove, come si è detto, il t. rappresenta la forma più comune di vacanza, sale a 26. Il divario fra la domanda di prestazioni e l’offerta massima erogabile con le attrezzature disponibili è per lo più assai elevato. La dilatazione dei periodi in cui le attrezzature vengono usate a pieno regime risulta maggiore dove più cospicua è la presenza straniera, che da sempre predilige le basse stagioni, o dove alle cure più propriamente mediche si sono affiancate le ”sale di bellezza” se non vere e proprie ”cliniche della salute”, affidate a dietologi, fisiologi e fisioterapisti, o infine dove si è affermato un turismo più diversificato, compreso quello che si riunisce per congressi.

Con queste caratteristiche le stazioni termali assumono sempre più le qualità proprie di un fatto industriale, generatore di un indotto socio-economico a cui conseguono effetti territoriali articolati sullo sviluppo delle strutture ricettive, del tempo libero e dei trasporti. Sono altrettanti motivi che, insieme a quelli derivanti da specifiche emergenze locali, differenziano le varie stazioni termali, le quali peraltro ripetono fondamentalmente uno schema urbanistico comune. Esse devono innanzitutto rispettare alcune opportunità, quale quella di costruire gli stabilimenti il più vicino possibile alle sorgenti quando si utilizzano acque calde. I vari tipi di cura suggeriscono poi una particolare distribuzione dei fabbricati, con il parco che si pone come elemento accentratore dei fatti funzionali più importanti: il padiglione di distribuzione dell’acqua, saloni e portici per la sosta e la deambulazione, padiglioni distinti per le varie cure e i servizi medico-assistenziali. Poiché anche gli alberghi, e quindi i locali di riunione e svago, ambiscono le vicinanze del parco, l’uso di viali alberati e la disponibilità di propri giardini, gli standard urbanistici prevedono spazi verdi eccezionalmente ampi. Ne deriva che il dimensionamento delle stazioni termali è condizionato non solo dalla capacità delle sorgenti, dal tipo e dalla qualità delle cure, ma anche, e soprattutto, dal livello urbanistico compatibile con la più ampia realtà locale.

Bibl.:E. Leardi, La funzione turistica: i centri idrominerali italiani, in Bollettino della Società Geografica Italiana, 10-12, Roma 1978, pp. 517-38; Touring Club Italiano,Stazioni termali in Italia ed altri luoghi di cura, Milano 1982; Sorgenti termali d’Italia, “I grandi libri illustrati”, ivi 1991; C. Bettelli, Bellezza e salute, ivi 1992;Arte letteratura e civiltà dei luoghi termali, “Biblioteca delle terme”, ivi 1992;Guida alle acque della salute. Le stazioni termali e i centri di salute per curarsi con l’acqua, a cura di M. Tizzani, “Guide verdi”, Busto Arsizio 1992; N. Zanni, Immagini della città termale. Da Bath a Salsomaggiore, Milano 1993.

Ancora querelle sulle Terme a Sciacca fra Sindaco e grillini


dal sito di Teleradio Sciacca

ANCORA QUERELLE SULLE TERME FRA 5 STELLE E DI PAOLA

 

Strana, ma mica tanto, l’amministrazione “Di Paola & Co.” che alle critiche risponde col solito vecchio ritornello sulle responsabilità che sono di altri (vedi discariche abusive) e sui soldi che non ci sono (anche se 3000 euro per l’albero di Natale si trovano facilmente).

Strano è che per mettere in sicurezza i siti contaminati dall’amianto serva l’intervento del deputato regionale Mangiacavallo del M5S e che non serva l’intervento dell’on. Marinello, presidente della Commissione Ambiente al Senato nonché della stessa corrente politica di codesta amministrazione.

Strano è, infine, che le Terme debbano reputarsi un bene regionale quando il bacino idro-termale scorre nel sottosuolo di Sciacca. Chi guida la città non solo ha il sacrosanto dovere di salvaguardare la risorsa e il suo valore storico ma deve rivendicarne la proprietà alla Regione.

Il Sindaco non può, a nostro avviso, limitarsi esclusivamente ad elencare le lettere inviate alla presidenza e all’assessorato regionale, ma deve schierarsi in prima linea con i suoi cittadini e, come fece per il tribunale, chiedere interventi mirati al Governo siciliano, sensibilizzare la popolazione, chiedere la convocazione di consigli comunali aperti e discutere coi saccensi le iniziative e le eventuali proposte per il rilancio delle Terme.

Comprendiamo che buona parte delle energie e delle risorse comunali siano stati utilizzate per il rilancio di un Carnevale che alla fine ha scontentato finanche gli stessi cofinanziatori, ma ci aspettiamo il medesimo impegno anche per qualcosa di “meno importante” e bistrattato come le Terme di Sciacca.

Noi attivisti del Meetup “Sciacca 5 stelle”, come chiesto dal nostro Sindaco, dopo aver acquisito gli atti amministrativi delle Terme di Sciacca che ci auguriamo il commissario straordinario, dott. Carlo Turriciano, ci fornirà in tempi rapidi, faremo nomi e cognomi per dimostrare che le scelte sinora effettuate sono state dettate da mero interesse politico.

Che si riparta, per un pronto rilancio delle Terme, dal cacciar via la politica dalla loro gestione, anche se solo transitoria.

Si è ricostruito in Parlamento l’intergruppo “Amici del Termalismo”


dal sito di Federterme

AMICI DEL TERMALISMO: RICOSTITUITO L’INTERGRUPPO PARLAMENTARE

 Si è ricostituito, in Parlamento, il Gruppo “Amici del Termalismo”. L’iniziativa è partita dal giovane (31 anni) deputato del PD, Edoardo Fanucci, già vicesindaco di Montecatini Terme, che alla luce della sua complessa esperienza maturata nella città termale, si è rivolto a tutti i deputati e senatori per suggerire una riflessione sullo stato del settore termale in Italia e proporre l’adesione al gruppo di lavoro.

Già oltre 50 parlamentari hanno risposto all’appello e confermato la propria partecipazione al progetto.

“L’obiettivo – ha spiegato Fanucci – è avviare una discussione seria sul tema, svolgere una funzione di raccordo fra le categorie imprenditoriali, il mondo della sanità e anche quello del turismo, avanzare Proposte di legge e idee concrete al fine di valorizzare l’immenso patrimonio termale di cui è ricchissimo il nostro Paese, con oltre 380 stabilimenti in 20 regioni e 180 Comuni. Sono convinto che sia possibile svolgere un buon lavoro e consentire il pieno sviluppo di un settore fondamentale: per tutto il nostro territorio, gli effetti positivi di un incremento del termalismo sarebbero davvero notevoli”.

Ai lavori dell’ intergruppo prenderà parte anche l’onorevole Caterina Bini, (già componente dell’assemblea e della direzione regionale del PD della Toscana) che ha accolto favorevolmente l’invito di Fanucci. “Un segnale di collaborazione importante, necessario per raggiungere insieme risultati ambiziosi”, ha confermato il deputato pistoiese.

Fra i temi di cui il gruppo intende occuparsi per primi, la revisione e l’aggiornamento della Legge 323 sul termalismo del 2000. “Una norma di quasi venti anni fa e che ormai necessita di alcuni aggiustamenti. La sua attuazione ha consentito di realizzare un modello di welfare di qualità, riconosciuto e apprezzato anche all’estero, ma ormai non più del tutto attuale. Occorre che il Parlamento torni ad occuparsi della questione, in modo da coglierne le potenzialità sanitarie, turistiche e sociali. Entro poco tempo, non appena avremo raccolto le adesioni di tutti i parlamentari interessati, daremo vita al progetto ed inizieremo con il lavoro”, ha concluso Fanucci.

Le competenze di un Sindaco in materia di Terme. Di Paola (Sciacca) replica ai grillini


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA 
TERME: DI PAOLA REPLICA AI GRILLINI

11/04/2014 10.57

Puntuale la replica del sindaco Fabrizio Di Paola alle critiche dei Grillini saccensi, che avevano accusato l’amministrazione comunale di non avere avuto un giusto e puntuale ruolo di controllo e denuncia nella gestione commissariale degli ultimi anni sulle Terme.

“L’intervento non avrebbe meritato alcuna risposta – dichiara oggi Di Paola – se non fosse stato per il solito tentativo di adombrare sospetti rispetto a competenze che non appartengono al sindaco. Le Terme appartengono alla Regione Siciliana. La gestione commissariale della società termale risponde al governo regionale. Il sindaco non ha poteri per decidere sulle scelte gestionali del commissario”.

E poi l’elencazion e delle numerose lettere alla Regione per la funzionalità delle terme, per il suo rilancio, per la valorizzazione del patrimonio, per la definizione del processo di privatizzazione. Una serrata interlocuzione con la Regione Siciliana ache in effetti c’è stata, ma che sembra vana e che fino ad oggi non ha rpodotto risposte adeguate da parte del governo regonale, che probabilmente avrebbe bisogno di essere sollecitatoda ben più alti livelli politici.

Sciacca: le Terme ad azionariato popolare?


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – ECONOMIA 
TERME, L’ALTRASCIACCA: “MOBILITIAMOCI PER L’AZIONARIATO POPOLARE”

15/04/2014 14.57

“Indipendentemente da quella che sarà la futura gestione delle risorse termali, per la quale dovremo attendere la stesura e la pubblicazione del bando nonché l’aggiudicazione a chi avrà presentato l’offerta migliore, Sciacca, a nostro avviso, deve reclamare e riprendersi la proprietà delle Terme, sempre che davvero Sciacca rivoglia le sue Terme”.

L’appello è dell’associazione l’AltraSciacca. “Nel corso degli anni – è scritto in una nota – le Terme sono state sottratte ai legittimi proprietari, i saccensi, per passare nelle mani della Regione Sicilia che, attraverso pessime gestioni, lottizzate dalle classi politiche succedutesi nel tempo, con progetti più o meno oscuri, le ha condotte verso un lento e progressivo degrado e alla conseguente svalutazione, non solo economica”.

Per l’AltraSciacca “è palese il fallimento della politica regionale che considera questo bene quasi come una zavorra di cui non sa come disfarsi. E’ giunto il momento di strapparglielo dalle grinfie per assegnarli il ruolo di risorsa economica fondamentale che gli compete”.

L’Associazione culturale propone “l’azionariato popolare, capace di consentire ai saccensi di riappropriarsi di una buona parte o dell’intero patrimonio termale”.

“Lanciamo un appello – conclude l’AltraSciacca – a tutte le forze politico-sociali cittadine che condividono questa idea, e ci rivolgiamo, indistintamente, a comitati di quartiere, movimenti e partiti politici, comunità religiose, parrocchie, associazioni, società civile e singoli cittadini”.

Angela Foti: le Terme devono rimanere a gestione pubblica


L’articolo tratto da Nuovo Sud

LA DENUNCIA DI ANGELA FOTI (M5S)

Terme di Acireale, debiti per 14 milioni e la Regione non le salva

Terme di Acireale, debiti per 14 milioni e la Regione non le salva

“Dopo aver avuto accesso agli atti, richiedendo specifici documenti societari e nonostante le inspiegabili resistenze dell’ufficio regionale che rappresenta il socio, la Regione Sicilia, appunto, siamo riusciti ad ottenerli. Dalle carte è emerso un quadro economico e di bilancio desolante. La Società Terme di Acireale SpA con Socio unico in liquidazione, in particolare l’esposizione debitoria della società ad aprile del 2013 ammonta complessivamente a 13,954 milioni di euro, dei quali oltre 8 milioni per debiti per mutui passivi in contenzioso e per gli interessi di mora maturati sugli stessi mutui (7,249 milioni di € e 988,48 mila €)”. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa la deputata all’Ars del M5s, Angela Foti.
“Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi Portavoce all’ARS, ha presentato durante la sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio 2014, due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società della Terme (Terme di Acireale S.p.A in liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione, i quali nonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità, a parole, del presidente della Regione Crocetta e dell’Assessore all’Economia Luca Bianchi, non sono neanche stati discussi e votati ne in commissione bilancio ne in Aula. Le Terme di Acireale – ha detto Angela Foti – sono state artatamente fatte morire, lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e riduzione dei costi di esercizio ed a un miglioramento dei servizi che le terme fornivano con il fine di rendere le Terme una società sana, capace sia di pagare i debiti che produrre utile. Sarebbero bastate due o tre azioni politico-amministrative come, ad esempio, l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, come da noi proposto, attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e permettere l’ammodernamento delle strutture specificatamente destinate ai servizi termali ed il recepimento della legge 323/2000 che prevede tutta una serie di azioni possibili per il rilancio del settore termale. Con questa pesantissima esposizione debitoria, al commissario liquidatore non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti, in mancanza di un intervento deciso da parte del socio unico della società cioè la Regione Sicilia nella persona del suo Presidente, per la ricontrattazione del debito e lo stanziamento successivo delle necessarie risorse economiche. Dai documenti che abbiamo studiato ed in particolare dai verbali dell’assemblea dei soci, la Regione ha chiesto nel 2011, ai liquidatori della società di verificare se ci fossero delle responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009. È stato incaricato così un professionista terzo a svolgere gli studi del caso sulla questione, il quale ha prodotto e consegnato, nel luglio 2012, un parere legale sulle eventuali responsabilità degli amministratori delle Terme in carica dal 2006 al 2009, dal quale risulta che sussistano validi elementi per promuovere l’azione di responsabilità ai sensi dell’articolo 2393 del codice civile, nei confronti sia di coloro i quali hanno amministrato la società dal 2006 al 2009 che nei confronti di coloro i quali, nello stesso periodo, dovevano controllarne l’operato. Ad inizio Aprile 2014, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare con la quale interroghiamo il governo sul perché, nonostante ci fossero dei riscontri oggettivi sulle responsabilità degli amministratori della società, dal 2012 ad oggi non si sia fatta nessuna azione accertare le eventuali colpe.
Siamo convinti che la gestione pubblica delle Terme sia la soluzione migliore, ci rendiamo conto che la situazione debitoria è critica, per questo chiediamo che la Regione si impegni davvero per la ricontrattazione del debito evitando il pignoramento dei beni immobili che sono beni di tutti”.

Terme di Acireale a rischio chiusura


L’articolo su CtZen

Terme di Acireale ancora a rischio chiusura- M5s: «Siamo pronti per opporci in Regione»

Gestione fallimentare annosa dal punto di vista economico, amministrativo e strutturale caratterizzano le terme della cittadina in provincia di Catania. Riaperte da circa sei mesi e guidate dal commissario liquidatore nonché assessore comunale etneo Luigi Bosco, rischiano a breve di essere di nuovo chiuse. Ma il Movimento 5 stelle non ci sta e fa appello alla Regione

terme interna

Le Terme di Acireale sono un fiore all’occhiello del territorio o una zavorra di cui è meglio disfarsi? Decisamente convinti della prima ipotesi sono il commissario liquidatore Luigi Bosco – nonché assessore ai Lavori pubblici dell’amministrazione catanese guidata da Enzo Bianco – e la deputata all’Ars del Movimento cinque stelle Angela Foti che ha organizzato ieri un incontro per parlare della situazione delle terme acesi. Aperte parzialmente al pubblico da poco più di sei mesi, soffrono di una annosa e disastrosa amministrazione che ha mal gestito ogni tipo di risorsa. Inliquidazione da tempo, sono destinate ad essere definitivamente chiuse secondo quanto stabilito dalla legge sulla dismissione delle aziende partecipate. Pronti però alcuni emendamenti del Movimento cinque stelle regionale.

Convinti delle grandi potenzialità delle terme di trasformarsi in volano per l’intero territorio sono soprattutto i cittadini che dal 2010 – «anno della chiusura immotivata delle terme da parte del commissario liquidatore Margherita Ferro (predecessore di Bosco, ndr)», spiega il portavoceSalvatore La Rosa – si sono costituiti in comitato. «La struttura è in vendita da circa dieci anni ma, contro ogni logica, l’hanno sempre lasciata degradarsi», denuncia La Rosa. Il motivo, secondo il rappresentante dei cittadini, è semplice: dipende tutto dalle mire speculative private. «L’obiettivo è chiaro – afferma – dismettere tutto per favorire le convenzioni con i privati e speculare su terreni e proprietà immobiliari. Svendere cioè, non vendere, ma non glielo permetteremo», promette.

Difficile la situazione soprattutto dal punto di vista economico, ma anche strutturale e strumentale. Esiste infatti un deficit di bilancio dovuto a diverse gestioni fallimentari, di molti milioni di euro. Basti pensare che solo per il biennio 2011-2012 sono circa quattro milioni e mezzo gli euro di deficit, «due milioni e settecentomila circa nel 2011 e un milione e 800mila nel 2012», dice Bosco. Nonostante in questo periodo il servizio termale non sia stato erogato, infatti, sono rimaste attive alcune spese fisse o già concordate da onorare. L’albergo Excelsior Palace Terme così come il Centro polifunzionale, inoltre, sono chiusi e inutilizzabili perché sottoposti apignoramento da parte della banca Unicredit. La causa è il mancato pagamento del mutuo da parte delle gestioni precedenti. «Stiamo cercando di negoziare con la banca perché ci dia il via per avviare il bando per una nuova gestione privata così da renderlo produttivo», dichiara Bosco.

«Per recuperare il deficit, adesso meno di un milione di euro, ho eliminato alcune consulenze esterne – aggiunge –  Ma soprattutto ho chiesto e ottenuto dal governatore Rosario Crocetta di rimettere in moto la macchina, almeno nelle sue funzioni minime, per mantenere il valore della struttura e cercare di fare anche degli introiti». Così sono di nuovo attivi i servizi di inalazione e insufflazione e i fanghi. «Abbiamo registrato 20mila presenze mediche in sei mesi – afferma Bosco – Non sono molte, ma rappresentano un segnale importante perché ci fanno capire che non è necessario liquidare l’azienda. Con una amministrazione più attenta e aumentando i servizi, non solo si potrebbe facilmente raggiungere il pareggio di bilancio ma si potrebbe fare molto di più», afferma. «Uno dei nostri emendamenti chiede proprio questo», sottolinea Angela Foti. «Bocciato a gennaio, lo ripresentiamo perché l’atteggiamento della Regione è schizofrenico – dichiara – Non si può da una parte sostenere lo smantellamento con la chiusura delle utenze e dall’altro prevedere la possibilità di fare assunzioni stagionali, ad esempio».

L’emendamento comprendere anche il rimedio alla eventuale dismissione della società, a totale partecipazione della Regione. «Non solo vogliamo che le terme di Acireale siano inserite tra le partecipate strategiche in modo da potere accedere ai fondi europei  – spiega Foti – ma siamo convinti che la Regione debba fare del termalismo un asset strategico». La deputata Angela Foti ha inoltre pronto ancora un emendamento per chiedere una azione di responsabilità nei confronti di chi ha causato il buco di bilancio. «Chi è responsabile deve dare conto e ragione del proprio operato, non si può rimanere impuniti», conclude.

Terme di Acireale. Un tabù per tutti in campagna elettorale


dal settimanale I Vespri n.14 del 19 aprile 2014 (da ieri in edicola)

ivespri-terme.n.14

 

Angela Foti: Sollecitare la Presidenza della Regione perchè prenda in mano la situazione delle Terme


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Il post dell’on.Angela Foti sul suo profilo Facebook ieri 12 aprile

Oggi ad un anno dalla riapertura delle Terme di Acireale, avremo modo di ascoltare il commissario liquidatore Bosco che esporrà i risultati ottenuti ma anche i rischi a cui le Terme vanno in contro se non ci saranno delle modifiche alla normativa vigente , e il Comitato Civico Terme Di Acireale che da parte sua vive con grande preoccupazione che tale risorsa per il territorio cada tra le mani di speculatori . Dal canto mio con il mio gruppo parlamentare abbiamo e continuiamo a sollecitare la presidenza della regione perché prenda in mano la situazione . A tra poco

Le Terme di Acireale in brutte acque


dal Quotidiano di Sicilia

Catania – Terme di Acireale in brutte acque per la forte esposizione debitoria

di Daniela Gieri

Il commissario ha attivato convenzioni per l’uso delle strutture. Il tentativo fallito dei Cinque Stelle. Conti in rosso per 14 mln €, il patrimonio a rischio, la liquidazione e il rilancio

 

ACIREALE (CT) – Luci e ombre sulle Terme: da una parte la riapertura, curata dal commissario liquidatore Luigi Bosco, dall’altra la forte esposizione debitoria della società. Un bilancio sullo stato di “salute” delle Terme è stato ufficializzato dallo stesso commissario che proprio in considerazione del rilevante rischio di depauperare il patrimonio mobiliare e immobiliare, ha chiesto alla Regione la riapertura degli stabilimenti termali e la riattivazione di alcune prestazioni termali convenzionate con il sistema sanitario nazionale. Solo dopo due mesi dal suo insediamento, Bosco ha riattivato il reparto inalatorio, ha sistemato il parco e la palazzina storica recuperando l’estrazione dell’acqua e l’ impiantistica. Nello scorso luglio sono stati riaperti i reparti di fangoterapia e benessere.
“Grazie alla firma del capitolato con l’Inps per l’assistenza termale – ha evidenziato Bosco – da marzo a dicembre abbiamo registrato un flusso di 15.000 cure (7.500 presenze alberghiere). Siamo anche in grado, dopo l’accordo con il ministero della Difesa, di erogare le cure termali al personale dell’Esercito Italiano ed abbiamo attivato nuove collaborazioni con l’Università di Catania, Policlinico Vittorio Emanuele e Centro Europeo di Andrologia per la ricerca sugli effetti delle cure termali; abbiamo inoltre attivato con il Comune di Acireale – assessorato alla Pubblica Istruzione per il Progetto Scuola – uno screening con i medici termali, sulla popolazione scolastica e l’Accensione di contratti di comodato con rimborso delle spese per l’utilizzo dei locali del Polifunzionale (Avis, Fipav – Federazione italiana pallavolo, Associazione Eruzione d’Arte, Associazione Marinai d’Italia)”.
Tuttavia, “i debiti restano”, evidenziano i portavoce all’Ars del Movimento 5 stelle che durante la lunga sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio, hanno presentato due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società delle Terme (Terme di Acireale Spa in liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione.
“Purtroppo – si legge in una nota dei deputati M5S – nonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità a parole del presidente della Regione Crocetta che dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi (che intanto si è dimesso, ndr), i nostri emendamenti non sono neanche stati discussi; ciò perché una parte della maggioranza che appoggia questo pessimo Governo regionale, ha promesso ferro e fuoco nel caso in cui queste due proposte del M5S fossero arrivate in Assemblea. Noi riteniamo, e non siamo i soli in città, che le Terme rappresentino un asset strategico per una città che deve aspirare concretamente, e non solo a parole, ad avere un reale appeal turistico e che quindi non può permettersi di veder svenduto il patrimonio (immobiliare e non) delle Terme di Acireale”.
La Terme di Acireale Spa è infatti indebitata per circa 14 mln €, dei quali circa la metà nei confronti di banche per dei mutui accesi negli anni passati, dei quali la Regione era garante, e per i quali inspiegabilmente ad un certo punto vengono sospesi i pagamenti delle rate di ammortamento, esponendo così la società alle ovvie azioni di rivalsa degli istituti di credito. Con questa pesantissima esposizione debitoria, a cui necessariamente bisogna far fronte, al commissario liquidatore senza un intervento deciso da parte del Socio unico della Società, cioè la Regione Siciliana, per la ricontrattazione del debito e lo stanziamento successivo delle necessarie risorse economiche, non resta che vendere (svendere!) il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti. Con la società è in deficit d’esercizio perenne, ecco poi che arriva puntuale, a conclusione della parabola discendente, la norma regionale, l’art. 21 della Legge Regionale 11/2010, che stabilisce contemporaneamente la liquidazione e l’affidamento “a soggetti privati della gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali”.
“Le Terme di Acireale sono state fatte morire – si legge nella nota dei Cinque Stelle – lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento. Sarebbero bastate azioni come l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e per permettere l’ammodernamento delle strutture”.

Articolo pubblicato il 10 aprile 2014 – © RIPRODUZIONE RISERVATA

Azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori delle Terme?


Il comunicato stampa del M5S pubblicato da Postazione Avanzata

Il Movimento Cinque Stelle di Acireale ha partecipato questo pomeriggio, alla conferenza stampa tenutasi ad Acireale, nel salone delle Terme di Acireale, via delle Terme n. 61, sabato 12 aprile alle ore 16.00.

Alla conferenza sono intervenuti:

  • – Ing. Luigi Bosco, Commissario liquidatore delle Terme di Acireale;
  • – On. Angela Foti, deputata (M5S) all’Assemblea Regionale Siciliana
  • – Dott. Salvatore La Rosa, portavoce del Comitato Civico Terme di Acireale.

Di seguito l’intervento dell’ On. Angela Foti, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, componete della IV Commissione Ambiente e Territorio.

“ Dopo aver avuto accesso agli atti, richiedendo specifici documenti societari e nonostante le inspiegabili resistenze dell’ufficio regionale che rappresenta il socio, la Regione Sicilia,appunto, siamo riusciti ad ottenerli.

Dalle carte è emerso un quadro economico e di bilancio desolante.

La Società Terme di Acireale SpA con Socio unico in liquidazione, in particolare l’esposizione debitoria della società ad Aprile del 2013 ammonta complessivamente a 13,954 milioni di €, dei quali oltre 8 milioni di  € per debiti per mutui passivi in contenzioso e per gli interessi di mora maturati sugli stessi mutui (7,249 milioni di € e 988,48 mila €).

“Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi Portavoce all’ARS, ha presentato durante la sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio 2014, due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società della Terme (Terme di Acireale S.p.A in Liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione,  i qualinonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità, a parole, del presidente della Regione Crocetta e dell’Assessore all’Economia Luca Bianchi, non sono neanche stati discussi e votatine in commissione bilancio e programmazione ne in aula.

Le Terme di Acireale sono state artatamente fatte morire, lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e riduzione dei costi di esercizio ed a un miglioramento dei servizi che le terme fornivano con il fine di rendere le Terme una società sana, capace sia di pagare i debiti che produrre utile.
Sarebbero bastate due o tre azioni politico-amministrative come, ad esempio, l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, come da noi proposto, attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e permettere l’ammodernamento delle strutture specificatamente destinate ai servizi termali ed il recepimento della legge 323/2000 che prevede tutta una serie di azioni possibili per il rilancio del settore termale.

Con questa pesantissima esposizione debitoria, a cui necessariamente bisogna far fronte, al

commissario liquidatore senza un intervento deciso da parte del Socio unico della Società, cioè   la Regione Sicilia nella persona del suo Presidente, per la ricontrattazione del debito e lostanziamento successivo delle necessarie risorse economiche, non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti.

Dai documenti che abbiamo studiato ed in particolare dai verbali dell’assemblea dei soci, la Regione Sicilia, ha chiesto nel 2011, ai liquidatori della società, facendo valere i suoi diritti di Socio, di verificare se ci fossero delle responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009. È stato incaricato così un professionista terzo a svolgere gli studi del caso sulla questione, il quale ha prodotto e consegnato, nel luglio 2012, un parere legale sulle eventuali responsabilità degli amministratori delle Terme in carica dal 2006 al 2009, dal quale risulta che sussistano validi elementi per promuovere l’azione di responsabilità ai sensi dell’articolo 2393 del codice civile, nei confronti sia di coloro i quali hanno amministrato la società dal 2006 al 2009 che nei confronti di coloro i quali, nello stesso periodo, dovevano controllarne l’operato.

Ad inizio Aprile 2014, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare con la quale interroghiamo il governo sul perché, nonostante ci fossero dei riscontri oggettivi sulle responsabilità degli amministratori della società, dal 2012 ad oggi non si sia fatta nessuna azione accertare le eventuali colpe.

Siamo convinti che la gestione pubblica delle Terme sia la soluzione migliore, ci rendiamo conto che la situazione debitoria è critica, per questo chiediamo che la Regione si impegni davvero per la ricontrattazione del debito evitando il pignoramento dei beni immobili che sono beni di tutti.

Le soluzioni possibili potrebbero essere l’affidamento della gestione ad una nuova società che preveda l’azionariato popolare oppure l’affidamento ad una fondazione, che non ha scopo di lucro,e che investa l’eventuale utile nel miglioramento del patrimonio materiale e immateriale delle Terme.

È quindi necessario un intervento normativo che elimini l’imposizione dell’art. 21 della legge regionale 11/2010 di affidamento a privati della gestione”.

Ci aspettiamo inoltre, che l’Ing Bosco vorrà occuparsi di verificare le responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009”.

 Comunicato Stampa

Il M5S va a caccia di chi ha causato il disastro delle Terme di Acireale


dal sito SiciliaNews24

TERME DI ACIREALE. ANGELA FOTI (M5S): ” SI TROVINO I RESPONSABILI DI QUESTO DISASTRO”

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Acireale – Il Movimento Cinque Stelle di Acireale ha partecipato questo pomeriggio, alla conferenza stampa sul tema: “Termalismo in Sicilia e Terme di Acireale: Bilancio di un anno di attività e prospettive future”, che si è svolta in Via delle Terme ad Acireale.

“Un’occasione per fare chiarezza, – dice Angela Foti deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, componete della IV Commissione Ambiente e Territorio – il quadro economico è desolante. Dopo aver avuto accesso agli atti, richiedendo specifici documenti societari e nonostante le inspiegabili resistenze dell’ufficio regionale che rappresenta il socio, la Regione Sicilia, appunto, siamo riusciti ad ottenerli.

La Società Terme di Acireale SpA con Socio unico in liquidazione, in particolare l’esposizione debitoria della società ad Aprile del 2013 ammonta complessivamente a 13,954 milioni di €, dei quali oltre 8 milioni di € per debiti per mutui passivi in contenzioso e per gli interessi di mora maturati sugli stessi mutui (7,249 milioni di € e 988,48 mila €).Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi Portavoce all’ARS, ha presentato durante la sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio 2014, due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società della Terme (Terme di Acireale S.p.A in Liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione, i quali nonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità, a parole, del presidente della Regione Crocetta e dell’Assessore all’Economia Luca Bianchi, non sono neanche stati discussi e votatine in commissione bilancio e programmazione ne in aula.

Le Terme di Acireale sono state artatamente fatte morire, lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e riduzione dei costi di esercizio ed a un miglioramento dei servizi che le terme fornivano con il fine di rendere le Terme una società sana, capace sia di pagare i debiti che produrre utile.
Sarebbero bastate due o tre azioni politico-amministrative come, ad esempio, l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, come da noi proposto, attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e permettere l’ammodernamento delle strutture specificatamente destinate ai servizi termali ed il recepimento della legge 323/2000 che prevede tutta una serie di azioni possibili per il rilancio del settore termale.

Con questa pesantissima esposizione debitoria, a cui necessariamente bisogna far fronte, al commissario liquidatore senza un intervento deciso da parte del Socio unico della Società, cioè la Regione Sicilia nella persona del suo Presidente, per la ricontrattazione del debito e lo stanziamento successivo delle necessarie risorse economiche, non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti.

Dai documenti che abbiamo studiato ed in particolare dai verbali dell’assemblea dei soci, la Regione Sicilia, ha chiesto nel 2011, ai liquidatori della società, facendo valere i suoi diritti di Socio, di verificare se ci fossero delle responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009. È stato incaricato così un professionista terzo a svolgere gli studi del caso sulla questione, il quale ha prodotto e consegnato, nel luglio 2012, un parere legale sulle eventuali responsabilità degli amministratori delle Terme in carica dal 2006 al 2009, dal quale risulta che sussistano validi elementi per promuovere l’azione di responsabilità ai sensi dell’articolo 2393 del codice civile, nei confronti sia di coloro i quali hanno amministrato la società dal 2006 al 2009 che nei confronti di coloro i quali, nello stesso periodo, dovevano controllarne l’operato.

Ad inizio Aprile 2014, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare con la quale interroghiamo il governo sul perché, nonostante ci fossero dei riscontri oggettivi sulle responsabilità degli amministratori della società, dal 2012 ad oggi non si sia fatta nessuna azione accertare le eventuali colpe.

Siamo convinti che la gestione pubblica delle Terme sia la soluzione migliore, ci rendiamo conto che la situazione debitoria è critica, per questo chiediamo che la Regione si impegni davvero per la ricontrattazione del debito evitando il pignoramento dei beni immobili che sono beni di tutti.

Le soluzioni possibili potrebbero essere l’affidamento della gestione ad una nuova società che preveda l’azionariato popolare oppure l’affidamento ad una fondazione, che non ha scopo di lucro, e che investa l’eventuale utile nel miglioramento del patrimonio materiale e immateriale delle Terme.

È quindi necessario un intervento normativo che elimini l’imposizione dell’art. 21 della legge regionale 11/2010 di affidamento a privati della gestione”.

Ci aspettiamo inoltre, che l’Ing Bosco vorrà occuparsi di verificare le responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009”.

Il bilancio desolante delle Terme di Acireale secondo Angela Foti


Da Live Sicilia

MOVIMENTO 5 STELLE

Terme di Acireale, Foti: “Bilancio desolante”

Angela Foti, ars, Catania, movimento 5 stele, Terme Acireale, Politica

ACIREALE – Il Movimento Cinque Stelle di Acireale ha partecipato questo pomeriggio, alla conferenza stampa sul tema “Termalismo in Sicilia e Terme di Acireale: Bilancio di un anno di attività e prospettive future” tenutasi ad Acireale, nel salone delle Terme di Acireale. Alla conferenza sono intervenuti,  Luigi Bosco, Commissario liquidatore delle Terme di Acireale, Angela Foti, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, componente della IV Commissione Ambiente e Territorio,  Salvatore La Rosa, portavoce del Comitato Civico Terme di Acireale.

“Dopo aver avuto accesso agli atti, richiedendo specifici documenti societari e nonostante le inspiegabili resistenze dell’ufficio regionale che rappresenta il socio, la Regione Sicilia, appunto, siamo riusciti ad ottenerli – ha detto Angela Foti, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, componete della IV Commissione Ambiente e Territorio, nel suo intervento – Dalle carte è emerso un quadro economico e di bilancio desolante”.

I numeri. La Società Terme di Acireale SpA con Socio unico in liquidazione, in particolare l’esposizione debitoria della società ad Aprile del 2013 ammonta complessivamente a 13,954 milioni di €, dei quali oltre 8 milioni di € per debiti per mutui passivi in contenzioso e per gli interessi di mora maturati sugli stessi mutui (7,249 milioni di € e 988,48 mila €).

“Il Movimento 5 Stelle – ha continuato –  attraverso i suoi Portavoce all’ARS, ha presentato durante la sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio 2014, due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società della Terme (Terme di Acireale S.p.A in Liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione, i quali nonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità, a parole, del presidente della Regione Crocetta e dell’Assessore all’Economia Luca Bianchi, non sono neanche stati discussi e votati nè in commissione bilancio e programmazione nè in aula.

Le Terme di Acireale sono state artatamente fatte morire, – denuncia la Foti – lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e riduzione dei costi di esercizio ed a un miglioramento dei servizi che le terme fornivano con il fine di rendere le Terme una società sana, capace sia di pagare i debiti che produrre utile.

Sarebbero bastate due o tre azioni politico-amministrative come, ad esempio, l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, come da noi proposto, attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e permettere l’ammodernamento delle strutture specificatamente destinate ai servizi termali ed il recepimento della legge 323/2000 che prevede tutta una serie di azioni possibili per il rilancio del settore termale.

Con questa pesantissima esposizione debitoria, a cui necessariamente bisogna far fronte, al commissario liquidatore senza un intervento deciso da parte del Socio unico della Società, cioè la Regione Sicilia nella persona del suo Presidente, per la ricontrattazione del debito e lo stanziamento successivo delle necessarie risorse economiche, non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti. Dai documenti che abbiamo studiato ed in particolare dai verbali dell’assemblea dei soci, la Regione Sicilia, ha chiesto nel 2011, ai liquidatori della società, facendo valere i suoi diritti di Socio, di verificare se ci fossero delle responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009

È stato incaricato così un professionista terzo a svolgere gli studi del caso sulla questione, il quale ha prodotto e consegnato, nel luglio 2012, un parere legale sulle eventuali responsabilità degli amministratori delle Terme in carica dal 2006 al 2009, dal quale risulta chesussistano validi elementi per promuovere l’azione di responsabilità ai sensi dell’articolo 2393 del codice civile, nei confronti sia di coloro i quali hanno amministrato la società dal 2006 al 2009 che nei confronti di coloro i quali, nello stesso periodo, dovevano controllarne l’operato.

Ad inizio Aprile 2014, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare con la quale interroghiamo il governo sul perché, nonostante ci fossero dei riscontri oggettivi sulle responsabilità degli amministratori della società, dal 2012 ad oggi non si sia fatta nessuna azione accertare le eventuali colpe. Siamo convinti che la gestione pubblica delle Terme sia la soluzione migliore, ci rendiamo conto che la situazione debitoria è critica, per questo chiediamo che la Regione si impegni davvero per la ricontrattazione del debito evitando il pignoramento dei beni immobili che sono beni di tutti.

Le soluzioni possibili potrebbero essere l’affidamento della gestione ad una nuova società che preveda l’azionariato popolare oppure l’affidamento ad una fondazione, che non ha scopo di lucro, e che investa l’eventuale utile nel miglioramento del patrimonio materiale e immateriale delle Terme. È quindi necessario un intervento normativo che elimini l’imposizione dell’art. 21 della legge regionale 11/2010 di affidamento a privati della gestione. Ci aspettiamo inoltre – conclude Angela Foti – che l’Ing Bosco vorrà occuparsi di verificare le responsabilità degli amministratori della società in carica dal 2006 al 2009”.

Termalismo in Sicilia e Terme di Acireale


dal sito del Movimento Cinque Stelle

 

Termalismo in Sicilia e Terme di Acireale: Bilancio di un anno di attività e prospettive future

PUBBLICATO IL 10 APRILE 2014 · IN COMUNICATI STAMPAIN EVIDENZA

Sabato 12 aprile si terrà ad Acireale una conferenza stampa sul termalismo in Sicilia. Appuntamento al salone delle Terme di Acireale in via delle Terme n. 61, ore 16:00

Ad un anno dalla riapertura delle Terme di Acireale enormi criticità mettono a rischio i risultati raggiunti ed impediscono il rilancio del termalismo, volano imprescindibile per la ripresa economica della città. Indispensabile dunque un intervento sulla normativa vigente ed azioni di responsabilità sulle precedenti gestioni”.

Interverranno:

  • Ing. Luigi Bosco, Commissario liquidatore delle Terme di Acireale;
  • On. Angela Foti, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, componete della IV Commissione Ambiente e Territorio;
  • Dott. Salvatore La Rosa, portavoce del Comitato Civico Terme di Acireale

Presenzia Giuseppe Cicala, già componente dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Regione.

Ma i futuri sindaci di Acireale pensano che la questione delle Terme sia solo regionale?

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Il commento di una lettrice della nostra pagina Facebook che riportiamo qui integralmente

<<Ho sentito che i nostri futuri probabili sindaci affermano che il problema delle terme non è comunale ma regionale un modo di asserire del tutto assurdo quando una città come acireale si trova senza fonti lavorative e senza futuro ovviamente non conoscono le realtà delle cittadine termali che vivono di terme .Potrà mai progredire la nostra sicilia con questi presupposti?Abbiamo una materia prima concorrenziale una validità terapeutica e turistica e rispondiamo così c’è proprio da meditare. Linda Grimaldi>>

Fondi pubblici in arrivo per le Terme di Castellamare di Stabia?

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dal sito di Federterme

IN ARRIVO FONDI PUBBLICI PER LE TERME DI CASTELLAMMARE DI STABIA?

 

 

 

 

 

 

 

 

 Sbloccate le risorse per il programma di rilancio delle aree colpite dalla crisi economica in Campania (oltre 150 milioni di euro), è partita la corsa per aggiudicarsele: fino al 16 aprile sarà possibile, infatti. presentare domanda ad Invitalia, allegando le proposte per realizzare uno o più progetti, tra cui anche iniziative di ricerca e sviluppo.

Obiettivo: “il consolidamento delle realtà industriali operanti sul territorio”, come si legge su sito della regione. E inoltre: “l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali” e la “creazione di nuove opportunità di occupazione”.
I programmi da presentare dovranno avere un carattere “innovativo ad elevato valore aggiunto”, e dovranno prevedere un investimento minimo di 30 milioni di euro.
Potranno beneficiare di questi fondi pubblici solo i Comuni appartenenti alle aree di crisi individuate dal Protocollo di Intesa tra il Mise e la Regione Campania del 17 luglio 2013. Tra questi rientra il comune di Castellammare di Stabia, che potrebbe avviare la riqualificazione e la riapertura delle Terme, ridando slancio al settore turistico e termale.
Gli occhi di tutta la città termale sono ora puntati sul sindaco Nicola Cuomo perché presenti in tempo un piano di rilancio valido e duraturo. “Occasioni come questa – dicono in molti – non è detto che si presentino di nuovo in futuro”

Terme di Porretta: nuovi contatti per il rilancio della struttura?

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dal sito di Federterme

TERME DI PORRETTA: NUOVI CONTATTI PER IL RILANCIO DELLA STRUTTURA?

 

 

 

 

 

 

 

 Qualcosa si sta muovendo per assicurare un nuovo futuro alle Terme di Porretta. Gherardo Nesti, sindaco del piccolo ma ridente comune termale, starebbe portando avanti contatti riservati con gruppi e investitori diversi per tentare finalmente l’auspicato rilancio dello stabilimento termale.

Di più, non è dato sapere. L’unica notizia certa è un passaggio di quote tra soci privati: il dott. Lapilli ha acquistato quelle di De Biase. Per il resto è notte fonda: mancano dati ufficiali che raffrontino curandi e presenze alberghiere degli anni passati con l’ultimo. E non si riescono ad ottenere maggiori particolari sulle eventuali trattative in corso e sui gruppi con i quali vengono portate avanti.
Ma tra i cittadini e i commercianti di Porretta si è riaccesa la luce della speranza. E la notizia del passaggio di quote viene vista come elemento che potrà facilitare qualsiasi trattativa. Fosse questa,si spera, la volta buona.

Terme Saint Vincent: cambio di gestione dal 15 aprile

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dal sito di Federterme

TERME SAINT VINCENT: CAMBIO DI GESTIONE DAL 15 APRILE

 

 

 

 

 

 

 Buone prospettive per le Terme Saint Vincent, in Valle d’Aosta. Una nuova società sostituirà a breve la Gestioni Termali S.r.l. che fino ad oggi, dal giugno del 2012, ha condotto lo stabilimento termale della Fons Salutis senza di fatto riuscire a farlo decollare.

Il nuovo gestore, che ha acquisito il ramo d’azienda dal costruttore Bonatti, è il gruppo che già manda avanti gli stabilimenti di Genova e di Acqui terme, ed è specializzato più nella conduzione sanitaria che nei trattamenti benessere. Le cure inalatorie e idropiniche sono già iniziate martedì 1 aprile e proseguiranno sino al 31 ottobre. Con la gestione precedente, le Terme rimanevano aperte solo tre mesi l’anno. Di più, la nuova gestione ha fatto sapere di voler sviluppare le attività sanitarie, anche per privati al di fuori delle prescrizioni U.S.L..
Un cambio netto di rotta, quindi. E’ il primo segnale è giunto da poche ore. E’ stato infatti congedato il direttore Giulio Caforio. A testimonianza della volontà della nuova gestione di far voltare pagina alle Terme Saint Vincent. Il nome del nuovo direttore non è stato ancora comunicato. Lo sarà quanto prima, è stato reso noto.

Le Terme al primo posto nel gradimento turistico del Veneto

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dal sito di Federterme

ABANO MONTEGROTTO: LE TERME AL PRIMO POSTO NEL GRADIMENTO TURISTICO DEL VENETO

 

 

 

 

 

 

 Le Terme sono al primo posto nell’indice di gradimento turistico del Veneto. E’ quanto emerge dalle ultime “Statistiche Flash” elaborate dalla Regione Veneto, in collaborazione con le Sezioni Sistema Statistico e Turismo della Regione (con le sue Province).

Le Terme Abano Montegrotto, in una scala da 1 a 10, hanno totalizzato 8,9 punti, surclassando il mare, la montagna, il lago e le città d’arte.
“È un buon segnale il fatto che sia emerso anche il giudizio complessivo sul soggiorno degli ospiti stranieri pernottanti nel 2012, molto alto per qualsiasi comprensorio visitato in Veneto – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Albergatori Termali Abano Montegrotto, Emanuele Boaretto – per quanto concerne quest’aspetto, è indubbiamente gratificante vedere come la valutazione relativa alle Terme superi tutte le altre categorie d’eccellenza presenti nella nostra Regione”.
“Ancor più felici siamo poi nel constatare che se tra i fattori più apprezzati figurano l’ambiente, l’offerta d’arte e la sicurezza, nel caso del settore termale il voto più alto venga espresso con un 9,1 alla qualità degli alberghi”.
Per Boaretto, “vedere riconosciuta come al primo posto la qualità degli hotel termali, per la categoria che rappresento, vale come il migliore dei ringraziamenti da parte della clientela straniera, che nel nostro caso costituisce il 45% del totale con 1.287.421 presenze e 223.317 arrivi, e che si trattiene per quasi 6 giorni, avendo modo di fruire completamente del servizio alberghiero, ricco e particolareggiato, del quale si dichiara, evidentemente, più che soddisfatta”.

Le Terme degli altri che funzionano: Antica Querciolaia in attivo da 11 anni

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L’articolo pubblicato sul sito di Federterme

TERME ANTICA QUERCIOLAIA: 11 ANNI ININTERROTTI DI ATTIVO DI BILANCIO

 

 

 

 

 

 

 

 Le Terme Antica Querciolaia hanno reso noto i dati dell’ultimo bilancio e con orgoglio hanno comunicato che “, lo stabilimento termale di Rapolano Terme continua a tenere testa alla crisi registrando un attivo di più di 138 mila euro, con oltre 135 mila presenze e mantenendo inalterato il livello occupazionale all’interno della struttura, dove sono impiegati 40 addetti tra dipendenti e medici”. Un attivo che si registra puntualmente, di anno in anno, dal 2003.

Nel corso di tutto il 2013 le piscine termali terapeutiche hanno registrato oltre 135 mila presenze e il centro benessere ha potuto contare su 11 mila presenze. Cifre di tutto rispetto anche all’interno dei reparti di cura convenzionati con il Sistema sanitario nazionale, come quello inalatorio che, insieme ai reparti fanghi e bagni hanno fatto segnare un incremento di circa il 2% rispetto all’anno scorso. Buone anche le performance del reparto di estetica che ha registrato un più 3,40% rispetto al 2012.
“Il 2013 – ha commentato il presidente delle Terme Antica Querciolaia, Silvana Micheli – ha segnato la conferma, per l’undicesimo anno consecutivo, di un utile d’esercizio che proietta la nostra società tra le prime in assoluto della nostra provincia. Nonostante la crisi economica e la minore capacità di spesa della clientela, il risultato ottenuto è sicuramente confortante, con un fatturato sostanzialmente inalterato”. Siamo “arrivati, in un anno comunque difficile per la congiuntura economica ancora sfavorevole, a mantenere il fatturato che si è consolidato intorno ai 2,8 milioni di euro, ma soprattutto a mantenere inalterato il profilo di piccola e media impresa sana, che occupa circa 40 addetti tra dipendenti, medici e liberi professionisti. Per il prossimo futuro, la nostra intenzione è quella di proseguire sulla strada degli investimenti, presentando un programma ambizioso di interventi e migliorie”

Terme di Sciacca: da ieri riaperte le piscine

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L’articolo del Corriere di Sciacca del 28/3

 

SCIACCA – CRONACA 
TERME: APERTURA ALBERGO E PISCINE DOPO LA MANUTENZIONE
Stagionali al lavoro per un periodo complessivo di sei mesi

28/03/2014 13.28Il prossimo 5 aprile il Grand Hotel delle Terme di Sciacca inizierà ufficialmente la stagione. La piscina aprirà con il periodo pasquale, dopo gli interventi di manutenzione in corso.

Il commissario liquidatore delle Terme di Sciacca, Carlo Turriciano, ha avviato le assunzioni degli stagionali dopo un incontro con le organizzazioni sindacali e dovrebbero essere garantiti i sei mesi di occupazione, anche se con contratti in diverse tranche.

Una buona notizia, a cui dovrebbe seguire poi quella della pubblicazione del bando per scegliere il privato a cui passare la gestione di una struttura che per la Regione continua a essere in perdita.

 

Sull’asse Sciacca-Geraci l’interesse per il termalismo? Ad Acireale silenzio

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L’articolo pubblicato sul n.13 anno IX del settimanale I Vespri, da oggi in edicola

ivespri-12aprile

Terme croce e delizia. Ad Acireale succede che nessuno ne parla più; a Sciacca invece sono oggetto di discussione negli ambienti di politici e di imprenditori. Nella città delle cento campane si è entrati nel vivo della campagna elettorale e le Terme, a parte qualche idea sul rilancio buttata lì per caso, non costituiscono tema di vivo interesse: non ci sono posti in ballo, non c’è personale da difendere, non ci sono incarichi da assegnare; dunque non c’è consenso da catturare. A Sciacca, la questione è differente, anche perché lì le Terme, seppur non pienamente funzionanti, sono una componente fondamentale dell’offerta turistica. Il commissario Carlo Turriciano riaprirà sabato 5 aprile le piscine e il Grand Hotel delle Terme, ammettendo lavoratori stagionali in deroga, grazie al provvedimento liberatorio della giunta regionale. Da Palermo si attende il nuovo bando, non è ancora chiaro se sarà ad evidenza pubblica (come prevede la legge regionale) o se prevederà il ricorso alle preliminari manifestazioni di interesse di investitori privati. Sta di fatto che la partita è decisiva per il rilancio del turismo nella cittadina agrigentina e già si vocifera della manifestazione di interesse dell’imprenditore turistico Antonio Mangia, titolare di Aeroviaggi, il più importante tour operator della Sicilia. La voce non trova però diretta conferma. Tuttavia, ad Antonio Mangia e il gruppo Giaconia sono i soci di riferimento della Madonie Terme Benessere che – nel comune di Geraci Siculo – ha in corso con l’amministrazione comunale una trattativa diretta per la vendita di un terreno individuato per la realizzazione di un albergo e di un centro termale e benessere. Forse per tali motivi, la società che imbottiglia l’Acqua Geraci  sta incontrando grosse difficoltà ad ottenere dalla Regione l’autorizzazione all’ampliamento della sua concessione di acque minerali, che invece potrebbe essere attribuita proprio alla coalizione guidata da Mangia e Giaconia. Questa è la posizione espressa dalla società Acqua Geraci attraverso un comunicato stampa. Se così fosse, ci sarebbe dunque un possibile collegamento fra Geraci, piccolo comune delle Madonie, e Sciacca nell’interesse che l’imprenditore Mangia ha verso il termalismo del benessere, confermato anche dalla sua partecipazione alla costituzione del distretto produttivo del benessere termale? Alla vivacità della Sicilia occidentale in tema di termalismo fa da contraltare il più modesto interesse della parte orientale dell’isola. Acireale è l’emblema di tale comportamento rinunciatario. La situazione viene subita passivamente, senza che vi sia un minimo cenno di azione interlocutoria con la Regione. Il liquidatore Luigi Bosco continua ad evidenziare i risultati positivi della sua gestione che ha permesso la riapertura degli stabilimenti, ma non il contenimento delle perdite che rimangono ingenti. Il Sindaco Nino Garozzo ha preferito fin dall’inizio mantenere un atteggiamento prudenziale che ha finora consentito a dirigenti e funzionari regionali di fare il bello e il cattivo tempo, senza che vi sia stata, come invece succede a Sciacca con il più dinamico primo cittadino Fabrizio Di Paola, una energica azione di protesta e di sollecito agli adempimenti.

Saro Faraci