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Archivi del mese: gennaio 2014

Terme: la campagna elettorale in corso e il malumore dei grillini


L’articolo pubblicato sul n.3 anno IX dell’edizione 1 febbraio 2014 del settimanale I Vespri

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“Terme in Sicilia, mi viene da piangere”: Il grido di dolore di una nostra lettrice


Riportiamo il commento pervenuto da Francesca Toscano ad un post da noi in precedenza pubblicato.

<<Buondì, seguo da un 2 anni questo Forum e leggo la vita travagliata e surreale che le Terme di Sciacca e di Acireale sono costrette a vivere per l’incapacità di governare di noti e “anziani” responsabili preposti a le due strutture termalistiche. Non è accettabile che non è possibile sganciare e allontanare questi “irresponsabili” i quali attacati alle loro poltrone e conflitti d’interessi determinano disservizio e portano alla deriva le strutture delle Terme.
Sono stata un’operatrice delle Terme per circa dieci anni, un centro Termale gestito da un Dottore quindi gestione privata. Tutt’ora vivono danno un’ottimo servizio sanitario e salutistico e fanno lavorare un numero di persone compresi i medici.
Non ne possiamo più!!! su tutti i livelli e settori in questa Italia martoriata dalla incapacità e menefreghismo di certi italioti strapati che stanno portando alla rovina la nostra amata Italia. “La grande bellezza” che tutto il mondo visita, un pò forse ci invidia ma che sgomenti non comprendono il mal sfruttamento adottato al posto del buon benefico utilizzo.
Mi vien da piangere!! Una donna siciliana che vive fuori dalla sicilia e che desidera tornare per dare un contributo gratuito per migliorare la nostra bellezza siciliana.
Cordialmente
Francesca Toscano>>

Meno di diecimila euro di ricavi nel 2012, con una perdita di 1,78 milioni di euro alle Terme di Acireale


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Finalmente, sul sito del Registro delle Imprese, è stato reso noto il bilancio approvato dall’Assemblea dei Soci delle Terme di Acireale SpA il 18 dicembre del 2013. Il bilancio si riferisce all’esercizio 2012, quando la società di gestione era guidata da un organo liquidatorio differente da quello che adesso ha approvato il rendiconto. Al 2012 infatti i liquidatori erano la prof.ssa Margherita Ferro e il commercialista palermitano MicheleBattaglia. Nella relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2012, firmata dall’attuale organo liquidatorio (liquidatore è l’ing.Luigi Bosco), si legge testualmente:

La Società nell’esercizio 2012 ha subito una perdita di esercizio pari a 1,78 mln. Ciò nonostante il precedente organo liquidatorio abbia adottato una politica di riduzione dei costi di gestione che, data la natura prevalentemente fissa degli stessi, hanno in ogni caso gravato sensibilmente sul risultato finale di esercizio. Ha contribuito a determinare la perdita di esercizio, per i motivi rappresentati nella precedente sezione di questa relazione, l’assenza di ricavi della struttura turistico-alberghiera e l’esiguità di quelli realizzati per l’attività termale (9,6 mila euro). Ha contribuito a mitigare la suddetta perduta, la riduzione delle quote di ammortamento sui cespiti aziendali, il cui effetto sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico è indicato nella Nota integrativa, giustificata, per gli immobili, dalla minore utilizzazione degli stessi causa sia il rilascio dei compendi immobiliari da parte dei rispettivi conduttori, che dalla chiusura dei reparti di cura termale e, lo stesso dicasi per gli enti mobili, in larga parte rappresentati dai macchinari e dalle attrezzature sanitarie, rimaste inutilizzate per l’inter anno 2012; pertanto, si è ritenuto necessario rivedere le aliquote di ammortamento in quanto sono variate le condizioni originarie di utilizzo dei beni aziendali che ha determinato il prolungamento della vita utile dei cespiti.

Dai risultati del conto economico si evince quanto segue:

  • I ricavi netti, pari a 81.450 euro nel 2011, sono di € 9.660  nel 2012
  • I costi esterni, pari a 3.217.704 nel 2011, sono di € 1.350.261 nel 2012
  • Il costo del lavoro, pari a 514.350 euro nel 2011, è di € 200.555  nel 2012
  • Gli ammortamenti, pari a 949.246 euro nel 2011, sono di € 385.837  nel 2012
  • Il risultato netto negativo, ovvero la perdita, pari a 2.770.175 euro nel 2011, è stata di € 1.788.698  nel 2012.

Abbandonata dalla politica, la macchina del termalismo funziona ugualmente


 

La foto che vi proponiamo, scattata questa mattina al reparto insufflazioni e inalazioni dello stabilimento termale di S.Caterina ad Acireale, dimostra che la macchina del termalismo, grazie al generoso impegno dei pochi professionisti rimasti a lavorare nelle strutture, continua a  funzionare e ad erogare servizi a quanti abbisognano delle cure termali. A Sciacca, per alcuni giorni gli impianti rimarranno chiusi per un guasto elettrico. Ad Acireale, molti reparti sono inattivi, ma  alcuni – come quello in foto, il reparto insufflazioni e inalazioni – continuano ad erogare le prestazioni. Tale attività, a Sciacca come ad Acireale, si svolge entro un quadro politico-istituzionale disastroso e fatiscente. A Sciacca sono in attesa dalla Regione Siciliana di notizie riguardanti il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti. Ad Acireale, preliminarmente al bando si dovrà risolvere la questione del contenzioso con Unicredit. Con l’approvazione dell’ultima legge di stabilità, la Regione ha confermato il disimpegno dal termalismo quale area strategica in cui esercitare la sua funzione di imprenditore pubblico, ma non c’è nemmeno una legge-quadro, sulla scorta di quella nazionale del 2000, che individui misure per il rilancio del termalismo pubblico e privato nella nostra isola.

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Sciacca. Interrotte le cure termali


L’articolo su La Sicilia del 24 gennaio 2014

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Terme, Sindaci diversi. A Sciacca Di Paola torna all’attacco della Regione, ad Acireale Garozzo è tranquillo.


Uno stralcio dell’articolo che verrà pubblicato Sabato dal settimanale I Vespri

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Terme di Sciacca alla deriva?


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
CHIUSE LE TERME DI SCIACCA
Guasto all’impianto elettrico, personale in ferie, struttura sempre alla deriva

23/01/2014 10.59

Con le Terme di Sciacca ormai c’è poco da sorprendersi. Confermando e avvalorando la nostra tesi che si tratta ormai di una nave alla deriva che attende solo di affondare per mettere fine alle proprie sofferenze, la struttura continua a regredire non solo in termini di servizi, ma anche in termini d’immagine.

Da oggi lo stabilimento termale è chiuso per un guasto alla rete elettrica che ha messo ko una centralina e bloccando ogni tipo di attività. Ma la cosa più singolare è che sono stati messi in ferie tutti i dipendenti che si occupano delle cure termali. Come dire, che le Terme da oggi, e pare almeno per un paio di giorni, sono chiuse per… ferie. Il danno d’immagine è notevole perchè erano in corso delle terapie nei vari reparti, che sono state interrotte.

La situazione dovrebb e tornare alla normalità entro un  paio di giorni,  non appena il guasto elettrico verrà riparato. Ma tutto questo mentre ancora assistiamo agli annosi ritardi della Regione, che ormai da almeno una decina di anni con i vari presidenti e assessori, ci propina dichiarazioni del tipo: RIlanceremo le Terme, sono una grande risorsa…”

Terme di Sciacca. Il Sindaco scrive, Crocetta lo ignora


dal sito del Corriere di Sciacca

TERME, IL SINDACO SCRIVE MA CROCETTA NON RISPONDE
“Dall’ultima riunione è trascorso un mese e mezzo. Da allora non si hanno più notizie sull’esito degli approfondimenti tecnici”

20/01/2014 10.49

Ancora uno scambio epistolare tra il sindaco Fabrizio Di Paola e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Ma solo a senso unico perchè dalla Regione non arrivano risposte.

Di Paola sollecita “immediate soluzioni per sbloccare la procedura di valorizzazione delle Terme di Sciacca” sia al presidente Rosario Crocetta, sia all’assessore all’Economia Luca Bianchi e all’assessore al Turismo Michela Stancheris.

“Dall’ultima riunione – scrive il sindaco Fabrizio Di Paola – è trascorso un mese e mezzo. Da allora non si hanno più notizie sull’esito degli approfondimenti tecnici, sulla ripresa del procedimento e sugli intendimenti del Governo della Regione. In questa situazione di incertezza, a farne le spese è il patrimonio termale che, senza un adeguato piano di investimenti e di piena utilizzazione dei beni, rischia di degradarsi. Per non parlare delle conseguenze negative che si avrebbero sullo sviluppo economico del nostro territorio e sull’attesa prospettiva di occupazione. Solo una pronta e adeguata valorizzazione dei beni avrebbe risvolti positivi, in tutti i sensi”.

Il sindaco Fabrizio Di Paola era stato a Palermo, partecipando ad una riunione dello scorso 28 novembre, per discutere l’elaborazione del nuovo bando per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremotermali e idrominerali di Sciacca.

“L’incontro – scrive il sindaco Fabrizio Di Paola nella lettera al Governo regionale – ha fatto seguito alle numerose richieste formulate dall’Amministrazione comunale di Sciacca sensibile a un tema di così grande rilevanza e molto sentito dalla Città. Il precedente bando non ha avuto gli esiti auspicati e l’unica offerta pervenuta risulta essere stata esclusa. È da più di un decennio che si insegue la definizione di un processo che sembrava avere imboccato la strada giusta. Ma così, purtroppo, non è stato. Ecco l’urgenza di rilanciare su fondamenta nuove e solide un nuovo procedimento, puntando soprattutto all’internazionalizzazione del bando con un testo in più lingue. Scopo principale della riunione del 28 novembre era proprio questo. L’incontro si è però chiuso con la decisione di procedere preventivamente a ulteriori approfondimenti tecnici interessando l’Ufficio Legislativo della Regione Siciliana sulle strade da imboccare: insistere sull’avviso per manifestazioni di interesse oppure provare con un bando di selezione pubblica. Decisione che ha destato non poco stupore visto il tempo trascorso dall’avvio del processo di privatizzazione e considerati tutti gli approfondimenti che in passato si sono già consumati”.

Terme di Sciacca. Il Sindaco Di Paola torna all’attacco con la Regione


dal sito di Belicenews

Terme: “sbloccare la procedura”. Nuova richiesta di Di Paola alla Regione

INTANTO IL M5S PARLA DI (S)VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE

di: Santina Matalone

Foto: termedisciacca.blogspot.itImmagine relativa alla notizia: Terme: "sbloccare la procedura". Nuova richiesta di Di Paola alla Regione

Immediate soluzioni per sbloccare la procedura di valorizzazione delle Terme di Sciacca. Le ha sollecitate in una nuova lettera al Governo regionale il sindaco Fabrizio Di Paola. La lettera è stata indirizzata al presidente Rosario Crocetta, all’assessore all’Economia Luca Bianchi e all’assessore al Turismo Michela Stancheris.
Torna sull’argomento Terme di Sciacca il sindaco ad appena un mese e mezzo dall’ultima riunione tenutasi a Palermo  il 28 novembre 2013, presso l’Assessorato Regionale all’Economia; una riunione avente ad oggetto l’elaborazione del nuovo bando per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremotermali e idrominerali di Sciacca.  In quel contesto si era deciso di procedere preventivamente a ulteriori approfondimenti tecnici interessando l’Ufficio Legislativo della Regione Siciliana sulle strade da imboccare: insistere sull’avviso per manifestazioni di interesse oppure provare con un bando di selezione pubblica. Decisione che ha destato non poco stupore visto il tempo trascorso dall’avvio del processo di privatizzazione e considerati tutti gli approfondimenti che in passato si sono già consumati.
Da allora non si hanno più notizie sull’esito degli approfondimenti tecnici, sulla ripresa del procedimento e sugli intendimenti del Governo della Regione, scrive Di Paola – In questa situazione di incertezza, a farne le spese è il patrimonio termale che, senza un adeguato piano di investimenti e di piena utilizzazione dei beni, rischia di degradarsi. Per non parlare delle conseguenze negative che si avrebbero sullo sviluppo economico del nostro territorio e sull’attesa prospettiva di occupazione. Solo una pronta e adeguata valorizzazione dei beni avrebbe risvolti positivi, in tutti i sensi”.
Il precedente bando non ha avuto gli esiti auspicati e l’unica offerta pervenuta risulta essere stata esclusa.  È da più di un decennio che si insegue la definizione di un processo che sembrava avere imboccato la strada giusta. Ma così, purtroppo, non è stato. Ecco l’urgenza di rilanciare su fondamenta nuove e solide un nuovo procedimento, puntando soprattutto all’internazionalizzazione del bando con un testo in più lingue.
Nei giorni scorsi sul quotidiano “La Sicilia” un articolo a firma di Antonio Carreca, scrive che il M5S a proposito delle terme di Acireale, parla di svendita del patrimonio termale. I grillini avevano presentato degli emendamenti per revocare il processo di liquidazione della società delle Terme e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione. Emendamenti, secondo i penta stellati, ne ammessi ne discussi nel corso del dibattito sulla legge di stabilità alla Regione. “Le terme si sono fatte volutamente indebitare – scrive il M5S,senza un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e alla riduzione dei costi di esercizio e il miglioramento dei servizi. Senza un intervento deciso non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare”. Di tempo ne è passato da quando si iniziò a parlare di privatizzazione, tra bandi e riunioni, strategie e piani di rientro, tra esposizioni debitorie e degrado…….. Un pensiero serpeggia……e se effettivamente l’obiettivo è quello ipotizzato dai grillini?

Ma il Termalismo sarà mai un’area strategica per la Regione?


Il testo completo della mozione presentata l’11 ottobre 2013 dal Movimento Cinque Stelle e non discussa nell’ambito dell’approvazione della finanziaria regionale. Firmatari della mozione i deputati: Angela Foti, Giorgio Ciaccio, Valentina Palmeri, Giovanni Carlo Cancelleri, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa, Stefano Zito, Claudia La Rocca, Vanessa Ferreri, Matteo Mangiacavallo, Gianina Ciancio, Sergio Tancredi, Giampiero Trizzino, Valentina Zafarana

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Per le Terme resta solo la svendita, sostiene il M5S


L’articolo su La Sicilia del 19/1/2014 di Antonio Carreca

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Terme di Acireale. Non passano gli emendamenti dei grillini


L’articolo di Fancity

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Non passano neanche dall’aula per il voto gli emendamenti per fermare la liquidazione delle Terme di Acireale proposti dal Movimento 5 Stelle e sostenute dal gruppo PD con in testa Antony Barbagallo. E’ un duro colpo per il futuro delle Terme di Acireale ed un colpo anche per chi, come Giuseppe Cicala, solo qualche mese fa dichiarava “Stiamo lavorando, insieme agli assessorati regionali di competenza, a superare il prima possibile la fase di liquidazione e ad avviare l’iter burocratico per il rilancio delle attività alberghiere e termali.”
Il silenzio dell’esponente del Megafono sulla vicenda Terme di Acireale è davvero inquietanti e ingiustificato come è ingiustificata l’azione del presidente Crocetta diventato un vero e proprio pigliatutto, tra commissari, enti, partecipate, dirigenti, il governatore sta decidendo tutte le figure chiave.
Intanto alle Terme di Acireale ancora abbiamo un consulente amministrativo che da tre anni si becca 1.200 euro al mese per fare cosa? Un consulente all’accettazione che si becca 1.000 euro al mese da tre anni. Ed ancora un contabile, oltre allo studio contabile (52.000 euro annui), che prende 1.200 euro mensili da tre anni. E per concludere in bellezza alle Terme di Acireale c’è anche un “fantomatico” ufficio turistico.
Tutto questo Giuseppe Cicala lo sa?

La Guardia di Finanza alle Terme di Acireale


L’articolo di Antonio Carreca su La Sicilia del 18 gennaio 2014

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Il M5Stelle: Cronaca di una svendita annunciata


Dal sito del Movimento 5 Stelle

Terme di Acireale – Cronaca di una (S)vendita Annunciata

POSTED ON 01/17/2014 · POSTED IN ARTICOLI, IN EVIDENZA, TERME DI ACIREALE

Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi PortaVoce all’ARS, ha presentato durante la lunga sessione di approvazione della legge di stabilità regionale e di bilancio, due emendamenti che miravano rispettivamente a revocare la liquidazione della Società della Terme (Terme di Acireale S.p.A in Liquidazione) e ad inserire il termalismo tra le aree strategiche riconosciute dalla Regione.
Purtroppo nonostante l’appoggio di alcuni deputati e la disponibilità, a parole sia ben inteso, del presidente della Regione Crocetta e dell’Assessore all’Economia Luca Bianchi, i nostri emendamenti non sono neanche stati discussi e votati in aula, ciò perché una parte della maggioranza (indovinate chi?) che appoggia questo pessimo governo regionale, ha promesso ferro e fuoco nel caso in cui queste due proposte del M5S fossero arrivate in assemblea.

Noi riteniamo, e non siamo i soli in città, che le Terme rappresentino un asset strategico per una città che deve aspirare concretamente, e non solo a parole, ad avere un reale appeal turistico e che quindi non può permettersi di veder svenduto il patrimonio (immobiliare e non) delle Terme di Acireale.

Le passate gestioni le hanno distrutte, hanno distribuito denari e lasciato solo terra bruciata con la conseguenza che noi cittadini pagheremo il salato prezzo mentre qualcun altro guadagnerà.

E ciò sarà semplice e relativamente economico.

Perché, bisogna dirlo, le Terme di Acireale sono state artatamente fatte morire, lentamente ma inesorabilmente, fino a farle indebitare in maniera spaventosa senza che contemporaneamente ci fosse un serio piano di investimento che mirasse alla razionalizzazione e riduzione dei costi di esercizio ed a un miglioramento dei servizi che le terme fornivano (piange il cuore ad usare l’imperfetto), con il fine di rendere le Terme una società sana, capace sia di pagare i debiti che produrre utile.
Sarebbero bastate due o tre azioni politico amministrative come l’inclusione del termalismo tra le aree strategiche, la nostra proposta,  attraendo così fondi comunitari per la messa in sicurezza e permettere l’ammodernamento delle strutture specificatamente destinate ai servizi termali ed il recepimento della legge 323/2000 che prevede tutta una serie di azioni possibili per il rilancio del settore termale.

Tutto ciò è stato volutamente non fatto ed una volta raggiunto l’obiettivo (!) di far diventare le Terme una società decotta ed in deficit d’esercizio perenne, ecco che arriva puntuale, a conclusione di questa parabola discendente, la norma regionale, l’art. 21 della Legge Regionale 11/2010, che stabilisce contemporaneamente la liquidazione della Società Terme di Acireale S.p.A, della quale il socio unico è la Regione Sicilia, e l’affidamento “a soggetti privati della gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali, nonché le attività accessorie e complementari”.

Concentriamoci sul primo aspetto, cioè la liquidazione.

In diritto la liquidazione di un’impresa è il processo mediante il quale una società (o parte di essa) viene portata al termine, ridistribuendo tutti gli attivi e cercando ove possibile di chiudere tutte le posizioni debitorie.

Appunto i debiti.

La società Terme di Acireale è indebitata per circa 14 milioni di euro, dei quali circa la metà nei confronti di banche per dei mutui accesi negli anni passati, dei quali la Regione era garantee per i quali inspiegabilmente e ingiustificatamente ad un certo punto vengono sospesi i pagamenti delle rate di ammortamento (perché?),esponendo così la società alle ovvie azioni di rivalsa degli istituti di credito.
Con questa pesantissima  esposizione debitoria, a cui necessariamente bisogna far fronte, al commissario liquidatoresenza un intervento deciso da parte del Socio unico della Società, cioè la Regione Sicilia nella persona del suo Presidente, per la ricontrattazione del debito e lo stanziamento successivo delle necessarie risorse economiche, non resta che (s)vendere il patrimonio immobiliare (hotel in primis), per onorare i debiti.

Ed è proprio quello che succederà a breve, purtroppo.

Ciò sta avvenendo nell’assordante silenzio dei politicanti acesi, i veri responsabili dello stato catalettico in cui versa Acireale.

P.S.: A questi link potete trovare altri atti presentati dal Gruppo M5S @ ARS riguardo il Termalismo in generale e le Terme di Acireale in particolare: 
Interpellanza su situazione debitoria Terme Acireale
 e  Mozione Termalism

Grado punta sempre sulle Terme


dal sito di Federterme

GRADO PUNTA SEMPRE SULLE TERME

L’amministrazione comunale di Grado è a un bivio. Da un lato è andato deserto, come i due precedenti, anche il terzo Bando di gara per l’ambizioso progetto del Polo Termale da realizzare sull’isola. Dall’altro, qualcosa in campo termale bisognerà realizzare per non perdere i 22,6 milioni di finanziamento già deliberati dalla Regione.

Il sindaco Edoardo Maricchio ha ereditato la patata bollente dalla precedente amministrazione che aveva scommesso tutto su questo progetto. Si cercava un privato e poi una cordata di imprenditori che fossero disponibili a investire diverse decine di milioni di euro: 40 per la precisione. Ma nessuno si fatto avanti.
E ora la Regione si accinge a ritirarsi dagli impegni presi.
Che fare? Il sindaco si mostra tranquillo: “Il finanziamento non è perso – ha tenuto a sottolineare -. I soldi saranno comunque destinati all’isola”. In effetti, un emendamento approvato in Finanziaria stabilisce l’erogazione da parte della Regione di un finanziamento di un milione e mezzo di euro all’anno per i prossimi quindici anni. Totale: 22,5 milioni, appunto la somma che Grado si aspettava. Unica condizione: i soldi dovranno servire a realizzare interventi mirati a incrementare nuovi arrivi sull’isola. Di turisti, ovviamente.
E cosa può assicurare nuovi ospiti meglio di uno stabilimento termale? Certo, niente di faraonico come progettato inizialmente. Ma un Centro, decisamente più piccolo ma ugualmente moderno, che sappia coniugare il fascino del mare con il Turismo della salute, oggi di grande attrazione.
I mille volti dell'”isola del sole”, come la definiscono le Guide turistiche, si arricchirebbero di una nuova indimenticabile esperienza.

San Pellegrino: nessun ritardo per le nuove Terme


dal sito di Federterme

SAN PELLEGRINO: NESSUN RITARDO PER LE NUOVE TERME

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Le Terme di San Pellegrino saranno aperte per settembre-ottobre 2014. Lo hanno ribadito ancora una volta l’amministrazione comunale e il gruppo Percassi che si sta occupando del loro rilancio. Saranno realizzate nell’edificio che per un secolo ha ospitato l’Hotel Milano Terme. .

L’investimento previsto è pari a circa 16 milioni di euro: una volta concluse saranno acquisite dal Comune che resterà quindi proprietario di tutta l’area storica comprensiva del casinò. Il gruppo Percassi, invece, avrà in concessione casinò e terme per 30 anni, fino al 2044.
Tutta la Val Brembana, dove si trova San Pellegrino Terme, versa in una situazione di grave crisi turistica e occupazionale: la riapertura del Casinò, chiuso nel 1978, e il rilancio del Centro termale, ricco di acque solfato-alcaline-ferrose, rappresenterebbero un passo concreto per la realizzazione dell’Accordo di Programma (firmato assieme alla Provincia di Bergamo e al Comune di San Pellegrino) con il quale la Regione Lombardia intende rilanciare il settore termale e turistico della zona.

Il ruolo importante della medicina termale


dal sito di Federterme

RICONOSCIUTO DALL’OMS IL RUOLO IMPORTANTE DELLA MEDICINA TERMALE

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E’ stato presentato a Macao (Cina) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il documento “World Health Organization Traditional Medicine Strategy 2014-2023” che – importante risultato – ha riconosciuto il ruolo delle terapie termali nell’ambito delle medicine tradizionali e complementari.

“Una novità assoluta – è stato sottolineato – , resa possibile dai risultati degli studi realizzati dalla Federazione Mondiale delle Terme (Femtec) e dall’italiana Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale (FoRST), con la supervisione tecnica della Organizzazione Mondiale della Sanità”.
Lo studio ‘Hydroglobe’, i cui risultati saranno presentati a Roma nel marzo 2014, ha messo in evidenza non solo la validità delle cure termali, basate su una solida realtà scientifica e di ricerca, e la loro diffusione a livello mondiale, ma anche come questo tipo di terapia e i relativi trattamenti rientrino in una visione più ampia del concetto di salute.
Alla presentazione in Cina era presente, unico rappresentante europeo, anche il prof. Umberto Solimene, nella sua veste di Direttore del Centro OMS e Segretario generale della Femtec. A suo giudizio, il documento OMS si propone due obiettivi: 1. indirizzare il contributo delle Medicine tradizionali e non convenzionali (T&CM) verso il concetto di salute, di benessere e di sanità incentrati sulla persona; 2. promuovere la sicurezza e l’uso effettivo di questo approccio attraverso un’appropriata regolamentazione dei medicinali e delle figure professionali. “La medicina termale,- ha sottolineato – riconosciuta nelle sue radici come antica tradizione del mondo medico occidentale ed europeo, svolgerà un ruolo di primaria importanza”.

Pronto un ddl per superare l’ostacolo del cambio nome delle città termali


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
EMENDAMENTO CAMBIO NOME DELLE CITTA’ TERMALI: PERPLESSITA’ DEL COMMISSARIO DELLO STATO, MA MANGIACAVALLO HA PRONTO UN DDL

09/01/2014 20.40

Un emendamento alla legge di stabilità della Regione Sicilia attualmente in discussione o un successivo disegno di legge se l’atto, come appare probabile, non dovesse trovare spazio nella manovra.

C’è un nuovo tentativo per modificare il nome di Sciacca in Sciacca Terme. Lo sta facendo Matteo Mangiacavallo, deputato all’Ars del movimento Cinquestelle, che con il suo gruppo ha presentato ben 200 emendamenti alla legge Finanziaria regionale, tra cui quelli che l’abrogazione della legge con cui dieci anni fa si stabiliva l’indizione di un referendum per quei Comuni sicliani che volevano cambiare nome.

Con l’emendamento si dà facoltà ai consigli comunali di deliberare tale modifica, evitando il lungo e costoso iter del referendum, che a Sciacca si fece esattamente dieci anni fa, nel 2003, conclusosi con il mancato raggiungimento del quorum.

“Il mio emendamento è finito purtroppo tra quelli aggiuntivi e potrebbe non essere trattato – dice Mangiacavallo – prevede di assegnare tale facoltà solo agli otto Comuni termali siciliani, lasciando invariata la legge del referendum per tutti gli altri. Dobbiamo ancora stabilire con il mio gruppo le priorità dei nostri 200 emendamenti, poi valuteremo il percorso politico successivo. Il commissario dello Stato ha mostrato qualche perplessità, ritenendo l’emendamento estraneo alla legge di stabilità. In ogni caso, sono pronto a predisporre eventualmente un disegno di legge, in modo da consentire alla città di Sciacca di dotarsi di un toponimo che valorizza la propria risorsa termale, sperando naturalmente che le Terme possano superare l’attuale momento di difficoltà”.

Terme di Acireale: all’ARS c’è stato un tentativo di abrogare la liquidazione e stoppare la privatizzazione


L’articolo sulle Terme pubblicato nel numero 1 del settimanale I Vespri (anno IX) del 18 gennaio 2014

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L’ARS approva la finanziaria ed inizia il balletto sulle Terme: ritorno al pubblico o accelerazione del passaggio ai privati?


Un’anticipazione dell’articolo che sarà pubblicato domani 11 gennaio sul settimanale I Vespri

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In dirittura d’arrivo all’ARS il disegno di legge di stabilità regionale. Le Terme si confermano “non strategiche”, ma sulla privatizzazione…


E’ ormai in dirittura d’arrivo all’ARS  il disegno di legge presentato il 12 dicembre 2013 dal Presidente Crocetta su proposta dell’assessore all’Economia Bianchi dal titolo Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014. Legge di stabilità regionale, unitamente alla relazione della II Commissione Legislativa  “BILANCIO: bilancio e programmazione, finanze, controllo della spesa regionale ed extra regionale, credito e risparmio” presieduta da Antonino Dina. All’interno, si conferma il quadro delle partecipazioni strategiche e non strategiche della Regione Siciliana nelle aziende e società c.d. partecipate, tra cui le società Terme di Sciacca SpA e Terme di Acireale SpA che, come previsto dall’art.20 della legge regionale n.11 del 12 maggio 2010, non sono considerate strategiche e sono state poste in liquidazione.

Piuttosto l’art.24 del disegno di legge di stabilità regionale, inserito al Capo V “Disposizioni in materia di patrimonio e società partecipate” così recita

 Art. 24.

Cessione di partecipazioni azionarie

1. Ai fini del perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica previsti per l’anno 2014, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge sono predisposte dal competente Dipartimento regionale del bilancio e del tesoro le procedure di evidenza pubblica per la cessione delle partecipazioni azionarie della Regione non ritenute strategiche.

2. Al fine di garantire un congruo prezzo di vendita delle azioni di cui al comma 1, con decreto dell’Assessore regionale per l’economia sono fissati i prezzi di riserva al di sotto dei quali non si procede alla vendita. In tal caso IRFIS-FinSicilia S.p.A. può, a valere sulle risorse libere dei fondi a sua disposizione, acquistare le suddette azioni al valore dei predetti prezzi di riserva.

 3. Dall’attuazione del presente articolo devono derivare entrate non inferiori a 60 milioni di euro

ponendo pertanto il dubbio che, se la Regione – confermando la “non strategicità” del termalismo e proseguendo nella liquidazione delle società di gestione Terme di Sciacca SpA e  Terme di Acireale SpA e nell’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti – non dovesse riuscire ad alienare le proprie partecipazioni ad un valore superiore al prezzo di riserva, la proprietà delle quote rimarrebbe in capo all’IRFIS-FinSicilia SpA che, come è noto, è una società interamente partecipata dalla Regione Siciliana.  In questo caso, come spesso avviene nei processi di dismissione di società pubbliche, altrimenti denominate come privatizzazioni, è un’altra società pubblica che acquisisce le quote della società dismessa.

La Regione Siciliana cancella 23 società partecipate. Addio alle Terme di Sciacca e di Acireale


dal sito del Giornale di Sicilia.it

La Regione cancella 23 società partecipate

 

 I lavoratori confluiranno nelle altre nove aziende che resteranno in vita. Paracadute pubblico per i 76 in organico a Sicilia e-Servizi. Cala la scure su organi direttivi, sedi, consulenze e costi di funzionamento: negli ultimi 4 anni spesi 1,1 miliardi

 

di RICCARDO VESCOVO

PALERMO. Si chiude l’era della Regione imprenditrice: una norma del governo regionale inserita in Finanziaria cancella 23 società di cui Palazzo d’Orleans è socio. Cala così la scure su organi societari, sedi, consulenze e costi di funzionamento. Gli enti confluiranno al dipartimento regionale del Bilancio e avranno dei liquidatori scelti tra i dirigenti interni. Il personale, circa 450 dipendenti (di cui 300 solo Italkali) in tutto, confluirà nelle nove società che invece rimarranno in vita o resterà in servizio presso l’azienda d’origine. Novità in vista anche per il personale di Sicilia e-Servizi, che si occupa della rete informatica della Regione: i 76 dipendenti assunti dal socio privato e prossimi al licenziamento, pur non avendo superato una selezione pubblica potranno transitare alla Regione.

Le società che chiuderanno
Tra le aziende totalmente in mano alla Regione addio all’ex Cinesicilia, a Sicilia e-Ricerca e a Lavoro Sicilia. Via anche le quote di Italkali, Mercati agroalimentari Sicilia e Patrimonio immobiliare Spa, di cui la Regione è socio di maggioranza. Tra le altre aziende di cui Palazzo d’Orleans ha partecipazioni minoritarie destinate a essere cedute ci sono il Consorzio di ricerca per l’Agrobio e la pesca, il Consorzio di ricerca trasporti navali e commerciali, il Distretto tecnologico, la società Stretto di Messina, quella degli Interporti siciliani, Unicredit e Mediterranea holding. Sono invece già in liquidazione (e l’iter subirà un’accelerazione) il Ciem, Info Rac, Siace Spa, Sicilia Hydro Spa (l’unica praticamente chiusa), Sicilia e-innovazione, Terme di Sciacca e Terme di Acireale, Società Mediterranea, Cape Spa e Quarit. L’iter dovrebbe scattare subito dopo il via libera alla norma e la pubblicazione in Gazzetta e dovrebbe concludersi prima dell’estate.

Il futuro del personale
Dei 450 dipendenti i circa 150 delle società che chiuderanno verranno licenziati e trasferiti in capo alle nove società che resteranno in vita e nelle quali lavora il grosso del personale. Sono Azienda siciliana trasporti, Servizi Ausiliari Sicilia, Sicilia e Servizi, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia Sicilia, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico e Seus 118. L’emendamento dell’assessore al Bilancio, Luca Bianchi, prevede che il personale venga licenziato e riassunto perdendo «indennità, superminimi e trattamenti giuridici particolari che aveva nelle partecipate poste in liquidazione». In caso di cessione quote, dovrebbero restare al loro posto i quasi 300 dipendenti di Italkali, che si occupa di estrazione e lavorazione di salgemma.

Il risparmio sui costi
I magistrati della Corte dei Conti, guidati da Maurizio Graffeo, hanno evidenziato che, a fronte di una produttività pressoché nulla, questi carrozzoni sono costati negli ultimi quattro anni quasi 1,1 miliardi, soprattutto per pagare gli stipendi dei 7.300 dipendenti. Adesso verranno meno quasi tutti i costi, a partire da quelli per gli organi societari e consulenti.

Il caso di Sicilia e-Servizi
La società che si occupa dei sistemi informatici dell’amministrazione oggi è in liquidazione ed è guidata da Antonio Ingroia. Il governo vuole recuperarla perché ritenuta strategica. Ma ad oggi è una scatola vuota: i dipendenti sono in capo al socio privato, Sicilia Venture, formata dai colossi Accenture e Engineering che in base a vecchi accordi sono prossimi alla fuoriuscita dalla società e al licenziamento dei lavoratori. Un parere dell’Avvocatura sostiene però che i 76 dipendenti possono transitare alla Regione pur non avendo superato una selezione pubblica, consentendo così alla Regione di gestire autonomamente il proprio sistema informatico senza far ricorso ai privati.

Terme di Sciacca. Licenziato l’ex direttore dell’albergo


dal sito del Corriere di Sciacca

SCIACCA – CRONACA
TERME, IL COMMISSARIO TURRICIANO DELIBERA IL LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA DELL’EX DIRETTORE DELL’ALBERGO, GINO ALLEGRO
L’ex direttore ha patteggiato una pena ad un anno di reclusione. L’azienda termale proseguirà l’azione giudiziaria in sede civile per il risarcimento del danno.

08/01/2014 15.23

Il commissario straordinario della Terme di Sciacca Spa, Carlo Turriciano, ha deliberato, lo scorso 30 dicembre, il licenziamento per giusta causa dell’ex direttore del Grand Hotel delle Terme, Gino Allegro.

Gli effetti del licenziamento decorrono dalla data di sospensione avvenuta il 18 dicembre 2010. La conseguenza è la perdita ex tunc del diritto alle retribuzioni. Retribuzioni che dovranno essere recuperate dopo che l’azienda termale quantificherà le somme.

L’ex direttore del Grand Hotel delle Terme, Gino Allegro, ha patteggiato, lo scorso ottobre,  una pena ad un anno di reclusione e una multa di 400 euro (pena sospesa) per truffa e appropriazione indebita. Gino Allegro, saccense di 58 anni, era stato rinviato a giudizio, lo scorso novembre, per le accuse contestate dalla Procura della Repubblica: truffa e appropriazione indebita. La sentenza è divenuta definitiva.

Intanto, la Terme di Sciacca Spa prosegue l’azione giudiziaria in sede civile, nonostante la difesa di Allegro fosse disponibile a risarcire anche il danno civile.  L’accusa di truffa riguarda un ammontare di 43.181 euro. Sono 17 i fatti contestati ad Allegro.

Per la pubblica accusa, si sarebbe “relazionato con i clienti per l’organizzazione e il pagamento di festeggiamenti e cerimonie nei locali della struttura, e con artefici o raggiri specificatamente consistiti nel rilasciare, ai soggetti che avevano fruito delle prestazioni pattuite, all’atto del pagamento del prezzo concordato, ricevute fiscali e quietanze attestati somme inferiori a quelle effettivamente a lui corrisposte ovvero corrispondenti al prezzo pagato ma differenti da quelli attenenti al medesimo oggetto e registrate nella contabilità dell’albergo o, anche, non rilasciando alcuna quietanza”.

Altra ipotesi di reato contestato dalla Procura è l’appropriazione indebita. Si sarebbe “impossessato di derrate alimentari di vario genere, dalle pietanze già cucinate a vaschette di gelato da tre chili ciascuna”. Allegro era stato iscritto nel registro delle notizie di reato il 27 settembre del 2010. Al vaglio degli investigatori una moltitudine di documenti contabili.

Le indagini scaturirono dopo l’insediamento dell’amministratore unico Turriciano, avvenuto dopo lo scioglimento del precedente Cda. Il nuovo manager scandagliò tutta la contabilità dell’albergo. La Procura ci mise mano proseguendo poi con un vasto sequestro di documenti.

Per la Società termale “non sussistono in alcuno modo le condizioni per confermare nei suoi confronti la fiducia di questa azienda, elemento imprescindibile per consentire la prosecuzione del rapporto contrattuale di lavoro, a maggior ragione in considerazione del ruolo dallo stesso ricoperto all’interno dell’azienda”.

Da Sciacca a Sciacca Terme^


dal sito di Tele Radio Monte Kronio

Da Sciacca a Sciacca Terme. Grazie a Matteo Mangiacavallo si può scrivere una pagina di storia (anche se in ritardo di 10 anni)

by redazione • 4 gennaio 2014

Mangiacavallo

Era il 28 dicembre 2003. Sono passati da pochi giorni dieci anni da una data purtroppo triste nella storia di Sciacca. Stiamo parlando del mancato raggiungimento del quorum al referendum indetto per fare in modo che Sciacca potesse chiamarsi Sciacca Terme.

I saccensi non colsero, piuttosto colpevolmente, quell’opportunità, l’unica allora prevista dalla legge. Cittadinanza in parte sobillata anche da qualche personalità politica dell’epoca che ne approfittò per fare ostruzionismo all’allora giunta in carica presieduta da Ignazio Cucchiara, preoccupandosi che al successo di quella consultazione potesse corrispondere un riconoscimento pubblico per quell’amministrazione.

Ebbene: oggi c’è l’opportunità di rimediare a quel gravissimo errore. Il deputato regionale del Movimento Cinquestelle Matteo Mangiacavallo ha presentato un emendamento alla Finanziaria che, se approvato, permetterebbe di aggiungere Terme al toponimo Sciacca.

Quel referendum forse fallì anche perché le Terme erano in caduta libera, come hanno dimostrato gli anni successivi e come sta dimostrando la triste realtà. Altro errore. Perché le Terme fanno parte della vita di Sciacca. Aquae Labodes si chiamava la città, non fu corretto guardare solo ad un fatto contingente disinteressandosi, dimostrando, come purtroppo continua ad accadere ancora oggi, di non amare la propria storia. Tutto questo capì un quarto della città, chi andò regolarmente a votare. Oggi grazie al deputato regionale Mangiacavallo si può produrre una nuova pagina di storia. Che eventualmente avrebbe l’unico difetto di essere scritta in ritardo di dieci anni.

Terme, abrogare la liquidazione. Presentati due emendamenti all’ARS


La notizia data dalla pagina FB di Fancity e dal sito Internet

Gli emendamenti presentati dapprima in commissione bilancio come modificativo all’art. 27 (trattava di partecipate delle regione), poi ritirato dal governo ed anche come aggiuntivi non sono stati discussi sia perchè l’articolo che modificava è stato cassato e sia perchè non hanno discusso gli emendamenti aggiuntivi in commissione.

Quindi sono stati ripresentati per la discussione sull’articolato che comincerà il 7  Gennaio.

Il primo emendamento, presentato dai deputati Angela Foti (M5Stelle), Anthony Barbagallo e Giuseppe Lupo (PD)

“L’articolo 21 della legge regionale 12 maggio 2010, n.11 è abrogato. 
L’assessorato dell’Economia è autorizzato a procedere alla revoca dello stato di liquidazione ai sensi dell’articolo 2487- ter del Codice Civile. “

Abroga questo:

L.R. 11/2010
Art. 21
Società Terme di Sciacca e Società Terme di Acireale.

1. Entro 180 giorni dall’avvenuta cessione alla Regione delle quote azionarie detenute dalle aziende autonome Terme di Acireale e Terme di Sciacca rispettivamente nelle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A., la Ragioneria generale della Regione attiva le procedure necessarie a porre in liquidazione le due Società e, tramite lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica, affida a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali, nonché le attività accessorie e complementari.

2. Il personale delle società Terme di Sciacca S.p.A. e Terme di Acireale S.p.A. poste in liquidazione gode delle stesse garanzie occupazionali previste per i dipendenti delle società che sono dismesse a seguito dell’applicazione di quanto previsto dall’articolo 20. (Periodo omesso in quanto impugnato dal Commissario dello Stato ai sensi dell’art. 28 dello Statuto).

Il secondo emendamento, presentato dagli stessi deputati, invece mira a inserire il termalismo tra le aree strategiche della regione: 

“Riconoscimento del termalismo come area strategica ai sensi del comma 1 dell’art. 20 della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11”

Al comma 2, dell’articolo 20 della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11 e successive modifiche ed integrazioni, é aggiunta la seguente lettera: 
o) termalismo.