Su La Sicilia del 24 giugno 2015
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Terme di Sciacca, tutto fermo: gestione appesa ad un filo
dal sito del Giornale di Sicilia
Terme di Sciacca, tutto fermo: gestione appesa a un filo
Il liquidatore, Carlo Turriciano, è bloccato anche nella convocazione dell’assemblea dei soci, chiamata a decidere sull’affidamento degli stabilimenti

SCIACCA. L’Azienda sanitaria provinciale è ancora impegnata nelle verifiche per decidere se prendere in carico le strutture termali, ma si fa sempre più complicata l’apertura dello stabilimento e delle stufe di San Calogero nella stagione 2015. L’Asp, che, la settimana scorsa, ha effettuato un sopralluogo, con propri tecnici, nello stabilimento e alle stufe di San Calogero, non ha ancora dato il via libera alla Regione e il liquidatore, Carlo Turriciano, è bloccato anche nella convocazione dell’assemblea dei soci, chiamata a decidere sull’affidamento degli stabilimenti.
La situazione negli ultimi giorni si è fatta più critica per quanto riguarda gli impianti. E’ di nuovo guasta, infatti, e adesso bisogna sostituirla, la caldaia dello stabilimento. Il costo è di circa 20 mila euro. “Io sono in attesa che l’Asp dia una risposta – afferma il liquidatore delle Terme, Carlo Turriciano – e poi convocherò l’assemblea”. L’Asp, a quanto pare, sarebbe disponibile, ma durante il sopralluogo è stato verificato, ad esempio, che sono necessari lavori di manutenzione oltre alla sostituzione della caldaia.
Terme di Acireale incatenate e dimenticate. Sospese le prestazioni, si attende il bando di privatizzazione
La prima pagina del settimanale I Vespri (n.23 anno X, del 13 giugno 2015, da sabato 6 in edicola) e il servizio alle pag.12 e 13.
Terme di Acireale incatenate e dimenticate. Sospese le prestazioni, si attende il bando di privatizzazione
Le foto riportate sul sito del Forum permanente sulle Terme di Acireale sono più chiare di qualunque promessa e discorso fatti nelle ultime settimane. Le Terme sono chiuse, addirittura incatenate. Ci sono catene e lucchetti ovunque. All’ingresso del Parco delle Terme; nel cancello di accesso alle Terme di Santa Venera e agli stabilimenti di Santa Caterina. Dinanzi a questi ultimi, addirittura, si comunica che “le prestazioni termali sono sospese per lavori di manutenzione”. La verità è che le Terme di Acireale sono ormai ridotte da tempo ad un ammasso di carte. Carte di ogni tipo: lettere al socio unico Regione Sicilia che non vuol sentire ragioni di ricapitalizzare o rifinanziare la società; documenti interlocutori con Unicredit per scongiurare il peggio, cioè che l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale, attualmente pignorati, diventino di proprietà della banca; rateazioni di pagamento con i fornitori e lettere di sollecito ai creditori. Non è facile il compito del liquidatore di una società pubblica e lo sa bene l’ing.Luigi Bosco, che tra l’altro assolve al delicato ruolo di assessore nella giunta di Enzo Bianco a Catania. Fedelissimo del Presidente Crocetta, il liquidatore delle Terme è tra l’incudine e il martello. Da un lato, prova ad assecondare i desiderata del Presidente della Regione Siciliana che un giorno rilancia sul termalismo e un altro proclama invettive contro le società partecipate in stato di decozione. Dall’altro lato, l’ing.Bosco sa perfettamente che la poltrona su cui siede è calda, perché vi sono parecchie responsabilità cui va incontro come amministratore, a partire dalla più importante di tutte: chiedere al socio unico, cioè alla Regione Siciliana, di portare i libri al Tribunale e avviare una procedura di concordato, quanto meno per salvaguardare i valori di realizzo degli asset aziendali. Sembra che l’ingegnere Bosco abbia avanzato informalmente una richiesta del genere, ma i solerti burocrati dell’Assessorato all’Economia a Palermo inspiegabilmente hanno rispedito al mittente la proposta. In realtà, la burocrazia regionale vuole solo prendere tempo. Ha di fatto neutralizzato la decisione della politica che, nel bilancio regionale, aveva stanziato 400.000 euro ciascuno per le Terme di Acireale e di Sciacca; i soldi non verranno mai concessi, perché la burocrazia non si assume il rischio di contravvenire al monito della Corte dei Conti che intima i dirigenti a non usare più risorse finanziarie pubbliche per ricapitalizzare e rifinanziare società regionali partecipate afflitte, come le Terme, da perduranti e gravi perdite economiche. Si attende solo che Sviluppo Italia Sicilia esiti al più presto il bando per l’affidamento ai privati della gestione delle Terme, come auspicano da tempo un po’ tutti: il liquidatore, l’ing.Roberto Barbagallo sindaco di Acireale e una parte della società civile, di cui il Forum del Lions Club è una espressione. Tuttavia, come richiamato pure sulle pagine di questo settimanale, non è facile scrivere il bando, fintanto che non saranno risolte alcune pregiudiziali rilevanti, tra cui quella relativa al debito da saldare ad Unicredit (entro settembre di quest’anno) per evitare che si perdano due importanti cespiti, l’albergo e il centro polifunzionale, la cui inclusione nel pacchetto degli asset in affidamento renderebbe le Terme più appetibili ai privati. Insomma, è un po’ come il cane che si morde la coda. Mentre la città rimane impassibile e aspetta le determinazioni palermitane, senza però che nessuno le solleciti con vigore, ogni aspetto della intricata vicenda è demandato alla burocrazia regionale, oramai assolutamente impermeabile pure alle proposte provenienti dalla politica. L’ultima, in ordine tempo, è suggestiva e romantica, addirittura fa tenerezza. A Sciacca, che ha problemi analoghi a quelli di Acireale e dove gli stabilimenti sono chiusi, qualcuno ha avanzato la proposta di affidare all’ASP la gestione degli stabilimenti, in attesa che si chiudano le procedure per l’affidamento ai privati degli stabilimenti. Immediatamente, la proposta è rimbalzata ad Acireale e il Presidente Crocetta, in una intervista rilasciata ad un quotidiano locale, ha dichiarato di voler operare in questa direzione. Sembra però che la soluzione sia impraticabile. Per mille motivi, due dei quali sono i più rilevanti. Primo, a parte i medici, l’ASP non ha le professionalità necessarie per gestire prestazioni specialistiche come quelle termali. Secondo motivo, l’ASP non dispone, come invece le Terme di Acireale e di Sciacca, delle concessioni minerarie dell’Assessorato all’Industria per esercitare attività termale in Sicilia. Dunque, il discorso sembra chiuso in partenza, ancor prima che si vada avanti con la proposta. E’ tempo invece di esaminare le carte, perché il 23 febbraio scorso l’Assemblea dei soci delle Terme di Acireale ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2013. I numeri ancora una volta sono sconfortanti. Nonostante una significativa ripresa del fatturato (che dai 9.657 euro dell’anno precedente è passato a 211.076 euro, grazie all’impegno dell’ing.Bosco di riaprire alcuni reparti), la società di gestione delle Terme di Acireale è andata incontro ad una perdita di esercizio pari a 1.169.072 euro (contro 1.786.698 dell’anno precedente). La perdita corrente cumulata con quelle pregresse ammonta a circa il 25% delle poste attive di bilancio, fa rilevare il Collegio Sindacale nella sua relazione a firma di Salvatore Barbagallo, Maria Luisa Damico e Marcello Murabito. Il totale passivo è di 40.321.205 euro e i debiti ammontano a 14.198.500 euro (rispetto a 13.921.576 dell’anno precedente). Il patrimonio netto è ulteriormente diminuito, eroso dalle perdite accumulate negli anni: adesso è di 22.870.059 euro (rispetto ai 24.039.130 rilevato a fine 2012). In queste condizioni, la gestione delle Terme è solo “cartacea” e – è ancora il Collegio Sindacale a rilevarlo nella sua relazione – in assenza di chiare indicazioni da parte del socio Regione Siciliana, il rischio di depauperamento degli asset patrimoniali è elevatissimo
Saro Faraci
Terme “incatenate”. Il Forum celebra oggi quattro anni di attività sociale, ma gli stabilimenti sono chiusi ovunque
Foto di Rosario Faraci, Coordinatore del Forum permanente delle Terme di Acireale che si è costituito per iniziativa del Lions Club il 1 giugno 2011. Nonostante l’intensa attività del Forum, per sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, la vicenda che interessa prevalentemente la Regione Siciliana, socio unico delle Terme di Acireale SpA, è sempre più complessa. Le foto di oggi evidenziano amaramente che tutto è chiuso e che le catene sono ovunque, dinanzi ai cancelli delle Terme di Santa Venerina, delle Terme di Santa Caterina e del Parco delle Terme.