da Sicilia Journal

ACIREALE – Vive un momento di difficoltà il Consiglio Comunale di Acireale, presieduto da Saro Raneri, consigliere d’esperienza vicinissimo all’onorevole Nicola D’Agostino. Ci sono problemi di tenuta interna alla maggioranza, tutta orbitante intorno a D’Agostino; ci sono problemi di dialogo fra la maggioranza e l’opposizione, fra i fedelissimi di D’Agostino e i seguaci dell’on. Basilio Catanoso e dell’ex sindaco Nino Garozzo; ci sono problemi di rapporto con l’Amministrazione guidata dal Sindaco Roberto Barbagallo e con alcuni suoi assessori; ci sono problemi di interlocuzione con la società civile, dalla quale la politica acese sembra ormai mille miglia distante.
Eppure nulla traspare all’esterno, anche perché una città sonnolente e distratta, alle prese con problemi di identità culturale e sociale, è sempre più disinteressata a ciò che succede all’interno del civico consesso che, fin dal suo insediamento, per l’indisponibilità del Palazzo comunale è costretto a vagabondare da un luogo all’altro della città per riunirsi.
Un Consiglio comunale che, quando vuole però, sa ritrovare compattezza ed è capace di uno scatto di orgoglio allorché deve difendere se stesso da critiche e polemiche, talora anche eccessive. Dalla vicenda di Gettonopoli, ad esempio, è uscito più forte e compatto, quando ha fatto fronte comune contro le accuse dell’on. Angela Foti (Movimento Cinque Stelle) che, carte alla mano, aveva denunciato uno strano quanto insolito attivismo dei consiglieri nelle Commissioni e nel civico consesso.
Si sono allineati tutti in quella occasione, sia i consiglieri più attivi e operosi sia quelli che collezionano una dietro l’altra presenze in aula. Da quel momento in poi, Consiglio e consiglieri sono stati meno imprudenti nella corsa alle riunioni di lavoro.
Così, pur sembrando provocatoria qualche tempo fa la richiesta del Forum permanente per le Terme, invitato dalla commissione Turismo presieduta da Francesca Messina ad incontrare i suoi componenti per una audizione ma solo se avessero rinunciato esplicitamente al gettone di presenza, tutti accettarono. I consiglieri Antonio Castro, Adriana Finocchiaro, Antonello D’Agostino e la stessa Francesca Messina compresero bene quella richiesta e si prestarono ad approfondire nel corso di un interessante incontro tecnico, il problema delle Terme, croce e delizia di questa città.
Più recentemente della medesima questione è stato investito l’intero Consiglio, su richiesta del consigliere anziano Rito Greco che si è vista riconoscere dal presidente Raneri, attraverso la conferenza dei capigruppo, la possibilità di organizzare una seduta ad hoc cui sono stati invitati il liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro e il coordinatore del Forum Rosario Faraci.
Una seduta di Consiglio che, però, si è risolta con un nulla di fatto, senza alcun atto di indirizzo come si richiederebbe invece ad un civico consesso quando ci sono in ballo questioni molto delicate per l’economia e la società della città.
L’irrequietezza dello stesso Rito Greco che avrebbe gradito dal presidente Raneri maggiore visibilità sulla proposta da lui stesso avanzata; gli strani malumori di Antonio Castro e Antonello D’Agostino; la violenta reazione del consigliere Saro Sorace che ha abbandonato polemicamente l’aula hanno costretto il Presidente Raneri ad interrompere la seduta, per una mera questione tecnica di rispetto dell’ordine dei lavori, riprendendola subito dopo con un dibattito che ha registrato un’apparente compattezza di tutto il Consiglio sulla questione, che in verità rimane sempre complicata e non sempre presidiata con maturità politica dai rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione.
Chi era presente ha notato l’imbarazzato intervento del capogruppo di Cambiamo Acireale Giuseppe Ferlito, l’unico in Consiglio a conoscere bene la natura complicata delle vicende delle Terme; il vibrante ma risentito intervento di Rito Greco; la verve dialettica dei consiglieri Luciano Scalia e di Salvo Seminara; le discrete richieste di chiarimento espresse da due giovani consiglieri Riccardo Castro e Mariella Bonanno; gli appassionati interventi di Giuseppe Musumeci e di Giuseppe Calì, agli antipodi l’uno rispetto all’altro. Tutti d’accordo nel riconoscere che il Consiglio ha titolo per intervenire, ma senza spiegare come e perché.
Insomma, il Consiglio ha buttato al vento un’altra occasione, ovvero quella di emanare presto un atto di indirizzo chiaro e preciso, come avrebbe voluto del resto il Sindaco Barbagallo, impegnato a fare subito immediata richiesta alla Regione dell’emanazione del bando per la privatizzazione degli stabilimenti, come del resto evidenziato da Todaro e da Faraci nei loro interventi.
Si è rinviata ogni decisione all’inizio dell’anno nuovo, quando forse potrebbe essere già tardi. La società di gestione delle Terme versa in condizioni critiche, gli stabilimenti di Santa Venera e Santa Caterina sono chiusi, il Parco è inagibile e due cespiti immobiliari importanti (l’ex albergo Excelsior Palace e il complesso polifunzionale) saranno messi all’asta da Unicredit; inoltre, il liquidatore è lasciato sempre più solo dal socio Regione a dipanare i nodi critici della matassa.
Il sindaco Roberto Barbagallo sta provando ad interloquire in sede regionale con più soggetti possibili per evidenziare la drammaticità del problema che ha comunque riflessi sull’economia e sul turismo della città dei cento campanili.
In ultimo, si attende in città a gennaio l’arrivo dell’assessore regionale Antony Barbagallo, il nuovo responsabile del dicastero al Turismo, che però non ha alcuna competenza diretta sul bando. Pur tuttavia, il civico consesso ha dato mandato al suo presidente Raneri a indire una nuova seduta ad hoc dove il liquidatore e l’assessore Barbagallo potranno riferire.
R.S.