da Eco delle Aci
UN ANNO FA CHIUDEVANO TEMPORANEAMENTE LE TERME: NULLA E’ CAMBIATO
In questi giorni interdetto anche il Parco delle Terme.
Attività ridotta al lumicino, mancano i soldi e tutti attendono fiduciosi gli esiti del lavoro di Sviluppo Italia Sicilia.
Un anno fa, esattamente agli inizi di marzo, le Terme chiudevano i battenti.
Era una chiusura temporanea, si affrettavano a precisare i due liquidatori, dovuta alle precarie condizioni delle strutture tecnico-impiantistiche degli stabilimenti termali.
Si prometteva presto una riapertura del complesso. E’ trascorso un anno, la situazione è rimasta la stessa, anzi si è aggravata.
Nell’estate scorsa sono stati riavviati solo alcuni servizi non specialistici, di tipo ambulatoriale, non coperti dal servizio sanitario nazionale.
Le prestazioni termali, invece, non sono più erogate dall’inizio del 2011.
A fine anno ha chiuso i battenti l’albergo Excelsior Palace, essendo prevalsa la decisione di dar corso allo sfratto dei due gestori morosi.
Prima aveva cessato l’attività anche l’altro albergo, l’Hotel delle Terme. In questi ultimi giorni, a seguito del maltempo, è stato interdetto l’accesso pure al Parco delle Terme e alla piscina.
Il Centro polifunzionale è da sempre chiuso e a nulla sono valse le richieste di chiarimenti avanzate dal PD l’estate scorsa.
Passano mesi, settimane e giorni e l’inestimabile valore storico, culturale, patrimoniale e sanitario delle Terme di Santa Caterina e di Santa Venera si depaupera per incuria generale. L’azienda è allo stremo. Non ci sono soldi, è vero; si è rinunciato pure alle poche risorse che i due gestori dell’albergo promettevano di garantire, pur in presenza di un contenzioso con la proprietà che non mancherà di avere un ulteriore strascico giudiziario. Tuttavia, senza alcuna attività commerciale non si vedrà l’ombra di un euro da qui alla fine della liquidazione e, così facendo, le Terme, come azienda e come sito, saranno poco attrattive verso quei privati “veramente competenti” che Margherita Ferro auspica si facciano avanti per raccogliere la proposta che Sviluppo Italia Sicilia formulerà unitamente al bando per la privatizzazione.
Non ci sono novità all’orizzonte.
Al Servizio Partecipazioni e Liquidazioni stanno cercando di accelerare il trasferimento delle azioni dalla vecchia azienda autonoma al Dipartimento Bilancio, in modo che la Regione possa diventare unico azionista e, con tali prerogative di socio maggioritario, rimpinguare le vuote casse delle Terme.
La procedura, tuttavia, non è semplice e priva di ostacoli, anche dal punto di vista giuridico. Qualcuno, infatti, dovrà assumersi la responsabilità di trasferire a titolo gratuito le azioni alla Regione, quando invece la Corte dei Conti è di avviso diverso.
Frattanto, si è sempre in attesa del bilancio intermedio di liquidazione che possa far luce sulle reali intenzioni dei due liquidatori e sulla loro strategia di dismissione dei cespiti aziendali. In assenza di questo importante documento, dovuto per legge, la procedura di liquidazione rimane nebulosa e le decisioni assunte, anche sull’affidamento all’esterno di servizi prima svolti da personale dipendente, non sono sempre pienamente comprensibili.
Sull’altro versante, ovvero la privatizzazione, Sviluppo Italia Sicilia, incaricato dalla Regione quale advisor in house, sta proseguendo l’attività di raccolta dati ed informazioni. Non sono state assegnate molte risorse umane e finanziarie per questa attività e, pertanto, non c’è da sorprendersi se anche in questo caso i tempi saranno lunghi prima di conoscere quanto varrà il compendio immobiliare delle Terme e quale proposta sarà formulata da Sviluppo Italia Sicilia ai privati per acquisirne la disponibilità a farsi carico della gestione, a seguito della privatizzazione.
Saro Faraci
04/03/2012