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Terme di Acireale, in cinque punti i compiti di casa per tutti prima di andare a Palermo la prossima settimana


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La foto che riportiamo è tratta dall’archivio di Michele Ali, giovane professionista acese, fotografo per passione, indiscusso innamorato della città di Acireale. Ritrae l’ingresso delle Acque di Santa Venera e dei Bagni Termominerali dinanzi lo stabilimento di Via delle Terme che Agostino Pennisi di Floristella regalò alla città di Acireale nel 1873. I ricordi sono la “memoria del cuore”, una pagina mista di nostalgia e sentimento, ma rappresentano anche la storia e il passato. In questo caso di Acireale, una città profondamente mutata sul piano sociale ed economico, ma da sempre una città dell’ospitalità e a vocazione turistica. E’ arrivato il momento, oltre gli “amarcord” e i rimpianti, di rimboccarsi le maniche ed impiegare proficuamente i prossimi giorni, dato che manca una settimana alla Conferenza dei Servizi che il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha convocato a Palermo per riunire attorno ad un tavolo tecnico tutti gli attori più importanti della vicenda per trovare una via d’uscita all’impasse Terme. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile. E, soprattutto, è arrivato il momento che tutti facciano bene i compiti per casa, arrivando a Palermo con le idee chiare e con proposte precise.

Punto primo. E’ inutile vivere di rimpianti, di ideologie, di se e di ma. Per rilanciarle, la gestione delle Terme dovrà passare ai privati. La privatizzazione non è stata e non sarà mai la panacea di tutti i mali, ma quando un soggetto pubblico, in questo caso la Regione Sicilia, rinuncia espressamente a fare l’imprenditore in un settore così importante per l’economia della nostra terra, non è più tempo di indugiare. La legge n.11 del 2010 è chiara al riguardo: la gestione dovrà essere affidata ai privati, perché il pubblico, per mille motivi, ha fallito nella conduzione diretta del termalismo. La gestione, non la proprietà. Gli stabilimenti rimarranno di proprietà pubblica e bisognerà fare di tutto anche nelle prossime ore, in sede di approvazione definitiva della legge regionale di stabilità, per preservare questo patrimonio da ogni ipotesi di vendita o di cessione onerosa ai privati. Sembra che il Governo regionale voglia riservarsi ancora una possibilità, in uno degli ultimi articoli della legge, di vendere i beni immobili delle società partecipate. L’intento è chiaro, ovvero fare cassa in un momento di difficoltà per la quadra dei conti regionali. Ma le Terme, sia di Acireale che di Sciacca, non sono e non saranno mai assimilabili alle altre società partecipate dalla Regione e i loro immobili non sono beni fungibili, ma al contrario sono vincolati alla specifica e originaria destinazione d’uso, ovvero di stabilimenti idrotermali. Dunque non vanno toccati. E’ opportuno dunque che i nostri deputati all’ARS vigilino attentamente, perché francamente sarebbe una beffa uno “scippo” dell’ultima ora, tra la distrazione generale e il disinteresse dei parlamentari in Aula. L’on.Foti e il presidente della Commissione Bilancio all’ARS, sebbene di parti politiche che stanno agli antipodi, hanno dimostrato nelle ultime settimane grande attenzione alla vicenda ed enorme rispetto per la città di Acireale ed è bene che lo facciano anche altri deputati, leggendo attentamente i documenti e studiando le carte, al di là di convenienze politiche, tatticismi parlamentari e ragioni di propaganda.

Punto secondo. Dato che la gestione dovrà essere affidata ai privati, il bando è cruciale. Con l’emendamento approvato in aula, proposto dalla Foti e approvato in precedenza in Commissione Bilancio col voto favorevole di Vinciullo, il bando potranno redigerlo i liquidatori. E’ un onere aggiuntivo a carico dei liquidatori, non c’è dubbio. E’ qualcosa che probabilmente va oltre i confini del loro mandato, che per legge è quello di guidare una società verso lo scioglimento, a meno che la proprietà voglia esercitare la continuità aziendale. Ma non crediamo che vi siano altre alternative, anche perché la Regione ha miseramente fallito in questi anni. Facciamo un passo indietro. Per legge, sempre la n.11 del 2010, la Regione avrebbe dovuto provvedere in tempi brevi alla liquidazione delle società di gestione e all’affidamento ai privati degli stabilimenti mediante bando; invece, si è impantanata e, con la complicità di una burocrazia più attenta alle carte che alla sostanza degli accadimenti aziendali, ha causato un pasticcio, un brutto pasticcio che passerà ai libri di storia. Ai tempi del Governo Lombardo, questo bando avrebbe dovuto redigerlo un primario advisor internazionale (identificato sempre con altro bando) in modo da definirne contenuti più coerenti alle valutazioni e alle aspettative di un mercato, quello del termalismo, profondamente cambiato rispetto a quando era invece soltanto termalismo sanitario e sociale. Poi lo stesso Governo Lombardo, sconfessando il suo Assessore all’Economia Gaetano Armao, fece dietrofront e decise di affidare “in house” la redazione del bando a Sviluppo Italia Sicilia, una sua partecipata regionale che però non ha mai avuto le competenze necessarie per occuparsi di una materia così delicata. Tant’è che il bando per Sciacca, pur redatto ed esitato, è andato deserto per mancanza di interesse degli investitori; mentre quello per Acireale, per una serie di pregiudiziali tecniche sulle quali Sviluppo Italia Sicilia si è letteralmente impantanata, non è stato mai redatto. Data l’impasse, negli ultimi anni, da più parti si è chiesto che del bando potesse occuparsi il liquidatore. Lo aveva chiesto l’ex liquidatore Luigi Bosco, lo ha chiesto di nuovo l’attuale liquidatore Gianfranco Todaro, ma la burocrazia regionale l’ha sempre negato. Adesso ci sarà una legge a stabilire che tali competenze spettano pure al liquidatore. Ovviamente, torna di grande attualità il tema dei contenuti di questo bando. Quello che ci sarà messo dentro sarà determinante per attrarre o allontanare eventuali investitori, e soprattutto per avvicinare o respingere investitori realmente interessati al termalismo. Ecco perché la redazione del bando non è un mero esercizio di scrittura giuridica, ma dovrà ponderare e valutare diversi elementi. Il tavolo tecnico della prossima settimana a Palermo potrà aiutare a dirimere molte controversie, a cominciare da quella più spinosa, ovvero il contenzioso con Unicredit per l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale. Il liquidatore Todaro ha una settimana di tempo, insieme ai suoi consulenti e ai legali, per arrivare con una proposta di massima sul bando chiara ed inequivocabile, anche perché troverà dall’altro lato una Dirigente dell’ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, che è rigida ed intransigente perché delle Terme e di tutte le partecipate regionali in perdita vuole sbarazzarsi in fretta.

Punto terzo. A Palermo, al tavolo dovrebbero sedere i principali creditori delle Terme. Sono quasi tutti creditori pubblici oltre all’Unicredit. Dunque, ci sono margini per una composizione, in via conciliatoria, della vicenda. Uno di questi creditori è il Comune di Acireale che, divenuto titolare pure del credito vantato dalla Sogip, adesso è il secondo grande creditore delle Terme di Acireale SpA. Il Sindaco e l’Amministrazione hanno una settimana di tempo per capire come muoversi, come arrivare con una proposta chiara e difendibile a Palermo. Sulla carta, il Comune potrebbe compensare il proprio credito con una porzione dell’attivo immobiliare delle Terme, in particolare quella che non ha una destinazione d’uso vincolata alle funzioni termalistiche (ad esempio, i terreni di Pozzillo oppure l’ex stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali). In realtà, bisogna verificare attentamente, sul piano anche della fattibilità giuridica e degli eventuali vincoli posti dalla Corte dei Conti, la praticabilità della soluzione. Se non fosse praticabile questa strada, bisognerà esperirne un’altra. Perché una cosa è certa, il credito del Comune di Acireale non potrà essere monetizzato, perché la società Terme di Acireale SpA è senza liquidità. Se il Comune insistesse nelle sue richieste, si spalancherebbe nuovamente la strada del fallimento, che invece nelle scorse settimane è stata scongiurata, quando il Giudice Antonio Caruso ha rigettato l’istanza proposta dalla Procura della Repubblica dopo le indagini della Guardia di Finanza dei mesi scorsi. Dunque, siamo al cane che si morde la coda, come se la città tornasse contro le Terme quando invece le vuole con sè. Siamo sicuri che Sindaco, Segretario Comunale e i tecnici dell’Amministrazione Comunale stanno affrontando con dedizione e competenza questa faccenda in queste ore.

Punto quarto. Il Consiglio Comunale, in una prossima seduta prima di venerdì 4 marzo data in cui si terrà la Conferenza dei Servizi a Palermo, dovrebbe venir fuori con un atto di indirizzo politico chiaro e preciso. Finora non l’ha fatto e non si capisce perché. Ha discusso più volte la questione, ha approfondito la materia in una apposita seduta alla presenza del liquidatore e del Forum (l’11 dicembre scorso), sta bramando di interloquire con l’Assessore al Turismo Anthony Barbagallo (che, onestamente, non si capisce a che titolo debba intervenire in una seduta del Consiglio Comunale sulle Terme, quando la materia è di competenza dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei), ma ancora non si è pronunciato con un atto unico, possibilmente votato all’unanimità. I contenuti di questo atto di indirizzo unitario spetta al Consiglio determinarli, ma anche un ordine del giorno votato all’unanimità (come quello approvato nella precedente consiliatura il 1 febbraio del 2011) non sarebbe una cosa sbagliata. Rappresenterebbe, anche di fronte al Governo regionale, che la Città di Acireale, di cui il Consiglio è la massima espressione istituzionale, la volontà di presidiare l’intera questione delle Terme, evitando che ci siano interferenze esterne ed indebite pressioni sulla politica cittadina. Sarebbe un atto di grandissima intelligenza politica. Se le Terme sono una risorsa per lo sviluppo economico della città, e i Consiglieri (non ci sono dubbi al riguardo) ne sono convinti, ci vuole un atto di indirizzo che stabilisca chiaramente questo, sia per fare fronte compatto rispetto alla Regione, sia per orientare i contenuti del bando di imminente redazione. Perché, ovviamente, il bando dovrà essere attrattivo, ma non potrà lasciare massima discrezionalità all’investitore privato, piuttosto dovrà indicare alcuni paletti per delimitarne il raggio d’azione della sua attività imprenditoriale. Se alla definizione di questi paletti concorresse il Consiglio Comunale non sarebbe male. Acireale vuole essere una Città termale oppure no? Se questa fosse la volontà, il Consiglio lo dovrà mettere per iscritto su carta e far valere questo documento in tutte le sedi istituzionali in cui la questione delle Terme acesi verrà affrontata nelle prossime settimane. Siamo sicuri che lo farà, perché ci sono alcuni Consiglieri molto attenti e sensibili alla vicenda e faranno di tutto per coinvolgere in questo atto tutti gli altri loro colleghi.

Quinto punto. La Città e la società civile di Acireale. Quella foto tratta dall’archivio di Michele Alì con la quale abbiamo aperto questo lungo post è significativa ed è emblematica. La società civile tutta, non solo il Lions e il Forum permanente che finora l’hanno fatto con generosità e dedizione, deve muoversi. Ad esempio, recuperando la memoria dei luoghi, dei fatti, degli eventi, delle persone. Di tutti coloro che, dal 1873 in poi, hanno ruotato intorno alle Terme di Santa Venera prima e di Santa Venera e Santa Caterina dopo. Avevamo proposto tempo fa la istituzione di uno spazio della memoria all’interno del Palazzo del Turismo. Quando sarà liberato del tutto dagli uffici del Sindaco che ritorneranno nel Palazzo di Città a piazza Duomo, uno spazio del palazzo del Turismo appositamente dedicato alle Terme, ubicato al centro della città, potrà servire per legare Acireale alle sue Terme. A maggior ragione se arriverà un privato, non sappiamo chi sarà, che vincerà la gara per gestire, per i prossimi 20-30 o 50 anni, gli stabilimenti di quelli che un tempo furono le nobili e gloriose Terme di Acireale. C’è necessità ancora di restituire presto alla Città, ai suoi residenti, ai visitatori e ai turisti il meraviglioso Parco delle Terme di Santa Venera, un polmone verde dentro Acireale. Ma cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci? Nessuno vincerà la palma del migliore se si muoverà per primo e nessuno verrà messo al pubblico ludibrio se farà il primo passo in avanti. Ripetiamo: cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci?

Il Forum permanente per le Terme di Acireale

 

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