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Si è spento Enzo Dato, appassionato difensore del termalismo acese


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Si è spento Enzo Dato, noto ad Acireale per il suo grande impegno civico e per le battaglie in difesa del bene comune. Tra le diverse battaglie combattute è da ricordarr sicuramente quella per riportare ad Acireale il cuore del dibattito sul futuro del termalismo. L’anno scorso, in seno al Bilancio Partecipato, il coordinamento di Acireale Bene Comune di cui Enzo Dato era responsabile, avanzò una proposta di acquisto delle Terme da parte dell’amministrazione di Acireale. La recente approvazione della nuova legge regionale “Disposizioni per favorire l’economia”, pur continuando a riservare alla Regione l’esclusività della proprietà dei suoi beni, ammette comunque la possibilità che i Comuni delle città termali diventino adesso concessionari della coltivazione del giacimento termale, da poter affidare successivamente in gestione ai privati attraverso la pubblicazione di un bando di gara.  Non era forse questo l’auspicio di Enzo Dato che, con grande slancio di passione, aveva sempre rivendicato di assegnare la proprietà dei beni del termalismo ad Acireale, sottraendola all’esclusività della Regione e della sua burocrazia. Forse quella strada tecnicamente non era del tutto praticabile, ma è stato compiuto un piccolo passo per riportare ad Acireale il centro delle decisioni finora esclusivamente riservate a Palermo. Adesso è la città che deve dimostrare di saper governare questo dibattito, con la stessa competenza e passione con cui Enzo Dato aveva dato il suo contributo.

La comunità del Forum permanente per le Terme di Acireale si unisce al dolore dei familiari e dei parenti, esprimendo cordoglio per la perdita di una persona competente e appassionata.

Saro Faraci, Coordinatore del Forum

Eri assente, sei patetica. Finisce a polemica tra D’Agostino e la Foti a proposito del provvedimento salva Terme


Articolo di Marco Di Bella tratto da L’Urlo

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Cerimonia con l’Assessore Regionale Alessandro Baccei al palazzo di città di Acireale, comunicati stampa e numerose interviste, la possibile soluzione della crisi delle Terme di Acireale ha avuto una grande eco mediatica per l’Amministrazione Barbagallo e per l’Onorevole Nicola D’Agostino.

Quest’ultimo, unico deputato regionale acese presente all’incontro con l’assessore regionale Baccei, ha dichiarato a Fancity:

abbiamo portato dodici milioni ad Acireale, per il pagamento dei debiti, e risolto così una questione fondamentale; e abbiamo ottenuto il risultato politico di sbloccare la procedura per arrivare all’affidamento

rincarando, poi, la dose ai microfoni di Sestarete Acireale dove ha affermato:

ringrazio l’Assessore Baccei perché la norma l’abbiamo scritta di fatto assieme ed è stata approvata dall’assemblea regionale perché fosse come dire il colpo definitivo. Tagliare la testa al toro e smetterla con l’ipocrisia con cui la politica chiede in maniera retorica e il governo regionale che è lontano da Acireale e dalle ragioni del territorio concede, ma concede norme e opzioni che poi non funzionano.”

La sovraesposizione mediatica dell’On. D’Agostino non è passata inosservata alle forze di opposizione tant’è, che la deputata acese del movimento 5 stelle Angela Foti ha dichiarato:

“[…] gli assessori di questo governo si fanno portare in giro per le città ad uso e consumo dei deputati acquisiti dalla maggioranza […] Non mi stupisco d’altronde dalla prova del cuoco della cucina dell’ospedale alla lampadina avvitata oramai alcuni colleghi deputati non si sottraggono a qualsiasi genere di esposizione mediatica […]”

precisando, poi, sulla questione relativa al salvataggio delle terme:

quel giorno ricordo perfettamente di essere intervenuta al fine di chiedere al Governo  finalmente, visto che la vicenda sta prendendo una strada che potrebbe avere degli sbocchi, che si ricerchino le responsabilità. E’ chiaro che contrarre un mutuo che pagheranno tutti i siciliani non è mai una piena soddisfazione. Non ricordo interventi dell’Onorevole D’Agostino e sinceramente non ricordo neppure se era presente in aula“.

Effettivamente il deputato Nicola D’Agostino, non solo, non ha partecipato al dibattito sull’articolo “salva terme” svoltosi nella seduta dell’Assemblea regionale siciliana n. 359 del 10/08/2016, ma dai verbali risulta assente durante la relativa votazione.

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L’onorevole D’Agostino, raggiunto telefonicamente, ha affermato di non voler rilasciare alcuna dichiarazione sul punto, precisando che non vuole essere trascinato in una polemica patetica e priva di contenuti. Difatti – a suo parere – l’opposizione si dovrebbe occupare dei contenuti della riforma e non di fatti privi di rilievo. Insomma – per D’Agostino – la sua assenza nella seduta del 10/08/2016, che potrebbe essere dovuta anche a motivi di malattia, non ha alcun rilievo politico.

Il deputato acese ha infine ricordato di aver partecipato alla scrittura del provvedimento, di averlo votato nella sua interezza e soprattutto di essere stato l’artefice del grosso risultato politico ottenuto per la sua città: l’approvazione della norma.

 

Tra un anno riaprirà i battenti il resort Hilton Capomulini ma non c’è alcun interesse per le Terme di Acireale


Resta anche un certo interesse per le terme regionali di Acireale, ma secondo una fonte «oggi hanno successo soltanto le spa di qualità e per questo occorrerebbero una cinquantina di milioni». Il che in sostanza significa 99 anni di gestione gratis. Un matrimonio molto difficile tra il resort Hilton e le Terme regionali ormai spogliate di tutto.

da La Sicilia del 2/11/2016 (articolo di Tony Zermo)

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Catania. Il 31 dicembre del prossimo anno sarà pronto il resort Catania Hilton Capomulini. Almeno questo assicurano i dirigenti della «Item», al 100% dello sceicco Ahmed bin Al Hamed della famiglia reale di Abu Dhabi. I lavori sono diretti dalla «Inso» della società «Condotte» che ha associato quattro aziende catanesi (e altre tre debbano ancora entrare nel gruppo).

I lavori delle opere e delle forniture supera i 40 milioni. I primi dieci milioni saranno pagati dallo sceicco al 31 dicembre, cioè tra due mesi, a stato di avanzamento dei lavori. Non solo sono state abbattute le vecchie strutture, ma sono cominciati i primi lavori di ristrutturazione profonda. C’è un cartellone alto quindici metri per la presentazione.

 Nel resort che Hilton gestirà per venti anni, più venti, ci saranno 370 stanze, comprese quelle delle famose tredici palazzine di tre piani che all’inizio dell’impresa costituirono un ostacolo. Ci saranno delle suite, la più grande sarà di 750 metri quadrati, una delle cinque più grandi d’Europa. La sala conferenze maxi avrà 1600 posti, poi ce ne sarà un’altra da 600 posti divisibili in sei sale da 100. Inoltre dieci sale che vanno dai 10 ai 40 posti.

In sostanza sarà uno dei più vasti centri congressi del Mediterraneo ed è anche per questo che sarà inaugurato fin da gennaio 2018 senza dover aspettare la bella stagione.

Quattro ristoranti, almeno uno dei quali di cucina tipica siciliana. Gli arredi del complesso saranno curati dalla stilista catanese internazionalmente nota Marella Ferrera, mentre gli interni ed esterni saranno di KWG, marchio mondiale di design. I posti di lavoro saranno 400 e Hilton sceglierà i candidati nel corso del prossimo anno per formarli in tempo.

In sostanza sono stati superati gli inghippi che avevano bloccato i cantieri per un anno, questo perché la sentenza del Tribunale di Catania del 18 luglio è stata pienamente favorevole a Item e ha condannato il «general contractor» Volteo per condotta irregolare a proposito dell’utilizzazione di 7 milioni provenienti da Invitalia.

Come si ricorderà, lo sceicco, dopo avere acquisito per 48 milioni di euro la Perla Jonica di Capomulini aveva ottenuto dal ministero 24 milioni, anche in previsione dei lavori di ristrutturazione che ammonterebbero a circa 40 milioni. E quei 7 milioni erano una prima tranche del finanziamento ministeriale, milioni che pervenuti a «Item» erano stati subito girati a «Volteo».

Di fronte alla sentenza della magistratura catanese lo sceicco Ahmed ha avuto la prova provata che il comportamento dei suoi fiduciari siciliani era stato corretto e che invece ad essersi comportato illegittimamente era stata «Volteo». Per cui lo sceicco ha preso atto della realtà della situazione e ha ripreso a pagare le rate di muto legate all’acquisto. Per i 7 milioni spediti da Invitalia pazienza, si affiderà alla magistratura per il risarcimento danni.

Ora «Item», sempre difesa dall’avv. Lazzara, lo stesso che ha ottenuto la prima sentenza favorevole, farà causa all’ex «general contractor» chiedendo un risarcimento di 16 milioni, anche perché per questo inghippo c’è stato il ritardo di un anno nell’inizio dei lavori.

Dunque fra poco più di un anno il grande resort acquisito dallo sceicco sarà finalmente inaugurato dopo sei anni di mal di pancia. E porterà benefici non solo al turismo dell’area acese e catanese, ma anche positività per la vicina frazione marinara di Capomulini e per tutte quelle attività che comunque gravitano in quest’area e che potranno trarre grandi vantaggi dall’apertura di un complesso così concepito e con grandi prospettive di crescita.

Pare che la «Item» dello sceicco sia disposta a procedere ad un’altra acquisizione in Sicilia per poi cercare altre opportunità di investimento a Roma e Milano in un momento in cui i prezzi degli immobili sono bassi.

Resta anche un certo interesse per le terme regionali di Acireale, ma secondo una fonte «oggi hanno successo soltanto le spa di qualità e per questo occorrerebbero una cinquantina di milioni». Il che in sostanza significa 99 anni di gestione gratis. Un matrimonio molto difficile tra il resort Hilton e le Terme regionali ormai spogliate di tutto.

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Terme di Acireale, all’appello mancano ancora i bilanci al 2014 e al 2015 che la Regione non ha approvato


Un estratto della visura camerale (dal sito Infocamere) che evidenzia come non siano stati ancora depositati al sistema camerale i bilanci d’esercizio del 31-12-2014 e del 31-12-2015 poiché non sono stati ancora approvati dall’Assemblea dei Soci della società Terme di Acireale SpA (in liquidazione) dove socio unico è la Regione Siciliana attraverso il Dipartimento Bilancio dell’Assessorato all’Economia.

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Incarico di componenti del collegio sindacale delle Terme di Acireale SpA


Gli avvisi pubblicati sul sito delle Terme di Acireale SpA in liquidazione

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In affitto una palazzina delle Terme di Acireale


Gli avvisi pubblicati sul sito delle Terme di Acireale SpA in liquidazione

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Terme di Acireale, parla il PD


da Sicilia Journal

L’Assessore all’Economia Alessandro Baccei oggi ad Acireale per parlare di Terme


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L’articolo di Sicilia Journal

ACIREALE – Oggi alle 12, al Palazzo di Città di Acireale, l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, incontrerà l’Amministrazione comunale per illustrare i dettagli del provvedimento legislativo approvato dall’ARS il 29 settembre scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il 7 ottobre. In quel provvedimento, all’art.2, è descritto il nuovo iter legislativo e burocratico che porterà presto all’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali di Acireale e Sciacca. Almeno questi sono gli intendimenti del Governo regionale che, in testa Baccei, ha presentato prima dell’estate il disegno di legge “Disposizioni per favorire l’economia” che l’aula, dopo un intenso dibattito, ha esitato soltanto alla fine del mese scorso. In sostanza, la Regione Siciliana si farà carico di un mutuo di quasi 19 milioni di euro per riportare ad unità i complessi termali di Acireale e di Sciacca e riacquistare la proprietà dei beni immobili e i relativi diritti reali attualmente concessi alle due società, Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA poste in liquidazione dalla fine del 2010 e attualmente fortemente indebitate (specie quella di Acireale). In questo modo, con il diretto intervento dell’amministrazione regionale, l’Assessorato all’Economia, attualmente socio unico delle due società in liquidazione, potrà procedere alla concessione ai Comuni di Acireale e di Sciacca della coltivazione dei giacimenti e dei beni immobili e le due amministrazioni potranno, attraverso procedure ad evidenza pubblica, coinvolgere i privati nella gestione. La legge non dice altro e, dunque, spetterà all’assessore Baccei rispondere agli altri quesiti che la Città di Acireale vorrà rivolgergli in occasione dell’annunciata visita odierna. La materia, in realtà, è fin troppo tecnica e sfugge financo alla comprensione degli addetti ai lavori nonché degli stessi politici regionali e locali, alcuni dei quali hanno da tempo preferito starsene alla larga per evitare strafalcioni sull’argomento. Sulla vicenda delle Terme ad oggi si registrano il moderato ottimismo dell’amministrazione comunale di Acireale, del deputato regionale Nicola D’Agostino, di molte associazioni cittadine, e dell’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo che più volte si è espresso in favore di programmi di rilancio del turismo termale in Sicilia. Più cauto il Forum permanente delle Terme costituito nel 2011 in seno al Lions Club Acireale che, in questi anni, è stato il più attento osservatore dell’evolversi dell’intera vicenda. Nessuno vuole guastare la festa, specie adesso che si avvicinano importanti scadenze elettorali e i politici – tanto di maggioranza quanto di opposizione – sono molto cauti nell’esprimere giudizi che potrebbe agitare gli animi dell’opinione pubblica. Nessuno vuol guastare la festa soprattutto ora che, col concorso di molte associazioni cittadine e di numerosi volontari, e l’entusiastico apporto del liquidatore Gianfranco Todaro, è stato riaperto – con annessa parata di politici il giorno dell’inaugurazione – il bellissimo Parco delle Terme di Santa Venera, sebbene per qualche ora e solo durante i fine settimana. Tuttavia, sull’intera vicenda, che ormai si protrae da più di cinque anni fra alti e bassi e che ha interessato ben due governi regionali (Lombardo e Crocetta) con annesse schiere di assessori all’Economia, presidenti della commissione Bilancio all’ARS, liquidatori delle società di gestione e dirigenti della burocrazia regionale, continuano ad aleggiare molti interrogativi. Ad alcune domande non si potrà dare più risposta, forse ci penserà la storia. Ad altre però potrebbe rispondere oggi lo stesso Baccei. Innanzitutto, guardando all’attuazione di questo nuovo provvedimento di legge, viene da chiedersi, come sottolinea giustamente il Forum, quanto sarà la durata della concessione per la coltivazione del giacimento (se venticinquennale o di più, come aveva fatto intendere lo stesso assessore), se la concessione per l’uso dei beni immobili si estenderà pure ai beni strumentali necessari per svolgere l’attività aziendale ed, infine, come l’Assessorato metterà a disposizione delle amministrazioni comunali le schede per valutazione dei cespiti immobiliari che saranno affidati ai privati. Si tratta di interrogativi fondamentali per capire entro quali binari si muoverà l’amministrazione regionale dopo l’approvazione della nuova legge. Tuttavia, siccome è vigente pure la legge del 2010 (la n.11 del 12 maggio di quell’anno che ha sancito la doppia procedura della privatizzazione e della liquidazione), bisognerà capire come l’Assessorato intenderà gestire la liquidazione in atto. Se da un lato, infatti, il liquidatore ha deciso di riaprire il Parco di Santa Venera, dall’altro i beni facenti parte del patrimonio delle Terme (a cominciare dall’ex albergo Excelsior Palace) sono oggetto di continui atti vandalici, senza che alcuno si assuma responsabilità sugli effetti che si produrranno sul loro valore di mercato, una volta che dovranno entrare nel pacchetto dei cespiti da affidare ai privati. Inoltre, ma forse in questo caso l’interrogativo andrebbe rivolto alla dirigente regionale Grazia Terranova che all’Ufficio Speciale per le Liquidazioni collabora l’Assessore Baccei, si deve rispondere ad unaulteriore domanda. Come mai l’ultimo bilancio approvato della società Terme di Acireale SpA risulta quello al 31-12-2013 e non sono stati ancora approvati i consuntivi di fine 2014 e 2015? Infine, c’è l’ultima domanda, forse la più intelligente finora posta dalla gente comune, anche se apparentemente la più ovvia. Ma quando riapriranno le Terme di Acireale e quando saranno erogate le cure termali che tanto bene procuravano a schiere di curandi provenienti dal territorio, da ogni parte della Sicilia e ovviamente da altre regioni italiane?

Saro Faraci

La nuova legge regionale sulle Terme di Acireale e di Sciacca pubblicata in GURS il 7 ottobre


L’art.2 della legge regionale 29 settembre 2016 n.20 “Disposizioni per favorire l’economia” riguardante i complessi termali di Sciacca e di Acireale.

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Venti milioni per ricongiungere liquidazione e privatizzazione delle Terme, ma pure tanti dubbi sulla norma appena approvata


Le presenti note sono state redatte  a titolo personale da Rosario Faraci e non rappresentano la posizione ufficiale del “Forum permanente sulle Terme di Acireale” 

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All’indomani del provvedimento legislativo con cui l’Assemblea Regionale Siciliana ha autorizzato un mutuo di 19,800 migliaia di euro per i complessi termali di Sciacca e di Acireale, non è facile tornare a parlare di Terme. Non è facile, per mille motivi.

Non è facile, perché c’è il rischio che, entrando nei tecnicismi, l’argomento non venga compreso dai più e ci si annoi ancor prima di capirlo nelle linee generali e nel dettaglio poi.

Non è facile, perché è oggettivo il rischio di debordare facilmente nei paludosi terreni delle chiacchiere e delle polemiche dove la politica si trova da sempre a proprio agio.

Non è facile, a maggior ragione per chi come il sottoscritto negli ultimi dieci anni – tra attività professionale, pubblicistica e di impegno sociale – ha seguito due tesi di laurea sull’argomento (tre addirittura se si va più indietro nel tempo) egregiamente svolte dai candidati che hanno scelto di discutere delle Terme di Acireale; ha partecipato come uditore, organizzatore e relatore a diversi convegni locali e regionali; ha dato vita all’interno del Lions Club Acireale al Forum permanente (tuttora operativo e animato insieme al dott. Mario Scandura), esperienza che ha fatto da esempio per una analoga iniziativa promossa a Sciacca; ha dato forte impulso al tema durante l’ultimo anno nella qualità di Presidente del Lions Club (anno sociale 2015-16); ha interloquito a Palermo, in diversi momenti, con due Dirigenti dell’Assessorato Bilancio; ha provato ad interagire con tre dei quattro commissari che si sono succeduti nell’incarico di liquidatori della società di gestione Terme di Acireale SpA e prima ancora con il Presidente ed alcuni componenti del consiglio di amministrazione rimasto in carica dal 2006 al 2009; ha incontrato personalmente o interloquito telefonicamente con due Presidenti della Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale Siciliana; ha discusso, sia informalmente che invitato nelle sedi istituzionali, con diversi Sindaci, Presidenti di Consiglio Comunale, consiglieri comunali, parlamentari nazionali e deputati regionali; si è recato a Roma per discutere della vicenda di Acireale con i vertici di Federterme e prima ancora ha fatto conoscere la realtà del termalismo acese ad un Vice presidente nazionale di quella associazione; ha incontrato manager ed imprenditori privati che, in altre parti d’Italia e della Sicilia, stanno lavorando seriamente sul termalismo; ha scritto centinaia di articoli sul termalismo, qualche lavoro scientifico e ha sensibilizzato decine e decine di giornalisti ad affrontare, riprendere ed approfondire la questione Terme di Acireale e con essa quella di Sciacca; è stato a sua volta intervistato da giornali, emittenti radiofoniche e televisive, e testate web per esprimere la propria opinione, all’indomani o alla vigilia di fatti, provvedimenti o vicende che interessassero il termalismo in Sicilia.

Si dice che dopo aver speso almeno 10.000 ore ad affrontare ed approfondire un argomento si diventa competenti ed esperti in materia. Eppure, non è mai facile riprendere il tema, pur avendolo a cuore. E’ sempre incombente il rischio che, dopo siffatto impegno più che decennale, l’amore incondizionato e la passione autentica per una questione possano trasformarsi in ferrea ideologia oppure diventare una vera e propria ossessione che entrambe lasciano poco spazio alla tolleranza soprattutto verso l’ambiguità.

Ci proveremo ugualmente, confidando ancora una volta nella pazienza di chi ci legge o di chi ci ascolta.

L’ULTIMO FATTO DI CRONACA IN ORDINE DI TEMPO

E’ quello riportato da giornali, emittenti e testate on line nelle ultime ore. L’altro ieri sera, in sede di discussione del disegno di legge della II commissione dal titolo “Disposizioni per favorire l’economia. Disposizioni varie”, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato non l’intero disegno di legge (che verrà ripreso alla riapertura dei lavori, a settembre), ma ha votato l’art.2 quello titolato “Complessi termali di Sciacca e di Acireale” che autorizza il Ragioniere Generale della Regione a contrarre un mutuo della durata di 29 anni e di importo non superiore a 19,800 migliaia di euro per conseguire gli obiettivi previsti dal primo comma di quell’articolo.

Ovvero – così recita l’art.2 I comma – “al fine di portare progressivamente ad unità i complessi termali di Sciacca e Acireale, la Regione siciliana, per consentire la programmazione e l’attuazione di interventi speciali di sviluppo del turismo termale finalizzati alla promozione economica e alla coesione sociale e territoriale, è autorizzata all’acquisto di beni immobili e di diritti reali su beni immobili di proprietà delle società Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, entrambe in stato di liquidazione“.

Giornali e giornalisti giustamente si sono affrettati a riportare la notizia che, grazie allo stanziamento di quasi venti milioni di euro, le Terme di Acireale e di Sciacca sono state salvate, avviandosi rapidamente il percorso di affidamento della gestione ai privati. In parte è vero, in parte è no. Le reazioni alla notizia sono state positive, negative e neutrali. Positive da parte di chi, finalmente, vede uno spiraglio di luce in questa vicenda complicatissima che ormai si trascina da più di un decennio; non importa se ci siano di mezzo venti milioni di euro. Negative da parte di coloro che non ritengono giusto che la Regione contragga un altro debito, con annessi interessi da corrispondere alla banca, per ripagare debiti precedentemente contratti e solo in parte onorati. Nessuna reazione invece da parte di chi, talora con scetticismo talaltra con cinismo ma anche con indifferenza, si ritiene non più interessato a sentir parlare di Terme in Sicilia, considerando la partita ormai chiusa da tempo.

LA “RATIO” DELLA NORMA

La “ratio” della norma è stata spiegata sia dal Presidente della II Commissione Bilancio all’ARS on. Vincenzo Vinciullo sia dall’Assessore al Bilancio della giunta Crocetta dott. Alessandro Baccei. Con questa norma si prova a ricongiungere formalmente la proprietà e l’usufrutto dei beni immobili (e dei connessi diritti reali su tali beni immobili) facenti parte del patrimonio delle due società poste in liquidazione dal 2010, ovvero Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, le due società per azioni, operative dal 2006 e partecipate dalla Regione quale socio unico, che hanno sostituito nella gestione dei complessi termali le vecchie Aziende Autonome delle Terme, anch’esse poste in liquidazione. L’Assessore Baccei lo ha spiegato pure in Aula e le sue dichiarazioni sono pubbliche nel resoconto stenografico dell’Assemblea Regionale Siciliana (vedi link).

In questi anni – ha fatto capire l’Assessore – non si è mai riusciti a trovare una soluzione che sul piano formale fosse idonea a trasferire ai privati la gestione degli stabilimenti termali di Acireale e di Sciacca; con la situazione acese che si presenta decisamente più complessa di quella saccense. Ad Acireale, infatti, è successo che due immobili del patrimonio delle Terme (l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale, quest’ultimo però mai inaugurato) sono stati pignorati dalla banca creditrice, da Unicredit, perché la società di gestione non è stata nelle condizioni di pagare diverse rate scadute del mutuo originariamente contratto dalla Regione Siciliana quando gestiva direttamente l’azienda autonoma. La pendenza giudiziaria del pignoramento ha di fatto impedito che si potesse avviare la redazione del bando, perché nel “pacchetto” di beni non si poteva inserire un immobile da dare in concessione al privato, di cui però il privato non avrebbe mai potuto beneficiare, stante il pignoramento pendente.

In sostanza, si è voluto intervenire con un nuovo provvedimento legislativo per risolvere una serie di problemi in buona parte causati dallo stesso socio, in forza dell’applicazione di una pregressa legge. Da un lato, la Regione è socio unico delle due società in liquidazione, e dunque formalmente titolare dei beni immobili; dall’altro, però, avendo concesso l’usufrutto di questi beni immobili alle due società di gestione, ed essendo queste in stato di liquidazione, la sua titolarità è come se fosse non effettiva, intrecciandosi tra loro un complesso di norme di altro genere. Come ad esempio quella che prevede che la concessione per la coltivazione dei giacimenti termali non possa essere superiore a 25 anni (dieci dei quali sono andati praticamente a vuoto, avendo la Regione assegnato la concessione alle due società per azioni operative dal 2006, da quando furono esautorate le vecchie Aziende Autonome). Tra carte, pareri, lettere, risposte e controrisposte, la “pratica Terme” – perché di questo si tratta, è una pratica per gli uffici regionali – è andata avanti per lungo tempo, determinando un circolo vizioso dal quale non era più facile uscire.

Tutto nasce, infatti, da una norma “sbagliata”, cioè il primo comma dell’art.21 della legge regionale 12 maggio 2010 n.11, che così recita: “Entro 180 giorni dall’avvenuta cessione alla Regione delle quote azionarie detenute dalle aziende autonome Terme di Acireale e Terme di Sciacca rispettivamente nelle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A., la Ragioneria generale della Regione attiva le procedure necessarie a porre in liquidazione le due Società e, tramite lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica, affida a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali, nonché le attività accessorie e complementari“. E’ apparso chiaro fin dall’inizio che quella norma è stata a tutti gli effetti un “pasticcio” che ha creato non pochi problemi di applicazione. In primo luogo, la cessione alla Regione delle azioni in precedenza detenute dalle vecchie Aziende Autonome è avvenuta con grande ritardo e non è stata priva di complicazioni: ad esempio, i liquidatori delle vecchie aziende autonome, dimessisi uno dietro l’altro, non volevano cedere a titolo gratuito la titolarità delle azioni alla Regione, cioè all’Assessorato Bilancio, perché temevano di incorrere in sanzioni previste dalla Corte dei Conti. In secondo luogo, le società Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA sono state poste in liquidazione praticamente subito, ovvero tre anni dopo l’avvio delle loro attività nella nuova veste giuridica formale (e ciò formalmente perché per tre esercizi consecutivi, come era del resto prevedibile fin dall’inizio, erano andate in perdita economica); anche in questo caso, però, la liquidazione si è protratta per lungo tempo ed è tuttora in corso, senza che si sia mai addivenuti allo scioglimento delle due società che continuano a perdere euro, ad intaccare il patrimonio netto aziendale, a rimanere in vita giuridicamente, pur non esercitando più alcuna attività. In terzo luogo, lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica per la privatizzazione non è mai avvenuto, perché in un caso, per Sciacca, la gara è andata deserta, in un altro caso, per Acireale, il bando di gara non è stato mai redatto, proprio per una serie di cavilli giuridici riconducibili, in buona parte, alla difficoltà della Regione a ricongiungere formalmente la proprietà e l’usufrutto dei beni immobili facenti parte del patrimonio delle Terme. Della redazione dei bandi si è occupata (per Sciacca) e si sarebbe dovuta occupare (per Acireale) la società Sviluppo Italia Sicilia, partecipata dalla Regione Siciliana, ma anch’essa recentemente posta in liquidazione. E’ noto che Sviluppo Italia Sicilia si è sempre occupata di altro e che in questo difficile compito è non è stata all’altezza dell’incarico affidatole.

Fin qui la “ratio”, cioè la motivazione a base del provvedimento legislativo votato dall’ARS. Dirigenti e funzionari del Dipartimento Bilancio hanno studiato a lungo il problema, come ha dichiarato l’Assessore in aula, e si è pervenuti a questa soluzione che dovrebbe facilitare il processo di affidamento ai privati della gestione, stabilendo regole più chiare e certe sull’affidamento dei diritti reali sui beni immobili e sulla concessione di 25 anni per la coltivazione dei giacimenti termali. Fin qui la “ratio”. Ineccepibile sul piano formale. Più discutibile sul piano sostanziale e su quello politico, ma in questi casi si rischia di debordare in altri terreni che la politica è più adusa a praticare con estrema disinvoltura, e talora anche con un pizzico di improvvisazione.

IL COSTO SOCIALE DELLA NORMA

Il costo sociale connesso alla approvazione della norma è elevatissimo. La Regione, per mezzo del Ragioniere Generale, verrà autorizzata a compiere operazioni finanziarie (segnatamente, un mutuo bancario) per un importo non superiore a 19,800 migliaia di euro, quasi venti milioni. La durata dell’operazione è di 29 anni, come si legge nella relazione di accompagnamento all’intero disegno di legge: “Con l’articolo 2, nelle more dell’avvio di un processo di riordino del settore termale in Sicilia, si mira a salvaguardare il patrimonio termale di Acireale e di Sciacca durante il processo di liquidazione in corso, autorizzando la Regione all’acquisto dei beni immobili di proprietà delle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A. La copertura finanziaria è assicurata mediante l’autorizzazione alla stipula di un mutuo per l’importo massimo di 18.900 migliaia di euro, con un piano di ammortamento della durata di 29 anni. Il comma 5 prevede, infine, il decentramento nell’utilizzazione dei relativi complessi in capo agli enti locali, mediante sfruttamento diretto o tramite soggetti da selezionare con procedura di evidenza pubblica“. Una parte del piano di ammortamento è contenuta nei commi III e IV della norma, che prevedono anche le modalità di copertura dell’impegno di spesa regionale. Fin qui la deliberazione.

Allo stato attuale, la norma infatti è stata solo approvata in aula, ma l’intero disegno di legge non è stato ancora votato nella sua globalità e se ne riparlerà a settembre, alla ripresa dei lavori. Una volta approvata la norma, bisognerà valutare, poi, se esistono le condizioni perché il Commissario dello Stato la impugni oppure no. Non è la prima volta che ciò accade. Infine, all’atto della stipula del mutuo, essendo palesi le finalità di finanziamento per salvare una “partecipata” regionale, non è detto che non intervenga la Corte dei Conti che finora ha sempre ammonito i Dirigenti regionali a non concedere, né a titolo di finanziamento né a titolo di ricapitalizzazione, nemmeno un euro alle società partecipate in perdita. E, ovviamente, in questi anni, le società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, in liquidazione, sono state private di tutte le risorse finanziarie necessarie anche per l’ordinaria gestione, in forza di questo orientamento della magistratura contabile che ha condizionato fortemente l’azione del socio Regione, rimasto così per lungo tempo inerte e passivo, anche di fronte al “grido di dolore” espresso dai liquidatori, nominati però dal Presidente della Regione e quindi formalmente dallo stesso socio.

Dallo stato di  “nemmeno un euro” si passa adesso a quello di “quasi venti milioni di euro” di risorse pubbliche, formalmente utilizzabili per ricongiungere proprietà e usufrutto dei beni immobili, ma di fatto impiegabili per far convergere privatizzazione e liquidazione che fin dall’inizio erano due strade parallele che mai si sarebbero congiunte. Di fronte ad uno stanziamento così massiccio di risorse pubbliche, venti milioni di euro, è lecito manifestare al riguardo qualche perplessità, pur riconoscendo che l’Assessorato al Bilancio ha lavorato più intensamente negli ultimi mesi per definire la “pratica Terme”. Come saranno utilizzate queste risorse non è dato saperlo. L’importo è molto preciso: 19,800 migliaia di euro che evidentemente sono la risultante di alcuni calcoli finanziari  effettuati dagli uffici regionali. Quanta parte di queste risorse saranno destinate ad Acireale e quanta a Sciacca non si sa; quanta parte delle risorse saranno necessarie per pagare debiti pregressi e ristorare i creditori, scongiurando così ulteriori e perigliose ingiunzioni di pagamento, non è dato sapere; quanta parte delle risorse serviranno effettivamente soltanto per risolvere l'”impasse” con Unicredit per gli immobili pignorati ad Acireale non si sa. Nè l’Assessore Baccei, intervenendo in aula l’altro ieri sera, ha illustrato dettagliatamente il piano di utilizzazione delle risorse che saranno ottenute attraverso la stipula del mutuo.

NON E’ PIU’ TEMPO DI PERCHE’, DI SE E DI MA, PIUTTOSTO DI COME. 

Una buona dose di pragmatismo suggerisce a tutti – politici, dirigenti, amministratori locali, liquidatori, comunità di riferimento e persino “commentatori”- di passare subito all’azione, perché non è più tempo di discutere di perché, di se e di ma, soltanto di come. Come fare del termalismo non una palla al piede, ma un effettivo strumento di partecipazione al rilancio economico della Sicilia. In effetti, è stata questa sana voglia di pragmatismo che ha accelerato, negli ultimi tempi, la definizione della “pratica Terme” che prima passava di ufficio in ufficio, tra carte, ricorsi, lettere, richieste di chiarimenti e dinieghi vari. La situazione poteva seriamente impantanarsi, con il rischio di qualche responsabilità, sul piano giuridico e non solo formale, a carico di chi talune azioni avrebbe dovuto compierle prima e non le ha compiute ed anche per chi, invece, giornalmente era ed è sotto pressione per pagamenti di utilities, rinvio nel pagamento di debiti, riscossione di crediti, etc… La velocità impressa alla “pratica Terme” cancella in un sol colpo tutte le possibili discussioni, e relative digressioni, su analisi pregresse e possibili ragionamenti. Tuttavia, anche un sano pragmatismo non esclude un “pensiero dinamico” in corso d’opera. Pertanto, anche in questo caso è lecito manifestare qualche dubbio.

Il primo dubbio è quello in precedenza riportato e che assomiglia molto al “peccato originale”: come mai, se prima un solo euro non è stato concesso alle due società di gestione, adesso se ne chiedono alle casse pubbliche ben venti milioni per conseguire finalità che, nella sostanza non nella forma, sono di salvataggio delle due società di gestione in liquidazione?

Il secondo dubbio è riconducibile all’ultimo comma della norma in questione. In sede di applicazione della legge, si prevede di coinvolgere i comuni dei territori dove ricadono gli stabilimenti termali, ovvero le città di Sciacca e di Acireale, dando loro la possibilità di godere della concessione per lo sfruttamento dei giacimenti termali ovvero, in alternativa, consentire loro di subconcederlo ai privati. In pratica, è come se la norma stabilisse che al bando di gara per la privatizzazione provvederanno i due Comuni. L’Assessore, interpellato, si è affrettato subito a dire che non è così e che il bando rimane una prerogativa degli uffici regionali. Se tutto ciò è una gratificazione ai Comuni per renderli partecipi e protagonisti delle scelte in materie di termalismo, ci sembra tuttavia che questa gratificazione sia tardiva, a “regole del gioco” già stabilite, quando forse sarebbe stato più opportuno coinvolgere prima i Comuni. Ad Acireale, ad esempio, l’Assessore al Bilancio o il Dirigente del Dipartimento Bilancio non si sono mai recati di persona per un confronto aperto e sereno con le istituzioni locali e con le comunità di riferimento. Inoltre, ammesso che al bando possano provvedere i Comuni, con quali competenze, con quali risorse e con quali margini di negoziazione nella trattativa coi privati potrebbero svolgere questi compiti così delicati?

Il terzo dubbio è di natura politica. Al primo comma dell’art.2 appena approvato in aula si legge “(…) per consentire la programmazione e l’attuazione di interventi speciali di sviluppo del turismo termale finalizzati alla promozione economica ed alla coesione sociale e territoriale”. A quale programmazione si fa riferimento? L’Assessore ha dichiarato in aula che è allo studio un disegno di legge, già sottoposto alla valutazione di diversi assessorati, che intende stabilire misure di rilancio per il termalismo regionale, sia pubblico che privato. Finalmente, verrebbe il caso di affermare! Ma, ad onor del vero, va detto pure che non sarebbe stato più ragionevole prima discutere ed approvare quel disegno di legge e poi passare alla discussione ed approvazione delle misure finanziarie per il salvataggio delle Terme di Acireale e di Sciacca, dato che per queste ultime si prevede di impegnare venti milioni di euro? E poi non esiste già un disegno di legge di riordino del sistema termale siciliano, ovvero la proposta di legge presentata nella passata legislatura dai deputati Giovanni Barbagallo e Concetta Raia e da quest’ultima ripresentata ad inizio della legislatura vigente? Come mai, non è mai stata presa in considerazione, pur provenendo da parte politica vicina alla maggioranza governativa, e se ne avanza invece una nuova? Ed ancora, in tema di termalismo siciliano, non è già operativo un Distretto produttivo del benessere termale, approvato dal passato governo Lombardo, alla cui guida per lungo tempo è stata assegnata (non sappiamo se lo è ancora) la professoressa Margherita Ferro, già commissario liquidatore delle Terme di Acireale? Come si raccordano tra loro tutte queste iniziative, quelle incipienti, quelle promesse e quelle già operative? Perchè la Regione, nel termalismo direttamente coinvolta come proprietaria di due società di gestione ad Acireale e Sciacca, che intende affidare i suoi “gioielli” ai privati, non promuove un road show internazionale delle sue strutture termali, in modo che la partecipazione ai bandi di gara sia stimolata attraverso una “presa di conoscenza” da parte di eventuali investitori privati? O si vuole correre il rischio, ancora una volta, che emanato il bando, lo stesso vada deserto per mancato interesse dei privati? Sembra che, allo stato attuale, le diverse parti del sistema regionale fra non loro non comunichino. L’Assessorato al Turismo insiste nel volere rilanciare il termalismo come componente aggiuntiva e qualificata dell’offerta turistica regionale, così come avviene in altre parti d’Italia. Ovviamente avrà bisogno di risorse pubbliche per perseguire queste finalità. E queste risorse come si conciliano con quelle, più consistenti e pari a 20 milioni di euro, che l’Assessore al Bilancio ha appena chiesto all’Assemblea Regionale Siciliana per finanziare il salvataggio delle Terme di Acireale e di Sciacca, di proprietà della stessa Regione?

UN GIANO BIFRONTE?

C’è un ultimo grande dubbio, per la verità emerso anche in sede di alcune ruvide discussioni in seno alla II Commissione Bilancio all’ARS, quando le delegazioni di Acireale e di Sciacca, alla presenza dei liquidatori e degli amministratori locali, sono state messi a confronto con la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni, costituito ad hoc all’Assessorato al Bilancio. Se il Dipartimento Bilancio, che adesso sta chiedendo all’ARS ben venti milioni di euro per le finalità prima ricordate, è socio unico delle due società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, perché ha posto in essere negli ultimi tempi comportamenti che assomigliano più a quelli di un soggetto regolatore e meno a quelli di un soggetto proprietario? Perché, ad esempio, non ha approvato ancora l’ultimo bilancio di esercizio della società Terme di Acireale SpA, determinando così di fatto una situazione di paludosa incertezza anche sul piano giuridico e gravando di ulteriori responsabilità il liquidatore che, forse, avrebbe fatto bene a dimettersi subito alle prime avvisaglie di questo pericoloso braccio di ferro fra socio e amministratore? Perché il Dipartimento Bilancio, che ribadiamo è socio unico delle due società di gestione Terme di Acireale e Terme di Sciacca, non si è mai formalmente espresso, nei documenti societari, se assicurare alla liquidazione un regime di continuità aziendale (provvedendo, di conseguenza, allo stanziamento di risorse) o avviare la società senza indugio verso lo scioglimento, con la restituzione di tutto l’attivo residuo al socio unico? Perché ancora il socio unico, obbligando i liquidatori all’interruzione delle attività termali e all’erogazione delle prestazioni, ha di fatto interrotto anche quei pochi flussi reddituali che giustificavano quanto meno l’esistenza in vita di queste strutture, che ad onor del vero richiedono però consistenti interventi di ristrutturazione e ammodernamento per essere rilanciate? Perché, ancora, il Dipartimento Bilancio non ha organizzato a Palermo un tavolo dei creditori (come aveva promesso il Presidente Crocetta) per trovare modalità conciliative nel pagamento dei debiti, considerando che taluni creditori sono soggetti pubblici e che dunque si potevano trovare espedienti formali per addivenire anche ad una “soluzione politica” del problema dei debiti? Perché il Dipartimento Bilancio è rimasto praticamente inerte, senza intervenire in sede giudiziaria, quando al Tribunale di Catania era pendente alcuni mesi fa l’istanza di fallimento della società di gestione Terme di Acireale, poi scongiurata per il comportamento serio, onesto intellettualmente e responsabile dei giudici catanesi? Perché il Dipartimento Bilancio non ha chiesto a Sviluppo Italia Sicilia di aggiornare la valutazione dei cespiti, in modo da predisporre al meglio un dossier sullo stato degli immobili e delle attività delle società di gestione, e prepararsi in questo modo ad una interlocuzione più qualificata e meno aleatoria con i potenziali investitori privati? L’Assessore al Bilancio, di fronte alle obiezioni di alcuni deputati, ha promesso che sia la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni sia l’Ufficio Legale sono disponibili ad un confronto in seno alla Commissione Bilancio.

E’ nostro auspicio che questo confronto avvenga il più presto possibile anche per chiarire se ci sono margini residui per rivedere, in difetto o in eccesso, le somme previste per il mutuo e soprattutto stabilirne destinazione specifica e modalità di ripartizione (fra Acireale e Sciacca).

Quando dovessero palesarsi responsabilità, anche in presenza di un provvedimento normativo che nasce per salvare le Terme, è giusto che tali responsabilità vengano accertate fino in fondo. Non per colpevolizzare alcuno, ma per ristabilire i confini giuridici ed economici, formali e sostanziali, della questione. Ribadiamo, qui nella sostanza ci sono in ballo venti milioni di risorse pubbliche finalizzate al riacquisto di ciò che è sempre stato di proprietà della Regione (vedi il caso dell’ex albergo Excelsior Palace di Acireale).

Formalmente, sono risorse che servono a ricongiungere proprietà e usufrutto dei beni immobili e dei relativi diritti reali, in modo da velocizzare la privatizzazione. Ma nella sostanza sono venti milioni e dunque un’enormità di risorse e un costo molto alto imposto alla collettività per facilitare la transizione degli stabilimenti ai possibili investitori privati.

Presidente Crocetta, la differenza fra un sogno e un progetto è una data. A quando tutte queste cose?


Un brano dell’intervista rilasciata dal Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta al giornalista Tony Zermo, pubblicata su La Sicilia del 12 agosto 2016. E’ apprezzabile la grande tensione emotiva del Presidente verso le questioni del termalismo siciliano, ma fino ad ora sono mancati chiari progetti governativi e soprattutto non sono mai state fornite indicazioni temporali ben precise. Frattanto, però, l’ARS ha autorizzato la Regione alla stipula di un mutuo da 19,800 migliaia di euro per 29 anni per “l’acquisto di beni immobili e di diritti reali su beni immobili di proprietà delle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A., entrambe in stato di liquidazione”

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Venti milioni di euro per Acireale e Sciacca e ancora nessun progetto per il termalismo, così la Regione si indebita di nuovo con se stessa.


da Sicilia Journal

 

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CATANIA – Ci vuole una buona dose di onestà intellettuale, da parte del Governo regionale e dei deputati che l’hanno votato, per sostenere apertamente che il provvedimento legislativo approvato ieri sera dall’Assemblea Regionale Siciliana sia una misura d’emergenza per salvare il salvabile, nella complessa vicenda che porterà le Terme di Sciacca e di Acireale verso i privati. Affermare il contrario, ovvero che la norma è un modo per rilanciareil termalismo, sarebbe una grave offesa all’intelligenza dei Siciliani, almeno di quelli che seguono con interesse l’evoluzione del modo di gestire la “res publica” nella nostra terra. Che, nel caso delle Terme, stava diventando pure “res nullius” se è vero, come è vero, che negli ultimi tempi è successo tutto e il contrario di tutto nella gestione degli stabilimenti, chiusi al pubblico, ma senza aver mai individuato un responsabile ben preciso dei fatti accaduti (come la devastazione di molti immobili delle Terme di Acireale) o della prolungata inerzia amministrativa (dell’Ufficio Speciale per le liquidazioni, allestito ad hoc all’Assessorato Bilancio). Adesso arriveranno 19,800 migliaia di euro – come previsto dal comma II dell’art.2 del disegno di legge “Disposizioni per favorire l’economia” – e con queste somme, che la Regione otterrà stipulando un mutuo di 29 anni, si potranno pagare alcuni debiti pregressi ed evitare così ulteriori azioni di pignoramento, simile a quella che Unicredit ha esercitato sull’ex albergo Excelsior Palace e sul centro polifunzionale di Acireale. In pratica, la Regione ha contratto un debito per far fronte a debiti precedentemente contratti e solo in parte onorati. Intervenuto in un’aula semideserta, l’Assessore all’Economia Baccei ha provato ieri ad illustrare la “ratio” della norma ai pochi deputati che chiedevano spiegazioni – e tra questi in modo solerte Angela Foti e Nello Musumeci – (il testo dell’intervento è disponibile sul sito della Regione Siciliana http://www.ars.sicilia.it/DocumentiEsterni/ResSteno/16/16_2016_08_10_359_P.pdf). In pratica, con l’approvazione del disegno di legge, il Ragioniere Generale della Regione sarà autorizzato a stipulare un mutuo bancario di quasi venti milioni di euro che serviranno alla Regione per riacquistare la proprietà di beni (che sono già di sua proprietà) e per riportare così ad unità la proprietà e l’usufrutto sia di beni immobili che dei diritti reali sui beni immobili, in modo da presentarsi in maniera più appetibile ai potenziali investitori privati. Frattanto, pagati anche i debiti pregressi (o buona parte di essi) e ristorati i creditori, la Regione potrà dare in concessione ai Comuni di Sciacca e di Acireale per 25 anni la coltivazione dei giacimenti termali e, a loro volta, i Comuni potranno sfruttarla direttamente (cosa che appare assia improbabile) oppure darla in subconcessione ai privati. In quest’ultimo caso, peròi Comuni – finalmente tirati in ballo nella vicenda che li ha visti finora sempre ai margini delle scelte politiche operate a Palermo -dovranno pure occuparsi del bando di privatizzazione ad evidenza pubblica.

Finisce così al gioco dello scaricabarile la questione del bando. Ai tempi del governo Lombardo, su proposta dell’allora assessore Armao, al bando avrebbe dovuto provvedere un primario advisor internazionale. Poi quella proposta venne cassata e il Presidente Lombardo decise di affidare la redazione del bando “in house” a Sviluppo Italia Sicilia che, completate dopo lungo tempo le farraginose operazioni di valutazione dei complessi termali di Sciacca e di Acireale, scrisse il bando per Sciacca (poi andato deserto) e non riuscì a fare analoga cosa per Acireale, impantanandosi in un mare di questioni legali mai risolte. In sede di approvazione della legge di stabilità di regionale 2016, la facoltà di redigere il bando, nelle more dei provvedimenti regionali, è stata pure concessa ai liquidatori pro-tempore. Adesso, con l’approvazione del nuovo disegno di legge, del bando potrebbero benissimo farsi carico persino i Comuni, con quali competenze, con quali margini di negoziazioni, e con quali risorse non è dato sapere né immaginare.

Ciò che desta perplessità nell’approvazione di questa misura salvataggio delle Terme è l’assenza di un disegno organico sullo sviluppo del termalismo in Sicilia. Sembrerebbe una questione di “lana caprina”, ma non lo è. L’Assessore Baccei in aula si è affrettato a dire che è allo studio un articolato disegno di legge che coinvolge più Assessorati, e quello del Turismo in particolare, per rilanciare il termalismo in Sicilia. Ma quel disegno di legge avrebbe dovuto esser portato in aula prima dell’approvazione di questa norma di salvataggio delle Terme, quanto meno per consentire a tutti i deputati di avere una idea chiara sulla strategia governativa per il termalismo regionale. Invece, all’aula è stato portato un “conto salato” da saldare, pena il depauperamento per sempre del patrimonio termalistico siciliano: quasi venti milioni di euro di risorse pubbliche per rifinanziare i debiti pregressi e cancellare così, con un solo colpo di spugna, tutte le responsabilità che, fra inerzie, procrastinazioni, incertezze ed omissioni, il Dipartimento Bilancio ha avuto nell’ultimo decennio, cioè da quando le Terme di Sciacca e di Acireale nel 2006 sono diventate società per azioni partecipate dal socio Regione. Non va trascurato il fatto, non irrilevante, che dal 2010, cioè da quando è stato decretato per legge lo stato di liquidazione delle Terme, l’Assessorato al Bilancio non si è mai espresso se la liquidazione dovesse essere gestita nell’ottica della continuità aziendale o dello scioglimento delle società. Non bisogna dimenticare nemmeno che non soltanto un euro non è stato concesso per l’ordinaria gestione degli stabilimenti (che nel frattempo proprio la Regione aveva chiesto ai liquidatori di chiudere) ma pure che le Terme di Acireale, proprio per l’inerzia degli uffici regionali, sono state ad un passo dal fallimento. Fallimento che solo un onesto comportamento professionale dei giudici del Tribunale di Catania ha evitato lo scorso anno. E non bisogna nemmeno dimenticare che l’ultimo bilancio della società Terme di Acireale non è stato ancora approvato per via di alcuni “cavilli” che sono ben poca cosa rispetto ai 20 milioni che adesso si chiedono alle casse regionali. Il liquidatore che in quell’occasione avrebbe fatto bene a dimettersi, perché oggettivamente sfiduciato dal suo socio, invece è rimasto al suo posto e adesso si preoccupa soltanto di restituire pulito il Parco delle Terme alla città di Acireale. A non approvare il bilancio è stato lo stesso Assessorato al Bilancio che adesso ha presentato all’aula il disegno di legge in cui, all’art.2 primo comma, si dice testualmente “Al fine di portare progressivamente ad unità i complessi termali di Sciacca e Acireale, la Regione siciliana, per consentire la programmazione e l’attuazione di interventi speciali di sviluppo del turismo termale finalizzati alla promozione economica ed alla coesione sociale e territoriale, è autorizzata all’acquisto di beni immobili e di diritti reali su beni immobili di proprietà delle società Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, entrambe in stato di liquidazione”. Amen!

Saro Faraci

Sicilia, un vero disastro le partecipate. Terme di Acireale e Sciacca lo sono, pure in liquidazione


Articolo su La Sicilia del 16 luglio 2016

 

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Terme di Sciacca, passi in avanti dalla Regione


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articolo tratto da:  ScrivoLibero

Era presente anche il deputato saccense del M5S, Matteo Mangiacavallo, all’incontro svoltosi tra il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola e l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Baccei.

Nel corso della riunione è stata illustrata la procedura legislativa e amministrativa che potrebbe consentire alla Regione Siciliana di ricongiungere l’intero patrimonio termale, attraverso la rinuncia all’usufrutto residuo e l’acquisto dei beni di proprietà della Terme di Sciacca Spa, per darlo in concessione al Comune di Sciacca a cui spetterebbe il compito di procedere con l’affidamento della gestione. Il primo passaggio dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni con un emendamento governativo che sarà presentato in commissione bilancio all’ARS.

“Dovrebbe essere un emendamento di due righe – dichiara Mangiacavallo – col quale si autorizza la Regione Siciliana ad acquistare i beni di proprietà della Terme di Sciacca Spa. Contestualmente, come avevamo proposto anche noi del M5S, la società termale dovrebbe rinunciare all’usufrutto residuo dei beni di proprietà della Regione. Passaggio che, a nostro avviso, andrebbe fatto in fretta e subito, in modo da limitare il passivo della Spa in vista della liquidazione”.

“L’emendamento – continua Matteo Mangiacavallo – ha già l’apprezzamento del gruppo parlamentare all’ARS del M5S e dunque dei suoi 14 deputati. Speriamo che non diventi terreno di scontro all’interno del PD, con la deputazione catanese pronta a porre ostacoli, come già visto in altre occasioni. Nello stesso emendamento, infatti, si stabilisce la stessa sorte per le Terme di Acireale, anche se per quest’ultime il quadro economico è meno chiaro”.

“La soluzione prospettata coincide con quella che avevamo avanzato noi – conclude il deputato regionale del M5S – ma rimangono i dubbi sui tempi di realizzazione. Non dimentichiamoci che le Terme sono chiuse e in quasi quattro anni di governo Crocetta si sono mossi solamente annunci. Che l’immobilismo sia terminato? Ce lo auguriamo. Se la soluzione era cosi semplice perché pensarci solamente adesso? E’ giusto chiederselo mentre il governo ha battuto un colpo ed era ora”.

Terme di Acireale e di Sciacca, continua l’improvvisazione istituzionale della Regione Siciliana


Articolo tratto dal Corriere di Sciacca

TERME, FUMO ATTORNO AL DISEGNO DI LEGGE. RESTERANNO CHIUSE ANCORA PER ANNI
Il disegno dei legge prevede 38 articoli per la regolamentazione del bacino idrotermale. Solo il 39° articolo, due righe, dice che la Regione è autorizzata all’acquisto dei beni immobili. Per adesso, tutto qui

25/06/2016 08:45Come al solito, l’entusiasmo della politica induce ad amplificare novità che, nella sostanza, non esistono. E’ il caso dell’annunciato disegno di legge che dovrebbe tirare fuori dal pantano le terme di Sciacca e di Acireale. Il disegno di legge è costituito da 39 articoli, uno solo, proprio il 39esimo di due righe sotto forma di “norme transitorie” è dedicato alla “novità”: La regione siciliana è autorizzata all’acquisto dei beni immobili delle società Terme di Sciacca Spa e Terme di Acireale Spa, entrambe in stato di liquidazione al fine di costituire ad unità i relativi complessi termali di Sciacca e di Acireale. Per la finalità di cui sopra il Ragioniere Generale è autorizzato a contrarre un mutuo trentennale cui si farà fronte con le entrate derivanti dalle concessioni”.

I precedenti 38 articoli del disegno di legge disciplinano la tutela e la valorizzazione sanitaria, riqualificazione e salvaguardia territoriale del patrimonio idrotermale siciliano, dell’assetto ambientale e idrologico dei territori interessati, la ricerca, coltivazione e utilizzazione delle acque termali. Tutto qui. L’articolo 36 istituisce il “marchio terme di Sicilia” riservato ai titolari delle concessioni minerarie per le attività termali.

Dunque, il disegno di legge che deve essere presentato in aula e approvato, dedica due righe al vero nocciolo della questione: la Regione è autorizzata ad acquistare i beni delle società termali di Sciacca e di Acireale. Deve contrarre un mutuo le cui rate saranno pagate con i canoni di concessione che ancora devono essere stabiliti, come deve essere accantonata la cifra che serve per l’acquisto dei beni immobili delle due società termali. Poi deve avvenire tutto il resto.

Le soluzioni prospettate dall’assessore Baccei, cioè quelle di riacquisire i beni immobili della Sciacca Terme Spa e di revocare l’usufrutto in capo alla società termale, sono solo idee che dovrebbero essere concretizzate successivamente in un emendamento alla finanziaria, tanto è vero che l’articolo specifico, il 39, è sotto forma di norma transitoria. Banco di prova terribile, perché il provvedimento dovrebbe interessare ambedue le società termali, quella saccense e quella acese. E qui casca l’asino. O meglio l’elefante, visto l’ampiezza dell’ostacolo. Ci sarebbe una lobby politica catanese che tende a degradare ancor di più il complesso termale di Acireale che tra l’altro è interessato da istanza di fallimento. Una lobby che mira a acquisire la risorsa termale acese con occasioni da saldi di fine stagione. Sorge il serio sospetto che fino a quando le due realtà termali saranno collegate dalla medesima sorte di un provvedimento legislativo regionale, le terme di Sciacca avranno una zavorra difficile da togliere.

Concordiamo con la perplessità del sindaco Di Paola quando paventa tempi lunghi. Concordiamo con il deputato Matteo Mangiacavallo quando sottolinea come mai adesso è tutto semplice dal punto di vista burocratico amministrativo quando fino a qualche mese fa era tutto complesso e impossibile.

Il disegno di legge deve passare per l’approvazione all’Assemblea regionale. Non è scontato che esso sia approvato. Ci sono forti giochi che vanno contro lo spirito del disegno di legge. Freni che provengono dal versante catanese. Altra perplessità riguarda la tempistica. Ammesso che il disegno di legge venga approvato, la norma transitoria, l’articolo 39, quello che autorizza la Regione all’acquisto dei bei immobili, deve essere rimodulato nella legge finanziaria. Poi bisognerà mettere in atto tutti i provvedimenti consequenziali. Conoscendo la velocità burocratica della Regione, ne scorrerà acqua sotto i ponti. Con l’aggravante che sono stati vietati i mini bandi.

Dunque, anche se vengono completati i lavori di allaccio fognario delle strutture di via Agatocle, le terme rimarranno chiuse. Fatta questa premessa, altre tre considerazioni vanno elaborate.

Concessione al Comune delle strutture. Qui bisogna stare con gli occhi aperti. La Regione, senza soldi, tenta di sbarazzarsi delle Terme. Se l’idea della concessione al Comune per il periodo di elaborazione del bando e della sua pubblicazione sembra buona, c’è da stare attenti e con gli occhi aperti. La Regione tenterà di accollare al Comune, in un provvedimento di concessione, gli interventi di manutenzione. Cosa che il nostro Ente non può assolutamente accollarsi.

Preparazione del bando. Con l’eventuale concessione delle strutture, al Comune viene anche affidato il compito di elaborare e pubblicare il bando internazionale di evidenza pubblica. Siamo di fronte ad un bando complesso, di natura assai variegata, e che ricade nel campo del settore ricettivo-sanitario-turistico. Un bando complesso che va accompagnato anche da un piano industriale-finanziario di spessore assai complesso. Solitamente, si ricorre a società specializzate nel settore. E’ attrezzato il nostro Comune?

Revoca dell’usufrutto. Con l’usufrutto trentennale in capo alla Terme di Sciacca Spa, la società termale ha il peso economico delle manutenzioni, di pagare le tasse comunali (consistenti) e di far fronte a diversi incombenze costose. E’ interesse del liquidatore Caro Turriciano rimettere subito l’usufrutto nelle mani della Regione per evitare l’accrescere dei debiti per tasse, tributi, etc.

Noi siamo convinti, è lo è anche il sindaco Di Paola dalle parole espresse in una nota stampa, che i tempi saranno lunghi. Paradossalmente, il fantomatico disegno di legge trancia ancora di più un’apertura a breve delle terme saccensi. Infatti, la Regione ha detto no ai minibandi. Appare davvero incredibile, nel contempo, come ad un tratto, secondo la Regione, tutto sia diventato possibile. Era stata la dirigente Terrenova a dire, nelle varie riunioni palermitane, che la Regione non poteva assolutamente riacquisire i beni della Terme di Sciacca Spa.

Vai a capire ciò che realmente sta succedendo.

Sono passati cinque anni inutilmente. Assistiamo impotenti ai balletti della politica regionale


L’articolo apparso su La Sicilia del 23 giugno 2011.

Sono passati cinque anni. Assistiamo impotenti ai balletti della politica regionale (governi Lombardo e Crocetta) fra effetto annunci, nomine di commissari, denunce e recriminazioni a vicenda, tecniche di procrastinazione. Nel frattempo, il patrimonio termale di Acireale, ancora di proprietà pubblica, perde valore, appetibilità e credibilità e soprattutto non è più funzionale alle esigenze di chi, per cura o benessere, volesse usufruire di servizi termalistici unici nel loro genere, per natura delle acque.

effetto annunci

Cinque anni fa nasceva il Forum permanente sulle Terme di Acireale

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Era il 1 giugno del 2011, cinque anni fa. Nello studio del Dott. Mario Scandura prendeva il via l’esperienza del Forum permanente sulle Terme di Acireale, promosso dal Lions Club Acireale. In quell’anno sociale, ormai alla fine del mandato, Presidente era l’avvocato Salvatore Leonardi. Il Forum, maturato all’interno del Comitato per l’economia di Acireale, veniva affidato alla responsabilità del Prof. Rosario Faraci e del Dott. Mario Scandura che tuttora ne sono Coordinatori. Al Forum aderirono subito tante associazioni: oggi se ne contano 25. Diverse iniziative sono state promosse nel corso degli anni in cui alla Presidenza del Lions Club si sono succeduti la signora Citty Maugeri Grasso, il preside Rosario Musmeci, il giudice Pietro Currò, il dottor Silvio Cavallaro e quest’anno il Prof. Rosario Faraci. In particolare, in questi ultimi mesi, l’impegno del Lions si è intensificato (anche per via di un convegno distrettuale) e ha avuto risonanza fino a Palermo dove sono stati compulsati il Presidente della Commissione Bilancio, diversi parlamentari, il Presidente Crocetta e il suo Assessore all’Economia Baccei. A distanza di cinque anni, le Terme versano ancora in condizioni critiche e sono chiuse. Si sono succeduti quattro liquidatori con alterne fortune (Margherita Ferro e Michele Battaglia, Luigi Bosco e Gianfranco Todaro), ma dalla Regione ancora nessun segnale chiaro di una inversione di tendenza. Cinque anni di Forum, e sessanta mesi di disimpegno e noncuranza da parte della Regione!

La puntata integrale di Città Città dedicata alle Terme di Acireale. Continui appelli a Baccei per risolvere le criticità

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Perchè l’assessore Baccei ha paura di venire ad Acireale?

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Intensa puntata della trasmissione Città Città ieri sera ad Etna Espresso Channel. Ospiti in studio il Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, il deputato regionale Angela Foti, il liquidatore delle Terme di Acireale SpA Gianfranco Todaro e il presidente del Lions e coordinatore del Forum per le Terme Rosario Faraci. Unanime l’interrogativo degli ospiti: ma perchè l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei, luogotenente del sottosegretario Davide Faraone in Sicilia, non viene ad Acireale per costatare di presenza la situazione delle Terme e discutere con le forze politiche e sociali della città sulle modalità di soluzione dei problemi propedeutici alla redazione del bando di privatizzazione. Perchè Baccei ha paura di venire ad Acireale?

Città Città, un’altra puntata di Etna Espresso Channel dedicata al flop delle Terme

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Questa sera Etna Espresso Channel dedicherà la puntata di Città Città al “flop” delle Terme di Acireale. A distanza di pochi mesi da analoga trasmissione sulla stessa emittente, in qualità di responsabili del Forum promosso dal Lions Club Acireale siamo stati ancora una volta invitati. Il quadro che si presenta è sempre desolante ed occorre pensare ad “azioni forti”, e non più pannicelli caldi, per venir fuori da una situazione che definire grottesca e imbarazzante è dir poco. Si sono vanificati in parte i grandi sforzi compiuti dalla mobilitazione della società civile e di una parte della classe politica ad inizio anno. Adesso tutto è fermo, nonostante i proclami. Tra la fine di gennaio ed inizi di marzo infatti la vicenda Terme era stata prepotentemente riportata nell’agenda politica del Governo regionale. Attraverso il Forum e dopo un interessante convegno regionale tenutosi alla Zelantea, il Lions aveva chiesto e ottenuto al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS una audizione di tutti i principali attori della vicenda Terme. Quella audizione, promossa dall’on.Vincenzo Vinciullo presidente della Commissione, si tenne; fu un po’ agitata, per via di alcune divergenze fra il liquidatore delle Terme di Acireale Gianfranco Todaro e la dirigente regionale dell’Ufficio Speciale per le liquidazioni Grazia Terranova; si concluse con la promessa, poi mantenuta, del deputato regionale Angela Foti di inserire un emendamento nella legge di stabilità regionale, di imminente approvazione all’ARS, che consentisse anche ai liquidatori delle società di gestione delle Terme di Acireale e di Sciacca di predisporre il bando per la privatizzazione degli stabilimenti (affidamento della gestione ai privati). L’emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio, venne pure approvato dall’Assemblea, nonostante il tentativo del Governo regionale (in testa il Presidente Rosario Crocetta e l’Assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei) di ritirarlo e quello di alcuni deputati regionali (tra cui Luca Sammartino) di modificarlo ulteriormente. In quella sede, il Presidente Crocetta si impegnò a convocare quanto prima a Palermo una riunione per dirimere tutte le questioni controversi pendenti che sono propedeutiche alla redazione del bando stesso. Ovviamente, quella riunione non si è più tenuta. Ci sono state soltanto interlocuzioni con l’Assessore Baccei che all’on. Foti ha sempre suggerito di “mobilitare” in questa battaglia anche gli altri deputati PD del territorio e al liquidatore Todaro ha sempre prospettato il “nodo tecnico” della estensione della durata dell’usfrutto per consentire agli eventuali investitori privati un tempo più lungo di affidamento della gestione. Gli altri temi importanti sul tappeto non sono mai stati seriamente affrontati: in primis, le cosiddette “pregiudiziali tecniche” (terreni e stabilimento dell’ex Acqua Pozzillo, debito nei confronti di Unicredit con conseguente pignoramento di due strutture immobiliari di via delle Terme) che rendono difficilissima la redazione del bando. Nel frattempo, l’inerzia della Regione sta producendo un depauperamento del patrimonio. Dal Dicastero dell’Economia dicono di non avere un euro per le Terme, perchè sarebbero soldi sprecati. Dall’altro lato, però, l’immobilismo sta determinando un grosso nocumento al patrimonio immobiliare e mobiliare delle Terme di Acireale, recentemente oggetto di atti di vandalismo. Il liquidatore Todaro è pronto, dopo i lavori di manutenzione straordinaria, per riaprire il Parco di Santa Venera, ma rimangono i nodi dei costi connessi alla manutenzione e alla gestione ordinarie. Sul piano della “governance”, c’è la questione bilancio. L’approvazione è stata sofferta. Inizialmente, in modo tattico, la Regione non si presentò alle riunioni assembleari regolarmente convocate per l’approvazione del documento. Quando lo fece, lo bocciò. Nello stesso giorno in cui il Tribunale di Catania rigettava l’istanza di fallimento della società Terme di Acireale SpA, dando così fiducia all’azione degli amministratori. Un atto gravissimo, mascherato da mere e banali questioni tecniche, che evidenziava la frattura tuttora esistente tra classe politica e burocrazia e, all’interno della classe politica, tra il Presidente Crocetta e una parte della coalizione che lo sostiene al Governo. In questa “bagarre” della politica regionale, la Città di Acireale ha fatto fino in fondo la propria parte di difensore civico di un bene che ricade nel proprio territorio, che caratterizza l’immagine e l’identità dello stesso, ma che è di proprietà della Regione. Si è mosso più volte il Sindaco; si è mosso compatto l’intero Consiglio Comunale; si è mosso il Forum; si è mossa pure una parte della società civile che ha avanzato qualche proposta all’interno del bilancio partecipato. Ma la mobilitazione cittadina non basta, se a Palermo non si prenderà qualche decisione importante e risolutoria.

Aperte perdevano soldi, chiuse depauperano il patrimonio. Terme: la Regione è nel pallone!

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L’on.Foti interviene in aula all’ARS sulle Terme di Acireale


L’on.Foti si rivolge al Consiglio Comunale che torna ad occuparsi delle Terme


da Catania Blog Sicilia e dal quotidiano La Sicilia

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“Le Terme siciliane sono state completamente abbandonate dalla Regione. Da ben 6 anni tutto è fermo in attesa che l’amministrazione regionale rediga il bando di affidamento ma ad oggi nulla è stato fatto, accampando i più disparati, e spesso astrusi, impedimenti giuridici”.

Lo denuncia il M5S citando un emendamento a firma della deputata Angela Foti, approvato dall’ARS durante l’ultima sessione di bilancio, che mira a superare l’impasse creatasi intorno alla redazione del bando di affidamento ai privati del complesso idrotermale e cremotermale delle Società delle Terme di Acireale e di Sciacca, dando la possibilità direttamente ai commissari liquidatori delle Terme di redigere il bando.

Da allora, un nuovo blocco. “All’indomani dell’approvazione dell’emendamento targato M5S si era concordato con il presidente Crocetta la definizione di un percorso, attraverso una serie di incontri con gli attori istituzionali e non istituzionali coinvolti, per giungere finalmente alla redazione del bando alla luce di quanto disposto dal nuovo dettato normativo. Ma dopo questa iniziale parvenza di disponibilità, ad oggi devo tristemente constatare che ogni attività si è fermata, nessuna azione al momento è stata posta in essere e tutti gli incontri che erano stati programmati sono stati cancellati”.

E’ questo il contenuto della lettera che oggi la parlamentare Cinquestelle Angela Foti invia al consiglio comunale di Acireale, che continua con un invito: “È di vitale importanza non perdere ulteriore tempo poiché già molto tempo è stato perso ottenendo i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, in particolar modo ad Acireale, con le strutture vandalizzate e rese praticamente inagibili. Vi è il bisogno dell’aiuto di tutta la città, sia degli attori istituzionali locali che dei cittadini per fare pressione sul governo perché finalmente si giunga al rilancio delle Terme di Acireale. Vi chiedo pertanto di non abbassare la guardia e porre la questione tra i primi posti dell’agenda delle vostre attività”.

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L’inerzia della Regione Siciliana sta distruggendo le Terme di Acireale

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Gli articoli apparsi su La Sicilia nei giorni 7, 8 e 9 aprile. Foto e contenuti degli articoli si commentano da soli.

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La Sicilia, 7 aprile 2016

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La Sicilia, 8 aprile 2016

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La Sicilia, 9 aprile 2016

Rito Greco propone, il Consiglio vota unanime. Le Terme di Acireale vanno tutelate

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su La Sicilia del 17 marzo 2016

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Terme, approvato all’unanimità un documento del Consiglio Comunale di Acireale

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Il documento approvato ieri in Consiglio Comunale ad Acireale

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Salta la riunione a Palermo oggi, ma Baccei vuole prima una soluzione politica al problema Terme

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E’  saltata la prevista riunione di oggi a Palermo in cui attorno ad un tavolo tecnico si sarebbero dovuti ritrovare, col Presidente Crocetta, i principali attori coinvolti nella complicata vicenda delle Terme di Acireale. Il Presidente, che ha preso un preciso impegno ad occuparsi in prima persona delle Terme, è da altre parti per motivi istituzionali. Un semplice rinvio di qualche giorno, non però un evitamento. Ci sarà così un po’ di più tempo per valutare le diverse alternative, sempre però che vi sia la volontà di vedere al più presto riaperte le Terme di Acireale, a beneficio di visitatori, turisti e quanti, anche fra i residenti, non hanno mai perso la speranza di tornare a beneficiare di cure salutistiche di primissimo piano. Pare che anche il super-tecnico assessore Baccei e la sua dirigente di settore Grazia Terranova siano adesso del medesimo avviso, cioè trovare una soluzione politica, largamente condivisa, per far ripartire le Terme. In ballo, infatti, ci sono i soldi del bilancio regionale, quelli che potrebbero perdersi ulteriormente se non si farà nulla, quelli che potrebbero spendersi (pochini in verità) per sbloccare alcuni passaggi importanti, come la redazione del bando. La faccenda rimane ancora complicata, perchè la matassa di crediti, debiti e vincoli giuridici non è facile da sbrogliare e qualunque alternativa proposta dovrà trovare consenzienti i creditori, in primis Unicredit. Però è già un passo avanti che un tavolo con tutti i creditori, con la regia dell’Assessorato, si potrà tenere nei prossimi giorni senza l’affanno di un rischio fallimento per la società di gestione. Del resto, se questo compito di raccordo non lo esercitasse la politica regionale che ha le prerogative per farlo, un tentativo del genere di convocare tutti i creditori lo esperirebbe di sicuro un organo giudiziario, ad esempio un curatore fallimentare, qualora le difficili carte delle Terme tornassero nuovamente in Tribunale. Per questo motivo, fermo restando che dovrà essere un buon bando la discriminante per attrarre o allontanare possibili investitori privati, l’assessore Baccei vorrebbe trovare una soluzione politica al problema delle Terme, allargando la base di discussione e coinvolgendo anche quei deputati che, per un motivo o per un altro, si sono defilati dalla vicenda negli ultimi mesi. Non sono questi i deputati dell’opposizione che, nei loro compiti istituzionali, si sono finora ben distinti, dimostrando di avere a cuore le sorti delle Terme di Acireale, in primis l’on.Angela Foti e poi pure il presidente della Commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo. Questa volta ad esprimersi dovranno essere i deputati della maggioranza che sostiene il governo dell’on.Crocetta che è il momento che si facciano sentire con proposte chiare, mettendo da parte tatticismi e ritrovando unità di fronte all’obiettivo di vedere riavviate le Terme di Acireale quanto prima.

Terme di Acireale: a Palermo domani tavolo tecnico per trovare una via d’uscita, ma potrebbe anche saltare

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su Sicilia Journal

Mentre pubblichiamo questo articolo apprendiamo che l’incontro potrebbe anche saltare per impegni a Roma del Presidente Crocetta.

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PALERMO − Il Presidente Rosario Crocetta ha fissato per domani 16 marzo la data per il tavolo tecnico che a Palermo vedrà riuniti l’assessore Alessandro Baccei e i dirigenti del Dipartimento Bilancio, il liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro, il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo e una rappresentanza dei principali creditori istituzionali, in primis la banca Unicredit.

Il Presidente Crocetta ha così mantenuto l’impegno assunto in sede di votazione sulla legge regionale di stabilità quando venne approvato l’emendamento all’art. 53 presentato dal deputato del M5S Angela Foti, che estende adesso ai liquidatori il potere di redigere il bando di privatizzazione. In quella sede, lo stesso Crocetta e l’assessore all’Economia Baccei avevano presentato un ulteriore emendamento, poi prontamente ritirato, il quale prevedeva che la Regione potesse far cassa anche con la vendita ai privati di cespiti del patrimonio delle Terme. Di fronte all’intransigenza dei deputati del M5S, Foti e l’on. Mangiacavallo, il Presidente Crocetta si è visto costretto a rinnovare la promessa di un impegno in favore delle Terme, già più volte fatta sia in campagna elettorale che durante il suo mandato. Queste le premesse e dunque ci sarà domani l’incontro fra tutte le parti per tentare di trovare una via d’uscita al problema.

Gli esiti del tavolo sono incerti fin d’ora e tutto dipende dal fatto se i vari convenuti sapranno ritrovarsi intorno al nocciolo della questione oppure continueranno a fare braccio di ferro fra interessi contrapposti.

Il “nocciolo della questione” è la riapertura degli stabilimenti di Santa Venera e di Santa Caterina, da tempo inattivi e pericolosamente avviati sulla strada del degrado se non verranno quanto prima riaperti. Se tutti crederanno che ciò sia possibile, per mano dei privati come prevede la legge, si potrà trovare sicuramente una soluzione che tenga conto anche di alcune criticità tuttavia non del tutto insormontabili. E’ solo questione di volontà.

Se, invece, si contrapporranno gli interessi di una o dell’altra parte, è serio il rischio che tutta la faccenda torni in alto mare, vanificando così la portata dell’emendamento fatto approvare dall’on. Foti prima in commissione Bilancio e poi in aula. E’ chiaro infatti che l’Assessorato all’Economia vuole sbarazzarsi quanto prima del problema del debito con l’Unicredit per continuare il cammino intrapreso su altri versanti al fine di mettere a posto i conti del bilancio regionale. Al Dipartimento Bilancio le Terme sono considerate alla stregua di altre partecipate regionali che succhiano solo risorse finanziarie e dunque disfarsene al più presto potrebbe liberare nuove risorse utili per la quadra dei conti. In queste ore, il dirigente dell’Assessorato all’Economia la dottoressa Grazia Terranova sta mettendo a punto con i suoi collaboratori una nuova proposta che avanzerà con ogni probabilità mercoledì al tavolo tecnico. Al di là della fattibilità di questa proposta, che ricalca quanto prevede la legge Marzano in merito ai piani di ristrutturazione delle imprese in crisi, rimane da vedere se la Terranova e l’assessore Baccei credano o meno alla riapertura delle Terme e alla possibilità che il liquidatore riesca a metter mano alla redazione di un bando di privatizzazione. I due per la verità sono un po’ scettici sull’appetibilità di un bando per i privati e non hanno fatto finora nulla per facilitare il percorso; ma non è detto che non cambino idea, specie se si renderanno conto che non ci rimetteranno un solo euro più di quanti ne abbiano perduti fino ad ora, tenendo le Terme chiuse e inattive.

Dall’altro lato del tavolo, ci sono altri attori che ancora non rinunciano alla speranza di vedere nuovamente operativi gli stabilimenti termali di Acireale.

In primis, c’è il liquidatore Gianfranco Todaro, al quale adesso spetterebbero i poteri di redazione di un bando di privatizzazione che, risolto il nodo del debito con Unicredit, dovrà risultare attrattivo per eventuali investitori privati, anche in relazione alla durata più lunga del diritto di usufrutto o della concessione. Ma prima Todaro dovrà attendere l’approvazione del bilancio che, nell’ultima assemblea dei soci, Terranova gli ha bocciato sulla base della relazione del Collegio dei revisori.

A quel tavolo siederà pure Roberto Barbagallo nella doppia veste di creditore delle Terme (quale rappresentante legale del comune di Acireale) e di sindaco della città dove insistono gli stabilimenti termali di S. Venera e S. Caterina. Non sarà certamente il comune di Acireale, verso cui le Terme hanno un grosso debito, ad infliggere un duro colpo alla società di gestione reclamando subito le sue spettanze; sono allo studio diverse ipotesi di rientro del debito o di sua compensazione con una parte del patrimonio che non è funzionale all’attività termale. Sul piano tecnico, le strade ci sono per venire incontro alle Terme di Acireale SpA.

E’ sul piano politico, invece, che il Sindaco dovrà reclamare dalla Regione maggiore rispetto che, fino ad ora, non c’è stato soprattutto da parte degli uffici dell’Assessorato all’Economia. Barbagallo arriverà a Palermo con un documento fresco di approvazione da parte del Consiglio Comunale, un documento unitario che è già stato votato all’unanimità dai capigruppo consiliari e che sarà presentato nella seduta del civico consesso programmata per questa sera 15 marzo. Ma il primo cittadino di Acireale dovrà provare ad andare oltre. A lui spetterà il compito, se ci riuscirà, di far ritrovare armonia e concordia al tavolo evitando che, ancora una volta, la riunione si trasformi in un duro braccio di ferro fra l’assessorato all’Economia e il liquidatore. Ci sono quasi sicuramente problemi di incompatibilità a pelle fra le due controparti, ma è un controsenso che, da un lato, il Presidente Crocetta nomini una professionista di sua fiducia quale liquidatore delle Terme e, dall’altro lato, che l’assessore Baccei e la dirigente Terranova lo sfiducino in continuazione sulla base di tecnicismi che neutralizzano la volontà politica di rilanciare il termalismo.

Si troverà domani a Palermo una larga intesa in grado di creare le premesse per una imminente riapertura delle Terme, facilitata dall’arrivo di seri investitori privati interessati a far ripartire gli stabilimenti di Acireale?

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Mario Scandura per il Forum: “I punti salienti per un tavolo tecnico decisivo a Palermo il prossimo 16 marzo”

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Una nota del dott. Mario Scandura, co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale

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La Commissione bilancio della Regione Siciliana ha convocato il 3 febbraio scorso l’assessore al bilancio e all’economia, il sindaco di Acireale, il liquidatore della società Terme di Acireale SpA in liquidazione e il Presidente del Lions Club di Acireale e co-coordinatore del Forum permanente delle Terme di Acireale per conoscere la situazione attuale della vicenda delle Terme di Acireale e per trovare idonee soluzioni. In quella sede le varie precise e puntuali richieste formulate dal co-coordinatore del Forum non hanno avuto alcuna risposta.

L’audizione, comunque, è stata utile perché si riusciti a sensibilizzare Presidente e componenti della Commissione dando un contributo per scongiurare il fallimento della società Terme di Acireale SPA in liquidazione. Altro obiettivo raggiunto, grazie al puntuale e tempestivo intervento dell’on. Foti presente in aula, è stato l’immediata presentazione di un emendamento alla legge n. 11 del 2010 subito approvato in commissione e successivamente in aula, col quale è stato esteso al liquidatore della società Terme di Acireale SpA il potere di redigere il bando per la privatizzazione.

La vicenda delle Terme di Acireale, con varie iniziative, è stata posta all’attenzione del mondo politico e finalmente la sua soluzione è stata presa in considerazione da Presidente della Regione che ha convocato, per il prossimo 16 marzo, una conferenza dei servizi per discutere sul futuro delle terme di Acireale e, ci auguriamo, sul rilancio della sua gestione.

Si tratta di un tavolo tecnico al quale dovranno partecipare tutti gli interlocutori principali a cominciare dal socio unico rappresentato dal suo massimo esponente il Presidente della Regione Siciliana, il liquidatore della società, il sindaco di Acireale e i principali creditori istituzionali. I partecipanti quindi debbono conoscere i problemi e debbono intervenire preparati per contribuire a chiarire e definire quanto meno i seguenti punti salienti:

  • Ribadire l’indisponibilità del patrimonio immobiliare regionale delle Terme di Acireale che deve restare di proprietà della Regione Siciliana.
  • Aumentare la durata del diritto di usufrutto e/o di un diritto equipollente per con sentire al gestore privato l’utilizzo del patrimonio immobiliare della Terme di Acireale per un periodo più lungo, ameno pari a 50 anni.
  • Prevedere l’inserimento nell’Avviso pubblico di manifestazione di interesse del pagamento, a carico dell’aggiudicatario, del debito verso l’Istituto di credito UNICREDIT SpA, salvo che si trovi prima una diversa soluzione che comunque non intacchi la consistenza immobiliare della società Terme di Acireale.
  • Consentire la compensazione dei debiti verso la Regione Siciliana con i crediti verso lo stesso Ente.
  • Escludere dal Bando gli immobili siti nel comune di Acireale frazione Pozzillo, non funzionali all’attività termale, per poter concordare col comune di Acireale l’estinzione del debito nei suoi confronto col la cessione degli stessi immobili.
  • Consentire la restituzione dei crediti tributari all’Ente che li ha ceduti.

La semplificazione in una sede così autorevole della situazione debitoria e creditoria e le indicazioni e le determinazioni puntuali del socio unico Regione Siciliana sarebbero il miglior mandato al liquidatore della società Terme di Acireale SpA in liquidazione per redigere l’Avviso pubblico di manifestazione di interesse per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione del complesso cremotermale e idrominerale di Acireale. Inoltre verrebbero rassicurati gli imprenditori interessati in quanto, dopo molto tempo, avrebbero un ben definito interlocutore con la richiesta autorevolezza.

Mario Scandura, Co-coordinatore Forum permanente per le Terme di Acireale

Per le Terme di Acireale tavolo tecnico mercoledì a Palermo

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su La Sicilia del 13/3/2016

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Terme, lo strano silenzio dei parlamentari acesi ma nessuno si sorprende

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sul settimanale I Vespri, in edicola da sabato 5 marzo

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Ha lanciato un grido d’allarme il Forum permanente per le Terme nei giorni scorsi, ma nessuno lo ha raccolto. Sulla vicenda riguardante le Terme – sostengono quelli del Forum – i parlamentari acesi hanno tirato i remi in barca, proprio mentre l’imbarcazione stava per affondare. Forse per tatticismi interni agli schieramenti, convenienze pre-elettorali e scaramucce fra primedonne. Unica voce fuori dal coro quella di Angela Foti, deputata del M5S che, a dire il vero, ha preso a cuore le sorti delle Terme e nel difendere gli interessi di Acireale ha fatto un favore pure a Sciacca: adesso, per legge, il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti potranno farlo i liquidatori e dunque, almeno sulla carta, il processo di privatizzazione risulterà più spedito. Sulla carta, però. Perché nella realtà, la politica regionale non ha più interesse ad impegnarsi sulle Terme. A parole, tutti sembrano d’accordo che siano una risorsa importante per lo sviluppo economico e turistico della Sicilia. E così non si contano più le dichiarazioni di speranza e di ottimismo. Il Presidente Crocetta ha convocato nei prossimi giorni a Palermo una conferenza di servizi per un tavolo tecnico con il socio unico Regione Siciliana, il liquidatore delle Terme di Acireale Gianfranco Todaro e i principali creditori della società, tra cui in primis il Comune di Acireale rappresentato dal sindaco Roberto Barbagallo. Qualche deputato ha parlato di “pannicelli caldi” perché, a suo avviso, la situazione sembra irrimediabilmente compromessa. Ma Crocetta è ottimista, salvo poi contraddire le proprie dichiarazioni quando nei fatti è interessato a smantellare quella parte del sistema delle partecipate regionali che è in perdita, e fra queste ci sono le Terme. Altro inguaribile ottimista è l’assessore al Turismo Anthony Barbagallo che avrebbe pensato ad un piano di promozione pubblica per farvi rientrare azioni di rilancio per le Terme (ancora pubbliche) di Sciacca e di Acireale, non solo per quelle private. Barbagallo, interessato ad acquisire visibilità ad Acireale, si propone da tempo come il risolutore dell’impasse Terme, ma la verità è un’altra: il suo collega all’Economia, l’assessore Alessandro Baccei non è più disposto a scucire un euro per sostenere la liquidazione e, viceversa, trova ogni occasione per fare cassa sul patrimonio delle partecipate. L’ultima mossa geniale di Baccei di monetizzare parte dei beni indisponibili delle Terme è stata stoppata dai grillini in aula, in sede di approvazione della legge di stabilità. Così l’emendamento all’art.53, presentato dal governo regionale, è stato ritirato e si è trovato l’escamotage di una imminente conferenza di servizi a Palermo per calmare la rabbia degli acesi. Della società civile e poi del sindaco Roberto Barbagallo. I parlamentari della città invece sono da tempo silenti sulla vicenda. Forse per tutti loro sarebbe stato meglio che le Terme andassero verso il fallimento i primi di febbraio, almeno si sarebbero scrollati di dosso la responsabilità politica, delegando ogni possibile iniziativa al curatore fallimentare. Invece, almeno per il momento la società di gestione non è fallita e dunque c’è ancora questa gatta da pelare. Troppo tecnica la faccenda, troppo complicata la matassa per assorbire prezioso tempo ai parlamentari acesi. Così Fausto Raciti, acese e segretario regionale del PD si tiene alla larga dalla vicenda, trascinando nel disimpegno pure coloro i quali fino ad ora, nel suo partito, si erano preoccupati di trovare una via d’uscita ai problemi del termalismo: in primis, l’on. Concetta Raia che con grande intelligenza aveva ripresentato ad inizio legislatura un disegno di legge sul riordino del sistema termale in Sicilia, salvo poi piombare nel silenzio anche lei. Ancora Nicola D’Agostino, in evidente imbarazzo sulla vicenda. Lui non ha controproposte da fare né intende avanzarne sia per non innervosire la piazza acese sia per non turbare i buoni rapporti da poco avviati con il sottosegretario Davide Faraone e dunque col suo delfino in Sicilia, l’assessore all’Economia Baccei. Poi c’è Raffaele Nicotra, imprenditore di Acicatena che, con i suoi compagni di partito Luca Sammartino e Alice Anselmo, si è addirittura espresso contro l’approvazione dell’articolo di legge che ha esteso ai liquidatori il potere di redigere il bando di privatizzazione delle Terme. Ed ancora, i deputati nazionali. Basilio Catanoso non parla più di Terme da anni, anche per evitare di gettare ombre sul periodo 2006-2009 in cui operò il consiglio di amministrazione presieduto da Claudio Angiolucci, da sempre a lui vicino. Infine, il sen. Andrea Vecchio, acese di residenza, imprenditore operante a Santa Venerina, che del tema non si è mai occupato. Il silenzio dei deputati rafforza la burocrazia regionale che sta provando in tutti i modi a smantellare le Terme. Ci vorrebbe una soluzione politica al problema, ma non si vuole trovarla.

Terme di Acireale riaperte tutto l’anno: un auspicio di cuore o uno scherzo di pessimo gusto?

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Ieri mattina Acireale si è svegliata con le vetrine di alcuni negozi di corso Savoia e del centro cittadino, i muri di piazza Europa e perfino i cancelli della Villa Comunale tutti tappezzati di locandine, riprodotte in copia da un originale degli anni novanta, che comunicano la riapertura delle Terme tutto l’anno. Si è trattata di una affissione non autorizzata, non v’è dubbio e ovviamente questo gesto anonimo non fa bene al decoro urbano della città di Acireale. Ma non è questo il punto. Può trattarsi di un auspicio di cuore che proviene da qualcuno che, avendo riaperto una pagina della storia di Acireale degli anni novanta, ha così voluto compiere un gesto che sa di “amarcord”. Acireale non può permettersi di dimenticare in fretta la sua storia. Può trattarsi, però, anche di uno scherzo di pessimo gusto di chi, invece, ha provato ad usare l’ironia come strumento di denuncia di uno stato di degrado in cui versano le Terme, per lo più per colpa della Regione. E’ facile ironizzare nell’anonimato senza metterci la faccia. Sta di fatto comunque che stamattina il Forum, da cinque anni ininterrottamente impegnato a difendere le Terme dallo scempio e a provarle a fare ripartire, ha ricevuto sulla sua pagina pubblica un messaggio di una signora, L.R., che così ha scritto “Buongiorno..ho visto ieri dei cartelli in corso Savoia e sui cancelli della Villa..Ma ha riaperto un reparto delle terme? Lo chiedo per mia madre che avrebbe bisogno di parecchie cure..Grazie.” Possiamo dire che il gesto post-carnascialesco dell’anonimo “attacchino” è già causa di procurato allarme? Nel frattempo, il Forum – come del resto quella parte della società civile impegnata seriamente nella denuncia, mettendoci sempre la faccia – attende gli esiti della riunione convocata la prossima settimana a Palermo dal Presidente Crocetta, proprio sul futuro delle Terme.

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Festeggia i cinquant’anni il Lions di Acireale che ha dato vita cinque anni fa al Forum sulle Terme

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Festeggerà questa sera la cinquantesima Charter Night il Lions Club di Acireale. Si tratta della ricorrenza della sua istituzione, avvenuta – su iniziativa di sedici professionisti ed intellettuali acesi – nel  lontano 1966. Alla presenza del Past President Internazionale Pino Grimaldi, del Past Direttore Internazionale Domenico Messina, del Governatore del Distretto Francesco Freni Terranova e di altre autorità lionistiche, si terrà questa sera a Villa Solaria la cerimonia, alla presenza dei Sindaci di Acireale Roberto Barbagallo e di Santa Venerina Salvo Greco. Il Lions Club ha dato vita il 1 giugno del 2011 al Forum permanente sulle Terme di Acireale che in questi anni ha portato avanti una battaglia civica in difesa delle Terme di Santa Venera e di Santa Caterina.

 

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Le Terme chiuse sono una vergogna

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L’articolo su La Sicilia del 4/3 a firma di Tony Zermo

 

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Terme di Acireale SpA, parla il liquidatore Todaro

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dal sito Catania Live Sicilia

“Certamente negli ultimi tempi – spiega il Commissario liquidatore – ho percepito di essere diventato un personaggio scomodo per qualcuno che sicuramente non ha a cuore il futuro delle Terme, ma anzi vorrebbe qualcun altro di suo gradimento nella figura di commissario per continuare a giocare”

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CATANIA – Il Commissario liquidatore delle Terme di Acireale spa, Gianfranco Todaro, fa il punto della situazione dell’impianto termale acese, sottolineando il delicato momento e segnalando l’importante appuntamento del prossimo 4 marzo, con la conferenza di servizi, a Palermo. “In questi quattro mesi di incarico – spiega l’avvocato Todaro – mi sono dovuto cimentare in parecchie problematiche gestionali che mi hanno messo a dura prova, infatti ho trovato una società in forte stato di indebitamento e soprattutto in forte crisi di identità. Era cessata da quasi otto mesi l’attività termale a seguito del distacco dell’energia elettrica negli impianti per un grosso debito nei confronti dell’Enel e poi ho dovuto impegnarmi su due gravi emergenze: la calamità naturale del cinque novembre scorso, che ha creato parecchi danni alle strutture termali ed in particolare al patrimonio boschivo, comportando la chiusura del Parco delle terme per motivi di sicurezza ed una istanza di fallimento proposta in danno della società termale da parte della Procura della Repubblica di Catania, in forza del potere a loro conferito dalla legge, qualora in sede di indagini penali ravvisino lo stato di insolvenza di una impresa.

La prima emergenza sarà risolta a giorni, in assenza di un intervento da parte dellaRegione, malgrado da me sollecitato, in forza di una bando in base al quale la ditta aggiudicatrice rimuoverà tutti gli alberi divelti durante l’allerta meteo, a costo zero. La seconda si è definita di recente con una sentenza da parte della sezione fallimentare del Tribunale di Catania (Giudice estensore dott. Antonio Caruso) che con una sentenza del tutto innovativa, rigettando l’istanza di fallimento, ha stabilito il principio della non fallibilità delle imprese in stato di liquidazione quando il patrimonio immobiliare sia sufficiente a garantire la soddisfazione dei creditori”.

“Vorrei ricordare – continua il Commissario liquidatore – che il complesso termale chiusoda mesi e quello alberghiero, chiuso da anni (fanno parte del patrimonio della società termale due alberghi, ovvero l’Excelsior Palace Hotel e l’Hotel delle Terme) sono in pessime condizioni di manutenzione e nell’ultimo anno sono stati oggetto di vandalismo e furti, essendo cessata l’attività di vigilanza per assenza di fondi per garantire tale servizio. La società ha una esposizione debitoria di circa dodici milioni di euro e di alcune centinaia di migliaia di euro di crediti.

Appena subentrato all’ingegner Luigi Bosco sono immediatamente entrato in contrasto con l’Ufficio liquidazioni che anziché coadiuvarmi nella mia difficile attività, ha invece con grande impegno frapposto ogni mezzo per intralciare il mio cammino, auspicando in piena audizione, davanti alla II Commissione legislativa Bilancio della Regione, Presidente on. Vinciullo, il fallimento delle Terme come panacea di ogni problema. Si è proseguito poi con la bocciatura del bilancio 2014 ed il divieto nei confronti del liquidatore di poter pubblicare un bando di evidenza pubblica per la gestione ai privati. Per aggirare questo ultimo ostacolo ho ritenuto opportuno proporre, durante la mia audizione in Commissione Bilancio un emendamento alla legge 11 del 2010, dove era previsto che il bando per la gestione ai privati delle terme di Acireale e Sciacca fosse di competenza della Regione.

L’emendamento, nel corso dell’esame della Finanziaria, è stato approvato ed oggi i liquidatori di entrambe le società termali possono, in autonomia provvedere alla pubblicazione di un bando ad evidenza pubblica per la gestione ai privati. L’emendamento è stato oggetto di contrasto di una parte della deputazione regionale catanese, che ha tentato sino all’ultimo, ma senza successo, di far sopprimere l’emendamento così come sono andate a vuoto le proposte di modifica da parte dell’Ufficio liquidazioni, che prevedevano la possibilità di vendere (o perlomeno svendere) alcuni beni anche singolarmente per soddisfare i creditori”.

“Quale sarà adesso il prossimo passo? –prosegue Todaro -Sicuramente l’individuazione, di concerto con la Regione, di un advisor che possa predisporre un bando di evidenza pubblica supportato da uno studio di fattibilità e marketing. Certo l’approvazione dell’emendamento proposto dall’on. Foti ha spianato la strada dopo che, a seguito della L. 11 del 2010 si era affidato alla Regione possibilità di pubblicare un bando ad evidenza pubblica per affidare ai privati la gestione del complesso termale. Sarà importante la conferenza di servizi che si terrà il 4 marzo a Palermo, indetta dal Presidente Crocetta, che ha voluto prendere personalmente in mano la situazione, consentendo intanto l’approvazione dell’emendamento nella sua forma originaria, ritirando gli emendamenti governativi e quelli soppressivi e convocando la conferenza di servizi alla presenza dell’assessore Baccei, dei liquidatori delle terme e dei maggiori creditori. In tale occasione saranno dettate le linee guida che dovranno tenere i liquidatori per la gestione dei bandi e personalmente ho proposto di aumentare il periodo di usufrutto concesso alle società oggi in liquidazione dai rimanenti 18 anni ad almeno 50 anni, per rendere più appetibile il bando agli stakholders interessati”.

“Certamente negli ultimi tempi – conclude il Commissario liquidatore – ho percepito di essere diventato un personaggio scomodo per qualcuno che sicuramente non ha a cuore il futuro delle Terme, ma anzi vorrebbe qualcun altro di suo gradimento nella figura di commissario per continuare a giocare. Purtroppo per loro il giocattolo si è rotto e dovrebbero ricordarsi che un uomo intelligente come Rosario Crocetta non cadrebbe mai in simili trabocchetti”.

Tavolo tecnico sulle Terme alla Regione: si terrà lo stesso ma non più il 4 marzo

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La Conferenza di Servizi indetta dal Presidente della Regione a Palermo per un tavolo tecnico sulle Terme di Acireale non si terrà più il 4 marzo per sopravvenuti impegni del Presidente, ma si terrà ugualmente entro la settimana successiva. Al tavolo dovrebbero partecipare il socio unico Regione Siciliana, e dunque: il Presidente Crocetta, l’assessore all’Economia Alessandro Baccei e la dirigente dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni Grazia Terranova; e poi il liquidatore delle Terme di Acireale SpA Gianfranco Todaro; ancora il Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, nella doppia veste di Sindaco della città dove insistono le Terme e di creditore della società di gestione. La proroga di qualche giorno dovrebbe consentire al Consiglio Comunale di riunirsi e di produrre, auspicabilmente, un documento di indirizzo che possa orientare l’azione dell’amministrazione cittadina. Il Forum sta perfezionando un documento che sottoporrà all’attenzione del Sindaco in vista della riunione di Palermo.

Perla Jonica, si attende lo Sceicco

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l’articolo di Tony Zermo su La Sicilia del 1/3/2016

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Scongiurato il fallimento delle Terme, il 4 marzo si va a Palermo

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dal sito Cronaca Oggi (l’articolo è di Maurizio Giordano)

Todaro

Sul difficile momento, che si protrae da tempo e che stanno vivendo le Terme di Acireale spa, sugli attuali sviluppi della controversa e dibattuta questione che pare, a breve, debba arrivare ad una svolta, abbiamo incontrato il Commissario liquidatore, avv. Gianfranco Todaro, 52 anni, che quattro mesi fa è subentrato all’ing. Luigi Bosco.

L’attuale commissario liquidatore, l’avv. Todaro, durante il nostro incontro ci ha chiarito meglio gli aspetti riguardanti la situazione delle Terme di Acireale, prospettandoci poi le imminenti novità.

Ci vuole fare un primo bilancio della sua attività di Commissario liquidatore delle Terme di Acireale? Quando si è insediato ed al momento quale è stato il suo compito e quali difficoltà ha incontrato nello svolgimento del suo delicato incarico?
“Sono Commissario liquidatore delle Terme di Acireale spa, società in liquidazione, da quattro mesi, essendo subentrato al precedente liquidatore ing. Luigi Bosco, nel frattempo dimessosi. Ho trovato una società in forte stato di indebitamento e con grosse problematiche gestionali, ma soprattutto in forte crisi di identità.
Avevano cessato da quasi otto mesi l’attività termale a seguito del distacco dell’energia elettrica negli impianti per un grosso debito nei confronti dell’Enel. Mi sono dovuto immediatamente cimentare su due gravi emergenze, quali la calamità naturale del cinque novembre scorso, che ha creato parecchi danni alle strutture termali, ma in particolare al patrimonio boschivo, comportando la chiusura del Parco delle terme per motivi di sicurezza ed una istanza di fallimento proposta in danno della società termale da parte della Procura della Repubblica di Catania, in forza del potere a loro conferito dalla legge, qualora in sede di indagini penali ravvisino lo stato di insolvenza di una impresa. 
Entrambe le problematiche mi hanno messo a dura prova. La prima emergenza sarà risolta a giorni, in assenza di un intervento da parte della Regione, malgrado da me sollecitato, in forza di una bando in base al quale la ditta aggiudicatrice rimuoverà tutti gli alberi divelti durante l’allerta meteo, a costo zero. La seconda si è definita di recente con una sentenza da parte della sezione fallimentare del Tribunale di Catania (Giudice estensore dott. Antonio Caruso) che con una sentenza del tutto innovativa, rigettando l’istanza di fallimento, ha stabilito il principio della non fallibilità delle imprese in stato di liquidazione quando il patrimonio immobiliare sia sufficiente a garantire la soddisfazione dei creditori. Mi corre l’obbligo, a tal proposito, ringraziare lo studio legale associato Di Cataldo & Zappalà che con grande pazienza e professionalità, contro ogni pronostico, ha difeso in giudizio la società Terme di Acireale”.

Le Terme di Acireale
Le Terme di Acireale

In quali condizioni ha trovato, appena insediato, il complesso termale di Acireale e soprattutto qual era la sua situazione debitoria?
“Il complesso termale chiuso da mesi e quello alberghiero, chiuso da anni (fanno parte del patrimonio della società termale due alberghi, ovvero l’Excelsior Palace Hotel e l’Hotel delle Terme) sono in pessime condizioni di manutenzione e peraltro nell’ultimo anno oggetto di vandalismo e furti, essendo cessata l’attività di vigilanza per assenza di fondi per garantire tale servizio. La società ha una esposizione debitoria di circa dodici milioni di euro e di alcune centinaia di migliaia di euro di crediti. La prossima settimana avrò un incontro a Palermo alla Presidenza della Regione, con il Presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore al Bilancio Baccei, il liquidatore delle Terme di Sciacca, i sindaci delle rispettive città termali ed i maggiori creditori, proprio per concordare un piano per la ristrutturazione del debito”.

Lei si è da subito innamorato della struttura e dell’incantevole sito e da liquidatore si è trasformato in salvatore delle Terme. Si è intestato una battaglia per salvare sia la struttura acese che quella di Sciacca, ma si è dovuto scontrare fortemente con la burocrazia, con il disinteresse, con mille interessi …
“Non conoscevo a fondo la bellezza e soprattutto l’importanza del sito termale che sono andato ad amministrare. E’ un patrimonio che definirei unico nel contesto delle stazioni termali di primaria importanza a livello nazionale. Ho condotto sin dall’inizio una serie di battaglie anche in favore della società Terme di Sciacca, anch’essa in condizioni disastrose e con un situazione debitoria altrettanto importante.
Entrambe le società si trovano nell’attuale situazione di dissesto, a causa di mancata erogazione di alcun finanziamento da anni e da parte del socio unico, ovvero la Regione Sicilia, in forza di una interpretazione restrittiva da parte dell’Ufficio Speciale liquidazioni all’assessorato regionale al Bilancio ed all’Economia. Sono immediatamente entrato in contrasto con l’Ufficio liquidazioni che anziché coadiuvarmi nella mia difficile quanto spinosa attività, ha invece con grande impegno frapposto ogni mezzo per intralciare il mio cammino, auspicando in piena audizione, davanti alla II Commissione legislativa Bilancio della Regione, Presidente On. Vinciullo, il fallimento delle Terme come panacea di ogni problema. Questo ha suscitato ovviamente la mia immediata reazione, costringendomi ad allontanarmi dall’aula. L’azione demolitrice da parte dell’Ufficio liquidazioni è poi continuato con la bocciatura del bilancio 2014 ed il divieto nei confronti del liquidatore di poter pubblicare un bando di evidenza pubblica per la gestione ai privati. Per aggirare questo ultimo ostacolo ho ritenuto opportuno proporre, durante la mia audizione in Commissione Bilancio un emendamento alla legge 11 del 2010, dove era previsto che il bando per la gestione ai privati delle terme di Acireale e Sciacca fosse di competenza della Regione. Tale emendamento, nel corso dell’esame della Finanziaria, è stato approvato ed oggi i liquidatori di entrambe le società termali possono, in autonomia provvedere alla pubblicazione di un bando ad evidenza pubblica per la gestione ai privati. L’emendamento è stato oggetto di contrasto di una parte della deputazione regionale catanese, che ha tentato sino all’ultimo, ma senza successo, di far sopprimere l’emendamento così come sono andate a vuoto le proposte di modifica da parte dell’Ufficio liquidazioni, che prevedevano la possibilità di vendere (o perlomeno svendere) alcuni beni anche singolarmente per soddisfare i creditori”.

Quale potrà essere il futuro delle Terme di Acireale e dopo l’approvazione dell’emendamento in aula, proposto dall’on. Foti del M5S, si arriverà allora al bando ed alla gestione dei privati?
“Il prossimo passo è quello della individuazione di concerto con la Regione di un advisor che possa predisporre un bando di evidenza pubblica comunque supportato da uno studio di fattibilità e marketing.
Sicuramente l’approvazione dell’emendamento proposto dall’on. Foti spiana la strada dopo che a seguito della L. 11 del 2010 si era affidato alla regione possibilità di pubblicare un bando ad evidenza pubblica per affidare ai privati la gestione del complesso termale, ma dopo cinque anni si era rimasti in un sistema paludoso, che solo attraverso un mio intervento deciso con il quale ho chiarito perché la Regione non poteva pubblicare il bando, atteso che i beni si appartenevano od erano comunque in usufrutto alle società termali in liquidazione e da qui la proposta da me fatta in Commissione Bilancio, durante l’audizione del 3 febbraio 2016, di emendare l’art. 21 della L. 11 del 2010 affidando al liquidatore la gestione del bando per l’affidamento ai privati”.

Quali saranno i prossimi passi e come si evolverà, secondo lei, la controversa vicenda delle Terme?
“Nutro parecchie speranze nella conferenza di servizi che si terrà il 4 marzo a Palermo, indetta dal Presidente Crocetta, che ha voluto prendere personalmente in mano la situazione, consentendo intanto l’approvazione dell’emendamento nella sua forma originaria, ritirando gli emendamenti governativi e quelli soppressivi e convocando la conferenza di servizi alla presenza dell’assessore Baccei, dei liquidatori delle terme e dei maggiori creditori. Ritengo che in quella occasione saranno dettate le linee guida che dovranno tenere i liquidatori per la gestione dei bandi. Ho proposto, intanto, di aumentare il periodo di usufrutto concesso alle società oggi in liquidazione dai rimanenti 18 anni ad almeno 50 anni, in modo da rendere più appetibile il bando agli stakholders interessati”.

C’è effettivamente un interesse a salvarle o prevalgono, come spesso accade, oscuri interessi privati?
“Forse oggi, grazie alla presa di posizione del Presidente Crocetta si, ma nel passato una cordata burocratico-politica, con scopi di natura affaristico-speculativi, ha sicuramente remato contro, portando lentamente le società termali sul baratro del fallimento. Fortunatamente siamo riusciti a scongiurare il fallimento, ma il nemico è sempre in agguato. Ho percepito di essere diventato un personaggio scomodo e c’è chi ha già, anche se non in modo ufficiale, chiesto la sostituzione al vertice della società termale, con qualcuno di suo gradimento”.

Una parola buona per salvare le Terme!


E’ la settimana decisiva che accompagnerà le Terme di Acireale alla Conferenza di servizi indetta dal Presidente della Regione Rosario Crocetta. E’ la settimana in cui la Città di Acireale è chiamata a far fronte comune, per dimostrare che alle Terme ci tiene. A quel tavolo siederanno sicuramente il Sindaco della Città e il Liquidatore delle Terme, ma tutta la Città può fare la propria parte. Non è più tempo di retorica fine a se stessa, di parole dette a vuoto, di risentimenti, di caccia alle responsabilità e alle colpe che si perdono nella notte dei tempi. E’ tempo di spendere una parola buona per salvare le Terme, al di là di tatticismi parlamentari, ragioni di convenienza elettorale e schieramenti partitici. Dopo l’on. Angela Foti, che si è spesa attivamente in commissione e in aula per aggiungere un importante tassello alla soluzione del problema delle Terme di Acireale (e con esse di Sciacca), è tempo che si facciano avanti i deputati nazionali e regionali che insistono sul territorio di Acireale per collegio elettorale o per residenza e provenienza. Da loro non ci aspettiamo più discorsi che tendano a colpevolizzare o dividere nè disimpegni tattici per convenienza, ma ci serve una loro parola buona perchè questa arrivi direttamente al tavolo tecnico e dia più forza e credibilità all’azione di chi si impegnerà per salvare le Terme di Acireale. A Palermo devono capire che tutta Acireale tiene alle Terme. In fondo, la classe politica è pure espressione della società civile e quest’ultima non può essere rappresentata unicamente dalla generosa azione del Forum permanente che, da sola e senza un ampio supporto cittadino, rimarrebbe soltanto una voce di dolore nel deserto.

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Terme di Acireale, non è il momento di starsene alla larga!


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A Dio piacendo, venerdì prossimo, il 4 marzo, si terrà la Conferenza dei servizi indetta dal Presidente della Regione on. Rosario Crocetta per discutere sul futuro delle Terme di Acireale. L’ha promesso l’altro giorno il Presidente, non appena è stato approvato l’art. 53 della legge di stabilità regionale che, su emendamento dell’on.Foti votato pure dall’on.Vinciullo in Commissione Bilancio, ha esteso ai liquidatori delle Terme di Sciacca SpA e Terme di Acireale SpA il potere di redigere il bando di privatizzazione. Si tratta di un tavolo tecnico dove converranno tutti i principali attori della vicenda: il Socio unico Regione Siciliana, il liquidatore, i principali creditori istituzionali. Un tavolo del genere avrebbe dovuto tenersi molto tempo fa, prima che si arrivasse all’ultima spiaggia. Meglio tardi che mai, però! Abbiamo più volte sottolineato, e lo ribadiamo ancora una volta in questo momento, che è necessario che la Città di Acireale faccia fronte comune e si presenti con le idee chiare al tavolo tecnico regionale. La questione NON è di esclusiva pertinenza della Regione Siciliana. E’ vero che la società Terme di Acireale SpA è una partecipata regionale, le cui azioni sono possedute dall’Assessorato al Bilancio; è vero che il patrimonio delle Terme, sia quello indisponibile che quello disponibile, è di proprietà della Regione; è vero che alla Regione, attraverso l’Assessorato al Bilancio, sono demandati alcuni importanti poteri: di nomina e di revoca dei liquidatori; di approvazione o bocciatura del bilancio d’esercizio; di monitoraggio e di controllo sull’attività dei liquidatori; è vero che alla Regione spettano mille altre prerogative in materia di concessioni minerarie, usufrutti, autorizzazioni e convenzioni sanitarie, etc. Ma è pur vero che le Terme non sono estranee ad Acireale, insistono sul loro territorio, fanno parte della storia di questa Città, costituiscono una risorsa che, se opportunamente integrata con le altre presenti, può far da volano per lo sviluppo economico, turistico e culturale di Acireale. Non è il momento di starsene alla larga. Lo diciamo alla società civile innanzitutto che sembra vivere solo di rimpianti, incapace di rimboccarsi le maniche, di tirare fuori nuove idee, pronta sempre a criticare, rimbrottare, accusare, cercare colpe e responsabilità che si perdono nella notte dei tempi; la società civile acese sembra aver tirato i remi in barca, mentre la barca sta affondando. Lo diciamo alla società politica, a tutti i livelli, dal Sindaco all’amministrazione, dai consiglieri comunali a chi fa politica per professione, ai parlamentari nazionali e regionali, a coloro i quali hanno titolo per intervenire. Lo diciamo pure a quella parte della societas professionale, imprenditoriale ed economica che sta guardando tutta la vicenda dall’esterno, o per completo disinteresse o per chissà quale aspettativa di piccolo orticello. Le Terme non sono unicamente una faccenda che vedranno nuovamente contrapposti venerdì 4 marzo a Palermo la inflessibile Dirigente dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni, la dottoressa Grazia Terranova, e il tenacissimo liquidatore delle Terme di Acireale SpA, l’avvocato Gianfranco Todaro. Entrambi sono validi professionisti, l’una Delegante, l’altro Delegato, ma non sono acesi. Noi torniamo a rivolgerci agli Acesi. Non è possibile starsene alla larga, giocare sui tatticismi, sulle convenienze politiche, guardare più alle prossime tornate elettorali che al futuro della Città. Dunque, manca poco meno di una settimana. A ciascuno il suo compito. E’ il momento decisivo per tirare fuori gli attributi e mettere il Sindaco Roberto Barbagallo nelle condizioni di arrivare a Palermo con una “tonnellata di documenti” che testimoniano ai tecnici e ai dirigenti di Palermo tutto l’Amore di Acireale per le sue Terme. Non solo documenti amministrativi (come il piano di rientro dai debiti delle Terme di Acireale verso il Comune di Acireale che spetterà al Sindaco produrre), ma anche documenti politici (mancano ancora quelli del Consiglio Comunale) nonché documenti propositivi e di impegno della società civile. Ancora una volta, come ha fatto fino adesso e negli ultimi cinque anni, il Forum permanente per le Terme di Acireale non si tirerà indietro e consegnerà nelle prossime ore un documento indirizzato al Sindaco di Acireale e al Liquidatore delle Terme.

Terme di Acireale, in cinque punti i compiti di casa per tutti prima di andare a Palermo la prossima settimana


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La foto che riportiamo è tratta dall’archivio di Michele Ali, giovane professionista acese, fotografo per passione, indiscusso innamorato della città di Acireale. Ritrae l’ingresso delle Acque di Santa Venera e dei Bagni Termominerali dinanzi lo stabilimento di Via delle Terme che Agostino Pennisi di Floristella regalò alla città di Acireale nel 1873. I ricordi sono la “memoria del cuore”, una pagina mista di nostalgia e sentimento, ma rappresentano anche la storia e il passato. In questo caso di Acireale, una città profondamente mutata sul piano sociale ed economico, ma da sempre una città dell’ospitalità e a vocazione turistica. E’ arrivato il momento, oltre gli “amarcord” e i rimpianti, di rimboccarsi le maniche ed impiegare proficuamente i prossimi giorni, dato che manca una settimana alla Conferenza dei Servizi che il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha convocato a Palermo per riunire attorno ad un tavolo tecnico tutti gli attori più importanti della vicenda per trovare una via d’uscita all’impasse Terme. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile. E, soprattutto, è arrivato il momento che tutti facciano bene i compiti per casa, arrivando a Palermo con le idee chiare e con proposte precise.

Punto primo. E’ inutile vivere di rimpianti, di ideologie, di se e di ma. Per rilanciarle, la gestione delle Terme dovrà passare ai privati. La privatizzazione non è stata e non sarà mai la panacea di tutti i mali, ma quando un soggetto pubblico, in questo caso la Regione Sicilia, rinuncia espressamente a fare l’imprenditore in un settore così importante per l’economia della nostra terra, non è più tempo di indugiare. La legge n.11 del 2010 è chiara al riguardo: la gestione dovrà essere affidata ai privati, perché il pubblico, per mille motivi, ha fallito nella conduzione diretta del termalismo. La gestione, non la proprietà. Gli stabilimenti rimarranno di proprietà pubblica e bisognerà fare di tutto anche nelle prossime ore, in sede di approvazione definitiva della legge regionale di stabilità, per preservare questo patrimonio da ogni ipotesi di vendita o di cessione onerosa ai privati. Sembra che il Governo regionale voglia riservarsi ancora una possibilità, in uno degli ultimi articoli della legge, di vendere i beni immobili delle società partecipate. L’intento è chiaro, ovvero fare cassa in un momento di difficoltà per la quadra dei conti regionali. Ma le Terme, sia di Acireale che di Sciacca, non sono e non saranno mai assimilabili alle altre società partecipate dalla Regione e i loro immobili non sono beni fungibili, ma al contrario sono vincolati alla specifica e originaria destinazione d’uso, ovvero di stabilimenti idrotermali. Dunque non vanno toccati. E’ opportuno dunque che i nostri deputati all’ARS vigilino attentamente, perché francamente sarebbe una beffa uno “scippo” dell’ultima ora, tra la distrazione generale e il disinteresse dei parlamentari in Aula. L’on.Foti e il presidente della Commissione Bilancio all’ARS, sebbene di parti politiche che stanno agli antipodi, hanno dimostrato nelle ultime settimane grande attenzione alla vicenda ed enorme rispetto per la città di Acireale ed è bene che lo facciano anche altri deputati, leggendo attentamente i documenti e studiando le carte, al di là di convenienze politiche, tatticismi parlamentari e ragioni di propaganda.

Punto secondo. Dato che la gestione dovrà essere affidata ai privati, il bando è cruciale. Con l’emendamento approvato in aula, proposto dalla Foti e approvato in precedenza in Commissione Bilancio col voto favorevole di Vinciullo, il bando potranno redigerlo i liquidatori. E’ un onere aggiuntivo a carico dei liquidatori, non c’è dubbio. E’ qualcosa che probabilmente va oltre i confini del loro mandato, che per legge è quello di guidare una società verso lo scioglimento, a meno che la proprietà voglia esercitare la continuità aziendale. Ma non crediamo che vi siano altre alternative, anche perché la Regione ha miseramente fallito in questi anni. Facciamo un passo indietro. Per legge, sempre la n.11 del 2010, la Regione avrebbe dovuto provvedere in tempi brevi alla liquidazione delle società di gestione e all’affidamento ai privati degli stabilimenti mediante bando; invece, si è impantanata e, con la complicità di una burocrazia più attenta alle carte che alla sostanza degli accadimenti aziendali, ha causato un pasticcio, un brutto pasticcio che passerà ai libri di storia. Ai tempi del Governo Lombardo, questo bando avrebbe dovuto redigerlo un primario advisor internazionale (identificato sempre con altro bando) in modo da definirne contenuti più coerenti alle valutazioni e alle aspettative di un mercato, quello del termalismo, profondamente cambiato rispetto a quando era invece soltanto termalismo sanitario e sociale. Poi lo stesso Governo Lombardo, sconfessando il suo Assessore all’Economia Gaetano Armao, fece dietrofront e decise di affidare “in house” la redazione del bando a Sviluppo Italia Sicilia, una sua partecipata regionale che però non ha mai avuto le competenze necessarie per occuparsi di una materia così delicata. Tant’è che il bando per Sciacca, pur redatto ed esitato, è andato deserto per mancanza di interesse degli investitori; mentre quello per Acireale, per una serie di pregiudiziali tecniche sulle quali Sviluppo Italia Sicilia si è letteralmente impantanata, non è stato mai redatto. Data l’impasse, negli ultimi anni, da più parti si è chiesto che del bando potesse occuparsi il liquidatore. Lo aveva chiesto l’ex liquidatore Luigi Bosco, lo ha chiesto di nuovo l’attuale liquidatore Gianfranco Todaro, ma la burocrazia regionale l’ha sempre negato. Adesso ci sarà una legge a stabilire che tali competenze spettano pure al liquidatore. Ovviamente, torna di grande attualità il tema dei contenuti di questo bando. Quello che ci sarà messo dentro sarà determinante per attrarre o allontanare eventuali investitori, e soprattutto per avvicinare o respingere investitori realmente interessati al termalismo. Ecco perché la redazione del bando non è un mero esercizio di scrittura giuridica, ma dovrà ponderare e valutare diversi elementi. Il tavolo tecnico della prossima settimana a Palermo potrà aiutare a dirimere molte controversie, a cominciare da quella più spinosa, ovvero il contenzioso con Unicredit per l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale. Il liquidatore Todaro ha una settimana di tempo, insieme ai suoi consulenti e ai legali, per arrivare con una proposta di massima sul bando chiara ed inequivocabile, anche perché troverà dall’altro lato una Dirigente dell’ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, che è rigida ed intransigente perché delle Terme e di tutte le partecipate regionali in perdita vuole sbarazzarsi in fretta.

Punto terzo. A Palermo, al tavolo dovrebbero sedere i principali creditori delle Terme. Sono quasi tutti creditori pubblici oltre all’Unicredit. Dunque, ci sono margini per una composizione, in via conciliatoria, della vicenda. Uno di questi creditori è il Comune di Acireale che, divenuto titolare pure del credito vantato dalla Sogip, adesso è il secondo grande creditore delle Terme di Acireale SpA. Il Sindaco e l’Amministrazione hanno una settimana di tempo per capire come muoversi, come arrivare con una proposta chiara e difendibile a Palermo. Sulla carta, il Comune potrebbe compensare il proprio credito con una porzione dell’attivo immobiliare delle Terme, in particolare quella che non ha una destinazione d’uso vincolata alle funzioni termalistiche (ad esempio, i terreni di Pozzillo oppure l’ex stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali). In realtà, bisogna verificare attentamente, sul piano anche della fattibilità giuridica e degli eventuali vincoli posti dalla Corte dei Conti, la praticabilità della soluzione. Se non fosse praticabile questa strada, bisognerà esperirne un’altra. Perché una cosa è certa, il credito del Comune di Acireale non potrà essere monetizzato, perché la società Terme di Acireale SpA è senza liquidità. Se il Comune insistesse nelle sue richieste, si spalancherebbe nuovamente la strada del fallimento, che invece nelle scorse settimane è stata scongiurata, quando il Giudice Antonio Caruso ha rigettato l’istanza proposta dalla Procura della Repubblica dopo le indagini della Guardia di Finanza dei mesi scorsi. Dunque, siamo al cane che si morde la coda, come se la città tornasse contro le Terme quando invece le vuole con sè. Siamo sicuri che Sindaco, Segretario Comunale e i tecnici dell’Amministrazione Comunale stanno affrontando con dedizione e competenza questa faccenda in queste ore.

Punto quarto. Il Consiglio Comunale, in una prossima seduta prima di venerdì 4 marzo data in cui si terrà la Conferenza dei Servizi a Palermo, dovrebbe venir fuori con un atto di indirizzo politico chiaro e preciso. Finora non l’ha fatto e non si capisce perché. Ha discusso più volte la questione, ha approfondito la materia in una apposita seduta alla presenza del liquidatore e del Forum (l’11 dicembre scorso), sta bramando di interloquire con l’Assessore al Turismo Anthony Barbagallo (che, onestamente, non si capisce a che titolo debba intervenire in una seduta del Consiglio Comunale sulle Terme, quando la materia è di competenza dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei), ma ancora non si è pronunciato con un atto unico, possibilmente votato all’unanimità. I contenuti di questo atto di indirizzo unitario spetta al Consiglio determinarli, ma anche un ordine del giorno votato all’unanimità (come quello approvato nella precedente consiliatura il 1 febbraio del 2011) non sarebbe una cosa sbagliata. Rappresenterebbe, anche di fronte al Governo regionale, che la Città di Acireale, di cui il Consiglio è la massima espressione istituzionale, la volontà di presidiare l’intera questione delle Terme, evitando che ci siano interferenze esterne ed indebite pressioni sulla politica cittadina. Sarebbe un atto di grandissima intelligenza politica. Se le Terme sono una risorsa per lo sviluppo economico della città, e i Consiglieri (non ci sono dubbi al riguardo) ne sono convinti, ci vuole un atto di indirizzo che stabilisca chiaramente questo, sia per fare fronte compatto rispetto alla Regione, sia per orientare i contenuti del bando di imminente redazione. Perché, ovviamente, il bando dovrà essere attrattivo, ma non potrà lasciare massima discrezionalità all’investitore privato, piuttosto dovrà indicare alcuni paletti per delimitarne il raggio d’azione della sua attività imprenditoriale. Se alla definizione di questi paletti concorresse il Consiglio Comunale non sarebbe male. Acireale vuole essere una Città termale oppure no? Se questa fosse la volontà, il Consiglio lo dovrà mettere per iscritto su carta e far valere questo documento in tutte le sedi istituzionali in cui la questione delle Terme acesi verrà affrontata nelle prossime settimane. Siamo sicuri che lo farà, perché ci sono alcuni Consiglieri molto attenti e sensibili alla vicenda e faranno di tutto per coinvolgere in questo atto tutti gli altri loro colleghi.

Quinto punto. La Città e la società civile di Acireale. Quella foto tratta dall’archivio di Michele Alì con la quale abbiamo aperto questo lungo post è significativa ed è emblematica. La società civile tutta, non solo il Lions e il Forum permanente che finora l’hanno fatto con generosità e dedizione, deve muoversi. Ad esempio, recuperando la memoria dei luoghi, dei fatti, degli eventi, delle persone. Di tutti coloro che, dal 1873 in poi, hanno ruotato intorno alle Terme di Santa Venera prima e di Santa Venera e Santa Caterina dopo. Avevamo proposto tempo fa la istituzione di uno spazio della memoria all’interno del Palazzo del Turismo. Quando sarà liberato del tutto dagli uffici del Sindaco che ritorneranno nel Palazzo di Città a piazza Duomo, uno spazio del palazzo del Turismo appositamente dedicato alle Terme, ubicato al centro della città, potrà servire per legare Acireale alle sue Terme. A maggior ragione se arriverà un privato, non sappiamo chi sarà, che vincerà la gara per gestire, per i prossimi 20-30 o 50 anni, gli stabilimenti di quelli che un tempo furono le nobili e gloriose Terme di Acireale. C’è necessità ancora di restituire presto alla Città, ai suoi residenti, ai visitatori e ai turisti il meraviglioso Parco delle Terme di Santa Venera, un polmone verde dentro Acireale. Ma cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci? Nessuno vincerà la palma del migliore se si muoverà per primo e nessuno verrà messo al pubblico ludibrio se farà il primo passo in avanti. Ripetiamo: cosa aspettiamo ancora a muoverci e a mobilitarci?

Il Forum permanente per le Terme di Acireale

 

Il patrimonio delle Terme non si può vendere, intervento in aula del Presidente della Commissione Bilancio


Si vada a Palermo con le idee chiare, le Terme si possono ancora salvare


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La politica seria si fa nelle Commissioni e in Aula. Così, grazie anche al Forum permanente che il 17 gennaio scorso aveva chiesto al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS on. Vincenzo Vinciullo di occuparsi della vicenda in Commissione, il delicatissimo tema del futuro delle Terme è prima approdato in Commissione (il 3 febbraio scorso) e poi ieri (25 febbraio) in Aula dove l’emendamento presentato dall’on.Angela Foti, approvato in quella commissione, è stato approvato nell’originaria formulazione. Poi c’è tutto il resto: il dibattito, la propaganda politica, i tatticisimi parlamentari, persino qualche inopportuna dichiarazione e qualche mal di pancia. Ma sono aula e commissioni i luoghi deputati ad affrontare le questioni più importanti per l’economia, la società e il turismo di Sicilia. E così stato.

Al termine della votazione che ha scongiurato nuovi emendamenti o emendamenti soppressivi, sinceramente poco giustificabili di fronte all’opinione pubblica e alle due città di Acireale e di Sciacca (che meriterebbero più rispetto a livello regionale), il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta ha dichiarato di voler convocare per la prossima settimana una Conferenza di servizi cui invitare tutti i principali stakeholders della vicenda: liquidatore, Sindaco, creditori delle Terme di Acireale SpA e quanti hanno titolo per intervenire nella vicenda. Fin qui la politica, grazie alla tenacia di qualche parlamentare che non si è arreso di fronte al rischio di depauperare l’immenso patrimonio termale, ha fatto la propria parte. Adesso, la palla passa all’amministrazione regionale.

Qui, Governo e burocrazia regionali hanno il dovere di trovare la quadratura del cerchio che non è facile, ma nemmeno impossibile. Aver delegato, con legge, la possibilità ai liquidatori di redigere il bando è stata, fra tutte le possibili soluzioni, quella più ragionevole. Non è ottimale, ma è la più ragionevole. La legge n.11 del 2010 è nata sotto una cattiva stella e andava cambiata. Risultato di un compromesso politico fra due parti politicamente opposte per visione e modo di fare politica, quella legge decretava subito la liquidazione delle società Terme di Acireale e Spa, costituite appena quattro anni prima, e ne stabiliva la privatizzazione della gestione. Due procedure che si sono elise a vicenda, finendo per lasciare alla burocrazia regionale un potere immenso, ingiustificato, spesso ostativo anzichè facilitativo. E difatti la burocrazia si è sempre opposta a tutto, rendendo difficile la vita dei liquidatori, limitandone i compiti e le funzioni, esautorandoli spesso nell’esercizio dei loro compiti, nella perenne incertezza se la liquidazione dovesse essere esercitata nell’ottica della continuità o dello scioglimento. Adesso, il quadro è più chiaro.

I liquidatori resteranno al loro posto, accompagnando le società di gestione (ovvero i contenitori) fino alla loro chiusura, ma le attività termali (cioè i contenuti) saranno affidate in breve tempo ai privati, attraverso bando ad evidenza pubblica che spetterà a loro, con l’assistenza della Regione, redigere. Dunque, nessun ruolo sarà esercitato da Sviluppo Italia Sicilia cui la Regione Siciliana, ai tempi del governo Lombardo, aveva affidato “in house” la redazione del bando. Scrivere il bando non sarà facile, perchè ci sono diverse pregiudiziali in ballo. Ma ancora una volta la missione non è impossibile.

Basterà andare a Palermo con le idee chiare. Il Comune di Acireale è tra i creditori delle Terme: ci sarà spazio per una transazione istituzionale che veda la città di Acireale compensare il proprio credito con una frazione dell’attivo immobiliare che le sarà ceduto dalla società di gestione? Idem per l’Unicredit, che vanta il credito più consistente: ci sarà spazio per inserire nel bando il debito e, a fronte di ulteriori benefici (vedi l’estensione della durata della concessione o dell’usfrutto), lasciare al potenziale investitore privato che se ne faccia carico? E così via. Ci sono vari cavilli giuridici, ma se l’atteggiamento di fondo sarà facilitativo e non ostativo da parte della burocrazia regionale, il percorso della privatizzazione potrà essere iniziato.

Facciamo un passo indietro. Se l’istanza di fallimento fosse stata accettata dal Tribunale nelle scorse settimane, probabilmente di tutte queste incombenze si sarebbe dovuto occupare, da solo e con grande discrezionalità di poteri, il curatore fallimentare. Scongiurata la deriva fallimentare, adesso può tornare ad occuparsene il liquidatore, ovvio il rappresentante del Socio unico, cioè della Regione.La stessa Regione che, da un lato, nomina i liquidatori come loro rappresentanti della proprietà e, dall’altro lato, li ha sempre ostacolati. Un controsenso difficile a spiegare all’opinione pubblica, anche se in realtà si tratta di poteri diversi: di nomina, il primo; di controllo, il secondo.

La Conferenza dei Servizi, convocata per la prossima settimana a Palermo è il tavolo tecnico ideale per ricomporre, in via conciliatoria e in una sede istituzionale, tutte queste questioni. Lo dicevamo da tempo come Forum, lo auspicavamo da anni: sedersi ad un tavolo istituzionale tutti insieme e far quadrare il cerchio.

Non è mai troppo tardi, anche quando ci si arriva “last minute”. Le Terme si possono ancora salvare!

Terme Acireale, sì a bando gestito dai liquidatori. Approvato emendamento del Movimento 5 stelle


l’articolo di Meridio News

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L’Assemblea regionale siciliana ha votato a favore della possibilità per i commissari della società – il discorso vale anche per le terme di Sciacca – di disporre la gestione degli stabilimenti ai privati. In un primo tempo, il governo aveva proposto di stoppare l’articolo dei Cinquestelle. Ma poi ci aveva rinunciato

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Una piccola ma importante buona notizia per le terme di Acireale. L’Ars ha approvato, nell’ambito della discussione della legge di stabilità regionale, l’articolo che prevede la possibilità per i commissari liquidatori di redigere il bando per l’affidamento degli stabilimenti ai privati nell’attesa del completamento della procedura di liquidazione della società. Fino a oggi, infatti, la legge prevedeva che fosse la Regione l’unico soggetto a potersi occupare del bando. Fatto che, considerato l’usufrutto di cui gode la società Terme di Acireale spa, impediva l’uscita dallo stallo che ha causato il depauperamento del patrimonio termale.

L’approvazione è avvenuta non senza colpi di scena. Fino alle prime ore di questa mattina, infatti, il testo giunto in Aula – frutto di un emendamento della deputata del Movimento 5 stelle Angela Foti, e ampiamente condiviso in sede di commissione Bilancio – rischiava di essere nuovamente modificato, per via di due ulteriori emendamenti: il primo soppressivo a firma dei deputati del Partito democratico Alice Anselmo e Luca Sammartino, in cui si ravvisavano impedimenti di natura formale, e il secondo integrativo proposto dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei e dall’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, guidato dalla dirigente Grazia Terranova. Che prevedeva, per i commissari liquidatori, la possibilità di trattare la vendita dei beni di proprietà della società – tramite gara a evidenza pubblica – oppure di affidarne la gestione fino a termine dell’usufrutto. Un tempo – 18 dei 30 anni iniziali – eccessivamente ristretto per attirare il serio investimento di un privato.

Nell’emendamento del governo, inoltre, era stato inserito un comma in cui si dava la possibilità alla Regione di vendere i beni di proprietà fino a oggi ritenuti indisponibili. Un’ipotesi, questa, che già ieri aveva allarmato uno dei promotori del Forum delle Terme, Rosario Faraci: «La Regione vuol rendere disponibile il patrimonio indisponibile e metterlo in vendita – ha scritto il professore sul blog del forum -. Come dire, sostituire alla liquidazione la liquefazione delle sue società partecipate e, in questo caso, del termalismo siciliano».

Tali scenari, però, sono stati evitati con il governo che ha ritirato il proprio emendamento. E dopo una riunione a cui ha preso parte, tra gli altri, anche il governatore Rosario Crocetta. Che ha assicurato il proprio impegno – una riunione dovrebbe essere convocata già il 4 marzo – affinché si riprenda il dialogo con i creditori e tutti i soggetti portatori di interessi sulle terme. Nello specifico, il nodo creditori è fondamentale: tra essi, soltanto Unicredit vanta un credito di circa nove milioni su un totale di 14. Derivante dal mancato pagamento di rate di un mutuo acceso negli anni passati, servito ad acquistare due immobili ma che d’un tratto non è più stato onorato per motivi ancor’oggi inspiegabili. Il denaro per pagare le rate, infatti, era annualmente inserito nel bilancio della Regione.

Trovare un accordo con i creditori – ci sono anche il Comune di Acireale e le società che gestiscono acqua e luce – renderebbe più facile per i commissari liquidatori trovare le condizioni per rendere più appetibile per i privati l’ingresso nella gestione dello stabilimento. Sullo stato finanziario delle Terme di Acireale spa si è pronunciata di recente anche la sezione fallimentare del Tribunale di Catania, che ha dichiarato comunque solvibile l’entità dei debiti della società. A patto che si riesca a sbloccare una situazione ferma da troppo tempo.

Terme ai privati, le dichiarazioni di Sindaco e deputati regionali


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Roberto Barbagallo, Sindaco di Acireale

Il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, accoglie speranzoso la notizia dell’approvazione all’ARS dell’art.53, che consente ai commissari liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca di predisporre il bando per l’affidamento della gestione ai privati. «Adesso confidiamo nell’operato del commissario liquidatore, che, oltre a gestire la società in liquidazione, avrà il compito importante e non facile di redigere un bando realmente attrattivo per gli investitori, considerato l’ingente patrimonio immobiliare e la pesante situazione debitoria delle nostre Terme.  Il nostro auspicio è che finalmente si possa andare avanti in modo concreto. Seguiremo da vicino la vicenda, la prossima settimana sarò presente al tavolo convocato dal presidente Crocetta».

Angela Foti, deputato regionale

“Dopo cinque anni di immobilismo totale da parte della politica e dell’ARS finalmente si approva un articolo che è espressione della volontà venuta fuori dalla commissione insieme alla società civile e rappresentanti dei Comuni. Una norma che intanto mette chiarezza su chi deve redigere il tanto discusso bando. Ed ancora, fatto importante, oggi in aula il presidente Crocetta ha annunciato che già dalla prossima settimana si istituirà un tavolo tecnico in cui creditori, liquidatore e ufficio partecipate si siederanno per definire una road map. Quindi passi importanti che tira in ballo il soggetto interessato che è la città di Acireale”.

Nicola D’Agostino, deputato regionale

“La norma approvata oggi in aula è certamente positiva per le buone intenzioni che esprime. Di fatto dispone semplicemente che le competenze per la redazione di un bando che affidi la gestione caratteristica ai privati vengano spostate dell’assessorato al Bilancio (come già prevede la legge) alla società oggi in liquidazione. La speranza è che il commissario liquidatore abbia la possibilità e la forza per trovare il modo di ridurre la massa debitoria, proporre un bando di gestione che trovi interesse (considerato che i debiti dovranno essere corrisposti dall’aggiudicatario), gestendo lo stesso commissario al contempo una società che deve completare la fase di liquidazione. Auguriamoci che la volontà dell’amministrazione finalmente trovi concretezza negli atti che dovranno seguire. Soprattutto senza scorciatoie: abbiamo già assistito a tre anni e mezzo di fallimenti e di pannicelli caldi”.

Luca Sammartino, Valeria Sudano e Raffaele Nicotra, deputati regionali

“Con la norma approvata dall’aula, relativa alle terme di Acireale, riconosciamo solo la buona volontà da parte di chi l’ha proposta, ma non possiamo non stigmatizzare, come la soluzione della vicenda terme rischia di essere ben lungi dall’essere in dirittura d’arrivo. Infatti, rimane il debito verso i creditori, si inserisce una contraddizione giuridica che accomuna la funzione di Commissario liquidatore con quella di soggetto gestore, non si da soluzione al limite temporale imposto dall’usufrutto sui beni regionali, questione determinante per ricercare sul mercato investitori interessati ad investire sul complesso termale e soprattutto si rinuncia alla strada maestra di un bando assistito da un advisor reclutato con risorse regionali. Rimaniamo in fiduciosa attesa che le quanto detto rimanga nel campo delle ipotesi e che invece si concretizzi una soluzione attesa ormai da troppi anni”.

Terme, sì ai privati. Ma Sammartino, Sudano e Nicotra sono scettici


su La Sicilia

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Scettici l’on.Sammartino e altri suoi colleghi sul futuro delle Terme di Acireale, ma non se ne erano mai occupati prima di ora


“Soluzione lungi dall’essere in dirittura d’arrivo”

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dal sito di Catania Live Sicilia

ACIREALE – “Con la norma approvata dall’aula, relativa alle terme di Acireale, riconosciamo solo la buona volontà da parte di chi l’ha proposta, ma non possiamo non stigmatizzare, come la soluzione della vicenda terme rischia di essere ben lungi dall’essere in dirittura d’arrivo. Infatti, rimane il debito verso i creditori, si inserisce una contraddizione giuridica che accomuna la funzione di Commissario liquidatore con quella di soggetto gestore, non si da soluzione al limite temporale imposto dall’usufrutto sui beni regionali, questione determinante per ricercare sul mercato investitori interessati ad investire sul complesso termale e soprattutto si rinuncia alla strada maestra di un bando assistito da un advisor reclutato con risorse regionali. Rimaniamo in fiduciosa attesa che le quanto detto rimanga nel campo delle ipotesi e che invece si concretizzi una soluzione attesa ormai da troppi anni”. La nota è dei deputati regionali ex Articolo 4, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Raffaele Nicotra.

Acireale, dal sicuro pasticcio al possibile rilancio: le Terme per ora sono salve e si apre ai privati


dal sito Sicilia Journal

ACIREALE – Sono state ore concitate quelle tra ieri sera e questa mattina, a Palermo, all’Assemblea Regionale Siciliana dove si sta discutendo la legge di stabilità. Oggetto della discordia un articolo, il 53, dove il testo originario della legge 11 del 2010 (quella che ha sancito la liquidazione e la privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca), emendato nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio su proposta della deputata  Angela Foti, è stato inizialmente stravolto dalla maggioranza di governo e poi, alla fine, lasciato nella sua nuova formulazione che, ricordiamolo, estende adesso ai liquidatori la possibilità di redigere il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali delle due cittadine, accelerando così il percorso di privatizzazione. Ore concitate in cui la deputata  Foti, il Forum permanente per le Terme di Acireale e buona parte della città di Acireale (sindaco in testa e qualche consigliere comunale) hanno fatto fronte comune: obiettivo salvare le Terme. Salvarle da un pasticcio possibile, quello provocato dal governo regionale che, nell’intento di far soldi dalla liquidazione delle sue partecipate, stava per fare un clamoroso autogol: affidare la gestione ai privati anche in trattativa diretta senza passare più dal bando ad evidenza pubblica ed autorizzare le società di gestione a vendere ai privati parte del proprio patrimonio, anche quello indisponibile.

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Il Forum permanente ha cominciato a tuonare dalle prime ore del mattino: attenzione, è una liquidazione, non una liquefazione! Un autogol che non trovava altre spiegazioni se non nella fretta di chiudere una finanziaria in cui si prova a raschiare il fondo del barile pur di trovare quattrini e far quadrare i conti del bilancio regionale. Ma le Terme non sono società partecipate assimilabili alle altre in perdita perché, sebbene inattive al momento, oltre a servire al rilancio dell’economia e del turismo di Acireale e di Sciacca, hanno in pancia beni immobiliari e un patrimonio con finalità di impiego infungibili e, poiché sono indisponibili e di proprietà pubblica, possono essere affidati ai privati in gestione, ma non messi in vendita come qualsiasi altro immobile. Insomma, ogni tanto alla Regione imprenditrice sembra sostituirsi, per volontà di qualche burocrate, la Regione immobiliarista. La determinazione dell’on.Foti e l’invito alla ragionevolezza e al buon senso da parte del Forum permanente sono stati decisivi. Sarebbe stato un controsenso che un governo, nelle parole di Crocetta, disponibile a rilanciare il turismo si dichiarasse contrario al testo di legge approvato in Commissione Bilancio (di questo tono era l’emendamento proposto da Alice Anselmo e Luca Sammartino del PD) o addirittura finisse per svendere il proprio patrimonio (come poteva intendersi dall’emendamento integrativo proposto dall’assessore Alessandro Baccei). Alla fine il buon senso ha avuto ragione e ha prevalso anche sull’intransigenza della dottoressa Grazia Terranova, la tenacissima Dirigente dell’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni, che da mesi assieme alle liquidazioni sembra voglia chiudere per sempre pure gli stabilimenti termali di Acireale e di Sciacca. Adesso, con ogni probabilità, si andrà verso tavoli tecnici che, sia per Acireale che per Sciacca, consentiranno ai liquidatori di riunire creditori, Socio e altri attori istituzionali per provare a definire il più presto possibile bandi di privatizzazione che siano interessanti, appetibili per gli investitori privati, senza lasciare loro la massima discrezionalità, ma nemmeno senza togliere loro quella libertà di fare impresa termale come ormai avviene in ogni parte del mondo. Le due città, Acireale e Sciacca, tirano un sospiro di sollievo.

R.S.

 

Il governo ritirerà l’emendamento. Il futuro delle Terme di Acireale passa unicamente dalla concertazione


E’ una guerra di nervi, ma pian piano il buon senso si sta affermando. Ci sono alcuni aggiornamenti dall’Assemblea Regionale Siciliana dove è in corso la discussione sulla legge di stabilità. Abbiamo dato notizia che sull’art.53 della legge erano stati presentati alcuni emendamenti, uno soppressivo (a firma di Alice Anselmo e Luca Sammartino, del PD), l’altro integrativo su proposta del Governo regionale, cioè dell’Assessore Alessandro Baccei, del Presidente Rosario Crocetta e, dunque, dell’Ufficio Speciale per la Chiusura delle Liquidazioni (retto dalla dottoressa Grazia Terranova). Se venisse votato l’emendamento soppressivo, l’art.21 della legge regionale n.11 del 12/5/2010 rimarrebbe così come fu approvato sei anni fa, ovvero con l’esclusività dei poteri della Regione in materia di bando ad evidenza pubblica per la privatizzazione, mentre è in corso la liquidazione, dunque determinando – come finora è avvenuto – un vicendevole ritardo in entrambe le procedure. Sarebbe un paradosso, tenuto conto che a proporre un emendamento del genere è il PD che, sia nella passata come nella attuale legislatura, ha sempre affermato il contrario, ovvero di voler accelerare il processo di rilancio del termalismo (vedi il disegno di legge di Concetta Raia sul riordino del sistema termale). Se venisse votato l’emendamento integrativo presentato dal Governo regionale, si determinerebbe soltanto caos, poichè: a) gara ad evidenza pubblica e trattativa diretta sono due modalità di privatizzazione alternative, che però vanno definite ex ante e non in corsa; b) la eventuale alienazione di beni indisponibili di proprietà della Regione potrebbe privare per sempre il termalismo delle risorse strutturali necessarie per rilanciare questo settore dell’economia e del turismo siciliani. Sembra invece che il Governo voglia ritirare l’emendamento, lasciando il testo com’è, ovvero come è stato recentemente approvato in Commissione Bilancio, dunque con la estensione ai liquidatori, proposta dall’on.Angela Foti, della possibilità di redigere il bando. Se è vero, infatti, che il compito dei liquidatori è facilitare lo scioglimento delle società, è pur vero che l’interferenza del percorso di privatizzazione va gestita intelligentemente, dando anche ai liquidatori la possibilità di confezionare, con l’assistenza della Regione socio unico, proposte serie e appetibili per il mercato degli investitori. Nel caso di Acireale, la proposta non può che passare attraverso un mix di elementi: 1. l’estensione della durata dell’usufrutto o della concessione; 2. l’assorbimento da parte del privato dei debiti, o quanto meno del debito nei confronti di Unicredit; 3. la rinegoziazione dei debiti della società Terme di Acireale verso gli altri creditori istituzionali (tra cui il Comune di Acireale, la Sogip, l’Enel e così via); 4. l’unitarietà del complesso aziendale, ovvero stabilimenti termali e alberghi insieme e non spezzettati. Per questi motivi, l’unica strada praticabile – come ha sempre sostenuto il Forum permanente per le Terme – rimane la concertazione, ovvero la costituzione di un tavolo tecnico dove, presenti il liquidatore, il Socio unico Regione e i creditori privati e istituzionali – si possano ricomporre tutte le vicende, facilitare la liquidazione e avviare il percorso di privatizzazione. Se il Governo regionale ritirerà l’emendamento e il PD rinuncerà ad un emendamento, che sembra più tattico che strategico, vorrà dire che il buon senso, pian piano, sta prevalendo.

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E’ una liquidazione, non una liquefazione. Suggerito dalla Terranova, un emendamento del governo Crocetta rischia di bruciare per sempre il termalismo siciliano


Pubblichiamo di seguito l’emendamento che il Governo regionale ha presentato in sede di approvazione della legge di stabilità. Nella legge di stabilità che si sta votando in questi giorni, all’ articolo 53 é presente la proposta dell’on. Angela Foti nella formulazione ampiamente  condivisa in Commissione Bilancio, che consente ai liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca SpA di predisporre il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti. La proposta dell’on.Foti, votata favorevolmente anche dal Presidente on.Vincenzo Vinciullo, era conseguente all’audizione del 3 febbraio scorso dove, in sede di analisi delle Terme di Acireale SpA, emersero alcune criticità legate ai ritardi di esecuzione delle due procedure di liquidazione e di privatizzazione. Adesso, in sede di discussione della legge di stabilità, sono stati presentati e saranno esaminati  emendamenti soppressivi presentati da  alcuni gruppi parlamentari  e un sostitutivo a firma del governo.  Ques’ultimo, suggerito dall’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni retto dalla Dirigente Grazia Terranova, è molto pericoloso. La soppressione fine a se stessa dell’articolo, senza che ci sia una proposta migliorativa o alternativa, palesa una volontà burocratica ben precisa, ovvero che lo stillicidio della  risorsa Terme continui con ulteriore impoverimento del patrimonio.  E’ sufficiente leggere quanto di seguito riportato per rendersi conto di una contraddizione e di una sbrigativa via d’uscita. La contraddizione è che il liquidatore possa procedere sia al bando ad evidenza pubblica che alla trattativa diretta con potenziali investitori: si tratta, in realtà, di due procedure alternative che si escludono a vicenda: o si sceglie una strada o se ne sceglie un’altra. La via d’uscita sbrigativa è che la Regione vuol rendere disponibile il patrimonio indisponibile  e metterlo in vendita. Come dire, sostituire alla liquidazione la liquefazione delle sue società partecipate e, in questo caso, del termalismo siciliano. C’è poi il problema dell’estensione della concessione d’uso del patrimonio idrotermale ai privati che, secondo la Terranova, non può avvenire, perchè l’usfrutto concesso dalla Regione alle Terme di Acireale SpA è vincolato. Insomma, ancora una volta la burocrazia sta ingabbiando l’azione politica del Governo e del Parlamento siciliani.

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Già a novembre si lanciava un grido d’allarme sulle Terme di Acireale, mentre la burocrazia regionale indugiava


La puntata integrale di Città Città, trasmissione di Etna Espresso Channel, andata in onda il 13 novembre 2015

Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni a Palermo, nessuna informazione ufficiale su competenze attività ed organigramma


Sul sito della Regione Siciliana – Assessorato all’Economia, come è possibile constatare direttamente visitando la pagina ufficiale, non sono riportate informazioni sull’Ufficio Speciale per la chiusura delle liquidazioni né in merito alle competenze ed attività né in relazione all’organigramma. L’Ufficio ha un Dirigente nella persona della dottoressa Grazia Terranova. L’Ufficio, come è noto, si sta occupando delle delicatissime liquidazioni delle due partecipate regionali Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA

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Terme di Acireale, ancora caos. La burocrazia regionale rema contro


dal settimanale I Vespri, pagg.18-19 del numero 4 anno XI

E’ diventata grottesca la vicenda delle Terme di Acireale. Sembra che vi sia la mano invisibile della burocrazia regionale che a tutti i costi vuole sbrandellare gli stabilimenti e i relativi compendi immobiliari, spossessando Acireale di un pezzo della sua storia, di una parte della sua vocazione turistica e persino della sua volontà di risorgere economicamente. Una burocrazia talmente forte e determinata nei suoi intendimenti da andare anche contro la politica, a meno che vi sia un pericoloso gioco delle parti che, ove dimostrato, sarebbe ancora più grave. In pratica, succede quanto segue…..

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Terme, approvato emendamento: Terme di Sciacca e di Acireale possono emanare i bandi


dal sito del Corriere di Sciacca

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Approvato l’emendamento presentato dall’onorevole Angela Foti. Emendamento approvato lo scorso 3 febbraio scorso. Si tratta dui un emendamento che consente alle società Terme di Sciacca Spa e Terme di Acireale Spa di poter, in quanto società di gestione, predisporre i bandi di manifestazione d’interesse per la gestione delle strutture termali.

 

Terme Acireale, Todaro: “Regione boccia bilancio ’14? assurdo””


di Serena Di Stefano, dal sito Sudpress

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Dopo il rigetto dell’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA – sentenza emanata dal giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania Antonio Caruso – interviene il commissario liquidatore sul futuro del comparto termale

“Alla buona notizia del rigetto, appresa venerdì mattina, è seguita l’immediata doccia fredda. Nella stessa giornata di venerdì è stata convocata l’assemblea dei soci ed essendo una società partecipata al 100%, il socio Regione ha sottoposto a procedure tutti gli ordini del giorno, tra i più importanti, ha rigettato il bilancio relativo all’anno 2014 (quindi a un periodo in cui non ero ancora commissario liquidatore)”, ha dichiarato Gianfranco Todaro insediato a ottobre 2015.

“Il precedente liquidatore aveva omesso di presentare il bilancio relativo a questo periodo, quindi mi sono dovuto occupare del bilancio 2014 che in linea di massima non si discosta da quelli degli anni precedenti approvati dal Collegio sindacale e dalla Regione. Inspiegabilmente la Regione non ha approvato il bilancio con motivazioni assurde facendo dei rilievi che non sono stati effettuati nei 10 anni precedenti”.

La situazione attuale è quindi ancora di stasi. “Rivedremo il bilancio e lo ripresentermo, siamo nella fase di studio ma stiamo cercando di capire le motivazioni del rigetto”.

Il dialogo con la Regione continuerà ma “è chiaro che stiamo cercando anche interlocutori diversi”, ha continuato Todaro spiegando un altro punto all’ordine del giorno discusso dall’Assemblea dei soci: il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati.

“Avevo chiesto l’autorizzazione per emanare un bando per la gestione dello stabilimento che la Regione prevedeva di fare già nel 2010, secondo la legge 11 del 2010, ma in 5 anni non ha fatto quasi nulla dato che solo dopo questi anni si è accorta di non avere i presupposti per emanarlo in quanto il patrimonio in larga parte appartiene alla società Terme di Acireale SpA. A questo punto, è stato detto solo verbalmente che il bando sarebbe stato fatto dal commissario liquidatore, condizione ritrattata nell’ultima riunione perché la Regione ha limitato l’attività del commissario solo alle manovre liquidatorie, quindi attualmente non posso emanare nesssun bando.”

La Regione dunque non può farlo, il liquidatore nemmeno perché deve occuparsi soltanto della soddisfazione dei creditori. “E’ per questo che ho proposto di modificare con un emendamento la legge 11 del 2010 prevedendo che sia il commissario liquidatore a proporre il bando per la gestione ai privati. La proposta è stata subito accolta dall’onorevole Angela Foti (M5S) e l’emendamento che dovrebbe andare in esame dell’Assemblea in questi giorni.”

Sulla questione era intervenuta anche la deputata pentastellata in questi termini: “È certo che non è più possibile che la gestione liquidatoria delle Terme di Acireale continui così come si è protratta fino ad oggi, la Regione deve svolgere un ruolo attivo e propositivo nella soluzione di un problema che rischia di alienare al patrimonio regionale un assetto che ha rivestito e può ancora rivestire un’importanza cruciale per l’economia turistica etnea”.

 

Liquidazione e privatizzazione, bisogna fare in fretta adesso per salvare le Terme di Acireale


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Guardare avanti e non voltarsi indietro, almeno per il momento. Potrebbe essere questo l’invito rivolto a tutti gli stakeholders, ovvero ai portatori di interesse, coinvolti a vario titolo nella intricata vicenda delle Terme di Acireale. In pochi giorni sono successi tanti fatti importanti. Giovedì 11 il Giudice della V sezione civile e fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato l’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA. Il giorno dopo, in occasione della Assemblea convocata dal liquidatore avv.Gianfranco Todaro, il Socio Regione si è presentato, nella persona del dott. Francesco Petralia delegato dal Presidente on. Rosario Crocetta, e ha bocciato la proposta di bilancio al 31.12.2014 predisposta dallo stesso liquidatore. Rilevante, nella bocciatura della Regione, è stato il parere negativo al bilancio espresso dal Collegio Sindacale che invece negli anni passati, con una struttura di bilancio similare, lo aveva regolarmente dato. Adesso, bisogna fare in fretta per salvare le Terme sul piano societario. La liquidazione, fino a prova contraria, prosegue regolarmente ed è necessario predisporre tutti gli atti, a cominciare da un bilancio regolarmente approvato, per portare a compimento lo scioglimento societario, e dunque il pagamento dei debiti, la riscossione dei crediti e la restituzione dell’attivo residuo al Socio. Bisognerà capire soprattutto come l’Ufficio Speciale per le Liquidazioni all’Assessorato al Bilancio a Palermo (ad oggi retto dalla dirigente dott.ssa Grazia Terranova) intenderà muoversi nei prossimi giorni, sempre che non vi siano cambiamenti al vertice, come è puntualmente successo negli ultimi anni quando le procedure si sono complicate. Sul versante della privatizzazione va registrato che l’emendamento predisposto dall’on.Angela Foti il 3 febbraio scorso, a conclusione dell’audizione alla II Commissione Bilancio, è stato approvato ieri in Commissione. Adesso, dunque la legge regionale n.11 del 2010 potrà esser modificata. Nelle more del completamento della liquidazione, i bandi per l’affidamento della gestione ai privati potranno essere predisposti dalle stesse società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA. Il Forum permanente per le Terme, promosso dal Lions Club Acireale, continuerà a monitorare e vigilare l’andamento della vicenda.

I bandi potranno essere predisposti dalle società di gestione. Approvato l’emendamento dell’on.Foti


Approvato l’emendamento presentato dall’on.Angela Foti il 3 febbraio scorso, ci comunica la parlamentare regionale. Adesso anche le società di gestione Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA potranno predisporre il bando di privatizzazione

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Terme di Acireale: rigettata l’istanza di fallimento, ma lo scenario resta confuso (e gli ascari in agguato)


dal sito I Nuovi Vespri, di Giulio Ambrosetti

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La Spa costituita nel 2005 resta in pista. Ma ieri, oltre al rigetto del’istanza di fallimento, le cronache registrano anche la ‘bocciatura’ del bilancio della società da parte della solita Regione di Baccei. Di fatto, l’unica forza politica siciliana che si batte per la riapertura delle Terme di Acireale è il Movimento 5 Stelle. Mentre la vecchia politica, su questo come su altri fatti economici e amministrativi, produce solo ascarismo a 24 carati

La notizia di ieri è che la Sezione fallimentare del Tribunale di Catania ha rigettato l’istanza di fallimento per le Terme di Acireale Spa, la società che, nel 2005, ha assorbito il patrimonio della vecchia Azienda delle Terme che faceva capo alla Regione. Detto questo, la situazione resta confusa, perché sempre ieri l’assemblea dei soci della stessa società termale ha ‘bocciato’ il bilancio. In pratica, a dire “No” al bilancio è stata la Regione siciliana, per la precisione, l’assessorato al Bilancio retto da Alessandro Baccei, l’uomo inviato da Renzi in Sicilia non soltanto per ‘liquidare’ l’Autonomia, ma – supponiamo – anche per fare ‘altre’ cose. Ma andiamo con ordine.

Cominciando col dire che se il PD di Renzi avesse potuto ‘spiccicare’ le Terme di Acireale (e – supponiamo – anche le Terme di Sciacca) per trasferirle altrove, magari in Toscana, l’avrebbe già fatto. Del resto, in una Sicilia governata da ‘ascari’, dove si svende tutto con ‘saldi di fine stagione’ c’è da aspettarsi di tutto. 

Ci sono asset della Sicilia che fanno gola a molti. E se la politica non c’è – e in Sicilia, oggi, non c’è politica – tutto è possibile. Basti pensare al caso incredibile dell’acqua dei monti Sicani, in provincia di Agrigento: un tempo l’acqua di questa sorgente veniva distribuita ai cittadini di questa provincia. Oggi buona parte va alla Nestlè, che imbottiglia la nostra acqua e ce la rivende come Acqua Vera. Se volete farvi quattro risate andatevi a informare – magari con i protagonisti dei governi Lombardo e Crocetta – quanto paga la Nestlè alla Regione. Un capolavoro dell’ascarismo siciliano.

Ma torniamo alle Terme di Acireale. Prima di illustrare quello che hanno in testa gli ‘ascari’ facciamo un po’ di storia. Le Terme di Acireale e di Sciacca sono sempre state gestite dalla Regione, tra alti e bassi. Ma sempre nel rispetto del lavoro e con una buona manutenzione delle infrastrutture. Quando, nel 2001, arrivano i signori di Forza Italia – che non erano e non sono meno ‘ascari’ dei politici degli ultimi due governi regionali – si decide di ‘privatizzare’.

I berlusconiani, per le Terme di Acireale e di Sciacca, hanno ‘grandi idee’, tutte confuse e, soprattutto, tutte sbagliate. Nascono così le Spa che prendono il posto delle vecchie Aziende termali. Le due Spa ereditano i patrimoni delle rispettive Aziende termali.

Nel 2005, ad Acireale, ci sono già problemi. La società ha sì assorbito il patrimonio – beni per circa 70 milioni di Euro: due alberghi, gli stabilimenti termali di Santa Caterina e Santa Venera, due piscine olimpioniche, un centro polifunzionale, le acque solfuree, la sorgente dell’acqua Pozzillo – ma ha ereditato anche i debiti.

Una legge regionale regionale del 2007 prevede la ricapitalizzazione della Spa Terme di Acireale con un intervento della Regione pari a 15 milioni di Euro. Solo che per motivi ‘misteriosi’ vengono erogati solo 5 milioni di Euro (questo ‘mistero’ proveremo a illustrarlo alla fine). Con questa disponibilità finanziaria non si può fare fronte ai debiti, che ammontano a a circa 9 milioni di Euro (un mutuo contratto con le banche).

Le due Spa – quella per le Terme di Acireale e quella per le Terme di Sciacca – non sono state create per rilanciare le attività termali, ma per essere poste in liquidazione e favorire gli ‘amici’. Questo è il progetto di Forza Italia made in Sicily. Operazioni che subiranno intoppi, forse perché, all’interno del centrodestra siciliano che in quegli anni governa la Sicilia, ci sono, su tali temi, ‘frizioni’; o forse perché non si trova la ‘quadra’ sulla spartizione.

Arriva la liquidazione, che era stata programmata sin dalla nascita delle due Spa (da qui l’erogazione di una sola parte dei fondi regionali). La legge regionale n. 11 del 2010, articolo 21, stabilisce che la Regione “entro sei mesi dall’approvazione della seguente legge” dovrà emanare un bando ad evidenza pubblica per affidare le Terme di Acireale a un soggetto privato. Ma a questo punto sorge l’inghippo (che, forse, è stato preparato ad arte: chissà).

Ecco l’inghippo. Il bando avrebbe dovuto essere preparato da Sviluppo Italia(oggi questa società è passata alla Regione e si chiama Sviluppo Italia Sicilia: società che l’assessore-commissario della Regione Baccei vorrebbe sbaraccare per affidare tutto, così si dice, a una società non siciliana). Sviluppo Italia mette a punto il bando. Ma tutto si blocca. Perché?

Perché Sviluppo Italia non può gestire un bando se il patrimonio fa capo alla Spa Terme di Acireale. Più che altro è una mezza sceneggiata per perdere tempo. Perché per verificare una cosa del genere non servono certo sei anni! Ma tant’è.

Tra un rinvio e l’altro siamo arrivati ai nostri giorni. E’ il tempo di Baccei, il padrone degli ‘ascari’ del governo siciliano. Quello che gli dà gli ordini.

A quanto pare, Baccei fa ‘trottare’ anche i dirigenti dell’assessorato al Bilancio. E noi ne abbiamo avuto la prova in occasione dei 5 miliardi di Euro di crediti della Regione fatti scomparire dall’assessore Baccei. Con certi dirigenti regionali che giuravano e spergiuravano sull’improbabile.

Insomma, come fu e come non fu, come si direbbe dalle nostre parti, alcuni dirigenti regionali dell’assessorato al Bilancio reggono il gioco a Baccei. L’ascarismo, del resto, è una ‘categoria dello spirito’ che non invade solo la politica, ma anche la burocrazia, meglio se ‘alta’.

Chi sta provando a fare qualcosa è la parlamentare grillina Angela Foti. Suo un emendamento alla legge regionale n. 11 del 2010 che dovrebbe sbloccare la situazione, consentendo, se approvato, di pubblicare questo benedetto bando per rilanciare le Terme di Acireale.

A questo punto facciamo parlare il liquidatore della società terme di Acireale, l’avvocato Gianfranco Todaro. “In questa storia – ci dice – scontiamo l’ostruzionismo dell’ufficio speciale per le liquidazioni dell’assessorato al Bilancio della Regione siciliana. Si tratta della dottoressa Grazia Terranova. Insomma, i rappresentanti della Regione non partecipano alle riunioni. Ripeto: fanno ostruzionismo”.

La prossima settimana proveremo a intervistare la dottoressa Terranova. Intanto proseguiamo con il nostro racconto.

Siamo arrivati all’Ottobre dello scorso anno. Anzi, al 2 Novembre scorso, quando si insedia il già citato avvocato Todaro. Che deve subito affrontare un’stanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Perché tale istanza di fallimento?

Perché ci sono problemi. E c’è un’azienda che non paga e crea, per l’appunto, problemi. E ci sono anche indagini della Guardia di Finanza. A quanto pare ‘pesanti’. C’è un passivo di oltre 10 milioni di Euro (9 milioni sono costituiti dal già citato mutuo).

Ieri, come abbiamo scritto all’inizio, l’istanza di fallimento è stata respinta. Ma il ‘gioco’ è tutt’altro che concluso. Perché, sempre come abbiamo ricordato all’inizio, e sempre ieri, il bilancio della società è stato ‘bocciato’ dalla Regione: cioè dall’assessorato retto da Baccei.

Non è che, in questa storia, ci sono conflitti di interessi? Non sappiamo rispondere a questa domanda. L’unica cosa certa è che, ad Acireale, l’unica forza politica che si sta battendo in favore delle Terme di Acireale, per rilanciarle nell’interesse della Sicilia, è il Movimento 5 Stelle.

Chi scrive non può certo essere accusato di ‘grillismo’, perché ci capita spesso di criticare i grillini. Ma la verità va detta: e la verità è che i grillini ci sono e si battono per rilanciare le Terme di Acireale. Mentre le altre forze politiche non ci sono.

Un tempo, nel centrosinistra siciliano, c’era il parlamentare regionale eletto nel PD, nel collegio di Catania, Giovanni Barbagallo. Era tutt’altro che ascaro. Ed era legato al territorio. La sua assenza, oggi, all’Ars, su certe tematiche legate al territorio catanese, si nota.

Acireale è la città che ha dato i natali all’ex presidente della Regione, Rino Nicolosi. E’ è stato anche merito suo se, nella cosiddetta Prima Repubblica, le Terme di Acireale sono riuscite a brillare. Oggi quello che resta della politica tradizionale catanese e siciliana – molto poco, in verità – sta lasciando marcire infrastrutture costate un sacco di soldi e un sacco di fatica.

Tutto questo perché prima le ‘operazioni’ avrebbero dovuto farle quelli di Forza Italia, mentre oggi si attendono le ‘operazioni’ renziane. Ascari e ‘banditi’ i primi, ascari e ‘banditi’ i secondi.

Nel frattempo – e scusate il bisticcio di parole – non si trova il tempo per verificare le manifestazioni d’interesse. C’è una società svizzera, ad esempio, che, a quanto pare, sarebbe disposta a pagare i debiti, a ristrutturare tutto e a rilanciare le gloriose Terme di Acireale. Ma al ‘Nuovo che avanza’ del PD renziano conviene? Che ci guadagneranno, visto che in Sicilia li detestano tutti?

L’abbiamo detto all’inizio: se il PD di Renzi avesse avuto la possibilità ‘spiccicare’ lo stabilimento termale di Acireale – e magari anche quello di Sciacca – per portare tutto in Toscana, beh, sarebbe già tutto risolto. Gli ascari del centrosinistra siciliano non avrebbero opposto resistenza. Magari Crocetta avrebbe firmato un altro ‘Patto scellerato’ senza problemi.

Ma un conto sono gli oltre 5 miliardi di Euro che il presidente della Regione ha regalato al governo nazionale con la celebre sentenza della Corte Costituzionale ‘inghiottita’, altra e ben diversa cosa sono le Terme di Acireale che, mannaggia!, non si possono ‘spiccicare’…

Rigettato il fallimento, tempi certi per il bando


L’articolo apparso ieri su Catania Live Sicilia

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CATANIA – “Il Giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato ieri l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA, a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza nei mesi scorsi. Scongiurato per il momento l’avvio di una procedura concorsuale fallimentare che avrebbe complicato maledettamente il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati, come previsto dalla legge regionale n.11 del 2010, prosegue pertanto la gestione liquidatoria. Tra poco si terrà l’Assemblea dei Soci, con la speranza che il Socio Regione si presenti regolarmente ed eserciti regolarmente tutte le sue prerogative di azionista unico delle Terme di Acireale SpA”. Questo il post pubblicato da Rosario Faraci del Forum Permanente delle Terme di Acireale, che annuncia lo scongiurato fallimento della società. L’economista sulla questione nei giorni scorsi aveva avviato una petizione e aveva inviato una nota infuocata alla deputazione regionale.

E proprio dall’Ars arrivano i primi commenti alla vicenda. “Una buona notizia che può far sperare per il futuro delle Terme di Acireale”. Così la deputata Cinquestelle all’Ars Angela Foti che aggiunge: “la sentenza, anche se non risolve i problemi economico-finanziari delle Terme, scongiura la catastrofica possibilità di mettere nelle mani di un curatore fallimentare il patrimonio delle Terme con tutte le conseguenze nefaste che ciò avrebbe potuto significare”.

“È certo però – continua Foti – che non è più possibile che la gestione liquidatoria delle Terme di Acireale continui così come si è protratta fino ad oggi, la Regione deve svolgere un ruolo attivo e propositivo nella soluzione di un problema che rischia di alienare al patrimonio regionale un assett che ha rivestito e può ancora rivestire un’importanza cruciale per l’economia turistica etnea”.

“Fino ad oggi chi cura gli interessi della Regione ha mantenuto un profilo basso sulla questione, facendosi colpevolmente travolgere dagli eventi. Bisogna trovare una soluzione sostenibile, – conclude la parlamentare acese – e ho già avuto la disponibilità dal presidente della commissione Bilancio dell’Ars per convocare nuovamente i soggetti competenti così da stilare un cronoprogramma che stabilisca tempi e compiti certi per arrivare alla redazione del bando per l’affidamento ai privati della gestione del complesso termale di Acireale, così come previsto dall’articolo 21 della legge regionale 11/2010”. A tal proposito è stato presentato un emendamento alla legge di stabilità in discussione in queste ore in commissione Bilancio che mira a dare la possibilità, per ora normativamente preclusa, di redigere il bando di affidamento ai privati ai commissari liquidatori delle Terme di Acireale e Sciacca. Una soluzione questa, che potrebbe finalmente sbloccare l’impasse e procedere al rilancio dei due complessi Termali”.

Terme di Acireale, la Regione boccia bilancio del liquidatore


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Terme. Palermo vuole spossessare Acireale della sua storia?


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Bocciata la proposta di bilancio al 31.12.2014, le Terme di Acireale nel più totale scompiglio?


AD IMPOSSIBILIA NEMO TENETUR.

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Questa foto l’ho scattata l’anno scorso il 1 giugno 2015, in occasione del IV anniversario dalla costituzione del Forum permanente per le Terme di Acireale. Come a dire, “Terme incatenate”. Abbiamo appena appreso che oggi, in Assemblea dei Soci, il socio Regione Siciliana ha bocciato la proposta di bilancio al 31.12.2014 presentata dal liquidatore, gettando così nello scompiglio le operazioni liquidatorie e i successivi passi verso la privatizzazione della gestione, come prevede la legge regionale del 2010. Tutto torna in alto mare. Una brutta notizia che fa da contraltare alla bella notizia diramata questa mattina, cioè il rigetto dell’istanza di fallimento da parte della V Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania che invece lasciava intravedere speranza, fiducia ed evidenziava grande senso di responsabilità dei magistrati. Nel più totale disallineamento fra burocrazia e politica regionale, fra l’Assessorato all’Economia, la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le liquidazioni e il Presidente Crocetta, è ormai chiara la volontà palermitana della Regione di affossare definitivamente le Terme e tutta la Città di Acireale. Noi ci abbiamo provato, fino alla fine, a resistere e combattere con tutte le nostre forze. Abbiamo scritto alla Commissione Bilancio e portato la Città di Acireale fino all’ARS, abbiamo scritto a Crocetta e ai novanta deputati, abbiamo lanciato una petizione pubblica oltre ad un appello al buon senso e alla responsabilità pur nel rispetto della legge, abbiamo chiesto l’attenzione di tutti i Lions siciliani con la visita del Governatore fino ad Acireale in occasione di un recente convegno, abbiamo fatto cose eccezionali. Ma, come dicevano gli antichi, “ad impossibilia nemo tenetur”.
Vediamo come andrà a finire.

Rigettata l’istanza di fallimento, prosegue la gestione liquidatoria. Adesso la Regione si comporti responsabilmente da Socio


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Una bella notizia!
Il Giudice della Quarta Sezione Civile e Fallimentare del Tribunale di Catania dott. Antonio Caruso ha rigettato ieri l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Catania a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA, a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza nei mesi scorsi. Scongiurato per il momento l’avvio di una procedura concorsuale fallimentare che avrebbe complicato maledettamente il cammino verso l’affidamento degli stabilimenti ai privati, come previsto dalla legge regionale n.11 del 2010, prosegue pertanto la gestione liquidatoria. Tra poco si terrà l’Assemblea dei Soci, con la speranza che il Socio Regione si presenti regolarmente ed eserciti regolarmente tutte le sue prerogative di azionista unico delle Terme di Acireale SpA.

Parco delle Terme di Santa Venera, si avviano le operazioni di pulizia straordinaria


dal sito delle Terme di Acireale

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Terme di Acireale, doppio appello a Crocetta dal sindaco e dal Lions di Acireale


da Sicilia Journal

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ACIREALE – Un doppio appello è stato lanciato nelle ultime ore dalla Città di Acireale al Presidente della Regione on. Rosario Crocetta e all’Assessore all’Economia Alessandro Baccei. L’appello pubblico del Sindaco Roberto Barbagallo e una petizione on line lanciata dal Lions Club Acireale (https://www.change.org/p/on-rosario-crocetta-assessore-alessandro-baccei-salvate-le-terme-di-acireale-la-regione-dia-un-segnale-di-presenza) che, con una nota del Presidente Rosario Faraci pubblicata sul sito del Forum, si è rivolto pure ai novanta deputati all’ARS (https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/07/terme-di-acireale-la-proprieta-regione-dia-subito-un-segnale-di-presenza/).

Un appello per salvare le Terme di Santa Venera e di Santa Caterina da una possibile sentenza di fallimento che potrebbe giungere nelle prossime ore, qualora il Giudice accogliesse l’istanza fallimentare chiesta dal Tribunale a seguito delle indagini condotte nei mesi scorsi dalla Guardia di Finanza.  Il Giudice esaminerà tutte le carte e guarderà attentamente i numeri per valutare se esistano tutti i presupposti per avviare la procedura concorsuale di fallimento a danno della società di gestione Terme di Acireale SpA che dal 2006 è una società per azioni, di proprietà della Regione.  Sull’iter giudiziario poco o nulla può esser fatto, anche perché le eventuali memorie difensive sono già state depositate dai legali di parte; tuttavia il liquidatore delle Terme avvocato Gianfranco Todaro non ha potuto produrre il bilancio al 31.12.2014 perché il socio Regione ha disertato fin qui tutte le Assemblee in cui è stato regolarmente convocato. La prossima Assemblea è in programma per questo venerdì 12 e l’auspicio è che la proprietà Regione dia un segnale di presenza, facendo valere fin in fondo tutte le sue prerogative (diritti e doveri) dell’azionista unico. Sarebbe un segnale politico importante, oltre che societario.

In realtà, nonostante le promesse dell’on. Crocetta in campagna elettorale, la Regione da tempo è latitante su tutte le questioni riguardanti le Terme, sia di Sciacca che di Acireale, i cui stabilimenti sono chiusi in entrambe le cittadine. Mentre sulle prime la situazione è relativamente più tranquilla, sulle Terme di Acireale, oltre a pendere la spada di Damocle degli esiti dell’istanza fallimentare, grava l’atteggiamento irreprensibile e severissimo della dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni alla Regione Siciliana, la dottoressa Grazia Terranova, che ha in esame da oltre un anno l’incartamento “Terme di Acireale”.

Arrivata agli onori della cronaca nelle ultime settimane, la Dirigente, persona di massima fiducia dell’Assessore Baccei, rappresenta la proprietà, cioè il Dipartimento Bilancio dell’Assessorato all’Economia, cui fa capo l’intero pacchetto azionario delle Terme di Acireale SpA. Eccependo di volta in volta vizi di carattere procedurale, gli ultimi dei quali in ordine di tempo pare siano legati ad un parere negativo formulato dal Collegio Sindacale delle Terme, la dottoressa Terranova ha di fatto bloccato l’approvazione del bilancio al 31.12.2014, rendendo vano il tentativo del liquidatore Gianfranco Todaro di produrre al Tribunale di Catania l’ultima importante memoria difensiva, utile per alleggerire la posizione debitoria della società pubblica. In effetti, negli ultimi otto anni da quando è divenuta società per azioni, alle Terme di Acireale SpA si sono accumulate perdite d’esercizio per oltre 12 milioni di euro e il patrimonio aziendale è diminuito da 56 a 40 milioni di euro; tuttavia, la consistenza degli asset è ancora capiente per far fronte al pagamento dei debiti nei confronti dei creditori aziendali, compresa la banca Unicredit che ha da poco acquisito il diritto di vendere all’asta due immobili (l’ex albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale) per rate di mutuo scadute e non pagate.

Sussistono da sempre margini per condurre ad una soluzione conciliatoria con i creditori la complicata vicenda delle Terme di Acireale, ma la Terranova non vuol sentire ragioni dato che è entrata in urto fin dall’inizio col liquidatore Todaro che, ironia della sorte, è stato proprio nominato in questa sua funzione dal Presidente della Regione Crocetta, cioè dalla stessa proprietà regionale.

La dottoressa Terranova ha manifestato la sua intransigente linea anche in occasione della recente audizione alla II Commissione Bilancio all’ARS, convocata la scorsa settimana, il 3 febbraio, dal Presidente on. Vincenzo Vinciullo che si è prontamente attivato raccogliendo il grido di allarme del Lions Club Acireale attraverso il Forum permanente. Lo scorso 17 gennaio, infatti, il Presidente del Lions prof. Rosario Faraci aveva scritto al Presidente Vinciullo chiedendogli, nella sua funzione di Presidente della II Commissione parlamentare, di attenzionare la vicenda delle Terme, così come aveva fatto recentemente per Sciacca. L’on.Vinciullo, rassicurando il prof. Faraci che sarebbe prontamente intervenuto, ha convocato un’audizione a Palermo cui ha invitato l’assessore Baccei (assente per motivi istituzionali), la dirigente Terranova, il liquidatore delle Terme Todaro e una delegazione della Città di Acireale composta dal Sindaco ing.Roberto Barbagallo, dal Presidente del Consiglio Comunale prof. Rosario Raneri, dal capogruppo di Cambiamo Acireale il consigliere dott. Giuseppe Ferlito e dal coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale dott. Mario Scandura.

In quella sede, la delegazione acese ha chiesto maggiore attenzione per la vicenda e grande rispetto per le sorti di un complesso immobiliare, le Terme per l’appunto, da cui dipende in parte la vocazione turistica della città. L’on. Angela Foti, del M5S presente in audizione, si è fatta promotrice di un emendamento integrativo della legge regionale n.11 del 2010 che consentirebbe di estendere alle società di gestione delle Terme di Sciacca e di Acireale la possibilità di redigere il bando di privatizzazione. Tuttavia, non è la privatizzazione che desta preoccupazione al momento; ma gli esiti della valutazione dell’istanza che, ove accolta, esautorerebbe la liquidazione prospettando, con la curatela fallimentare, un futuro ancora più incerto sulla riapertura degli stabilimenti termali.

R.S.

Grazie al Lions di Acireale, la vicenda Terme arriva al Parlamento siciliano


L’articolo pubblicato su Tuttolions Sicilia

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Grazie al Lions di Acireale, la vicenda Terme arriva al Parlamento siciliano


Non si ferma l’impegno del Lions Club Acireale in favore delle Terme di Santa Venera e di Santa Caterina, ormai chiuse da tempo e in stato d’abbandono, con l’incombente spada di Damocle di una sentenza di fallimento del Tribunale di Catania che anzitempo potrebbe determinare la fine della società di gestione degli stabilimenti.

Dal 2011, il Lions di Acireale ha attivato in città un Forum permanente per le Terme cui hanno aderito diverse associazioni e il cui modello “federativo” di collaborazione fra varie realtà associative è stato esportato anche a Sciacca, dove è stata avviata analoga iniziativa di coordinamento cittadino, cui aderisce pure il nuovo Lions Club Sciacca Terme.

Quest’anno, in occasione del cinquantesimo di attività sociale, e all’interno del programma “Acireale tra mito e realtà”, il club acese rilancia la questione, in un momento oggettivamente difficile per le Terme.  Diverse le iniziative fin qui promosse, non ultima la partecipazione attiva al convegno distrettuale organizzato alla Accademia Zelantea di Acireale e concluso dal Governatore Francesco Freni Terranova.

Nei giorni scorsi, il Presidente del club Rosario Faraci aveva inviato una lettera al Presidente della Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale Siciliana chiedendogli di prestare un’attenzione particolare alla vicenda delle Terme, come lui stesso aveva già fatto per Sciacca. Gli stabilimenti termali delle due cittadine, infatti, sono rette da due distinte società di gestione, Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA, entrambe interamente di proprietà della Regione, ma poste in liquidazione dal 2010 a seguito della legge regionale n.11.

L’on.Vincenzo Vinciullo, presidente della Commissione Bilancio, ha assicurato prontamente disponibilità raccogliendo il grido di dolore dei Lions acesi e mercoledì 3 febbraio si è tenuta a Palermo un’audizione durata ben due ore, alla presenza di diversi parlamentari, tra cui il deputato Angela Foti del collegio di Acireale, e di una delegazione di cui hanno fatto parte il Sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, il presidente del Consiglio comunale di Acireale prof. Rosario Raneri, il capogruppo di Cambiamo Acireale il consigliere dott. Giuseppe Ferlito, il liquidatore delle Terme di Acireale SpA avv. Gianfranco Todaro e, per il Lions di Acireale che ha promosso l’incontro, il dott. Mario Scandura, past president, e coordinatore insieme al presidente Faraci del Forum permanente per le Terme. La Regione, socio unico delle Terme, era rappresentata dalla dott.ssa Grazia Terranova, dirigente dell’Ufficio speciale per le liquidazioni presso l’Assessorato all’Economia.

L’audizione si è svolta in un clima sereno e costruttivo, pur con qualche vivace contraddittorio fra il liquidatore e la dirigente regionale. I problemi sul tappeto sono tanti, non tutti facilmente risolvibili in un momento in cui le casse regionali sono pressoché vuote. L’on.Angela Foti si è resa prontamente disponibile a presentare un emendamento di modifica alla legge regionale n.11 del 2010, consentendo anche alle società di gestione di predisporre il bando per la privatizzazione degli stabilimenti.  Il testo dell’emendamento è disponibile sul sito del Movimento Cinque Stelle all’indirizzo http://www.fancityacireale.it/wordpress2/terme-di-acireale-ecco-lemendamento-dellon-angela-foti-m5s/

Da parte sua, il Presidente della Commissione Bilancio on. Vinciullo, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, nonché la relazione tecnica del rappresentante del Lions (disponibile al seguente link: https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/06/le-richieste-del-forum-in-audizione-alla-commissione-bilancio-allars/), si è reso disponibile per incontrare nei prossimi giorni il Giudice che al Tribunale di Catania sta esaminando l’istanza di fallimento delle Terme di Acireale SpA. Moderata soddisfazione da parte di tutti i componenti della delegazione ed un plauso ancora una volta al Lions di Acireale che segue con attenzione la vicenda delle Terme ininterrottamente ormai da cinque anni.

Il video integrale della audizione all’ARS è disponibile al seguente link sul sito del Forum https://termediacireale.wordpress.com/2016/02/06/il-video-integrale-della-audizione-in-commissione-bilancio-allars/

Terme di Acireale, la proprietà Regione dia subito un segnale di presenza.


Giorni di Carnevale e Quaresima in arrivo.

Non bastano le rassicurazioni date in II Commissione Bilancio nell’audizione del 3 febbraio a Palermo, cioè che si farà il possibile per salvare “a bocce ferme” le Terme di Acireale, senza stanziare un solo quattrino. Non è sufficiente il clima sereno e costruttivo con cui si è svolto quell’incontro con tutti gli stakeholders, cioè i portatori di interesse in questa vicenda. Non è sufficiente la disponibilità in prima persona garantita dal Presidente della Commissione on. Vincenzo Vinciullo che, molto sensibile al grido di dolore lanciato nei giorni scorsi dal Lions Club attraverso il Forum, ha subito organizzato la audizione e ora si rende pronto ad incontrare i Giudici del Tribunale di Catania che, in questo momento, hanno in esame l’istanza di fallimento della società di gestione Terme di Acireale SpA. Non servono al momento tutto lo zelo e tutta l’inflessibilità manifestati dalla Dirigente per l’Ufficio Speciale delle Liquidazioni della Regione Siciliana dottoressa Grazia Terranova che ormai sembra andare avanti solo per questioni di principio nei rapporti con il Liquidatore delle Terme di Acireale SpA Gianfranco Todaro, cioè con il management aziendale (nominato dalla proprietà) che rappresenta giuridicamente  la stessa proprietà. E’ strategico, ma verrà utile solo in un secondo momento, l’emendamento presentato dalla on.Angela Foti che estende anche alle società di gestione delle Terme di Acireale e di Sciacca, quantunque in liquidazione, la possibilità di redigere il bando per la privatizzazione degli stabilimenti (speriamo che sia votato in aula da tutti i parlamentari, altrimenti sarà chiaro che la volontà assembleare è di affossare il termalismo in Sicilia). Non è sufficiente lo scatto d’orgoglio, seppur tardivo, di tutta la Città di Acireale adesso compatta – il Sindaco, il Consiglio Comunale e pezzi della società civile a partire dal Lions – che chiede alla Regione, di presenza nelle sue sedi istituzionali, maggiore attenzione e soprattutto grande rispetto per la vicenda delle Terme. Non servono più le dichiarazioni di speranza di alcuni parlamentari regionali e nazionali che adesso seguono la vicenda Terme con minor coinvolgimento emotivo,  ma con maggior giudizio di convenienza politica, rispetto a quanto magari avveniva in passato. Adesso è il momento di compulsare tutti insieme il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta e il suo Assessore all’Economia dottor Alessandro Baccei perché diano alle autorità giudiziarie un segnale di presenza della proprietà. La Regione, attraverso il Dipartimento Bilancio e dunque attraverso l’Assessore all’Economia, è l’unico socio proprietario delle Terme di Acireale SpA, come pure di quelle di Sciacca. Non ha esercitato fino ad ora tutte le prerogative (diritti e doveri) che spettano ad un socio unico, limitandosi a gestire da Palermo solo carte e faldoni. In questo momento, un faldone – il più importante di tutti, quello relativo ad una possibile istanza di fallimento della società di gestione – giace in esame al Tribunale di Catania dove sarà discusso nei prossimi giorni. Pende la spada di Damocle di una sentenza di fallimento, dopo le indagini della Guardia di Finanza dei mesi scorsi. E’ giusto, è sacrosanto, è sensato che dietro all’esame freddo di numeri e cifre, i Giudici abbiano la possibilità di sapere direttamente dal socio proprietario quali sono le ultime possibili manovre “a bocce ferme” per scongiurare una sentenza di fallimento che, data la consistenza patrimoniale e la capienza di asset delle Terme di Acireale SpA, potrebbe ancora essere evitata. Perché se è vero, come sostiene l’inflessibile dottoressa Terranova da Palermo, che non è un dramma se le Terme di Acireale SpA fallissero (in fondo non è la prima società pubblica che fallirebbe), dall’altro è pur vero che un provvedimento giudiziario del genere renderebbe maledettamente complicata la gestione dell’intera vicenda d’ora in avanti, danneggerebbe fortemente i creditori delle Terme (coi quali si possono ancora negoziare soluzioni conciliatorie di rientro dai debiti), lascia ad altri la transizione verso la privatizzazione (che dovrebbe essere saldamente presidiata dalla politica) e sarebbe assai punitivo nei confronti della Città di Acireale che paga già fin d’ora un prezzo altissimo (anche economico) per colpe non sue. Perché è vero che c’è la legge da rispettare, ma è altrettanto vero che ci sembra da parte della Regione atteggiamento da Ponzio Pilato lasciare che sia un curatore fallimentare ad avviare eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori precedenti, quando la stessa Regione da ben cinque anni avrebbe potuto esercitare tranquillamente questa sua prerogativa se solo la proprietà fosse stata più attenta ed attiva. Dunque, Crocetta e Baccei vengano a Catania nei prossimi giorni il più presto possibile e si attivino tutti i parlamentari loro vicini perché questo tentativo di incontro col Tribunale sia esperito in tempi rapidissimi.

Rosario Faraci, Co-Coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale e presidente del Lions Club Acireale promotore del Forum

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Il Presidente della Regione on. Rosario Crocetta

Le richieste del Forum in audizione alla Commissione Bilancio all’ARS


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Il Co-coordinatore del Forum dott. Mario Scandura

L’audizione del sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, del Presidente del Consiglio Comunale dott. Rosario Raneri , del co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale dott. Mario Scandura, del liquidatore della società Terme di Acireale SPA in liquidazione avv. Gianfranco Todaro e della Regione Siciliana rappresentata dalla dott. Grazia Terranova dirigente dell’ufficio speciale per le liquidazioni, in assenza dell’assessore al l’economia Alessandro Baccei impegnato in altra riunione a Roma, convocati presso la Commissione Bilancio della Regione Siciliana doveva essere l’occasione per trovare insieme soluzioni immediate per la soluzione dei problemi delle Terme di Acireale.

La riunione del 3 febbraio, durata oltre due ore, è stata aperta dal Presidente della Commissione on Vincenzo Vinciullo il quale, durante la riunione, ha dato la piena disponibilità dell’intera Commissione e Sua personale per effettuare gli interventi necessari  per scongiurare la dichiarazione di fallimento della società.

Il Sindaco di Acireale e il Presidente del consiglio comunale hanno ribadito l’importanze delle Terme per la città di Acireale che ha scelto il turismo come settore primario della sua economia e hanno lamentato l’inspiegabile e ingiustificata inerzia dei responsabili delle procedure di liquidazione e privatizzazione.

Il compito di aggiornare la Commissione sulla situazione attuale della società è stato affidato al dott. Mario Scandura, co- coordinatore insieme al prof. Rosario Faraci del Forum permanente delle Terme di Acireale, il quale sulla base dei dati risultanti dall’ultimo bilancio approvato al 31.12.2013 ha sintetizzato la situazione debitoria e creditoria della società. Il dott. Scandura rispettando la raccomandazione del Presidente Vinciullo di essere concreti e pragmatici ha formulato al socio unico Regione Siciliana le seguenti richieste:

  • Consentire al liquidatore la compensazione dei debiti nei confronti della Regione Siciliana con i crediti vantati nei confronti dello stesso Ente (€ 2.300,00 circa);
  • Intervenire presso il cliente Azienda Sanitaria Provinciale di Catania per effettuare il pagamento del suo debito verso la società che consentirebbe di pagare buona parte dei debiti verso fornitori.
  • Attivarsi per la riscossione dei crediti tributari che la stessa Regione Siciliana ha conferito in occasione della costituzione della società.
  • Dare l’incarico al liquidatore di completare il bando per lo svolgimento della gara ad evidenza pubblica per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione del complesso cremotermale.
  • Inserire nel bando il pagamento, a carico dell’aggiudicatario, del debito nei confronti dell’UNICREDIT SPA con le modalità concordate con lo stesso Istituto.

L’intervento del liquidatore Avv. Gianfranco Todaro è stato un appassionato sfogo. Ha lamentato, infatti, di essere stato lasciato solo in prima linea e che il socio unico Regione Siciliana anziché dargli sostegno non si è presentato nelle ultime tre assemblee convocate. Ha comunicato che nel breve periodo del suo mandato ha comunque registrato interesse da parte di imprenditori privati disposti a gestire le Terme.

Nell’’atteso intervento del socio unico la dott. Grazia Terranova si è limitata a ricordare che la Regione Siciliana non darà alcuna ulteriore risorsa finanziaria e ha cercato di dare poche convincenti giustificazioni sull’assenza del socio unico nelle assemblee convocate dal liquidatore. Non ha dato alcuna risposta positiva alle precise richieste presentate dal dott. Scandura e non ha formulato alcuna proposta dando l’impressione che la paventata dichiarazione di fallimento costituisce per la Regione Siciliana la soluzione di un suo problema e per gli uffici di poter archiviare un fastidioso fascicolo. Intervento che ha irritato il liquidatore Avv. Todaro che ha abbandonato temporaneamente la riunione.

L’on. Angela Foti, presente in aula, dopo aver criticato aspramente il comportamento degli uffici regionali per i notevoli ritardi accumulati, ha dato il Suo contributo positivo impegnandosi ufficialmente a presentare una proposta di legge per aggiungere nell’art. 21 della legge regionale n. 11 del 12.05.2010 la previsione di estendere al liquidatore la facoltà di attivare le procedure necessarie per affidare la gestione a soggetti privati.

Si deve amaramente prendere atto che la Regione Siciliana ha tentato di vanificare anche questa opportunità di coinvolgere una importante commissione Regionale e di discutere per trovare insieme soluzioni. Comunque si è avviato l’iter per consentire al liquidatore di gestire il Bando e si resta in attesa delle risposte sulle altre richieste formulate dal dott. Mario Scandura.

nota del dott. Mario Scandura, Co-coordinatore del Forum

Il video integrale della audizione in Commissione Bilancio all’ARS


Prima parte

Seconda parte

L’on.Angela Foti presenta un emendamento alla legge regionale 12 maggio del 2010


Più puntuali informazioni sul sito del Movimento Cinque Stelle di Acireale

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Terme di Acireale: non trovare la colpa, trova il rimedio!


“Non trovare la colpa, trova il rimedio” sembra aver detto Henry Ford, industriale, ingegnere e progettista statunitense, fondatore nel secolo scorso dell’omonima casa automobilistica ed azienda di famiglia. Non c’è forse frase migliore di questa per spronare tutti – politici, governanti e burocrati, amministratori, consiglieri locali e società civile – ad andare avanti e provare a salvare le Terme di Acireale da un fallimento morale, prima ancora che giuridico-formale della società di gestione degli stabilimenti. In fondo, è stato proprio questo il senso dell’audizione di giorno 3 febbraio, dinanzi alla II Commissione Bilancio all’ARS, convocata d’urgenza dal suo Presidente on. Vincenzo Vinciullo con tutte le parti interessate, a cominciare dal Forum che ha lanciato per primo il grido d’allarme raccolto poi dalla stessa Commissione Bilancio. C’erano tutti, dal Presidente Vinciullo che ha presieduto l’incontro per tutta la durata, ai deputati componenti la Commissione all’on. Angela Foti, dal Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo al presidente del civico consesso Rosario Raneri al consigliere capogruppo di Cambiamo Acireale Giuseppe Ferlito, dal Liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro al co-coordinatore del Forum permanente Mario Scandura. Tutti, ad eccezione dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei, assente per impegni istituzionali.  C’erano proprio tutti, come l’ultima volta – nella scorsa primavera del 2015 – quando nell’ufficio della Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni Grazia Terranova, anche lei presente in audizione giorno 3 febbraio, si provò a trovare una soluzione all’impasse venutasi a creare con la ritardata pubblicazione del bando di privatizzazione. E’ passato quasi un anno e le cose non sono cambiate, anzi le criticità sono aumentate. Anche allora più o meno con le stesse persone (non c’era il Presidente Raneri, ma c’erano Luigi Bosco, liquidatore “pro tempore” e l’on. Nicola D’Agostino presente agli incontri) come dinanzi alla II Commissione parlamentare all’ARS l’altro giorno, la dott.ssa Terranova, laurea in Giurisprudenza con 110/110 all’Università di Catania (clicca qui per il curriculum), componente dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Regione, è stata irreprensibile. Prima di trovare il rimedio, che pure c’era e c’è ancora, bisogna accertare la colpa fino in fondo e far espiare quella colpa a chi il delitto l’ha commesso. Per la Terranova, c’è sempre spazio per un’azione di responsabilità verso gli amministratori e se le Terme non fossero in grado di pagare le spese legali, ci sarebbe la via del patrocinio gratuito. Insomma, carte su carte, perché dal 2011 – da quando è stata avviata la liquidazione – le Terme di Acireale SpA e quelle di Sciacca SpA sono soltanto un faldone che si riempie di carte, lettere e ricorsi. “Se le Terme di Acireale fallissero – ha detto l’altro giorno in Commissione la dottoressa Terranova – non sarebbe un dramma”. Tecnicamente parlando, la Dirigente potrebbe aver ragione. Si parla infatti del fallimento come procedura concorsuale societaria che ha per oggetto non gli stabilimenti, ma la società di gestione da tempo sovraccarica di debiti e gravata da rilevanti perdite di esercizio. E al liquidatore si sostituirebbe il curatore fallimentare nell’esercizio di tutte le sue prerogative di gestore della fase terminale di un’azienda, col pagamento dei debiti, la riscossione dei crediti e la restituzione dell’attivo al Socio unico, cioè la Regione. Tecnicamente, non fa una grinza la dichiarazione della dottoressa Terranova. Peccato però che poi ci si dimentica che a questa soluzione, che trasferirebbe al Tribunale poteri che fino ad ora la Regione non è stata in grado di esercitare fino in fondo, ci si arriva dopo aver inanellato uno dietro l’altro ritardi, mancati atti e inadempimenti che il socio di una SpA, per quanto pubblica, dovrebbe evitare di compiere, facilitando e non limitando come è avvenuto di fatto la gestione dell’organo liquidatorio e avviandola lentamente e inesorabilmente verso il fallimento. Fallimento la cui istanza non è stata proposta dai creditori, ma avanzata d’ufficio dal Tribunale di Catania a seguito degli accertamenti giudiziari degli ultimi mesi. A proposito di colpe del Socio Regione si potrebbero menzionare: la balbettante interlocuzione con Sviluppo Italia Sicilia per la redazione del bando di privatizzazione, sempre rinviato; la mancata corresponsione di 400,000 euro già previste nel bilancio regionale ma mai liquidate dall’Ufficio Speciale per le liquidazioni, per non incorrere nelle “bacchettate” della Corte dei Conti per causato danno erariale; il tentennamento nella interlocuzione con Unicredit, creditrice delle somme dovute per la mancata riscossione delle rate di mutuo, fino al pignoramento completo di due immobili delle Terme; l’assenza alle Assemblee dei Soci convocate dal liquidatore, compresa quella decisiva per l’approvazione del bilancio 2014; e così via. Insomma, un vero e proprio litigio societario, all’interno di una società per azioni pubblica. La Città di Acireale, attraverso il Sindaco e il Consiglio Comunale, avrebbe tutto il diritto di costituirsi parte civile nei confronti della Regione per queste “in-azioni” che alla lunga hanno causato più danni (e non solo erariali!) di quanti non ne abbia determinato finora una gestione incerta e travagliata dei rapporti tra Socio Regione e liquidatori pro-tempore. Ma non è tempo di inseguire colpe. Non ora, comunque. Bisogna porre rimedio subito e i margini ci sono ancora tutti. “A bocce ferme”, cioè senza al momento determinare ulteriore esborso finanziario per la Regione che, alla vigilia della approvazione della finanziaria,  non può permettersi di stanziare un solo quattrino per una società in perdita come le Terme di Acireale società per azioni. A “bocce ferme”, per salvare ed accelerare la liquidazione innanzitutto e poi pensare alla privatizzazione, evitando di confondere i due piani di intervento, come ad arte è stato fatto fino ad ora. Una liquidazione, lo abbiamo sempre detto, non equivale ad una liquefazione.

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Incontro alla Regione. Terme da salvare, un bando per l’affidamento ai privati


L’articolo su La Sicilia del 4 febbraio 2016

 

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Domani all’ARS a Palermo la delegazione acese per le Terme. Ultima spiaggia?


Domani mattina 3 febbraio, la delegazione acese formata dal Sindaco Roberto Barbagallo, dal Presidente del Consiglio Rosario Raneri, dal Liquidatore delle Terme Gianfranco Todaro e dal Coordinatore del Forum Mario Scandura sarà ricevuta in audizione dinanzi alla II Commissione parlamentare all’ARS presieduta dall’On.Vincenzo Vinciullo, cui il Lions Club Acireale si era rivolto con lettera del 17 gennaio scorso a firma del suo Presidente Rosario Faraci. In poco meno di quindici giorni, dunque, si è passati dalla richiesta della società civile alla convocazione ufficiale per discutere sulle problematiche finanziarie ed occupazionali delle Terme di Acireale. Va dato atto al Presidente Vinciullo di aver prestato particolare attenzione alla vicenda, dopo aver fatto altrettanto nelle scorse settimane con le Terme di Sciacca. In audizione domani sono stati convocati pure l’Assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei e la Dirigente dell’Ufficio Speciale per le Liquidazioni Grazia Terranova. La Commissione Bilancio è la sede istituzionale dove Liquidatore e Socio (cioè la Regione rappresentata da Baccei e Terranova) potranno confrontarsi in merito alle procedure della liquidazione in atto, mentre è sempre incombente la spada di Damocle della sentenza di fallimento che il Tribunale di Catania potrebbe a breve pronunciare. La stessa Commissione è anche il luogo in cui la Città di Acireale, rappresentata dai massimi vertici istituzionali e da un pezzo della società civile, potrà chiedere ai parlamentari maggiore attenzione verso un complesso di beni, di proprietà della Regione, che insistono in un territorio a forte vocazione turistica, attualmente “mutilato” dalla inattività degli stabilimenti termali e dei connessi cespiti alberghieri. Insomma, potrebbe veramente trattarsi dell’ultima spiagga. La Commissione ha competenze varie, comprese quelle riguardante le società regionali partecipate come le Terme di Acireale SpA. Ha competenze pure in materia di privatizzazioni, che amministrativamente è materia seguita dall’Assessore all’Economia. Sulle Terme di Acireale ormai dal 2010 si intrecciano le due vicende della liquidazione e della privatizzazione. La seconda è bloccata da tempo, poichè il bando ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione degli stabilimenti ai privati non è mai stato redatto. I contenuti del bando infatti dipendono dalla valutazione degli asset aziendali e su questa pesa l’andamento della liquidazione. Le procedure di liquidazione non hanno mai visto un ruolo attivo del Socio Regione che, senza più stanziare alcuna risorsa finanziaria, ha lasciato sui liquidatori “pro tempore” l’incombenza di far quadrare i conti, per giunta in assenza di attività e di prestazioni erogate alla clientela. Ma i conti non tornano mai, perchè sono oltre 12 milioni le perdite di esercizio cumulate di anno in anno dal 2006 e il patrimonio si è ridotto consistentemente, passando da 56 milioni a poco più di 40 milioni di euro. Adesso, è incombente la spada di Damocle della sentenza di fallimento dai cui esiti dipenderà sicuramente il futuro della liquidazione, poichè questi compiti potrebbero essere affidati ad un curatore fallimentare. Se così fosse, la privatizzazione potrebbe ancora slittare in avanti. Rimangono ancora margini perchè la Regione possa comportarsi veramente da Socio, guidando attivamente (e con lo stanziamento di qualche risorsa) la liquidazione, senza lasciarsi travolgere dagli eventi giudiziari e senza lasciare che la società di gestione si incancrenisca  completamente, danneggiando pure le condizioni degli asset immobiliari (come potrebbe accadere per gli alberghi e gli stabilimenti). Rimangono dunque ancora margini perchè si possa definire un quadro chiaro, sul piano contabile e degli asset, affinchè – con adeguate regole – i privati possano giudicare attrattivo il bando per l’affidamento della gestione degli stabilimenti e partecipare al bando stesso.  La Commissione Bilancio è la sede in cui tutte le questioni potrebbero trovare un giusto compromesso. Potrebbe veramente trattarsi dell’ultima spiaggia.

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Dopodomani tutti a Palermo per le Terme di Acireale


E’ stato diramato l’ordine del giorno dei lavori della II Commissione parlamentare all’ARS e dopodomani, il 3 febbraio, a partire dalle ore 9.00 saranno discussi una serie di argomenti. All’ordine del giorno, al punto V, si legge testualmente “Audizione dell’Assessore  regionale  per  l’economia,  del dirigente responsabile dell’Ufficio speciale per la  chiusura delle liquidazioni, del sindaco del comune di  Acireale,  del commissario  liquidatore  delle  Terme  di  Acireale  e  del presidente  del  Lions  club  di  Acireale  in  merito  alle problematiche finanziarie ed occupazionali delle Terme”.

La II Commissione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana, la Commissione Bilancio per l’appunto, ha competenze nelle seguenti materie: bilancio e programmazione, finanze, controllo della spesa regionale, ed extraregionale, credito e risparmio. La presiede l’on.Vincenzo Vinciullo (nella foto in basso) che, ricevuta una lettera del Lions Club Acireale il 17 gennaio scorso (vedi in basso), ha assicurato pronta disponibilità, favorendo per l’appunto l’audizione programmata per il 3 febbraio. Della Commissione fanno parte i deputati regionali: Mario Alloro, Giovanni Carlo Cancelleri, Michele Cimino, Giovanni Di Giacinto, Giovanni Di Mauro, Santi Formica, Claudia La Rocca, Giuseppe Lupo, Giovanni Panepinto, Luca Sammartino, Girolamo Turano. Ne sono Vice presidenti: Emanuele Dipasquale e Riccardo Savona (che in passato l’ha presieduta). Ne è segretario Roberto Saverio Clemente.

Sono stati convocati, insieme ai componenti della delegazione acese, il dott. Alessandro Baccei, Assessore regionale per l’economia e la dott.ssa Grazia Terranova, dirigente responsabile dell’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni.

Si tratta, dunque, di un vero e proprio “tavolo tecnico”, convocato dinanzi alla Commissione parlamentare competente per materia, che nelle prossime settimane voterà la Finanziaria regionale.

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La lettera del Presidente del Lions e Co-coordinatore del Forum delle Terme prof. Rosario Faraci, inviata il 17 gennaio scorso al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS.

Onorevole Presidente della Commissione Bilancio,

questo Lions Club Acireale, che ho l’onore di presiedere nel
cinquantesimo anno di attività sociale, da diversi anni segue con viva
attenzione e forte preoccupazione l’evolversi delle vicende inerenti
le Terme di Acireale, per le quali la legge regionale n.11/2010 ha
stabilito la liquidazione della società di gestione e l’affidamento ai
privati della gestione degli stabilimenti.

Nel 2011, questo Lions organizzò un pubblico incontro sul termalismo
(9 aprile), a seguito del quale si decise: a) di produrre una nota
indirizzata e poi consegnata brevi manu dal sottoscritto al Presidente
della Commissione Bilancio all’ARS, allora l’on. Riccardo Savona; b)
di sollecitare il Consiglio Comunale di Acireale di attivarsi
prontamente – anche attraverso un tavolo tecnico permanente con la
Regione – per compiere, anche attraverso l’Amministrazione Comunale,
tutti gli atti di competenza per salvaguardare i territori su cui
insistono gli stabilimenti termali e gli altri compendi immobiliari di
pertinenza; c) di dar vita, a partire dal 1 giugno 2011, ad un Forum
permanente per le Terme di Acireale che, tuttora attivo, ha svolto
diverse attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, di
informazione attraverso i mass media, di studio e di ricerca di
materiali documentari, di pungolo delle istituzioni pubbliche
regionali e locali, come si evince dal sito www.termediacireale.it

Attraverso questa missiva, nel rispetto delle prerogative
istituzionali proprie dell’ARS e della sua Commissione Bilancio e in
osservanza delle competenze di tutti gli altri Enti e Uffici
dell’Amministrazione a vario titolo coinvolti formalmente nella
vicenda, chiediamo alla S.V. ill.ma di voler dare la disponibilità: a)
ad organizzare una visita agli stabilimenti termali di Acireale per
accertarsi delle condizioni in atto e, successivamente a seguito del
sopralluogo, b) a voler indire al più presto Palermo una riunione
della Commissione per consentire, in audizione, a tutti gli
stakeholders interessati alla vicenda (l’ Amministrazione Comunale e
il Civico Consesso di Acireale, l’organo liquidatorio delle Terme di
Acireale SpA, il Forum permanente per le Terme di Acireale, altri
soggetti selezionati ed invitati) di poter offrire un contributo per
l’individuazione delle soluzioni più idonee che facilitino ed
accelerino il rispetto degli impegni previsti dalla legge regionale
n.11/2010 oppure individuino una “road map” diversa per venir fuori,
con nuove soluzioni, dalla situazione di stallo venutasi a
determinare.

Allo stato attuale, come alla S.V. sarà dato modo di accertarsi, gli
stabilimenti termali di Acireale (S.Venera e S.Caterina) sono
inattivi; il Parco delle Terme di Santa Venera (uno dei giardini
inglesi più belli d’Italia) è precluso all’accesso di visitatori,
turisti e residenti; una parte del compendio immobiliare è oggetto di
contenzioso tra la Regione Siciliana e Unicredit, con provvedimento
del Tribunale al momento in favore dell’istituto bancario.  Inoltre,
la società di gestione Terme di Acireale SpA, interamente partecipata
dalla Regione Siciliana, ha accumulato dal 2006 al 2013 perdite per
oltre 12 milioni di € e il suo patrimonio è diminuito in valore da
oltre 56 milioni a poco più di 40 milioni di € nello stesso intervallo
temporale. La procedura di liquidazione, iniziata nel 2010, non è
ancora conclusa;  il bando ad evidenza pubblica per l’affidamento ai
privati della gestione degli stabilimenti, la cui competenza a
redigerlo è di Sviluppo Italia Sicilia, non è stato fino ad ora
pubblicato.

I ritardi con cui il Dipartimento Bilancio della Regione Siciliana,
competente in materia di liquidazioni e privatizzazioni delle
partecipate, sta esitando le due procedure comportano, ogni giorno che
passa e in assenza di attività e di prestazioni termalistiche erogate,
un ulteriore depauperamento del valore della società di gestione, con
seri rischi di default della società di gestione e grave nocumento
all’immagine della Città di Acireale e alla sua vocazione
turistico-termale consolidata fin dal 1873, anno in cui gli
stabilimenti di Santa Venera vennero inaugurati e aperti al pubblico.

Certo di un Suo autorevole interessamento alla vicenda, fiducioso che
saprà apprezzare il contributo che un’associazione di servizio come il
Lions intende spontaneamente offrire attraverso il Forum, consapevole
che esistono ancora margini per consentire al Parlamento siciliano di
esercitare fino in fondo le proprie prerogative istituzionali in
materia di società partecipate operanti in ambito termalistico, colgo
l’occasione per ringraziarLa dell’attenzione.

Cordiali saluti

Il Presidente del Lions Club di Acireale

Co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale

Prof. Rosario Faraci

La Città di Acireale e il liquidatore delle Terme convocati il 3 febbraio all’ARS


L’articolo su La Sicilia di Salvo Cutuli

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Terme di Acireale: ormai è una situazione nel mezzo della notte


analisidottcontarino

Cattiva la gestione regionale del termalismo pubblico in Sicilia


L’articolo su La Sicilia del 26/1 di Gaetano Rizzo

cattivagestioneregionale

Acireale, rilanciare il termalismo in Sicilia partendo dal benessere


l’articolo su Sicilia Journal

termezelanteaconvegno

ACIREALE – Ha disertato l’incontro al quale aveva chiesto di partecipare Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo, per parlare di termalismo e della proposta di creare una rete turistica dei comuni termali, stanziando ben 200.000 euro nel nuovo piano di propaganda turistica della Regione Siciliana. Le fibrillazioni in seno al governo regionale e le vicende bollenti delle Terme acesi degli ultimi giorni hanno suggerito al suo entourage di assumere grande prudenza nel prendere impegni che il presidente Crocetta o l’assessore all’Economia Baccei potrebbero di fatto impedirgli. Tuttavia, il convegno del Distretto 108YB del Lions Club, al quale hanno partecipato oltre 200 persone provenienti da ogni parte dell’isola, è andato benissimo lo stesso e sono venute fuori alcune iniziative concrete. La prima è di inviare a breve tutte le proposte emerse dal convegno allo stesso assessore Barbagallo il quale, nonostante l’assenza, ha assicurato comunque di farsi carico del progetto lionistico siciliano di rilanciare un settore che, mentre altrove è fonte di ricchezza e occasione di sviluppo turistico, da noi stenta a decollare. Bisogna vedere tuttavia che margini di manovra politici avrà l’assessore. La seconda iniziativa l’ha annunciata in apertura il presidente del Lions di Acireale Rosario Faraci il quale, rivoltosi nei giorni scorsi ufficialmente al presidente della Commissione Bilancio all’ARS on. Vincenzo Vinciullo in merito alla delicata vicenda delle Terme che il Forum ormai monitora da anni, ne ha ricevuto la disponibilità e dunque presto una delegazione acese, in testa il sindaco Roberto Barbagallo, sarà ricevuta in audizione parlamentare per verificare, ove esistessero, gli ulteriori possibili margini di manovra per scongiurare il fallimento delle Terme di Acireale.

Fari puntati sulle vicende delle Terme di Santa Venera e di Santa Caterina, con gli interventi del sindaco Barbagallo, dell’on. Angela Foti presente come il primo cittadino acese per tutta la durata dell’incontro, del presidente dell’Accademia Zelantea Giuseppe Contarino, dello stesso presidente del Lions Rosario Faraci, di Mario Scandura coordinatore del Forum permanente e del liquidatore delle Terme acesi Gianfranco Todaro. Ma non si è parlato solo di Acireale al convegno organizzato dal Lions e ospitato nella prestigiosa sede dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, e svoltosi con il patrocinio dell’Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia. Il Prof. Giuseppe Rocca dell’Università di Genova e la delegata del Governatore Lions Elena Di Blasi dell’Università di Messina hanno illustrato, in modo chiaro, quali sono le nuove frontiere del termalismo del wellness in Italia (significative al riguardo le esperienze di Pre-Saint Didier, San Pellegrino e Bormio) e ciò che è possibile fare in Sicilia, mettendo a sistema il grande patrimonio di risorse termali di cui dispone la nostra isola. Al dibattito, interessantissimo, sono state raccontate storie di chi il termalismo lo fa sul serio (la famiglia Marino ad Alì Terme), di chi vuole provare a farlo sfruttando le acque e i fanghi di origine vulcanica (Placido Distefano con le Salinelle a Palermo), di chi ha lanciato un grido di dolore per lo stato in cui versano le Terme pubbliche (Vito Favetta a Sciacca), di chi infine sta provando a mettere in rete tutte le esperienze termalistiche private e pubbliche in Sicilia (l’Ancot, la rete dei comuni termali, con il vicepresidente nazionale Lorenzo Grasso). Il convegno è stato concluso dal Governatore del Lions Sicilia dott. Francesco Freni Terranova il quale ha rimarcato l’importanza delle risorse termali come fonti di benessere e turismo nella nostra isola.

R.S.

Il Forum scrive al Presidente della Commissione Bilancio all’ARS Vincenzo Vinciullo


Copia della lettera inviata dal Presidente del Lions e Co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale

 

Lettera Lions On. Vinciullo

Il termalismo in Sicilia. Salute benessere e turismo


dal sito Tuttolions

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Oltre duecento persone, forse di più, ieri sera convenuti alla prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, nel cuore del barocco e della cultura di Acireale, città a forte vocazione turistica, di cui le Terme sono e rimarranno un pezzo importante dell’offerta di benessere e di salute. 

E’ in quella sede che si è organizzato il convegno distrettuale “Il termalismo in Sicilia. Salute benessere e turismo”. L’assise del Distretto 108YB di Sicilia – alla quale erano presenti fra gli altri i Past Governatori Silvio Cavallaro, Salvatore Giacona e Giuseppe Ingrassia – ha centrato pienamente tutti gli obiettivi che gli organizzatori – ben diciotto clubs della IV e V circoscrizione, il Lions Club di Acireale e la delegata distrettuale al tema Elena Di Blasi – si erano prefissati: informare soci lions e società civile, sensibilizzare l’opinione pubblica, pungolare le istituzioni e formulare proposte.

E, nelle conclusioni, il Governatore Francesco Freni Terranova, molto contento per la riuscita della manifestazione, ha rimarcato l’importanza di due finalità del Lions International – “Promuovere i principi di buon governo e buona cittadinanza” e “Partecipare attivamente al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità” – che danno titolo ai Lions siciliani per occuparsi di una questione molto articolata e complessa come il termalismo.

Dal convegno sono uscite fuori due novità rilevanti. La prima. Un documento di sintesi dei lavori, con le proposte e le denunce di chi ha partecipato al dibattito, sarà indirizzato all’attenzione dell’Assessore regionale al turismo Anthony Barbagallo che ieri sera, per la concomitanza di molti impegni istituzionali, ha deciso di andare altrove e non ad Acireale, pur manifestando la propria disponibilità ad ascoltare i Lions in materia di turismo termale.

Una seconda novità è stata annunciata dal Presidente del Lions di Acireale, in apertura. A seguito delle sollecitazioni del Forum permanente, promosso proprio dai Lions acesi dal 2011, il Presidente della Commissione Bilancio all’ARS on.Vincenzo Vinciullo, si attiverà prontamente per convocare in audizione il Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, il Liquidatore delle Terme avv. Gianfranco Todaro e tutti gli altri attori istituzionali che riterrà abbiano titolo per partecipare ad una riunione così importante, dove sarà fatto il punto della situazione rispetto alla vicenda delle Terme acesi, di cui si prospetta addirittura il fallimento della società di gestione pubblica.

Ieri sera, il convegno – patrocinato dall’Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia e dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici – è stato aperto dagli indirizzi di saluto del Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, del Presidente dell’Accademia Giuseppe Contarino, del Presidente del Lions di Acireale Rosario Faraci, dei presidenti della IV e V circoscrizione Alfio Forzese e Aldo Di Paola, del delegato responsabile al tema di studio Mariella Sciammetta.

Poi è stata la volta di Elena Di Blasi, delegata distrettuale al tema “Le risorse termali fonte di benessere e turismo in Sicilia” che ha inquadrato, anche dal punto di vista storico e geografico, l’importanza del termalismo in Sicilia, patrimonio di rilevante importanza per almeno cinque delle nove province isolane.

Ma il termalismo sta cambiando, da una dimensione salutistica-sociale ad una più aperta al benessere ed al wellness. Di ciò ha parlato Giuseppe Rocca, professore di Geografia all’Università di Genova, che ha ripercorso tutte le tappe, normative, settoriali e financo sociologiche, che hanno segnato il passaggio al termalismo del benessere, ricordando gli esempi virtuosi di Pre-Saint Didier, di Bormio e di San Pellegrino, stazioni termali e del benessere, che attirano centinaia di migliaia di visitatori e clienti all’anno, contribuendo attivamente al rilancio delle destinazioni turistiche locali. In Sicilia, invece, siamo ancora molto indietro, nonostante la Regione abbia un bel patrimonio termale.

Ed è questo dato che è emerso dal dibattito che ha registrato gli interventi di chi il termalismo lo fa sul serio pur fra grandi difficoltà (Mariano Marino, amministratore dell’omonimo stabilimento di famiglia ad Alì Terme); di chi sta provando a scoprire una dimensione nuova del termalismo di origine vulcanico (il lion Placido Distefano, del L.C. di Paternò, che ha raccontato l’esperienza delle Salinelle); di chi ha denunciato fortemente il degrado delle Terme locali pubbliche (il lion Vito Favetta, del L.C. Sciacca Terme); di chi ha ricordato come i Lions si sono mossi negli ultimi cinque anni per salvare il termalismo cittadino (Mario Scandura del L.C. Acireale, co-coordinatore del Forum permanente); di chi, infine, le Terme pubbliche le sta amministrando in una difficile fase a cavallo tra liquidazione e fallimento, con forte negligenza del socio pubblico regionale (Gianfranco Todaro, liquidatore delle Terme di Acireale SpA).

Non sono mancati due importanti contributi, quello di Lorenzo Grasso (vice presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Termali) e quello del deputato regionale Angela Foti che hanno ricordato l’iter di alcuni provvedimenti – la costituzione del Distretto produttivo del termalismo, il primo e i tavoli tecnici del Movimento cinque stelle per il rilancio del turismo dell’acqua in Sicilia, la seconda – di sicura rilevanza per il sostegno all’offerta termalistica isolana.

Le conclusioni di Franco Freni Terranova hanno suggellato una serata che passerà alla storia per il modo in cui i Lions siciliani si sono schierati compatti “senza se e senza ma” in difesa delle risorse termali, fonti di benessere e turismo per la nostra isola.

Le proposte del Forum al convegno “Il termalismo in Sicilia”


L’intervento del Co-coordinatore del Forum dott. Mario Scandura al convegno “Il termalismo in Sicilia. Salute benessere e turismo”

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Le terme di Acireale sono state in più occasioni oggetto di attenzione del Lions club acese. Il 9 aprile 2011 il nostro club ha organizzato, a cura del Comitato “Per l’Economia di Acireale”, un incontro pubblico invitando esperti del termalismo nazionali, tecnici dell’economia e del turismo regionali, investitori pubblici e privati, per fornire elementi di giudizio e di discernimento sui possibili scenari di sviluppo e sulle ipotesi di riposizionamento delle Terme.

Nel corso dei lavori sono state individuate linee guida da seguire nell’avviato processo di privatizzazione e a conclusione del convegno è stato redatto un documento di sintesi con proposte, idee e suggerimenti che, nei giorni successivi, è stato consegnato al Presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana e al Dipartimento bilancio dell’Assessorato all’economia.

Con il documento si è richiesto, fra l’altro, alla Regione Siciliana:

  • l’incremento delle finanze in modo da assicurarsi la disponibilità di primario advisor per la redazione del bando di gara per la privatizzazione e per la ricerca di operatori del settore.

Per tenere viva l’attenzione sul tema, in data 1 giugno 2011 è stato costituito il Forum permanente sulle Terme di Acireale coordinato dal prof. Rosario Faraci, attuale presidente del Lions club di Acireale, e dal sottoscritto.

Il Forum costituisce un presidio attivo di informazione, documentazione e studio sulle opportunità di rilancio del complesso termale di Acireale. E’ un metodo di lavoro ispirato ad una logica di ampia inclusività nei processi decisionali e dunque di partecipazione attiva della cittadinanza.

Il Forum è presente attraverso il sito internet www.termediacireale.it che costituisce il suo organo ufficiale, con la formale adesione di 25 associazioni e anche il Corriere di Sciacca e l’Altra Sciacca hanno aderito alla nostra campagna di informazione e di sensibilizzazione e hanno replicato nella cittadina agrigentina l’esperienza del Forum acese.

Nella passata legislatura comunale i coordinatori del Forum permanente sono stati ascoltati dalla Conferenza dei Capigruppo e sono stati accolti in audizione dalla commissione comunale sviluppo economico.

Durante questa legislatura comunale, iniziata nel mese di luglio 2014, il Forum è stato ufficialmente cooptato in due riunioni a Palermo, presso l’Assessorato al bilancio, promosse dal Sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo e dal deputato regionale acese on. Nicola D’Agostino. Sempre nel corso dell’anno 2015 i coordinatori del Forum hanno partecipato ad un incontro informale con i componenti la commissione consiliare Turismo e Cultura e all’incontro ristretto tempestivamente organizzato dal sindaco di Acireale per conoscere il programma dell’avv. Gianfranco Todaro, da poco nominato liquidatore della società Terme di Acireale SpA in liquidazione.

Nello scorso mese di dicembre (11.12.2015) il Consiglio Comunale di Acireale ha dedicato un’intera seduta all’approfondimento del tema delle Terme di Acireale, quali ospiti per un’audizione hanno partecipato l’avv. Gianfranco Todaro liquidatore della società Terme e il Prof. Rosario Faraci nella sua qualità di Presidente del Lions Club Acireale e di co-coordinatore del Forum permanente delle Terme.

L’affidamento della gestione delle Terme di Acireale ai privati, prevista dalla legislazione regionale, non può avvenire se non si completa e si pubblica il bando di privatizzazione la cui redazione è stata affidata dal Governo Lombardo alla società regionale partecipata Sviluppo Italia Sicilia.

La proposta ufficialmente formulata nell’anno 2011 dal Lions club di Acireale di dare l’incarico ad un primario e professionale advisor per la redazione del bando di gara per la privatizzazione è stata disattesa. Stranamente la gestione del bando è stata avocata dalla Regione Siciliana concentrando la relativa attività sugli uffici regionali con l’esito che sono trascorsi inutilmente, con spreco di risorse, oltre 4 anni e non solo non è stato pubblicato il bando ma non si sono ancora chiarite la situazione debitoria e creditoria e le modalità di pagamento.

La gestione del bando ritorna di assoluta attualità e annotiamo con favore che il neo nominato liquidatore avv. Gianfranco Todaro, che ha la professionalità richiesta e l’autorevolezza conferita dal suo ruolo, intende gestire direttamente le procedure per la privatizzazione. Alla regione Siciliana così distante e distratta si sostituisce un liquidatore professionale vicino e attento che in breve tempo sembra aver centrato l’iter da seguire per definire le pregiudiziali sopra richiamate e per accelerare il processo di privatizzazione.

In queste ultime ore abbiamo appreso che il giudice della sezione commerciale del Tribunale di Catania non ha concesso ulteriore proroga per la presentazione del bilancio 2014 e che pertanto si potrebbe arrivare ad una sentenza di fallimento della società.

Nell’auspicio che questo ulteriore danno venga evitato cogliamo questa occasione per formulare alcuni suggerimenti:

  • avvalersi delle risorse cittadine disponibili a cominciare dall’amministrazione comunale, dal Forum e da quanti hanno dimostrato di voler contribuire al rilancio del complesso termale;
  • farsi affiancare da primario advisor per la redazione del bando di gara per la privatizzazione e per la ricerca di operatori del settore;
  • formulare un crono-programma, con tempi rapidi, che consenta di evitare la vendita all’asta dell’hotel Excelsior Palace e dell’edificio polifunzionale da parte della banca UNICREDIT concordando, con lo stesso Istituto, l’inserimento nel bando del pagamento del debito e delle sue modalità;
  • richiedere al socio unico Regione Siciliana l’autorizzazione a compensare i debiti nei suoi confronti con i crediti vantati nei confronti dello stesso Ente e il prolungamento del diritto di usufrutto sugli immobili costituiti dallo stabilimento Terme Santa Venera, dallo stabilimento Terme Santa Caterina, dall’hotel delle Terme e delle aree sorgive di Santa Venera al pozzo da 30 anni a 50 anni;
  • escludere dal bando l’immobile sito nella frazione di Pozzillo, non funzionale all’attività termale, per poter concordare col comune di Acireale l’estinzione del debito nei suoi confronti con la cessione dello stesso immobile.

Il Lionismo per il Termalismo: domani convegno distrettuale ad Acireale


dal sito Tuttolions

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Domani, sabato 23 gennaio, la prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale ospiterà il convegno distrettuale “Le risorse termali fonti di benessere e turismo in Sicilia” che sarà concluso dal nostro Governatore Francesco Freni Terranova che, fin dall’inizio del suo mandato, all’argomento ha dedicato grande attenzione assegnandone la trattazione ad un comitato ad hoc “Le risorse termali fonte di benessere e turismo della Sicilia” coordinato dalla Elena Di Blasi nell’ambito del macro-tema di studio distrettuale “Sicilia, l’Isola tra mito e realtà: un immenso patrimonio da custodire, amare e valorizzare per il bene civico, social e morale della comunità”.

Il convegno si terrà ad Acireale, sede del locale Lions Club che quest’anno festeggia il cinquantesimo dalla fondazione e che dal 2011 è attento al tema per aver promosso il Forum permanente sulle Terme, una iniziativa innovativa ed intelligente che, mobilitando venticinque associazioni del territorio, proietta il lionismo fin dentro la società civile di cui si fa parte diligente, anche nell’interlocuzione con gli attori istituzionali, quando sono in ballo questioni importanti per lo sviluppo economico e sociale, proprio come lo è il termalismo.

In Sicilia il termalismo è un patrimonio di risorse ancora poco valorizzate, non messe a sistema, abbastanza indipendenti dall’offerta turistica di cui, invece, potrebbero essere una componente unica ed esclusiva, come avviene per altre Regioni italiane.

Per questi motivi, il Distretto e il Lions di Acireale, con l’abile regia di Elena Di Blasi, hanno chiesto all’Associazione Italiana di Insegnanti di Geografia, insieme all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, di patrocinare l’iniziativa per darle spessore scientifico e culturale di primissimo rilievo. In questo senso, si collocano gli interventi in scaletta di Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia, e di Giuseppe Rocca, presidente della sezione Liguria di AIGG, docente universitario, autore di numerosi studi e pubblicazioni in materia di termalismo, un tema di cui anche Elena Di Blasi (coordinatore distrettuale del comitato) e Rosario Faraci (presidente del Lions di Acireale), anche loro docenti universitari, si occupano nella loro attività accademica e scientifica.

Dopo i saluti iniziali del Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, dei Presidenti della IV e V circoscrizione Alfio Forzese e Aldo Di Paola, del delegato responsabile del tema di studio Mariella Sciammetta, ci sarà la relazione del prof. Rocca.

Seguiranno gli interventi di chi, nei territori di appartenenza, si è occupato di termalismo, sia perché l’ha promosso attivamente ed imprenditorialmente, sia perché l’ha difeso nelle battaglie civiche ed istituzionali, sia perché ne sta riscoprendo l’importanza a fini turistici.

In tale direzione vanno posizionati gli interventi di Mario Scandura (Lions Club Acireale, co-coordinatore del Forum), di Placido Di Stefano (Lions Club Paternò), di Vito Favetta (Lions Club Sciacca Terme), di Mariano Marino (amministratore degli omonimi stabilimenti ad Alì Terme), di Gianfranco Todaro (commissario liquidatore delle Terme di Acireale).

Alle loro voci si uniranno quelle di Paolo Genovese (consigliere nazionale di Federterme) e di Anthony Barbagallo (Assessore al Turismo alla Regione Siciliana) per dare un respiro nazionale e regionale al tema. Al Governatore Franco Freni Terranova spetteranno le conclusioni per tirare le fila di un impegno sul tema che vede il lionismo siciliano protagonista di una battaglia, civica innanzitutto, ed anche culturale e sociale per “custodire, amare e valorizzare” quanto di bello abbiamo in Sicilia.

Il convegno è sostenuto da ben diciannove club della IV e V circoscrizione che lo hanno promosso. Oltre ad Acireale, che gioca in casa, ci saranno i clubs di Catania Host, Catania Etna, Catania Bellini, Catania Est, Catania Gioieni, Catania Stesicoro Centrum, Catania Porto Ulisse, Catania Val Dirillo, Catania Faro Biscari, Catania Vallis Viridis, Paternò, Adrano-Bronte-Biancavilla, Giarre Riposto, Randazzo, Acicastello Riviera dei Ciclopi, Misterbianco, Acitrezza Verga e Trecastagni.

Una mobilitazione alla grande di tutto il lionismo per difendere e promuovere il termalismo siciliano!

Ipotesi fallimento per la società di gestione, ma le Terme sono sempre salvabili


Su La Sicilia del 22/1/2016

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Il termalismo in Sicilia “Occasione da non perdere”


dal sito CataniaLiveSicilia (di Laura DiStefano)

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Mancano due giorni al convegno del Lions Club di Acireale. Sarà un occasione di confronto per gli attori principali, istituzionali e manageriali, su un settore che stenta a decollare. Rosario Faraci manda un messaggio preciso all’assessore Anthony Barbagallo.

CATANIA – Cercare di fare quadrato attorno a un settore economico che rappresenta “l’occasione da non perdere”. Il termalismo non è un tema circoscritto ad Acireale (o Sciacca): un piano serio di sviluppo significherebbe arricchimento per tutto il territorio, in termini di indotto e soprattutto di turismo. Sabato gli attori principali, istituzionali e manageriali, si incontreranno nello stesso luogo per confrontarsi e portare proposte. L’occasione sarà il convegno organizzato dal Lions Club di Acireale e dal Forum permanente sulle Terme che si terrà all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici. Anima del convegno è il presidente Rosario Faraci, che sull’argomento non le manda certo a dire.

Prof. Faraci, il termalismo è un’occasione che Acireale non può farsi sfuggire.

“Il termalismo è una occasione per Acireale, per Sciacca, per la Sicilia intera. E’ un segmento importante del mercato turistico dove si coniugano insieme salute, benessere e territorio. Altre regioni, come la Toscana, l’Emilia, la Campani,a il Veneto lo hanno capito da tempo e hanno investito intelligentemente, favorendo la giusta sinergia fra il pubblico che programma e promuove la fruizione dei territori e il privato che ha la proprietà o la gestione delle strutture. In Sicilia, dove ci sono sette aziende termali, molte delle quali attive, l’offerta termalistica invece stenta a decollare”.

Tutto fermo da anni. La responsabilità – diciamola tutta – è davvero solo politica?

“Per Acireale e Sciacca, sì. La responsabilità è della politica che indugia e tentenna, improvvisando e recitando spesso a soggetto senza una chiara visione strategica. Ma è anche amministrativa, se si considera che la burocrazia palermitana non ha attuato le disposizioni della legge regionale n.11 del 2010, determinando di fatto un depauperamento delle strutture acesi e saccensi, una perdita di valore del patrimonio e risultati economici negativi, cioè consistenti perdite di esercizio. Ad Acireale in sette anni si sono accumulate perdite per oltre 12 milioni di euro ad esempio. Per gli altri centri termali, bisogna rivolgersi agli amministratori privati per sapere cosa facciano, ma sappiamo che però anche loro lamentano una scarsa recettività dei territori circostanti perchè la politica è assente”

Questo appuntamento si prefigge quale obiettivo?

“E’ un convegno distrettuale del Lions Sicilia che, nell’ambito del tema di studio “Sicilia, isola tra mito e realtà”, ha un comitato che si occupa di termalismo. Il Governatore del Lions Sicilia Francesco Terranova e il Delegato al tema la prof.ssa Elena Di Blasi hanno scelto di organizzare questo convegno ad Acireale per due motivi. Il primo è la presenza della prestigiosa Accademia degli Zelanti e dei Dafnici che si è occupata a più riprese negli anni del termalismo e che ospiterà questo importante appuntamento. Il secondo motivo è presenza del Lions Club di Acireale che, occupandosi delle Terme di Acireale, ha promosso il Forum permanente dal 2011, a seguito di una conferenza organizzata il 9 aprile di quell’anno, in cui furono invitati esperti, docenti universitari, imprenditori e professionisti, per dare un respiro ampio al tema. Proprio come sta avvenendo per questo convegno distrettuale del 23 gennaio prossimo”.

Terme di Acireale, M5S: “Crocetta mira al fallimento, il tracollo della Società è ormai alle porte”


dal sito del Movimento 5 Stelle

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Ieri il giudice del tribunale fallimentare di Catania ha deciso di non concedere ulteriori proroghe per la presentazione del bilancio 2014 al neo-commissario liquidatore delle Terme, avv. Gianfranco Todaro, con la conseguenza che si arriverà ad una pronuncia sul fallimento della Società, verosimilmente entro una quindicina di giorni.

È il triste epilogo – afferma la deputata del Movimento 5 Stelle Angela Foti – di una storia cominciata con il colpevole mancato pagamento delle rate del mutuo acceso dall’allora Azienda Autonoma, per l’acquisito dell’Hotel Excelsior e del centro polifunzionale, nonostante le somme necessarie stanziate nel bilancio regionale”. “Il presidente controrivoluzionario, Rosario Crocetta, – continua la parlamentare – attraverso il commissario Bosco, aveva nel 2013, con una mossa di carattere meramente elettorale, riaperto le Terme di Acireale dopo la chiusura disposta durante il periodo della gestione commissariale Ferro-Battaglia, ma nessun’altra azione è stata compiuta per rilanciare la società, con il risultato finale di aggravare ancora di più la situazione economico-finanziaria della Terme”.

Per questo motivo, i Deputati regionali del M5S all’ARS hanno presentato, nel mese di ottobre 2015, un esposto alla procura regionale della Corte dei Conti denunciando un possibile danno erariale dovuto alle scellerate scelte gestionali del socio unico della società: il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Il presidente gelese aveva anche promesso il rilancio della Società con la stesura del bando di affidamento della gestione, così come previsto dall’art. 21 della legge regionale 11/2010, ma niente è stato fatto fino ad oggi, se non scoprire, dopo anni di slogan, che a fare il bando deve essere la stessa partecipata, nonostante l’istituzione di un apposito “ufficio speciale per le liquidazioni” rivelatosi inefficiente e dall’atteggiamento ostruzionistico.

Siamo giunti praticamente al capolinea, – conclude Foti – come voleva questo governo fantoccio, con ogni probabilità, si giungerà alla dichiarazione di fallimento della Società, affidando gli interessi dei creditori ad un curatore fallimentare”.

In parlamento, i deputati del M5S, molto hanno fatto per salvare le Terme e l’indotto che portano con sé, dalla proposta di uscita dallo stato di liquidazione allo stanziamento di somme per garantirne la continuazione del servizio, e scongiurare il depauperamento del patrimonio societario, lo stesso patrimonio che la scorsa estate é stato abbandonato alla mercé di vandali e ladri ben informati.

 “Il governo Crocetta si è sempre dimostrato passivo, distinguendosi per un doloso immobilismo che ha portato a conseguenze nefaste per quello che era un assetto strategico dell’economia turistica della costa jonica. Auspichiamo – infine – che la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica possano accertare le responsabilità di chi ha amministrato in questi anni la Società, è inaccettabile pensare che nessuno pagherà per questo ennesimo scempio del patrimonio pubblico regionale”.

Sul termalismo dalla Regione soltanto silenzi


L’articolo su La Sicilia del 20 gennaio 2016

 

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Sabato un convegno sul termalismo per ricominciare da dove siamo partiti


Sabato 23 gennaio il Lions Club di Acireale ospiterà insieme all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici che l’ha patrocinato il convegno dal titolo “Le risorse termali fonti di benessere e turismo in Sicilia”organizzato dal Distretto 108YB Lions Sicilia. Vi parteciperanno esperti, operatori del termalismo, docenti universitari e, oltre al Governatore del Lions Sicilia Francesco Freni Terranova che concluderà e la professoressa Elena Di Blasi delegato al tema che lo aprirà, ci sarà l’Assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo. Si è deciso di organizzare questo convegno ad Acireale, non altrove, per vari motivi, non ultimo per premiare il Lions Club Acireale, nel suo cinquantesimo anno di attività sociale, per l’impegno profuso in questi anni a favore delle Terme di Acireale anche attraverso la costituzione del Forum permanente, attivo dal 1 giugno del 2011. Un modo nuovo e intelligente per fare associazionismo attivo nel territorio, un “think tank” di idee, proposte, soluzioni e un osservatorio privilegiato per monitorare ciò che la politica, regionale e locale, fa e non fa. A Sciacca lo hanno replicato, ringraziando il Lions Club di Acireale per l’esempio che ha dato. Non è dunque un convegno per parlare ancora una volta delle Terme acesi, bensì è un’occasione per discuterne pure ma da una prospettiva più ampia che faccia comprendere verso quali direzioni sta andando il termalismo in Italia, quali sono i modelli di business più efficaci per gestire le strutture, quale deve essere la funzione del soggetto pubblico e quale invece la funzione dei privati, che tipo di politica turistica la Regione Siciliana deve programmare per valorizzare questo importante segmento dell’offerta, quale deve essere il contributo dei territori locali. Insomma, provare ad uscire per un attimo fuori da una visione parziale e “paesana” del termalismo che, ad Acireale, vive da anni una fase di grande criticità, e quello di oggi è forse il momento apicale. Una prospettiva diversa più ampia di discussione e di analisi, proprio come provò a fare il Lions di Acireale nel 2011, il 9 aprile, quando organizzò un convegno (ospitato nei locali del Credito Siciliano), dal titolo “Terme di Acireale. Scenari di sviluppo e percorsi di riposizionamento” in cui invitò un esperto di termalismo in Italia e ancora Federterme, Invitalia, la Regione Siciliana e alcuni importanti attori locali. Dopo quella data, fu redatto un documento consegnato “brevi manu” alla Presidenza della Commissione Bilancio all’ARS per provare ad individuare in quella sede parlamentare nuove soluzioni per venir fuori dalle sacche della liquidazione e della privatizzazione. Ed ancora il 1 giugno di quell’anno, il 2011, fu promosso il Forum permanente per le Terme, al quale aderirono entusiasticamente ben 25 fra associazioni, rappresentanze di categoria e gruppi di impegno locale. Il Forum dopo cinque anni è ancora attivo e ha promosso un mare di iniziative, tutte documentate in questo sito. Ma nel mare bisogna saper navigare. Altri gruppi, formatisi spontaneamente in città per sostenere la battaglia delle Terme, hanno deposto le armi da tempo, forse per stanchezza, forse per disillusione, o forse perchè la vis politica si è esaurita. Il Forum non fa politica, è espressione dell’associazione e della società civile e c’è ancora. Ma è la politica che deve fare la propria parte, fino in fondo, anche per arginare un ingiustificato potere (talora finanche ostativo) della burocrazia regionale che, indugiando sul da farsi in questi anni, ha prodotto un danno incommensurabile al patrimonio delle Terme acesi, al valore dell’azienda pubblica che le gestisce, alla città di Acireale e al suo turismo e forse persino un danno erariale ben superiore a quello determinatosi per l’accumularsi di perdite derivanti dall’inattività o dal funzionamento a regimi ridotti. Sembra però che qualcuno le Terme acesi le voglia già considerare morte, ma pretende di arrogarsi il diritto di scrivere per primo il necrologio. Non siamo di questo avviso e, in occasione di un convegno che affronterà in prospettiva più ampia il tema del termalismo in Italia, lo ribadiremo ancora una volta.

Di seguito la locandina del convegno del 23 gennaio 2016 e quella del convegno del 9 aprile 2011

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Acireale, Bilancio Partecipato 2016. Pubblicata la scheda di partecipazione


ACIREALE, BILANCIO PARTECIPATO 2016. PUBBLICATA LA SCHEDA DI PARTECIPAZIONE

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Anche nel 2016 il Comune di Acireale avrà un bilancio partecipato, un processo di democrazia diretta, attraverso il quale i cittadini partecipano alle decisioni che riguardano l’utilizzo e la destinazione delle risorse economiche dell’ente, uno strumento innovativo di stimolo e di condivisione della vita politica ed amministrativa del proprio territorio.

Il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, comunica che la giunta comunale con la delibera 3 del 14 gennaio 2016, ha approvato le linee guida del bilancio partecipato 2016.  La scheda di adesione è stata già pubblicata sul sito del Comune di Acireale. I cittadini che vorranno contribuire alla stesura del bilancio partecipativo, formulando proposte per far sì che si trasformino in fatti e realizzazioni concrete, dovranno compilare l’apposita, che può essere scaricata dal sito internet del Comune www.comune.acireale.ct.it  oppure ritirata negli uffici comunali di corso Sicilia 65.

Le proposte potranno essere inviate tramite servizio postale, (lettera o raccomandata), tramite posta elettronica ordinaria a bilanciopartecipato@comune.acireale.ct.it, oppure consegnate presso l’ufficio protocollo del Comune, in via degli Ulivi entro venti giorni dalla data di pubblicazione.

 ‹‹Sono invitati a partecipare tutti i cittadini, le associazioni, gli enti del territorio comunale, che vorranno essere parte attiva delle politiche pubbliche. L’esperimento avviato nel 2015 è stato entusiasmante per noi amministratori e intendiamo continuare a riconoscere alla cittadinanza il diritto e il potere di dare indirizzo ad un parte del documento finanziario dell’ente pubblico.  Invito chiunque abbia delle idee e dei progetti strategici da suggerire per la nostra città a scaricare la scheda dal sito del Comune e a contribuire al nostro secondo bilancio partecipato. E’ importante che tutti insieme comprendiamo che l’ente pubblico non è solo erogatore di servizi, regolamenti, limiti, sanzioni. Il bilancio partecipato eleva l’ente a organizzatore della convivenza civile nella più ampia accezione sociale››, dice il sindaco, Roberto Barbagallo.

«Per il secondo anno consecutivo una delle prime azioni amministrative è l’avvio della procedura per il bilancio partecipato. Invito i cittadini a rispettare il termine dei venti giorni a partire da oggi, termine stretto in quanto è auspicio dell’amministrazione approvare il bilancio di previsione entro i primi mesi del 2016, dichiara l’assessore Oliva-. Tutte le proposte che rispetteranno le linee guide inserite nella delibera saranno esaminate in appositi tavoli tecnici a cui siederà, nel massimo rispetto della trasparenza, il rappresentante eletto dall’assemblea dei cittadini».

Linee guida e scheda in allegato (Bilancio Partecipato Comune di Acireale)

Acireale, 15 gennaio 2016  U.S. Licia Castorina (Odg Sicilia 145784)

Terme di Acireale, Faraci: “Ecco cosa ha impedito il bando”


dal sito di Live Sicilia

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Il 23 gennaio l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici ospiterà un convegno sul termalismo organizzato dal Lions club. Il presidente Rosario Faraci è stato ascoltato a dicembre dal consiglio comunale di Acireale. L’economista scatta una fotografia della complicata vicenda.

ACIREALE – Termalismo in Sicilia. L’argomento è tornato nuovamente alla ribalta con la notizia del “corteggiamento” di una cordata svizzera per le Terme di Acireale. Ma non è la prima volta che si susseguono indiscrezioni su possibili investitori nel tesoro del benessere acese: un “uccellino” aveva sussurato tempo fa anche l’interesse dello sceicco che ha rilevato la Perla Jonica. Annunci a parte, il futuro delle Terme sarà al centro di un convegno che si terrà il prossimo 23 gennaio all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici. La “mente” dell’iniziativa è il Lions Club Acireale: club service che dal 2011 promuove il Forum permanente per le Terme di Acireale: un organismo di cui fanno parte 25 associazioni che osserva e pungola le istituzioni pubbliche. La vicenda delle terme è stata anche affrontata in una delle ultime sedute del consiglio comunale di Acireale di dicembre: in quella sede è intervenuto il presidente del club service Rosario Faraci, nonchè co-coordinatore del Forum permanente per le Terme di Acireale, che ha ripercorso la complessa situazione economico-finanziaria, ma anche politica, legata alla partecipata regionale.

L’economista ha portato davanti all’Assise cittadina una fotografia dai tratti chiaro scuri. Faraci in merito all’ipotesi del rilevamento di una società straniera pone dei paletti ben precisi, e si tratta di confini delineati dalla legge. “Ad oggi una sola strada è praticabile, – afferma – quella della gara ad evidenza pubblica. Così stabilisce l’art.21 della legge regionale 12/5/2010 n.11, quella che ha sancito normativamente che le Terme di Acireale SpA e le Terme di Sciacca SpA, ovvero le due società di gestione pubbliche divenute società per azioni dal 2006, siano poste in liquidazione e che la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali di Acireale e Sciacca siano affidate ai privati, appunto mediante gara ad evidenza pubblica”. Lo scoglio da superare sarebbe dunque il bando, perchè una volta indetta la gara teoricamente potrebbero presentarsi anche i privati. “Il problema sta invece proprio nel bando” – chiarisce Faraci che spegne facili entusiasmi.

Il commissario liquidatore Todaro, in un’intervista rilasciata a LiveSicilia, ha garantito che la gara è sicuramente una delle priorità del suo lavoro. La cosa che lascia stupiti (e sgomenti) è che si parla di stesura del bando di gara dal 2011 e dopo 5 anni ancora non c’è ne traccia. Faraci passa in rassegna i vari step politici e normativi: “La Regione, sotto la presidenza di Raffaele Lombardo, ne ha affidato la stesura a Sviluppo Italia Sicilia dal 2011, mentre inizialmente (ai tempi dell’assessore all’Economia Gaetano Armao) si era prospettata l’ipotesi di individuare un advisor di chiara fama ed esperienza internazionale sul termalismo al quale poi affidare la stesura di tale bando di gara per la privatizzazione delle Terme. Ma la Regione preferì optare per una soluzione in-house rivolgendosi ad una sua partecipata, appunto Sviluppo Italia Sicilia che, tuttavia, non ha competenze specifiche per redigere un bando di privatizzazione per le Terme, pur avendo altro genere di competenze in materia di finanziamenti pubblici”.

A impedire la stesura del bando – a detta dell’economista e co-coordinatore del Forum – ci sarebbero stati degli ostacoli legati al patrimonio immobiliare delle Terme. “Il bando non è stato mai redatto, perché – spiega – ci sono state fino adesso alcune pregiudiziali tecniche che ne hanno impedito la stesura. Una di queste era la spada di Damocle pendente sull’ex albergo Excelsior Palace e sul centro polifunzionale, pignorati da Unicredit per via di rate di mutuo scadute e non pagate, e che adesso sarà la banca a mettere all’asta, perché così è andata a finire la procedura giudiziale. Tra l’altro la stesura di un bando non è una mera formalità. A seconda di ciò che si scrive nel bando, cioè le condizioni per l’affidamento, gli investimenti richiesti ai privati, i margini di libertà economica concessi ai nuovi gestori, il bando può essere più o meno appetibile. Ecco perché a Sciacca, l’operazione è fallita. E anche se si facesse presto pure per Acireale, il rischio che vada deserto è sempre all’orizzonte. Anche perché fra gli asset da dare in gestione non ci sarebbero più né l’ex albergo Excelsior Palace né il centro polifunzionale, mai aperto al pubblico. Va detto che le Terme sono chiuse e ogni giorno che passa il valore del patrimonio si depaupera”.

Il Commissario sembra stia cercando di arginare gli ostacoli. “L’attuale liquidatore delle Terme di Acireale Gianfranco Todaro – annuncia Faraci – alla prossima assemblea dei soci delle Terme di Acireale SpA chiederà al socio unico, ovvero alla Regione, l’autorizzazione che sia lui stesso, in qualità di organo liquidatorio, ad occuparsi del bando. Bisogna vedere se una tale autorizzazione gli verrà data, perché la legge è chiara e i provvedimenti pregressi sono abbastanza vincolanti: del bando deve occuparsi Sviluppo Italia Sicilia, a meno che la Regione decida di rivolgersi ad un primario advisor che, però, ha costi professionali elevati. E’ il cane che si morde la coda”.

Per Faraci l’unica possibilità di accelerare il processo e che la Regione legiferi di nuovo, “cassando la disposizione dell’articolo 21 della legge 12/5/2010 n.11, ed individuando una modalità diversa, come la trattativa diretta con un gruppo ristretto e pre-selezionato di investitori. A condizione però che questi ultimi presentino un piano industriale credibile e affidabile, perché è facile fare speculazioni quando la Regione proprietaria non definisce paletti chiari che, senza vincolarla eccessivamente, circoscriva l’azione imprenditoriale dei privati. Sembra un paradosso kafkiano”.

E nel frattempo dalla Regione, socio unico delle Terme, non sembrano arrivare input concreti a risolvere la vicenda. “Onestamente, – dice il presidente del Lions club – credo che i dirigenti dell’Assessorato all’Economia abbiano ben altro di cui occuparsi, dato che il titolare del Dicastero l’assessore Alessandro Baccei è impegnato nella riforma delle partecipate e nella conseguente manovra di spending review. E’ pur vero che le Terme di Acireale e di Sciacca sono partecipate, ma ormai sono in liquidazione, e dunque costituiscono l’ultimo pensiero di chi dovrebbe occuparsene. Non so se questo atteggiamento sia il migliore. In sette anni dal 2006 al 2013, in base ai dati pubblici disponibili, la società Terme di Acireale, da quando è socia la Regione, ha accumlato perdite per oltre 12 milioni di euro e il suo patrimonio è diminuito di sedici milioni di euro, passando da oltre 56 milioni a poco più di 40 milioni. Di fronte a questi numeri, credo che anche la Regione debba passarsi una mano sulla coscienza, evitando di scaricare tutte le responsabilità a valle, cioè sui gestori pro-tempore, e dunque sui liquidatori delle Terme che, però, ironia della sorte è la stessa politica che li nomina”.

La situazione che lascia l’amaro in bocca a Faraci è l’indifferenza che percepisce da parte del Consiglio comunale. Mentre il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo pungola la Regione. “Ciò che è desolante, mi creda, – commenta l’economista – è il comportamento dei Consigli Comunali, assenti e distratti, spesso ignari di ciò che succede e comunque sempre pronti a sentenziare sulle vicende, senza avere un briciolo di conoscenza su un tema così tecnico, ma anche così politico. Recentemente sono stato in audizione al Consiglio Comunale di Acireale e tutto c’è stato fuorché ascolto”.

Nonostante questo però Faraci chiarisce che “il Forum vuole essere uno strumento di supporto e di contrapposizione”. Per questo incita alla collaborazione il presidente del Lions Club anche in vista del convegno distrettuale: “Operare in sinergia per elevare la qualità dell’azione nei confronti della Regione. Per dimostrare tutti insieme che un territorio, ove insistono le Terme, ci tiene a queste strutture, ha un suo piano di sviluppo turistico e non vuole subire passivamente le decisioni della Regione Siciliana”.

Ritardi nella riapertura della Perla Jonica


L’articolo su La Sicilia dell’8 gennaio 2016

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Cura dimagrante per le partecipate regionali. Di Terme ormai non si parla più


L’articolo pubblicato su La Sicilia del 6 gennaio 2016

 

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Ci sarebbe un privato interessato a rilevare le Terme di Acireale


L’articolo di Antonio Carreca, pubblicato su La Sicilia del 6 gennaio 2016. La notizia, comunque, era già stata anticipata da MeridioNews nei giorni scorsi (clicca qui)

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Le società partecipate dalla pubblica amministrazione potranno fallire come tutte le altre. A rischio le Terme siciliane di Acireale e Sciacca?


dal sito de Il Sole 24 Ore (2 gennaio 2016)

Partecipate, dal riassetto «sì» al fallimento

Le società partecipate dalla pubblica amministrazione potranno fallire come tutte le altre aziende, e seguiranno le regole ordinarie nate con il regio decreto del 1942 (il numero 267) e poi modificate dalle riforme successive.

In fatto di aziende pubbliche, il decreto attuativo della riforma Madia atteso in consiglio dei ministri per metà gennaio (se saranno pronti anche gli altri testi del “pacchetto”) interverrà a chiarire per legge un tema che finora è stato lasciato alla giurisprudenza, con vicende alterne. Di volta in volta, infatti, i giudici si sono espressi in maniera diversa sulla possibilità di fallimento delle società pubbliche, spesso negata sulla base dell’esigenza di tutelare la “continuità” del servizio pubblico. Questa linea sembra la più fortunata nei tribunali, come mostra da ultimo il caso della Risco Pescara, la società locale di riscossione di proprietà di un gruppo di Comuni abruzzesi, il cui fallimento è stato revocato qualche mese fa dalla Corte d’appello dell’Aquila. Per quel che riguarda l’in house, poi, il filone del «no» al fallimento delle società poggia soprattutto su una sentenza della Cassazione a sezioni unite (la 26283/2013), secondo cui le società in house hanno solo l’aspetto esteriore dell’azienda, ma sono nella sostanza articolazioni della Pa proprietaria.

Il chiarimento per legge, se sarà confermato nei testi definitivi del decreto, servirà quindi a fissare una volta per tutte la questione, con conseguenze importanti sulle prospettive dei privati titolari di crediti nei confronti di aziende pubbliche con il fiato corto.

La fallibilità, comunque, è solo uno degli aspetti di cui si dovrà occupare il decreto, chiamato ad avviare la traduzione pratica dello slogan «da 8mila a mille» sulla riduzione delle partecipate pubbliche finora confinato alle slide di convegni e conferenze stampa. Da questo punto di vista, la strada appare ancora in salita, perché occorre fare i conti con l’autonomia delle amministrazioni locali e soprattutto con le possibili ricadute occupazionali di una razionalizzazione delle società: proprio questo problema, del resto, ha cancellato il tentativo del decreto Monti che imponeva la privatizzazione o la chiusura delle società strumentali, quelle che lavorano quasi solo per la pubblica amministrazione che le ha create.

Da questo punto di vista, l’idea finora scritta nelle bozze punta su una replica annuale obbligatoria dei «piani di razionalizzazione», quelli che Regioni, enti locali, università e autorità portuali hanno dovuto scrivere per la prima volta nel 2015 sulla base delle regole introdotte dalla manovra dell’anno scorso. È una via efficace per sfoltire davvero la «giungla» delle partecipate evocata dal piano Cottarelli? Difficile prevederlo, anche se i primi bilanci sui risultati di quest’anno si avranno a primavera, quando le sezioni regionali della Corte dei conti dovranno esaminare i risultati dei piani nelle relazioni che gli enti devono inviare entro il 31 marzo. Molto, comunque, dipenderà dal carattere vincolante di questi piani e dalle sanzioni che ne accompagneranno la mancata attuazione, tutti aspetti che finora non sono riusciti a entrare nelle norme.

Sempre sull’in house, dovrebbe tornare in campo l’arbitro, sotto la veste della Corte dei conti, chiamato a decidere volta per volta se la gestione diretta è legittima oppure ostacola lo sviluppo della concorrenza. Il legame con le regole di mercato aveva impegnato in passato l’Antitrust, nell’ambito dei tentativi di liberalizzazione che poi sono stati travolti dai referendum sull’«acqua pubblica».

Proprio sull’acqua, infine, va segnalato il varo da parte dell’Authority di settore dei parametri per le tariffe del 2016-2019, accompagnati dagli “standard minimi” sulla qualità dei servizi che imporranno limiti di tempo a tutti gli interventi dei gestori, dall’attivazione della fornitura alle risposte dei call center, accompagnando il tutto con un sistema di premi e di sanzioni. Per Utilitalia, la federazione che unisce le aziende di servizi pubblici, gli standard sono «un passo in avanti» ma i nuovi parametri per le tariffe «non permettono di realizzare l’aumento degli investimenti su reti e infrastrutture idriche di cui il Paese ha drammaticamente bisogno».

gianni.trovati@ilsole24ore.com

Analisi del 2015


I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 12.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 4 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Salviamo il Parco delle Terme!


 

 

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Salviamo il Parco delle Terme! La seduta del Consiglio Comunale dell’11 dicembre scorso ha buttato al vento un’occasione importante, quella di provare a cominciare a fare qualcosa per avvicinare la Città di Acireale alle Terme. Come, ad esempio, fare richiesta alla Regione Siciliana di intervenire per riportare alla normalità, e restituirlo ai residenti, visitatori e turisti, il Parco delle Terme di Santa Venera, uno dei giardini inglesi più belli d’Europa “con larghi viali, statue e fontane” (cit. da “Acireale e dintorni” del can. Vincenzo Raciti Romeo, p.107), aperto al pubblico per la prima volta nel maggio 1873. Si tratterebbe – come ha ben detto il consigliere comunale Giuseppe Ferlito (il più attento e preparato sull’argomento) – di una soluzione a breve termine, perché a medio-lungo andare la questione del bando di privatizzazione costituisce la priorità. Tuttavia, nelle more, si potrebbe fare qualcosa. Il Consiglio Comunale, distratto e disorientato dalle inutili polemiche sollevate da Rito Greco (cui sono andati dietro diversi consiglieri) invece non ha fatto minimamente cenno al problema, difficile a risolversi fin quando la Regione Siciliana gioca al rimpiattino, scaricando la responsabilità sugli altri, cioè sulla gestione liquidatoria delle Terme (che non ha risorse per la manutenzione) o sull’Azienda Foreste (che potrebbe intanto avviare una opera di pulizia straordinaria e di messa in sicurezza dell’intero Parco, dopo i danni causati dalla tromba d’aria recentemente abbattutasi in città). Difficile ma non impossibile. Il Lions Club Acireale ha sollecitato un mese fa al Sindaco Roberto Barbagallo di farsi carico di una richiesta alla Regione Siciliana della concessione in via temporanea della gestione del Parco. Tuttavia, il primo cittadino ha risposto che, pur volendo, l’Amministrazione Comunale non ha risorse finanziarie e umane per poter avanzare tale richiesta e farsi carico di un onere così rilevante. Il Sindaco però si è detto disponibile a studiare con il Lions Club e con il liquidatore Gianfranco Todaro ogni possibile soluzione al problema. Problema cui, a parte il consigliere Ferlito, nessuno dei rappresentanti della Città in seno al civico consesso ha trovato il tempo di discutere.

Consiglio distratto e monopolizzato dal protagonismo dei consiglieri anziani. Ignorata la proposta di Acireale Bene Comune


Dal sito di Fancity

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Con il titolo, su La Sicilia, “ACIREALE, LE TERME IN CONSIGLIO COMUNALE <dalle parole ai fatti>” si dava notizia alla Città di nulla. Infatti il consiglio comunale, sotto richiesta del consigliere Rito Greco, si è riunito per dare voce al nuovo commissario liquidatore, Gianfranco Todaro, ed al coordinatore del Forum permanente sulle Terme di Acireale, Rosario Faraci, per trattare e caldeggiare una eventuale proposta di bando per la gestione delle Terme in oggetto. Ricordiamo al prof. Rosario Raneri che l’unico progetto in vita, preso in considerazione   dalla “Amministrazione comunale” e votato dal “consiglio comunale”, è quello di Acireale Bene Comune, presentato attraverso il “Bilancio Partecipato”. Progetto che vede il trasferimento della proprietà delle Terme al Comune, il quale, a sua volta, procederà al bando per la gestione che, non necessariamente, deve essere privata o pubblica. La chiarezza e non la polemica ci invitano alla precisazione.

Acireale Bena Comune Il coordinatore Enzo Dato           

Nulla di fatto al Consiglio Comunale sulle Terme. Eccessivo il protagonismo di molti consiglieri distratti da altro


L’articolo su La Sicilia del 24/12

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Acireale, acque agitate al Consiglio Comunale di Acireale, quelle termali invece sono stagnanti


da Sicilia Journal

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ACIREALE – Vive un momento di difficoltà il Consiglio Comunale di Acireale, presieduto da Saro Raneri, consigliere d’esperienza vicinissimo all’onorevole Nicola D’Agostino. Ci sono problemi di tenuta interna alla maggioranza, tutta orbitante intorno a D’Agostino; ci sono problemi di dialogo fra la maggioranza e l’opposizione, fra i fedelissimi di D’Agostino e i seguaci dell’on. Basilio Catanoso e dell’ex sindaco Nino Garozzo; ci sono problemi di rapporto con l’Amministrazione guidata dal Sindaco Roberto Barbagallo e con alcuni suoi assessori; ci sono problemi di interlocuzione con la società civile, dalla quale la politica acese sembra ormai mille miglia distante.

Eppure nulla traspare all’esterno, anche perché una città sonnolente e distratta, alle prese con problemi di identità culturale e sociale, è sempre più disinteressata a ciò che succede all’interno del civico consesso che, fin dal suo insediamento, per l’indisponibilità del Palazzo comunale  è costretto a vagabondare da un luogo all’altro della città per riunirsi.

Un Consiglio comunale che, quando vuole però, sa ritrovare compattezza ed è capace di uno scatto di orgoglio allorché deve difendere se stesso da critiche e polemiche, talora anche eccessive. Dalla vicenda di Gettonopoli, ad esempio, è uscito più forte e compatto, quando ha fatto fronte comune contro le accuse dell’on. Angela Foti (Movimento Cinque Stelle) che, carte alla mano, aveva denunciato uno strano quanto insolito attivismo dei consiglieri nelle Commissioni e nel civico consesso.

Si sono allineati tutti in quella occasione, sia i consiglieri più attivi e operosi sia quelli che collezionano una dietro l’altra presenze in aula. Da quel momento in poi, Consiglio e consiglieri sono stati meno imprudenti nella corsa alle riunioni di lavoro.

Così, pur sembrando provocatoria qualche tempo fa la richiesta del Forum permanente per le Terme, invitato dalla commissione Turismo presieduta da Francesca Messina ad incontrare i suoi componenti per una audizione ma solo se avessero rinunciato esplicitamente al gettone di presenza, tutti accettarono. I consiglieri Antonio Castro, Adriana Finocchiaro, Antonello D’Agostino e la stessa Francesca Messina compresero bene quella richiesta e si prestarono ad approfondire nel corso di un interessante incontro tecnico, il problema delle Terme, croce e delizia di questa città.

Più recentemente della medesima questione è stato investito l’intero Consiglio, su richiesta del consigliere anziano Rito Greco che si è vista riconoscere dal presidente Raneri, attraverso la conferenza dei capigruppo, la possibilità di organizzare una seduta ad hoc cui sono stati invitati il liquidatore delle Terme  Gianfranco Todaro e il coordinatore del Forum  Rosario Faraci.

Una seduta di Consiglio che, però, si è risolta con un nulla di fatto, senza alcun atto di indirizzo come si richiederebbe invece ad un civico consesso quando ci sono in ballo questioni molto delicate per l’economia e la società della città.

L’irrequietezza dello stesso Rito Greco che avrebbe gradito dal presidente Raneri maggiore visibilità sulla proposta da lui stesso avanzata; gli strani malumori di Antonio Castro e Antonello D’Agostino; la violenta reazione del consigliere Saro Sorace che ha abbandonato polemicamente l’aula hanno costretto il Presidente Raneri ad interrompere la seduta, per una mera questione tecnica di rispetto dell’ordine dei lavori, riprendendola subito dopo con un dibattito che ha registrato un’apparente compattezza di tutto il Consiglio sulla questione, che in verità rimane sempre complicata e non sempre presidiata con maturità politica dai rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione.

Chi era presente ha notato l’imbarazzato intervento del capogruppo di Cambiamo Acireale Giuseppe Ferlito, l’unico in Consiglio a conoscere bene la natura complicata delle vicende delle Terme; il vibrante ma risentito intervento di Rito Greco; la verve dialettica dei consiglieri Luciano Scalia e di Salvo Seminara; le discrete richieste di chiarimento espresse da due giovani consiglieri Riccardo Castro e Mariella Bonanno; gli appassionati interventi di Giuseppe Musumeci e di Giuseppe Calì, agli antipodi l’uno rispetto all’altro. Tutti d’accordo nel riconoscere che il Consiglio ha titolo per intervenire, ma senza spiegare come e perché.

Insomma, il Consiglio ha buttato al vento un’altra occasione, ovvero quella di emanare presto un atto di indirizzo chiaro e preciso, come avrebbe voluto del resto il Sindaco Barbagallo, impegnato a fare subito immediata richiesta alla Regione dell’emanazione del bando per la privatizzazione degli stabilimenti, come del resto evidenziato da Todaro e da Faraci nei loro interventi.

Si è rinviata ogni decisione all’inizio dell’anno nuovo, quando forse potrebbe essere già tardi. La società di gestione delle Terme versa in condizioni critiche, gli stabilimenti di Santa Venera e Santa Caterina sono chiusi, il Parco è inagibile e due cespiti immobiliari importanti (l’ex albergo Excelsior Palace e il complesso polifunzionale) saranno messi all’asta da Unicredit; inoltre, il liquidatore è lasciato sempre più solo dal socio Regione a dipanare i nodi critici della matassa.

Il sindaco Roberto Barbagallo sta provando ad interloquire in sede regionale con più soggetti possibili per evidenziare la drammaticità del problema che ha comunque riflessi sull’economia e sul turismo della città dei cento campanili.

In ultimo, si attende in città a gennaio l’arrivo dell’assessore regionale Antony Barbagallo, il nuovo responsabile del dicastero al Turismo, che però non ha alcuna competenza diretta sul bando. Pur tuttavia, il civico consesso ha dato mandato al suo presidente Raneri a indire una nuova seduta ad hoc dove il liquidatore e l’assessore Barbagallo potranno riferire.

 

R.S.

Terme di Acireale. Il Sindaco Barbagallo assicura che non saranno modificate le destinazioni d’uso


L’articolo su La Sicilia del 13 dicembre 2015

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Terme di Acireale, all’ordine del giorno del Consiglio comunale. La città prova a reagire grazie anche ai Lions


dal quotidiano Sicilia Journal

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ACIREALE – Consiglio Comunale dedicato ieri sera, 11 dicembre, alla vicenda delle Terme, da tempo chiuse e non più operative, con l’albergo (l’ex Excelsior Palace) e il centro polifunzionale che finiranno all’asta per via del debito con Unicredit, il Parco di Santa Venera inagibile anche a seguito della tromba d’aria abbattutasi in città, e gli stabilimenti di Santa Caterina e Santa Venera chiusi al pubblico senza più possibilità di erogare prestazioni specialistiche.

La Città di Acireale, attraverso il Consiglio Comunale, ha avuto uno scatto di orgoglio e ha provato a reagire, proponendosi come interlocutore privilegiato della Regione Siciliana alla quale solleciterà la redazione del bando di privatizzazione in tempi brevi.

Alla seduta di ieri sono stati invitati il liquidatore delle Terme l’avv. Gianfranco Todaro, da poco nel ruolo dopo le dimissioni del predecessore, l’ing. Luigi Bosco, e il prof. Saro Faraci, presidente del Lions Club Acireale e animatore insieme al dott. Mario Scandura del Forum permanente promosso nel 2011.

A Todaro è spettato il compito di evidenziare quali sono i nodi critici della liquidazione in atto e il difficile compito di interlocuzione con il socio unico, cioè la Regione Siciliana, che, tuttavia, non sembra intenzionata ad investire un solo euro per ripianare, seppur parzialmente, la situazione debitoria pregressa, anche al fine di preservare il patrimonio esistente. Non rimane, pertanto, che accelerare sul versante della privatizzazione, cioè dell’affidamento ai privati della gestione delle Terme, attraverso un bando ad evidenza pubblica, come prevede la legge regionale n.11 del 2010.

Il Presidente del Lions, invece, ha fatto un excursus della vicenda, registrando come, a partire dal 2006 cioè da quando l’azienda autonoma è stata trasformata in società per azioni, si sono accumulate perdite per oltre dodici milioni di euro, mentre il valore del patrimonio è diminuito da 56 milioni di euro a quasi 40. Per questo, il Presidente Faraci ha esortato il Consiglio Comunale ad esercitare fino in fondo tutte le proprie prerogative istituzionali residuali che permettano di “blindare” col termalismo le destinazioni d’uso di tutte le strutture attualmente di proprietà delle Terme.

L’invito del Lions è stato prontamente raccolto dal Presidente del civico consesso Rosario Raneri, dal Sindaco di Acireale Roberto Barbagallo intervenuto alla seduta e deciso ad andare avanti nella interlocuzione con la Regione Siciliana, e dai consiglieri intervenuti al dibattito, cioè Riccardo Castro, Mariella Bonanno, Luciano Scalia, Giuseppe Ferlito, Giuseppe Musumeci, Giuseppe Calì e Salvatore Seminara.

Nel corso della seduta è stata richiesta dal consigliere Antonio Castro una congrua sospensione dei lavori che, iniziati poco prima delle 20,30, si sono chiusi intorno alle 23, non senza qualche strascico di polemica sull’ordine dei lavori e dunque del turno di interventi in aula. Un tecnicismo sollevato da un consigliere anziano che non ha impedito, tuttavia, di riprendere i lavori con un dibattito molto intenso e appassionato.